Gruppo Astrofili Menkalinan
La scelta del telescopio  

La tentazione di procurarsi subito un telescopio potente è forte, ma il neo-astrofilo farebbe bene a riflettere prima di imbarcarsi in una grossa spesa. Infatti un potente telescopio non è sostitutivo di un'eventuale preparazione astronomica, anzi è vero il contrario: più la strumentazione è sofisticata ed impegnativa, maggiori sono le conoscenze richieste per il suo completo sfruttamento. Conviene iniziare l'osservazione nel modo più semplice, e cioé ad occhio nudo, imparare le costellazioni e seguire il movimento dei pianeti più luminosi. Solo un po' più il là arrivare all'acquisto di un discreto telescopio. Spesso si ha l'impazienza di voler possedere a tutti i costi un telescopio e non si ha il tempo di maturare alcuni concetti basilari, che possono rendere serio l'acquisto. Conviene partire da un piccolo strumento (60 mm. di diamtro o 10 cm.) per rendersi conto se si sia animati da vera passione per l'astronomia, oppure semplicemente la soddisfazione di un capriccio. Successivamente si potrà passare ad un telescopio con un diametro intorno ai 20 cm (tipo newton ad esempio, oppure S. Cassegrain) ed apprezzare il miglioramento della qualità dell'immagine; in seguito la conoscenza sarà diventata abbastanza approfondita da poter scegliere cosa meglio si crede.

Come primo approccio al cielo consiglio un binocolo che già di per sé è utile per l'osservazione di stelle variabili, galassie (almeno nei posti bui) e in alcuni casi anche comete; la maggior parte delle comete viene scoperta con binocoli, e sono proprio gli atrofili non professionisti a dare il maggiore contributo, dato che i ricercatori, per il lavoro che svolgono, sono troppo concentrati su problemi specifici e non hanno un panorama di oggetti vasto come può averlo un osservatore occasionale. Ecco perché è importante programmare bene le scelte se si vuole dare un serio contributo, altrimenti l'astronomia diventa un gioco senza scopo: si osservano sempre gli stessi oggetti più importanti, ma senza capire cosa si sta osservando. Per quanto mi riguarda credo che il modo migliore sia quello di programmare le osservazioni e appuntare le caratteristiche essenziali degli oggetti da osservare.
Ad esempio posso guardare cento volte la galassia di andromeda e non accorgermi che proprio lì vicino (nello stesso campo inquadrato) vi sono altre due galassie (M110 e M32).
Con un binocolo ci si può sentire veramente parte dell'universo. Si provi a puntare la via lattea in estate e ci si sentirà immersi in un mare di stelle sconfinato; si osservi la zona dello scorpione, la prima volta senza atlante stellare, alla scoperta delle centinaia di oggetti visibili. Ci si renderà conto che l'acquisto di un binocolo non è mai sbagliato.

Per quanto riguarda il telescopio, uno strumento anche otticamente perfetto renderà pochissimo se posto in un sito non adatto: davanti ai tetti caldi di abitazioni vicine o in prossimità di una strada percorsa da traffico pesante che trasmette le vibrazioni allo strumento, peggio ancora, sarà quasi impossibile scorgere i tenui veli delle nebulose in una zona troppo illuminata. E' proprio a causa dell'inquinamento luminoso che ormai imperversa sempre di più che gli astrofili sono costretti a fare molti km e spostarsi dai centri abitati per trovare il cielo adatto.

(vedi ultime osservazioni)

L'osservazione all'interno di una grossa città limiterà la magnitudine limite dello strumento di circa 2 magnitudini sulle stelle e renderà invisibili nebulose e galassie; un rifrattore da 10 cm può non essere in grado di evidenziare la grande galassia di Andromeda, che invece è visibile ad occhio nudo sotto il cielo adatto! Prima di acquistare un telescopio bisogna assicurarsi di avere un buon sito di osservazione, oltre che una buona dose di pazienza, ma questa fa parte della passione verso l'astronomia.

