KATE WINSLET NOMINATA NEL
1995 PER
RAGIONE & SENTIMENTO - MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
1997 PER
TITANIC - MIGLIOR ATTRICE
2001 PER
IRIS - MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
www.oscar.com
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I VINCITORI


Miglior Film

A Beautiful Mind
Gosford Park
In The Bedroom
Il Signore degli Anelli
- La Compagnia Dell'Anello
Moulin Rouge


Miglior Attore

Russell Crowe - A Beautiful Mind
Sean Penn - Mi Chiamo Sam
Will Smith - Alì
Denzel Washington - Training Day
Tom Wilkinson - In The Bedroom


Miglior Attrice

Halle Berry - Monster's Ball
Judi Dench - Iris
Nicole Kidman - Moulin Rouge
Sissy Spacek - In The Bedroom
Renée Zellweger - Il Diario Di Bridget Jones


Miglior Attrice Non Protagonista

Jennifer Connelly - A Beautiful Mind
Helen Mirren - Gosford Park
Maggie Smith - Gosford Park
Marisa Tomei - In The Bedroom
Kate Winslet - Iris


Miglior Attore Non Protagonista

Jim Broadment - Iris
Ethan Hawke - Training Day
Ben Kingsley - Sexy Beast
Ian McKellen - Il Signore Degli Anelli
Jon Voight - Alì


Miglior Regista

Ron Howard - A Beautiful Mind
Black Hawk Down - Ridley Scott
Gosford Park - Robert Altman
Il Signore Degli Anelli - Peter Jackson
Mulholland Drive - David Lynch


Miglior Sceneggiatura Originale


Il Fantastico Mondo Di Amélie
Gosford Park
Memento
Monster's Ball
The Royal Tenenbaums


Miglior Sceneggiatura Adattata


A Beautiful Mind
Ghost World
In The Bedroom
Il Signore Degli Anelli
Shrek


Miglior Film d'Animazione

Jimmy Neutron: Boy Genius
Monsters, inc.
Shrek

Miglior Film Straniero

Il Fantastico Mondo Di Amélie - Francia
Elling - Norvegia
Lagaan - India
No Man's Land - Bosnia
Son Of The Bride - Argentina


Miglior Colonna Sonora

A. I. Intelligenza Artificiale
A Beautiful Mind
Harry Potter e la Pietra Filosofale
Il Signore Degli Anelli
Monsters, Inc.

Miglior Canzone

Kate & Leopold
Il Signore Degli Anelli
Monsters, Inc.
Pearl Harbor
Vanilla Sky

Miglior Montaggio

A Beautiful Mind
Black Hawk Down ITALIA
Il Signore degli Anelli
Memento
Moulin Rouge

Migliori Effetti Visivi
A.I. Intelligenza Artificiale
Il Signore degli Anelli
Pearl Harbor

Migliori Effetti Sonori
Monsters & Co.
Pearl Harbor

Miglior Sonoro

Il favoloso mondo di Amélie
Blach Hawk Down
Il Signore degli Anelli
Moulin Rouge
Pearl Harbor


Migliori Costumi

The affair of the necklace
ITALIA
Gosford Park
Harry Potter
Il Signore degli Anelli
Moulin Rouge

