diacronia - sincronia (F.De Saussure) precedente
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La differenza tra diacronia e sincronia è l'ennesima nozione dovuta a F. De Saussure, fondatore dello strutturalismo. E' molto semplice e conviene introdurla con l'esempio del gioco degli scacchi, che verrà ripreso anche in altre occasioni.

Si immagini di dover analizzare una partita di scacchi nello stesso momento in cui è giocata. Si possono seguire due strade: o ci si sofferma ad osservare la situazione per quella che è, qui e adesso, ad esempio rilevando quale sia il giocatore in vantaggio, oppure ci si chiede attraverso quali mosse si è arrivati a quella determinata configurazione di gioco. Il primo metodo è detto sincronico, l'altro diacronico. Come si intuisce, se il campo di indagine è una lingua (o altre discipline di stampo storico-umanistico), i risultati che si ottengono utilizzando i due metodi sono ben diversi!

Usciamo adesso fuor di metafora. Si può rappresentare lo svolgersi del tempo con una retta orientata: ogni punto di tale retta sarà un istante.

rappresentazione grafica del tempo

Una analisi sincronica si occuperà esclusivamente di un istante alla volta, mentre, se si lavora in diacronia, si dovrà procedere ad un confronto di almeno due istanti di tempo diversi.

Ma allora l'aggettivo sincronico è il contrario di storico? I due aggettivi sono inconciliabili? Niente affatto, perché è senz'altro possibile condurre analisi storiche-sincroniche (ad esempio, si può studiare la situazione economica italiana degli anni '50 senza scomodare la seconda guerra mondiale). 

D'altronde, si può studiare una lingua in diacronia: si potrebbe, ad esempio, ricostruire l'intera grammatica del latino antico attraverso lo studio comparativo delle lingue neolatine. 

L'importante è tenere presente quale approccio si vuole o di deve seguire.


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