Informazioni generali sui telescopi

La maggior parte delle persone è convinta che un telescopio sia costituito da decine di lenti, perché si associa la potenza di un telescopio all'ingrandimento; altri pensano che sia la lunghezza del tubo ottico darci un'idea di quanto si possa vedere. Le cose non stanno proprio in questi termini, infatti nei telescopi, anche quelli più potenti, gli elementi che compongono l'obbiettivo non sono più di tre al massimo. Gli astrofili alle prime armi vengono attratti dalla forma del telescopio, o dagli ingrandimenti; chiariamo subito che un telescopio dato per 500 ingrandimeni e avente un obbiettivo di appena 60mm, denota chiaramente che è in atto una truffa. Ogni telescopio ha un ingrandimento massimo che dipende non tanto dalla lunghezza del tubo o dalla forma del telescopio, ma esclusivamente dalla qualità dell'obbiettivo e dal suo diametro. Un telescopio a lenti (rifrattore) di 60 mm al massimo con tutti gli sforzi, e con un cielo perfetto, può arrivare al massimo ad un centinaio di ingrandimenti; generalmente per i telescopi newton l'ingrandimento ottimale è il valore in mm dello specchio primario (20 cm = 200 ingrandimenti), ma ciò che conta è il cosiddetto potere risolutivo.
Un telescopio ha un potere risolutivo maggiore dell'occhio umano, cioè riesce a farci vedere dettagli molto più fini. Ogni telescopio non può ingrandire oltre un certo limite, non tanto perché sia una operazione materialmente difficile, il problema è che l'ingrandimento è legato al potere risolutivo dello obbiettivo. Mi spiego meglio: se guardo un foglio di un giornale a qualche decina di centimetri, riuscirò (a parte problemi di miopia ecc. ) a leggere o meglio a percepire bene tutto ciò che vedo; se cerco di avvicinarmi troppo non scorgo più dettagli ulteriori, perché se mi metto a un centimetro dal foglio vedrò la grana del giornale e la qualità della figura non migliora più di tanto, anzi se ingrandisco ancora vedrò i fili della carta del giornale, ma non riuscirò più ad avere un idea di ciò che sto guardando. Ecco spiegato perché 500 ingrandimenti sono eccessivi.
Una prima grande classificazione dei telescopi può essere fatta a partire dai materiali con cui sono fatti gli obbiettivi: possono essere lenti o specchi. Il telescopio più semplice da costruire e anche il più economico è il telescopio tipo Newton, costituito da un obbiettivo a specchio e da un ulteriore specchio (detto a 45 gradi) che permette di deviare la luce e quindi osservare l'immagine. Un altro tipo di telescopio è il cosiddetto rifrattore, per il fatto che funziona con lenti che rifrangono la luce, anche qui al massimo abbiamo un obbiettivo primario e una seconda lente che permette di ricostruire l'immagine; comunque in seguito entreremo nei dettagli e vedremo che sia il Newton e il riflettore grosso modo permettono di vedere allo stesso modo, e che hanno dei campi di applicazione diversi, perché diversa è la concezione ottica degli strumenti. Sul mercato troviamo anche dei telescopi misti, cioè gli obbiettivi sono in parte e specchio e in parte a lente sono detti: Schmidt-Cassegrain, Schimdt-Newton, Dobson, Maksutov- Cassegrain, Baker-Schmidt, Maksukov, Simak, Baker-Nunn, che hanno tutti schemi ottici differenti tra loro e che proprio per questo sono dedicati a scopi diversi, ad esempio gli Schmidt-Cassegrain vanno bene per fotografie astronomiche e con i Dobson invece è quasi impossibile.

vedi schemi ottici

Parti fondamentali di un telescopio

L'elemento più importante di un telescopio è l'obbiettivo, ma il telescopio per poter funzionare ha bisogno anche di tre parti fondamentali che dal basso verso l'alto sono:

Inutile dire che anche qui abbiamo diversi treppiedi, montature e diverse forme del tubo ottico, ma ognuna delle tre parti ha un suo preciso scopo. Il treppiede deve essere molto stabile e leggero, deve resistere all'umidità, deve essere facilmente smontabile e in particolare le punte del treppiede devono assorbire le vibrazioni.
La montatura è ancora più importante del treppiede perché un treppede stabile è facile da costruire e le imperfezioni di costruzione sul treppiede sono abbastanza tollerabili, cosa che non è possibile per la montatura.
La montatura deve reggere il tubo ottico e agganciarsi al treppiede, è importante sia per il peso che deve sostenere, per il puntamento del polo.
La funzione più importante di una montatura è di garantire l'inseguimento di ciò che si sta osservando nel migliore dei modi possibile; la montatura deve dissipare le vibrazioni istantaneamente, pena la perdita dell'immagine che si sta osservando.
Nel tubo ottico è inserito l'obbiettivo e tutti gli altri componenti ottici.
Sul tubo ottico è installato uno speciale mirino puntatore, è un cannocchiale a basso ingrandimento (tra 5 e 10 x) che serve per un puntamento di massima, in pratica si sceglie la zona di cielo da osservare e si fa un primo posizionamento utilizzando il cercatore.

Le montature più evolute presenti in commercio sono provviste di computer, che permette un collegamento in remoto e presentano motori al quarzo per l'inseguimento in entrambi gli assi di A.R. e Dec. Questo speciale computer di bordo mantiene la posizione di migliaia di oggetti celesti, fra pianeti, stelle doppie, galassie; è addirittura in grado di compensare l'errore indotto dalla rifrazione atmosferica per oggetti posti ad una certa altezza sull'orizzonte; tiene conto del movimento relativo di un oggetto celeste (l'inseguimento per un pianeta sarà differente). E' possibile collegare strumenti per l'astrofotografia (CCD).

Gli si potrebbe dire: puntami Saturno, memorizza l'immagine e inviamela via modem!

Inutile dire che il tutto è proporzionato alla spesa.


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