«Madame Sosostris, chiaroveggente famosa / si prese un bel raffreddore, eppure / è nota come la donna più saggia d’Europa, / con quel suo diabolico mazzo di carte. Ecco - disse - / la vostra carta: il Marinaio fenicio annegato / (quelle perle erano i suoi occhi, guardate) / e qui è Belladonna, la dama delle rocce, / la dama delle situazioni…».
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Così scriveva nel 1921 Thomas Stearns Eliot, il chiaroveggente più famoso della desolazione d’Europa: neppure lui, come tanti scrittori e artisti, seppe resistere al fascino dei tarocchi. Pare che nei tarocchi sia scritta una parte della storia del mondo e un frammento del nostro destino. Della qual cosa è lecito dubitare: perché il macrocosmo lucido delle stelle difficilmente corrisponde al microcosmo, cioè alla carta piena di increspature e opacità del nostro destino.
Ma, vulgus vult decipi, il volgo vuol essere ingannato, e noi tutti siamo volgo.
Dunque andremo da una vecchia chiromante, saggia (dall’alto dei suoi cent’anni e più) come Madame
Sosostris: che è del resto un bel nome di sapore egizio. Le chiederemo quale posto occupano il Vivo e il Morto nella Ruota di fortuna; se il Regno d’abbondanza, dove lo sterco si trasforma in oro senza umano sudore, è vicino; se nella catena eterna delle trasformazioni l’Impiccato, che ora sta a testa in giù, rivedrà il mondo dal lato buono, mentre il Re di coppe, privo di corona, mangerà a sua volta il pane della miseria.Temo che Madama risponderà senza esitazioni, e temo che non dirà il vero.
Ma poiché tutti noi camminiamo in cerchio e non sappiamo dove il cerchio comincia né dove finisce, un granello di vero ci sarà pure in quel mare di bugie.
Allo stesso modo il pescatore non può sapere se l’intruso lasciato riposare dentro la conchiglia produrrà un giorno la perla: quelle perle saranno i suoi occhi?
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