Miglior Trucco

A Beautiful Mind
Il Signore degli Anelli
Moulin Rouge
ITALIA

Migliore Fotografia

Amélie
Black Hack Down
Il Signore degli Anelli
L'Uomo che non c'era
Moulin Rouge

Migliore Scenografia

Amélie
Gosford Park
Harry Potter
Il Signore degli Anelli
Moulin Rouge
"'Ma assomiglia a mio zio Oscar!' pare abbia esclamato la segretaria della prima edizione (1927) degli Acadamy Award, meglio noti come Oscar. Perché questo premio è fatto di aulico sogno e vil denaro e la sua grandezza nasce proprio da questo insuperabile mix che non manca di affascinare l'inclito e il colto. La cerimonia degli Academy Awards è quella magica notte che non si può fare a meno di guardare, anche se il vero cinefilo, magari, non crede che le scelte siano davvero le più democratiche, le più pure, le più artistiche e cosmopolite possibili. Perché il bello dell'Oscar è che se non ti piacciono i film premiati, ti rimangono comunque le star e gli abiti delle star da commentare. L'Oscar è fatto di rituali: gli occhiali neri dei divi sulla passerella per ripararsi dal sole pomeridiano di Los Angeles, le arguzie del presentatore, la concetrazione di stelle e autori planetari, il kitsch magistrale dei numeri musicali e non. Uno show di lunghezza esagerata, ma di geometrica potenza. Chi ha avuto occasione di sfogliare la bibbia dell'Oscar, l'imponente sceneggiatura delle prove per la cerimonia, sa bene perché: ogni inquadratura, persino lo stacco sull'ospite di turno che annisce o che sorride in platea, è già prevista in quelle pagine, settimane prima (...). Quella grande notte però, non è solo un concetrato irresistibile di glamour e gossip che attira il voyerismo verso il mondo dei belli e privilegiati, ma soprattutto la sintesi riuscita del cinema come laboratorio di sogni, arte, costume e società."

Piera Detassis (tratto da
Ciak)
Gli Oscar furono istituiti nel 1927/28 da Douglas Fairbanks, presidente dell'Academy of Motion Picture Art and Science.

I votanti sono 5.607 e a gennaio ogni membro vota la sua categoria (i registi votano registi, gli attori votano attori e via dicendo) per arrivare a formare la cinquina delle nominations.

I primi (1927/1928) vincitori della storia degli Oscar sono stati:
Film:
Ali, di William A. Wellman.
Attore: Emil Jannings per
Crepuscolo di Gloria e The Way of Alla Flesh
Attrice: Janet Gaynor per
Settimo Cielo, Street Angel e Aurora
Regista: Frank Borzage per
Settimo Cielo
Regista di Comiche: Lewis Milestone per
Two Arabian Knights
Sceneggiatura:
Settimo Cielo

Gli ultimi (2000):                                                     2001:
Film: Il Gladiatore, di Ridley Scott                             A beautiful mind di Ron Howard
Attore: Russel Crowe per
Il Gladiatore                        Denzel Washington per Training Day
Attrice: Julia Roberts per
Erin Brockovich                    Halle Berry per Monster's Ball
Regista: Steven Soderbergh per
Traffic                       Ron Howard per A beautiful mind
Sceneggiatura:
Wonder Boys                                       Gosford Park

Curiosità:
Fino al 1934 l'edizione dell'Oscar era identificata con due anni: 1927/1928, 1928/1929 e via dicendo. Adesso si indica l'anno precendente alla messa in onda (quest'anno è l'Oscar 2001, perché premia appunto i film usciti durante il 2001, anche se la cerimonia si svolge nel 2002).

Gli Oscar considerati fondamentali sono 5 (Film, Regista, Attore, Attrice e Sceneggiatura), ma solo tre film ne sono stati gli assoluti vincitori:
Accadde una notte del 1934 (Frank Capria, Clark Gable, Claudette Colbert)
Qualuno volò sul nido del cuculo (Milos Forman, Jack Nicholson, Louise Fletcher)
Il Silenzio Degli Innocenti del 1991 (Jonathan Demme, Anthony Hopkins, Jodie Foster).

Primati:
Eva contro Eva (1950) ha avuto il più alto numero di Nominations: 14.
Ben Hur
(1959) ha avuto il più alto numero di Premi: 11
Titanic (1997) è l'unico film ad aver avuto il più alto numero di Nominations (14) e Premi (11)
Jack Nicholson, Katherine Hepburn e Meryl Streep sono gli attori con più nominations, 12.
La Francia è il paese più volte candidato al premio di Miglior Film Straniero: 30
L'Italia è il paese più volte premiato come Miglior Film Straniero: 10
Halle Berry è la prima attrice nera ad aver ricevuto l'Oscar per la Miglior Attrice Protagonista.
Kate Winslet è l'attrice più giovane ad essere stata nominata 2 (e 3) volte.
Kate...

Per Kate questa è la terza nomination, dopo quelle per
Ragione & Sentimento e Titanic. Quest'anno la Winslet è nominata per la sua interpretazione in Iris, e assieme a lei hanno ricevuto la nomination Jennifer Connelly (la vincitrice), Helen Mirren, Maggie Smith e Marisa Tomei. Iris è stato nominato anche nelle categorie Miglior Attrice (Judi Dench, vincitrice dell'Oscar per Shakespeare In Love e nominata per Mrs. Brown e Chocolat) e Miglior Attore Non Protagonista (Jim Broadment, alla sua prima nomina e vincitore). Congratulazioni a questi fantastici attori!

