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LA NUOVA COMMISSIONE BARROSO | |||||||||||||||||||||
25 COMMISSARI PER IL NUOVO ESECUTIVO COMUNITARIO: CLICCA PER CONOSCERE I LORO NOMI |
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18 novembre: "sì" alla Commissione | |||||||||||||||||||||
17 novembre: dichiarazioni di voto | |||||||||||||||||||||
Josè Manuel Durao Barroso | |||||||||||||||||||||
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Un profilo (da Bbc Online) | |||||||||||||||||||||
JOSE' MANUEL DURAO BARROSO: UN PROFILO | |||||||||||||||||||||
José Manuel Durao Barroso, ex-premier del Portogallo, è stato ufficialmente designato alla fine di luglio nuovo Presidente della Commissione Europea. Succederà a Romano Prodi dal prossimo primo novembre. Ma chi è José Barroso? Sergio Nava lo ha chiesto a due autorevoli direttori di think-tank europei. Il primo, Alvaro Vasconcelos, è direttore dell'Istituto di Studi Strategici e Internazionali di Lisbona; il secondo, John Palmer, è a capo dello European Policy Centre di Bruxelles. ALVARO VASCONCELOS, Direttore Istituto Studi Strategici e Internazionali (Lisbona) "José Manuel Durao Barroso è un convinto europeista, e proprio questo potrebbe rivelarsi una sorpresa per chi in lui ha visto solo il minimo comun denominatore. Come leader lo possiamo definire, tra virgolette, un militante. La sua storia politica parte dall'estrema sinistra. Nel partito socialdemocratico ha combattuto per diventare leader: lui si pone obiettivi politici, e lotta per realizzarli. Vedremo come saprà gestire una Commissione allargata a 25, con un buon numero di Commissari di alto profilo. L'Europa ha bisogno di un Jacques Delors: Barroso ora non gli somiglia, ma ha le capacità intellettuali per diventarlo. Lui capisce che in questo momento l'Europa ha bisogno di un processo di consolidamento, dopo l'allargamento. La fase che si apre è molto importante: secondo me Barroso pensa che la Commissione dovrà svolgervi un ruolo importante, evitando di aprire nuove spaccature tra vecchi e nuovi Stati membri." ------------------------------------------------------------------------------------------- JOHN PALMER, Direttore European Policy Centre (Bruxelles) PALMER: Penso sia necessario convincere gli scettici soprattutto a causa del processo oscuro e insoddisfacente attraverso il quale il presidente della Commissione viene scelto. In quest'ultimo caso si è trattato di un processo segreto, a porte chiuse, che è risultato nell'eliminazione di molti dei candidati inizialmente favoriti da diversi Stati membri. Alla fine si è trattato di un processo per eliminazione: Barroso è rimasto il candidato contro il quale sussistevano le minori obiezioni. Credo che necessitiamo un sistema più democratico e aperto per scegliere il presidente della Commissione. E credo che -in futuro- i partiti politici europei debbano presentare alle elezioni non solo i propri programmi politici, ma anche i propri candidati favoriti alla presidenza dell'esecutivo comunitario. Così facendo gli elettori potranno scegliere chi guiderà la Commissione: penso sarà un processo più chiaro e trasparente di quello attuale. NAVA: Intanto si è già aperta la corsa alla spartizione delle poltrone della prossima Commissione Europea. Francia, Germania e Inghilterra ambiscono ai posti chiave, mentre l'Italia sembra indugiare nella riconferma di Mario Monti, un Commissario di peso ed esperienza, il cui nome potrebbe significare automaticamente un portafoglio pesante per Roma all'interno della prossima Commissione... Beh, spetta a ciascun Governo pesare i vantaggi e gli svantaggi di tenere o rimpiazzare un candidato. Le posso comunque dire che nel corso dei lavori della Convenzione Europea si arrivò a una conclusione molto forte. E cioè che i Governi debbano offrire al presidente della Commissione non un nome, ma due o tre, tra cui una donna, in modo che lui possa scegliere chi sia il migliore per un certo incarico. E' quindi importante che il presidente della Commissione non si trovi di fronte a un ultimatum per nominare l'unico candidato su cui un certo Governo insiste. In secondo luogo, il presidente dovrebbe essere completamente libero di decidere quale incarico assegnare a ciascun Commsisario, non è una questione che spetta ai Governi nazionali. John Palmer, José Manuel Durao Barroso è il presidente giusto per l'Europa, in questo momento storico? Penso sia troppo presto per dare un giudizio definitivo su Josè Manuel Durao Barroso, non sarebbe corretto. Ha bisogno di tempo: innanzitutto dovrà affrontare a breve una grande sfida, cioè convincere il Parlamento Europeo. Gli eurodeputati gli porranno domande molto dettagliate sui suoi impegni in materia sociale, di politica estera e sul suo impegno per l'integrazione europea. Nè, ricordiamo, lui era tra i candidati di prima linea nel dibattito sulla successione a Romano Prodi. Ma dall'altro lato Barroso è un buon comunicatore: parla bene, e parla molte lingue. La sua prima sfida sarà convincere gli scettici che è lui l'uomo giusto per l'Europa, in questo momento. |
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IL CASO B U T T I G L I O N E |
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