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Critica dell’economia capitalista Non si può sostituire il denaro, si può solo ridistribuirlo meglio. Il mondo capitalista è un mondo pieno di conflitti: è un’economia che produce un profondo stato di alienazione, che per Hegel era estraniazione dell’idea in sé nella logica tra Natura e Spirito, per ritornare più forte di prima. Per Marx non è un fenomeno etico, di coscienza, ma è un fatto reale, di natura economica e sociale che indica perfettamente la condizione dell’Uomo e del lavoratore nella società capitalistica. Esistono quattro tipi di alienazione: l’Uomo è alienato rispetto al prodotto della sua fatica. Col suo lavoro l’Uomo genera un oggetto che non gli appartiene: ma che lo domina, perché senza lavoro morirebbe di fame: l’uomo non può permettersi di avere quello che produce, ma gli conviene sperare che il sistema vada avanti, quindi è schiavo anche se produce di più di ciò che si può vendere, perché se produce troppo rispetto alla richiesta, può venire licenziato. L’uomo è alienato rispetto alla sua attività che si trasforma in un lavoro forzato e ripetitivo, da cui l’Uomo dipende. L’Uomo si stordisce facendo la bestia: per sfogarsi, tende a soddisfare gli istitnti materiali e sessuali. L’uomo si sente bestia facendo l’Uomo, ma si sente uomo nello sfogare i suoi impulsi di bestia (cosa che lo porta a non pensare). L’Uomo è alienato rispetto alla sua struttura ontologica razionale: l’Uomo sarebbe libero, creativo, spontane , e invece è costretto a compiere un’attività monotona, ripetitiva, un lavoro coatto che lo aliena. Il lavoro che l’uomo compie è privo di progettualità perché non è più in grado di seguire dall’inizio alla fine la produzione di un oggetto, dato che è costretto a compiere un’attività monotona e ripetitiva in fabbrica (stile catena di montaggio). L’uomo è alienato rispetto al prossimo = capitalista, con cui intrattiene un rapporto di tipo conflittuale. Il capitalismo basato su una formula: se si cambia qualcosa in questa formula, allora il sistema non funzionerà più, e la caduta del capitalismo sarà inevitabile. Teoria del Valore - Lavoro: qual è la procedura per capire il valore di una determinata cosa? Ci sono due tipi di valore: uno è il il valore d’uso (l’oggetto soddisfa un bisogno), l’altro è il valore di scambio: il prezzo a cui viene commerciato in un sistema di mercato. Il vero valore da attribuire ad una merce è dato dalla quantità di lavoro necessario per produrlo. Invece questa teoria del valore - lavoro cede il passo al valore di scambio: si predilige abbassare il valore della merce. Più manodopera c’è più diminuiscono le possibilità di chiedere aumenti, perché se un operaio reputa il proprio salario troppo basso, il capitalista troverà sempre qualcuno disposto a lavorare al suo posto per la stessa cifra. Una legge che spiega l’economia nella società capitalistica viene confrontata all’economia della società contadina medioevale: in quest’ultima l’economia funzionava secondo la schema merce - denaro - merce, dove l’obiettivo di fondo era il consumo, non l’arricchimento: il contadino prendeva la sua merce, scambiava questa quantità con il denaro, ma per comprarsi altre cose: il denaro era un intermediario utile che serviva per scambiare merce con altra merce. Nella societa capitalistica, invece, lo schema è leggermente diverso: denaro - merce - denaro (in più): il capitalista usa il denaro per produrre merce che gli serve per appropriarsi di altro denaro, in più. Questo denaro che avanza, è chiamato plus - valore. Il plus valore, è solo un plus - lavoro erogato gratis dal lavoratore al capitalista, dovuto al fatto che l’operaio è in grado di produrre molto di più di quello che gli viene riconosciuto, ma è come regalasse una parte del suo lavoro, che lo vende e guadagna perché compra l’operaio e il suo lavoro come una qualunque merce, ma la paga poco perché c’è molta manodopera che viene pagata alla soglia minima della sussistenza. C’è legame tra plus - valore e profitto dato dal rapporto tra il plus valore e dalla somma del capitale costante più il capitale variabile . Per mantenere alto il profitto, quindi, bisognerà tenere alto il numeratore (orario di lavoro, per es.), e tenere basso il denominatore (salario) Questo meccanismo si infrange con le crisi cicliche di sovraproduzione, che vengono superate dal Sistema in due modi: o si distrugge il sovrappiù, o si licenziano i lavoratori: a parità di capitale costante il profitto si abbassa. Secondo un meccanismo di ubi maior minor cessat, i grandi capitalisti assorbono via via quelli più piccoli, diventando sempre più ricchi (e tutti gli altri sempre più poveri). Alla base di tutto sta il principio socio - economico del materialismo storico. Critica a Hegel, che sosteneva la derivazione di tutto il processo da un’idea. Per Marx non è la coscienza a determinare la vita, ma è la vita a determinare la coscienza: l’economia è la struttura socio - economica su cui si basa la società: divisione del lavoro (rurale - industriale, maschi - femmine, manuale - intellettuale). Il cambiamento avviene solo con la rivoluzione: in situazione di tranquillità statica le divisioni si cristallizzano rendendo difficile il passaggio da classe a classe: una sovrastruttura tipica della società, come lo stato e le leggi, (formulate dalle classi privilegiate per mantenere i loro privilegi), sono la religione , l’arte e la cultura. Nella storia c’è pace (armonia) quando c’è equilibrio nel rapporto forze produttive e rapporto di produzione: appena cambia una variabile (troppi uomini o troppe macchine), si ha la guerra. Le forze produttive tendono a crescere molto più in fretta delle forze di produzione. Nell’antico sistema economico agrario (rapporto di produzione), le forze produttive erano rappresentate dai contadini e dagli aristocratici; ma si generano nuove forme di produzione: emerge la borghesia: il rapporto di produzione cambia dopo l’inserimento di nuove forme produttive. Sarà il capitalismo a far nascere il socialismo. |
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