Il produttore del film, Robert Fox, ha espresso la sua felicità per le tre nominations "Sono davvero eccitato e onorato, non potrei avere miglior notizia. Anzi si, magari quella di aver avuto 10 nominations. Ma siamo davvero contenti delle tre, se la meritavano proprio. Mi dispiace solo che Hugh Bonneville non sia stato nominato." "Il film ha una sceneggiatura straordinaria, una bellissima regia e gli attori sono impeccabili." Fox ha parlato dal Festival di Berlino, dove
Iris è in concorso.

Ecco cosa ha detto Kate alla Bbc:
Questa è la tua terza nomination: "Ogni volta che accade a me non ci posso credere" "Non penso di vincere - non l'ho mai pensato perché non ho mai pensato di essere lì" "Sono assolutamente estasiata. Sono davvero elettrizzata. Mia urlava e applaudeva, senza capire bene cosa succedeva. Così, sono davvero, davvero, elettrizzata e particolarmente compiaciuta per il film perché, sai, spero che più persone vadano a vedere quello che è essenzialmente un piccolo film inglese." L'Academy ti ammira, è la terza volta che ti candida e assieme a te sembra amare altri attori inglesi. "Beh, uhm. Uhm. Grazie. Non so...non so...Dio sa perché succede, perché la gente viene nominata, ma è certamente elettrizzante, ed è grande quest'anno essere in una categoria con grandi donne come Dama Maggie Smith e Helen Mirren, solo per citarne alcune, e mi fa sentire davvero orgogliosa di essere inglese"

Altre dichiarazioni:
"E' squillato il telefono, ed era il mio agente che diceva "Ce l'abbiamo fatta di nuovo". E sia io che mia madre  abbiamo cominciato a urlare e a correre per il corridoio, e anche Mia ha cominciato a urlare e applaudire, senza capire cosa stesse succedendo"
"Probabilmente mi sarei buttata in un fiume se Judi e Jim non fossero stati nominati. Le loro interpretazioni sono così assolutamente brillanti"
"Sono davvero compiaciuta e incredula. Non avrei ricevuto la Nomination senza Richard Eyre e la sua brillante regia. Era già un onore supportare Judi Dench e essere nominata con lei e Jim Broadment...per non parlare delle attrici della mia categoria."
"Non importa chi vince, non importa chi perde"
"Non vorrei fare pipì in questo vestito" (riferendosi a quanto stava bene nel vestito di Ben De Lisi -che ha ricevuto le migliori critiche- la notte della cerimonia)
Le Nominations...

Sono state trasmesse da Telepiù Bianco dalle 14.55 alle 15.05, e presentate dal presidente dell'
Academy Motion Picture Art and Science Frank Pierson e da Marcia Gay Harden (Miglior Attrice Non Protagonista lo scorso anno per Pollock) . Per l'Italia c'era molta speranza: si pensava che La Stanza Del Figlio potesse essere nominato come Miglior Film Straniero. Invece, le nomine sono andate al favoritissimo Il Fantastico Mondo Di Amélie e a No Man's Land, Elling, Lagaan e Son Of The Bride.
Grande trionfatore è stato
Il Signore Degli Anelli - La Compagnia Dell'Anello con ben 13 Nominations, tra cui quelle  per Miglior Film, Sceneggiatura e Attore Non Protagonista, seguito a ruota da A Beautiful Mind e Moulin Rouge con 8 nominations a testa, inclusa quella per Miglior Film; Russell Crowe, protagonista di A Beutiful Mind, si preannuncia vincitore della statuetta per il secondo anno consecutivo, mentre la favorita Nicole Kidman (diretta concorrente di Judi Dench) è alla sua prima nomination, avuta come Miglior Attrice per Moulin Rouge. Gli altri due film nominati come Miglior Film sono In The Bedroom, con una trama molti simile a quella di La Stanza Del Figlio e che ha ricevuto 5 nominations (tra cui la sceneggiatura e i due attori principali) e Gosford Park, del nominato Robert Altman e che ha ricevuto 8 nominations.
Articoli/News

