Conclusioni

3. Conclusioni

Nell'analisi fin qui condotta sono emersi elementi significativi sull'evoluzione della mobilità verificatasi in Italia negli ultimi decenni che possono essere sintetizzati come segue:
Per quel che riguarda il primo aspetto, occorre distinguere tra ambito provinciale ed extra-provinciale, perché se nel primo caso la diminuzione dei trasferimenti in termini assoluti si è accompagnata ad un aumento in termini relativi, nel caso delle migrazioni extra-provinciali - ma soprattutto extra-regionali - il calo della mobilità si manifesta nella sua globalità. L'aumento relativo dei trasferimenti intraprovinciali esprime una riduzione del raggio di azione delle migrazioni e un mutamento nelle motivazioni dello spostamento (connesse principalmente ad aspetti abitativi e a fattori extra-economici). L'interesse verso lo studio delle migrazioni si orienta, dunque, sempre più verso ambiti territoriali ridotti. All'interno dei confini provinciali, la dimensione urbana si allarga ed ingloba dentro di sé comuni caratterizzati da un passato rurale. La diffusione dell'urbanizzazione in ambito provinciale si ricollega, dunque, alla c.d. "Wave theory" secondo la quale l'onda scorre spostando la sua cresta verso le zone più periferiche. Nel caso specifico la crescita dei saldi migratori, partendo dal capoluogo provinciale, si sposta progressivamente verso le zone più esterne. In questo studio, una simile evoluzione è riscontrabile nella Provincia di Milano dove la crescita dei tassi netti migratori interessa in maniera consequenziale dapprima i comuni posti nella 1a e 2a corona e successivamente quelli più distanti dal capoluogo. Per altre Province, una tendenza evolutiva di questo tipo esiste ma risulta incompleta rispetto al processo transizionale che interessa la Provincia lombarda, nella quale, è unicamente l'area territoriale posta ai margini della Provincia a registrare una crescita dei saldi migratori.
In questo studio emergono, comunque, caratteri distintivi legati più alla collocazione geografica a livello nazionale, che alla dimensione demografica di ciascuna Provincia. Avendo come punto di riferimento l'ambito territoriale milanese, ciascuna Provincia si colloca in una fase più o meno avanzata nel processo transizionale delle migrazioni interne. Firenze e Vicenza, per esempio, sono le Province che più di ogni altra hanno evidenziato le maggiori similitudini, nell'andamento dei flussi migratori e dei relativi saldi, con la Provincia lombarda. A un estremo opposto, troviamo, invece, la Provincia di Lecce nella quale non si coglie nessuno elemento che possa indicare un processo di controurbanizzazione in atto. In una posizione intermedia, si collocano le Province di Roma, Napoli e Ancona, nelle quali è possibile individuare solo parzialmente un'evoluzione di tipo centrifugo delle migrazioni.
Per il futuro, ci si propone di estendere lo studio anche alle altre Province italiane affinché possa delinearsi, sulla base delle conoscenze fin qui acquisite, un quadro generale delle principali tendenze che caratterizzano il fenomeno delle migrazioni interne.
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