Verso una medicina integrata e responsabilizzante

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Sulla medicina complementare

Anche se in questo sito parlo di medicina complementare (rimedi, riequilibrio energetico, ecc.), non intendo criticare assolutamente la nostra medicina occidentale, che viene definita "tradizionale".

Una volta ho visto una puntata di un noto telefilm ambientato nel Pronto Soccorso di un ospedale americano, in cui, all’improvviso, irrompeva la squadra di soccorso con un ragazzo sulla barella, vittima di una sparatoria. Per salvarlo i medici si accingevano quindi all’estrazione chirurgica del proiettile, che minacciava un organo vitale come il cuore.

Questo episodio mi ha fatto riflettere sul ruolo importantissimo che ha la chirurgia, nel trattare patologie acute che riguardano la parte fisica dell’uomo. Viva la chirurgia! In un caso come questo probabilmente la salvezza del ragazzo è affidata in primis al trattamento chirurgico, a cui si può affiancare, prima, durante e dopo, il trattamento a livello energetico.

Verso una medicina integrata e responsabilizzante

Una precisazione: non vorrei essere frainteso.

Con queste mie parole non voglio assolutamente dire che bisogna rinunciare all’ aiuto degli altri: assolutamente no! Gli altri (parti di noi) sono lì proprio perché possono aiutarci a vedere delle parti di noi che in un determinato momento della vita noi non riusciamo a vedere, e quindi a trovare delle soluzioni per migliorare la nostra condizione.

Secondo me la Divinità ci ha permesso di esistere in così gran numero proprio perché ognuno di noi è composto da un numero pressoché infinito di parti integrate tra loro, e che hanno bisogno di rispecchiarsi per potersi ri - conoscere.

(in questo sito non mi vedrete mai scrivere la parola “Dio”, che purtroppo è stata pronunciata da troppe parti di me inconsapevoli al punto da farne l’uso che più ne desideravano)

Ecco perché “curiamo Atlantide”.

E non “salviamo” Atlantide.

Nessuno ha mai salvato nessun altro.

Inoltre mi piace dire “curiamo” e non “io curo” o “curate” per non cadere nella trappola dell’onnipotenza o dell’impotenza, che spinge a delegare totalmente a qualcun altro la responsabilità della propria salute e del proprio benessere. La prima persona plurale ci ricorda che ognuno di noi deve, può, e sicuramente fa qualcosa per impedire l’affondamento di questa nostra civiltà in modo catastrofico, anche chi paradossalmente, sembra remare contro (perché ci insegna cosa non fare)!

La domanda successiva potrebbe essere?

"cosa posso fare io?"

Ed è principalmente per dare una serie di risposte a questa "domandina" che è nato questo sito.