All'estero si sono tutti concentrati sulle 13 Nomination a Il Signore Degli Anelli, sul trionfo di A Beautiful Mind e sulla nomination-sorpresa (l'Academy non ama i ruoli comici) a Renée Zellweger. In Inghilterra invece, molti parlano delle nomination britanniche, come quelle a Judi Dench e Kate Winslet. Molto interessante però l'articolo di Yahoo!, che oltre a farci scoprire le reazioni di attori come Ian McKellen e Halle Berry, riporta già le quotazioni:

A Beautiful Mind è dato 1-4, Il Signore Degli Anelli 3-2 e Gosford Park 12-1.
Sissy Spacek è l'attrice favorita, data a 4-5 (ultima è Renée Zellweger con 15-1), Russel Crowe l'attore, dato 1-2 (ultimo è Will Smith, con 12-1) e Ron Howard il regista, dato a 3-5 (ultimo è David Lynch con 10-1).
I Miglior Attori Non Protagonisti saranno molto probabilmente Jim Broadment e Jennifer Connelly.

L'articolo di
Business Wire riporta tutte le quotazioni, ecco i loro possibili vincitori:

A Beautiful Mind
(Film), Ron Howard (Regista), Russel Crowe (Attore), Nicole Kidman e Sissy Spacek (Attrici a parità), Ben Kingsley (Attore Non Protagonista), Jennifer Connelly (Attrice Non Protagonista), Il Fantastico Mondo Di Amélie (Film Straniero), Memento (Sceneggiatura Originale), In The Bedroom (Sceneggiatura Adattata).
Kate Winslet segue Jennifer Connelly (data 3-1) con 5-1, a parità con Marisa Tomei.


Italiani

In Italia si parla molto della mancata nomination Morettiana, solo dopo si citano le 13 nominations de Il Signore Degli Anelli; di Kate quasi nessuno ha parlato, solo Il Corriere Della Sera che ha riportato una dichiarazione di Judi Dench ("E' una meraviglia essere in gara con tante amiche nelle nostre due categorie, da Maggie Smith alla dolce Kate Winslet") e che l'ha citata in un articolo sulla Berlinale (che trovate nelle news). In compenso La Nazione ha parlato del film, Iris.
Cliccate
qui per leggere gli articoli dai quotidiani (La Nazione, Corriere Della Sera e L'Unità) e da Internet (FilmUp, 35mm, Kataweb, Supereva).
I vincitori...

Questa è stata la cerimonia più lunga della storia, con le sue 4 ore e 15 minuti. Di cosa hanno parlato i nostri quotidiani? Soprattutto dei 3 vincitori neri (Denzel Washington, Halle Berry e il premio alla carriera Sidney Poitier) e della mancata vincita di Nicole Kidman, come delle poche statuette vinte da
Il signore degli anelli e Moulin Rouge. Ecco alcuni passi dagli articoli:
All'estero sono state affrontate per lo più le stesse tematiche, con più attenzione però al look delle star, vinto nella maggioranza dei casi dalla nostra Kate e da Halle Berry. Visitate la galleria fotografica!
LA REPUBBLICA

Oscar, la rivincita dei neri di Vittorio Zucconi

(...) La pioggia di statuette su interpreti sicuramente bravi, ma non per questo "i più bravi", ha un significato politico che va oltre la straordinaria carriera di Poitier, o le belle interpretazioni di Washington e di Halle Berry, la prima attrice nera protagonista premiata. Come il ritorno a Hollywood del "contestatore" Woody Allen, tornato figliol prodigo per celebrare la sua Manhattan ferita, come l'Oscar a un film che in fondo racconta e celebra un'altra forma di "diversità" perennemente vilipesa, quella della malattia mentale, così tutti i quadri e quadretti dello show hanno voluto esaltare il "vogliamoci bene", il "siamo tutti americani", che è il mantra universale dello spirito del tempo, negli Stati Uniti. (...)
Hollywood non è diventata improvvisamente buona, si è fatta un pò più furba, un pò meno arrogante, un pò meno incestuosa nella sua autocelebrazione. (...)
L'11 settembre ha fatto sentire "americani" anche coloro che del sogno americano si erano sempre sentiti chiusi fuori e Hollywood ha fatto la sua parte, tingendo di nero gli Oscar nell'anno della paura. Senza accorgersi, nella sua classica mancanza di sottigliezza, che in questa cascata di premi c'è un paradosso malinconico, colto dal commentatore del Los Angeles Times, il giornale che questi "piranha" conosce meglio di tutti gli altri: "La discriminazione razziale nel cinema finirà quando nessuno si meraviglierà più degli Oscar vinti da artisti afro americani. Quando davvero giudicheremo (e applaudiremo) attori non per il colore della pelle, ma per il contenuto della loro arte.
Oscar in nero
Hollywood piange e ride
di Maria Pia Fusco

