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I FONDI STRUTTURALI 2007-2013 | ||||||||||||||
Trenta miliardi per le regioni italiane, circa 350 per l'intera Europa: sono le cifre del prossimo budget per i fondi strutturali UE, che entrerà a regime dal 2007. Sergio Nava ha intervistato la Commissaria alle Politiche Regionali Danuta Hubner per capirne di più. HUBNER: Confermo che ci troviamo in una situazione nella quale tutte le decisioni relative all'allocazione del budget dei fondi strutturali sono state prese. Ciò che stiamo facendo ora è negoziare con gli Stati membri le priorità strategiche nazionali, mentre le regioni stanno preparando i piani operativi. Quindi ora la palla si trova nel campo degli Stati membri: non appena riceveremo i piani nazionali e i piani operativi, avvieremo la nuova generazione di politiche strutturali. Chiaramente i finanziamenti partiranno dal 2007, ma alcune regioni potranno beneficiarne fin dai primi mesi. Speriamo quindi di poter iniziare molto presto ad avviare i programmi, in anticipo rispetto a quanto avvenuto nel 2000. NAVA: Quanti finanziamenti sono disponibili e per quali programmi? Abbiamo a disposizione per i prossimi sette anni circa 350 miliardi di euro per 27 Stati membri e 268 regioni. Avremo circa 400 programmi operativi, sia confezionati su misura per le regioni coinvolte, sia centrati sulla competitività, sull'innovazione, sui trasporti e sull'ambiente, come pure programmi per la cooperazione transfrontaliera. Dovremo anche negoziare ed approvare ciascun programma. Ma a preparare i programmi sono persone che sanno bene quali sono i bisogni delle regioni e dei loro abitanti. Per quanto riguarda l'Italia? In Italia continueremo ad operare con tutte le regioni: abbiamo stanziato circa 29 miliardi di euro, la maggior parte dei quali (oltre 21 miliardi) andranno alle regioni dell'obiettivo convergenza: Puglia, Sicilia, Campania e Calabria, mentre la Basilicata esce dall'obiettivo 1 per un mero effetto statistico. Poi abbiamo le altre regioni, tra cui la Sardegna, in uscita dall'obiettivo 1 per l'avvenuta crescita economica. Avremo anche fondi -oltre 800 milioni di euro- per la cooperazione transfrontaliera. Quindi l'Italia, che dal 1989 rappresenta uno dei più importanti beneficiari della politica europea di coesione, continuerà ad esserlo. Le priorità cambiano: quali programmi privilegerete nel prossimo settennato? Ci siamo consultati per oltre un anno con regioni e Stati membri, a riguardo delle priorità per il prossimo settennato. Vorremmo investire molto in tutto ciò che è in grado di migliorare competitività, innovazione, economia basata sulla conoscenza, trasferimento di tecnologia da università a Piccole e Medie Imprese. Vorremmo quindi contribuire all'agenda di Lisbona, e vorremmo vedere un investimento nel capitale umano, soprattutto nei settori dell'educazione e della formazione. Investire nelle persone è molto importante. C'è anche un terzo obiettivo, significativo sia per le regioni più povere che per quelle che vogliono incrementare gli investimenti nelle infrastrutture (intese come trasporti e comunicazione). Posso immaginare che in Italia l'investimento nell'efficienza energetica sarà un obiettivo in molte regioni. In generale, comunque, innovazione, competitività e accessibilità saranno i maggiori obiettivi, anche se non esisterà uno standard comune: ogni regione dovrà disegnare la propria strategia di sviluppo, e solo successivamente si verificherà come la politica regionale europea possa essere d'aiuto. La Commisione Europea insisterà molto -nei prossimi anni- per incentivare partnership tra pubblico e privato nei fondi strutturali. Perché? Riteniamo che dobbiamo modernizzare l'economia europea. I fondi pubblici non sono sufficienti, per questo abbiamo lavorato nell'ultimo anno per rendere la politica regionale attraente anche per i capitali privati. Vogliamo attirare più fondi verso gli obiettivi della nostra politica, vogliamo far sì che le aziende investano nell'innovazione. Intendiamo avere un maggior coinvolgimento del capitale privato nelle partnership pubblico-private, per le infrastrutture o l'ambiente. Il capitale privato è per noi importante, anche per influenzare in positivo la qualità dei progetti, e apportarvi una cultura imprenditoriale, in modo da renderli più attraenti ed efficienti. |
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La Commissaria Danuta Hubner | ||||||||||||||
LEGGI LA SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA | ||||||||||||||
LEGGI LA PRIMA INCHIESTA SUI FONDI STRUTTURALI | ||||||||||||||