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Piastrinopenie da farmaci antitumorali

La piastrinopenia è una complicanza molto frequente nei pazienti sottoposti a chemioterapia e/o radioterapia per la cura di malattie neoplastiche. Praticamente tutti i farmaci antineoplastici possono provocare una piastrinopenia; quasi sempre è presente anemia e/o leucopenia, rispettivamente da diminuzione dei globuli rossi e dei globuli bianchi, poiché questi farmaci hanno un efetto soppressivo su tutte le cellule del midollo emopoietico.

La piastrinopenia da chemioterapia è quasi sempre transitoria, dura poco e non provoca emorragi e gravi. Può provocare tuttavia un ritardo nell'effetuazione della chemioterapia o della radioterapia

La piastrinopenia da farmaci antineoplastici non compare in tutti i pazienti; generalmente è di entità lieve-moderata e non richiede terapia specifica, ma può essere molto grave, per esempio nei soggetti sottoposti a chemioterapia ad alte dosi e richiedere trasfusioni piastriniche ripetute. La dose dei farmaci somministrati è forse il principale fattore responsabile del calo delle piastrine, ma anche il tipo di associazione farmacologica utilizzata, la via e la durata della somministrazione sono importanti. L'associazione di più farmaci antineoplastici, frequentemente utilizzata nella terapia di queste malattie, può produrre una piastrinopenia più grave di quella osservata con la somministrazione dei singoli farmaci alle stesse dosi.

La piastrinopenia da farmaci antineoplastici è di solito reversibile e prevedibile, cioè si verifica dopo un intervallo di tempo abbastanza costante a partire dal momento della somministrazione. Nei pazienti affetti da malattie tumorali la piastrinopenia può riconoscere altre cause, soprattutto l'invasione del midollo da parte delle cellule neoplastiche. In questi casi la piastrinopenia è preesistente alla chemioterapia, può comportare una riduzione delle dosi di farmaci somministrati a scopo curativo e può persistere anche dopo il completamento del programma terapeutico, specialmente se non si è ottenuta la remissione completa della malattia.

I pazienti sottoposti a trapianto di midollo possono presentare un calo persistente della conta piastrinica anche per molto tempo dopo il trapianto. Questo non significa sempre persistenza della malattia o rigetto del trapianto, ma può essere un effetto collaterale delle alte dosi di farmaci somministrati. Premesso che molto dipende dalla dose e dalla durata di somministrazione, daremo un elenco parziale dei i farmaci che più frequentemente causano piastrinopenia:

    Piastrinopenia lieve

  • Cisplatino
  • Vincristina
  • Bleomicina
  • L-Asparaginasi
  • Prednisone
  • Tamoxifene (raramente)

    Piastrinopenia moderata

  • Ciclofosfamide
  • Methotrexate
  • Procarbazina
  • 5-Fluorouracile
  • 6-Mercaptopurina

    Piastrinopenia grave

  • Busulfano (somministrazione prolungata)
  • Clorambucile (somministrazione prolungata)
  • Ara-C
  • Melfalan
  • Vinblastina
  • Mostarda azotata

Raramente le piastrinopenie nei pazienti tumorali sono associate a gravi sindromi, i cui sintomi possono essere scatenati dai farmaci o dalla presenza del tumore: la sindrome di Moschowitz o la coagulazione intravascolare disseminata.

Terapia delle piastrinopenie da antineoplastici

Quando necessaria una terapia specifica, il cardine del trattamento rimangono le trasfusioni di piastrine ottenute da donatori sani e compatibili. Le sacche di piastrine da trasfondere possono essere ottenute ognuna da un gruppo di donatori (5-6) o da un singolo donatore. Queste ultime sono da preferire in quanto espongono il ricevente adun minore rischio di complicanze, soprattutto infettive. Infatti, malgrado tutti i donatori siano controllati e sulle sacche donate vengano eseguiti tutti i tests di laboratorio previsti dalla legge, non si ha mai la sicurezza assoluta che il donatore non abbia una infezione latente o magari sconosciuta, per la quale non esistono tests diagnostici.

Le piastrine da singolo donatore, ottenute mediante aferesi, hanno anche un rischio minore di immunizzare il ricevente che, se non perfettamente compatibile può sviluppare anticorpi anti piastrine, specie se sottoposto a trasfusioni ripetute, con perdita di efficacia delle trasfusioni stesse. La speranza per il futuro è nell'entrata in commercio della trombopoietina, una specie di ormone che stimola le cellule staminali del midollo a trasformarsi in megacariociti e quindi in piastrine. Altre citochine, che in vitro o negli animali hanno dimostrato di avere azioni simili alla trombopoietina, non hanno finora confermato le aspettative in numerosi studi clinici condotti in tutto il mondo.


ULTIMO AGGIORNAMENTO: venerdì 14 maggio 2004

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