(...) Dobbiamo celebrare la magia del cinema malgrado gli eventi di New York?" è la domanda retorica con cui Tom Cruise introduce la serata, seguito da Whoopi Goldberg, che, planando sul palco dall'alto appollaiata su un trapezio, in un costume tutto piume e lustrini -citazione di
Moulin Rouge- al grido di "venite a prendermi ragazzi, sono io l'originale della bestia sexy!" ritorna sul tema: "L'america ha sofferto una grande tragedia nazionale, ma ci siamo ripresi: Mariah Carey ha fatto un altro film".
A parte apparizioni estemporanee come quella di Benigni e il suo
Ruh Neb, è soprattutto a lei, alla sue spudorate impertinenze che si devono momenti leggeri. "Walt Disney riderebbe e peccato che Bambi sia in una casa di riposo per cervi anziani", dice annunciando Shrek e, mentre in sala magicamente appaiono ridenti l'orcone verde e l'asinello del film, parla delle meraviglie del cinema di animazione premiato per la prima volta dall'Academy: "Crea l'illusione della vita, un'arte mai riuscita ad Al Gore." La Goldberg ironizza molto sul film e negritudine: "In Gosford Park ci sono 15 camerieri, maggiordomi, autisti e neanche un nero; in Il signore degli anelli non c'è posto per un Hobbit nero, eppure noi veniamo dalla Terra di Mezzo del Sud. Forse perché noi non vogliamo lasciare le nostre capanne". Presentando A beautiful mind, mentre descrive l'abilità di Russell Crowe nel vedere reali le allucinazioni, afferra per un braccio il bel giovanotto apparso silenzioso al suo fianco: "Questa è la mia allucinazione, me la porto via e ci faccio quel che mi pare". Ed è con sarcasmo che rileva come nel montaggio di personaggi che parlano di Sidney Poitier e Robert Redford, si siano scelti rispettivamente neri e bianchi: "Peccato, dei film di Redford abbiamo molto da dire. Out of Africa ad esempio è la nostra storia". (...)
Patria e famiglia il cinema che piace agli Usa in guerra di Natalia Espesi

(...) Come ha fatto la bella Halle Berry ha sconfiggere attrici più luttuose, bravissime a simulare l'Alzheimer (Judi Dench in
Iris), a piangere il figlio assassinato (Sissi Spacek in In the bedroom), a morire consunta dopo una vita di piaceri (Nicole Kidman in Moulin Rouge) e a trovar marito però dopo aver sofferto di grassezza molesta (Renée Zellweger in Il diario di Bridget Jones)? Chi ha visto Monster's Ball, dice di esserne uscito, se maschio, barcollando: per una scena di sesso ardente ed esplicito, come mai se ne erano viste in un film non etichettato come porno, tra l'abile Billy Bob Thornton, bianco, e l'abilissima Halle Berry, colorata. Evidentemente, un pò di piacere (sia pure temperato da sedie elettriche, vomiti e assenza di speranza) ha conquistato la parte più ludicadei 5739 votanti.
Quanto ai perdenti: contenti in tanti che non ce l'abbia fatta Russell Crowe, diventato antipatico dopo l'Oscar dell'anno scorso per
Il gladiatore. Contenti che sia stata ignorata Nicole Kidman, che pur abbandonata da Tom Cruise, è diventata troppo brava. Contenti che Il signore degli anelli abbia vinto solo Oscar che merita un film fantasmagorico. Dispiaciuto tutti gli appassionati di cinema, che ancora una volta Robert Altman non ce l'abbia fatta. Il suo Gosford Park (Oscar meritato alla sceneggiatore Julian Fellowes), è certamente il film più bello di quelli in gara, e lui il regista in assoluto più bravo. Forse il film era troppo brillante per tempi costretti al lutto anche un pò ipocrita. Forse, più semplicemente, l'America non riesce a perdonare ad Altman i giudizi ironici sul suo paese.
Il debutto di Woody Allen "Sono qui per New York" di Silvia Bizio

Perfino Roger Erbert, leggendario giornalista televisivo, ha emesso un grido di sorpresa quando ha visto arrivare Woody Allen sul palcoscenico per presentare il filmato di Nora Ephron su New York, l'amata città da cui raramente accetta di spostarsi: il regista non era mai venuto alla notte degli Oscar, nemmeno quando era candidato, perché gli avrebbe impedito il lunedì sera di suonare il clarinetto con la sua band un un pub di Manhattan. "Volevo fare qualcosa per New York dopo i tempi difficili che abbiamo passato non ho potuto resistere di fronte all'opportunità di fare qualcosa per aiutare una città che amo tanto. Non sono tipo da premi, non mi piacciono le competizioini, ma questa volta non dovevo presentare né vincere niente, solo dare una mano." Allen confessa di aver pensato al suo discorso per due settimane e di averlo provato sotto la doccia un paio di volte: "Sono meglio sotto la doccia", ha detto, aggiungendo di sentirsi "strano" in smoking e con il cerone sul viso. "Starò qui a Los Angeles per alcuni giorni e cercherò di sfruttare ogni occasione culturale di questa città, come le frane di fango e la possibilità di girare a destra con il semafoto rosso!"
Ma tornando a temi seri, ha criticato registi e produttori che hanno deciso di eliminare artificialmente dai loro film le inquadrature in cui si sarebbero viste le Twin Towers: "Io penso che si debba affrontare realisticamente questo fatto. Quello che è successo è stata una tragedia terribile ma è la realtà, quindi è ridicolo alterarla".
Ha vinto Ron il cocco dei botteghini di Roberto Nepoti

Ha vinto il peggiore, secondo la migliore tradizione. Non che
A beautiful mind sia un brutto film, però gli altri quattro avevano tutti qualcosa in più: due la visionarietà (Il signore degli anelli e Moulin Rouge), uno la squisita intelligenza (Gosford Park), un altro (In the bedroom) la profondità e lo stile.
Li ha battuti un film perfettamente convenzionale, rassicurante e vecchia-maniera, che neppure la presunta campagna denigratoria delle altre major ha saputo scalfire. Va bene che Ron Howard è un cocco di Hollywood (i suoi film funzionano bene al botteghino); però assegnarli la statuetta per la migliore direzione quando i concorrenti erano registi veri come Peter Jackson, David Lynch, Ridley Scott e soprattutto (in questo caso) Robert Altman sfiora il ridicolo.
Col
Signore degli anelli (cui sono andati premi di consolazione quasi mortificanti: effetti speciali, trucco, roba da parco dei divertimenti) Jackson ci porta a spasso nel puro cinema; la regia di Altman è prodigiosa per precisione, senso dello spazio, coordinamento del fitto cast (ma a Gosford Park hanno dato il premio, un pò umiliante, per la sceneggiatura originale) Ron, invece, spiega cose inesplicabili -il genio, la schizofrenia-- con zelo didattico: come se il pubblico fosse un ragazzino di dieci anni, e neanche tanto sveglio.
E tra i protagonisti, hanno vinto i migliori? Forse sì, di certo hanno vinto i più belli. Denzel Washington in una parte da cattivo (non la sua più riuscita) grondante carisma e sexyness e Halle Berry, bella da lasciarti secco, che in
Monster's Ball condivide con Billy Bob Thornton una scena di sesso delle più credibili, erotiche e coivolgenti viste sullo schermo da anni. Senza ironia, non è talento anche questo? Giusta scelta, la Berry, a paragone della grande favorita Nicole Kidman usata, in Moulin Rouge, più come icona che come interprete.
Il Giornale

Statuette colorate di nero Vince A beautiful mind
di Carlo Bizio

"Mio Dio, mio Dio" ha ripetuto la Berry, 33 anni, in un crescendo di emozione e nervosismo ricevendo l'Oscar per
Monster's Ball, il dramma in cui interpreta una vedova indigente di un condannato a morte che s'innamora del secondino bianco che ha portato l'uomo al patibolo, un altro film in cui la splendida Berry, ex reginetta di bellezza, ha dovuto imbruttirsi per farsi prendere sul serio. "Questo momento è più grande di me - ha esclamato la Berry- è per Dorothy Dandrige, Lena Horne, Diahann Carroll...e tutte quelle attrici di colore senza nome e volto che ora hanno un'opportunità di farcela perché stasera una porta è stata aperta."(...)
Lo show, presentato con la solita nonchalance dal'attrice Whoopi Goldberg. è stato il più lungo della storia degli Oscar -4 ore e 26 minuti- ma ben prodotto, ben recensito e con spunti emozionanti, come il collage di film su New York presentato da Woody Allen -sua prima apparizione assoluta agli Oscar, nonostante abbia vinto tre volte- o quello si "cosa significano i film per me" realizzato dal documentarista Errol Morris presentato in apertura da Tom Cruise ("In un momento così -dopo l'11 settembre- ci chiediamo: è giusto celebrare la gioia e la magia del cinema?" ha detto l'attore. "Io oso dire: ora più che mai"). Applaudita la spetacolare coreografia del Cirque di Soleil sul tema degli effetti visivi. Lo show, a cura della Abc, ha riscosso uno share del 46% (in America) con una media di quasi 47 milioni di spettatori (il record però è dell'edizione del
Titanic, con 55 milioni). Un successo per l'industria nonostante le tensioni precedenti lo show, sia per le ovvie ragioni di sicurezza che per le campagne anti-Oscar all'arsenico. Come ha detto la Goldberg in chiusura: "Lo show è finito. Preparatevi a gettare fango sulla 75° edizione".
Dimenticati Nicole Kidman e Altman di Michele Anselmi

(...) Due allori su otto nomination per
Moulin Rouge: migliori scenografie e migliori costumi. Sacrosanti, non fosse altro per il prodigioso lavoro compiuto per ricreare in uno studio una Montmartre fantastica e mozzafiato. Ma troppo poco per il musical che il regista australiano Baz Luhrmann aveva definito: "Quando The Rocky Horror Picture Show incontra Titanic." Soprattutto poco per lei, Nicole, forse l'attrice più brava del mondo. Per girare i vorticosi numeri di ballo, nel corso di 192 lunghi giorni di riprese, si ritrovò con una costola incrinata e un ginocchio infortunato, praticamente ko com Robert De Niro all'epoca di Toro Scatenato. Non solo per questo, l'Oscar se lo meritava tutto, a coronamento di una carriera gestita con sapiente senso dello spettacolo, nonché una certa dose di coraggio, sia in coppia con l'ex marito Tom Cruise, sia da sola, tra Europa e America, dentro e fuori Hollywood, alla corte di sua maestà Stanley Kubrick (Eyes Wide Shut) o tra le braccia di cineasti emergenti come Alejandro Amenàbar (The Others).
I cinquemila giurati dell'Academy hanno ritenuto giusto non premiarla, preferendole, ci si augura non per questione di "politically correctness", la nera Halle Berry. Nondimeno la sua Satine, eterea cortigiana che sull'altalena del
Moulin Rouge seduce un parterre di maschi in cravattino cantando in stile cabaret I diamanti sono i migliori amici di una fanciulla a strofe alterne con Material Girl, resterà a lungo impressa nella memoria del pubblico come l'emblema della femminilità inafferabile e gaudente, in bustino, calze a rete e stivaletto, eppure - novella Eudice pianta del suo Orfeo - romanticamente trapunta di premonitori segnali di morte.
Del resto, senza voler fare le pulci a nessuno, si può sommessamente osservare che questa tornata di Oscar è stata prodiga di distrazioni? D'accordo,
Gosford Park, non sarà il miglior film di Robert Altman, però che maestria nel pilotare l'esercizio calligrafico, spruzzando una goccia di acre lotta di classe dentro l'oliato meccanismo del giallo All British: invece niente, di nuovo il settantenne regista è stato punito, e con lui l'irregolare David Lynch di Mulholland Drive, a vantaggio di un Ron Howard già ampiamente consacrato col premio maggiore. (...)
Vero è che, seppur bocciata da un Oscar più "protezionista" e diplomatico del solito (però laureata dai Golden Globes), l'australiana Nicole Kidman può tranquillamente ambire a proporsi come la diva del momento. Non guadagnerà mai 20 milioni di dollari a film come Julia Roberts ed è possibile che qualcuno le faccia pafare la sapida battuta con la quale commentò al Late Show il divorzio da Tom Cruise ("Oh, adesso posso portare i tacchi"); ma è lei, piaccia o no, l'attrice più moderna, duttile, scattante e sensuale del cinema americano. Perciò non derubricatela a semplice sex-symbol: al pari del connazionale Russell Crowe, Nicole ha portato a Hollywood qualcosa che prima non c'era. O non c'era più.
La Nazione

Compromessi: Il miglior Oscar dell'America multirazziale
di Silvio Danese

Con due premi di consolazione per gli italiani (il montatore Scalia e il produttore Muller), questo è il primo Black Oscar. Una svolta. O come dice un titolo celebre: tutto in una notte. (...)
Ma soltanto una "mente meravigliosa" (
A beautiful mind) può comprendere perché Oscar è amico della strategia e non del merito. Dei due premi al miglior attore, nè il gagliardo Denzel Washington nè l'introversa Halle Berry hanno la performance suprema della cinquina. Il poliziotto corrotto di Training Day esegue in monologo bilioso da mattatore shakesperiano con due pallettoni nel sedere, inverosimile, eccessivo, artificioso. Vogliamo mettere con la prova di Crowe matematico americano, di Winston padre omicida, e, bravissimo, di Will Smith col pugno di Cassius Clay? La giovane Halle Berry non vale l'interpretazione di Nicole Kidman nel musical Moulin Rouge nè la freddezza acuta, impenetrabile di Sissy Spacek per In the bedroom. (...)
Restano inappagati Gosford Park di Altman, e la vera, unica novità,
Moulin Rouge. Un premio al film di guerra (No man's land coprodotto da Fabbrica) manda a casa i 5000 giurati con l'anima in pace. Secondo strategia, questo è il miglior Oscar possibile nell'America multirazziale emotivamente riconciliata nella lotta al nemico dell'11 settembre. Oscar è così. Prendere o lasciare.
Così neri, così beautiful di Giampaolo Pioli

(...) Denzel Washington si aggiudica la statuetta di Miglior Attore diventanto l'unico attore nero ad averne accumulate due come protagonista e non protagonista (
Glory). Da un palco di proscenio Sidney Poitier saluta Washington e Berry come se fossero figli e allievi, anche lui con l'Oscar alla carriera in mano. Tutto il teatro Kodak è in pieno abbraccio emozionante che segna la "svolta nera" di Hollywood. E' la loro notte. Una svolta annunciata. Una svolta meritata. (...)
A Whoopi Goldberg era stato affidato il compito di sdrammatizzare una serata intensa e complicata che che, oltre al ricordo dell'attentato alle Torri Gemelle, segnava il passaggio nella nuova sede permanente sull'Hollywood Boulevard: la brava attrice comica ce l'ha fatta alla grande.
Delusione francese per il favorito
Amelie battuto a sorpresa dal bosniaco No man's land di Danis Tanovic come miglior film straniero che include i capitali di Fabrica e della Rai. L'Italia si consola con L'Oscar a Pietro Scalia per il fantastico montaggio di Black Hawk Down di Ridley Scott.
La lezione Academy 2002 sembra essere una sola: non sempre kolossal è bello. Sentimento, impegno, coraggio e qualità valgono altrettanto anche se si tratta di produzioni minori.
I perdenti: Povera Nicole

Oscar 2002: evviva i vincitori, ma chi sono i perdenti?
Nicole Kidman. L'Oscar per Moulin Rouge se lo meritava, sommato anche al successo di The Others e al tonfo del suo matrimonio. Povera povera Nicole.
Bob Altman. Quinti nulla di fatto, per il maestro, alla quinta nomination come miglior regista. Forse Hollywood, per premiarlo, aspetta che smetta di lavorare.
Anelli, mulini e Amelie. Fotografia, musica, make up ed effetti speciali i 4 Oscar (su 13 nomination) del kolossal Il signore degli anelli; scenografia e costumi i 2 Oscar (su 8 nomination) di Moulin Rouge; nessun Oscar (su 5 nomination) per Amélie.