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Il caso Plavis

Il calzaturificio Plavis S.n.c. è un'impresa a conduzione familiare, fondata nel 1929 a Crocetta del Montello in provincia di Treviso.

La sua produzione è rivolta alla lavorazione di qualsiasi tipo di calzatura e soddisfa prevalentemente commissioni per conto del gruppo Benetton. Inoltre si è aggiudicata in campo nazionale numerose gare di appalto di fornitura di calzature antinfortunistiche e da lavoro per ospedali, esercito, guardie forestali, protezione civile e vigili del fuoco.

Circa due o tre anni fa l'attuale titolare dell'impresa decise di porre su Internet l'impresa affidandosi al servizio di catalogo elettronico promosso da una importante associazione italiana e realizzato sotto il nome di Market on line (il nome è di fantasia).

Il titolare dell'impresa riteneva che Internet gli avrebbe dato la possibilità di poter allargare i suoi mercati ad un ambito internazionale in maniera tale da poter diversificare la propria clientela, estendendola anche alle calzature per il tempo libero.

Purtroppo non si è verificato niente di tutto questo.

Vediamo di analizzare i motivi dell'insuccesso tenendo conto che a monte vi sarebbe da discutere anche delle strategie di internazionalizzazione dell'impresa e del tipo di prodotto da offrire, ma che tale tipo di indagine richiederebbe uno studio ben più approfondito che esula dagli scopi del presente lavoro.


figura 1

http://www.Market on line.xxx/i/markethome.htm


figura 2

http://www.Market on line.xxx/cgi-bin/uncgi/Market on line/i/ditte_by_denom?ditta_denom=calzaturificio+plavis+snc


figura 3

http://www.Market on line.xxx/cgi-bin/Market on line/i/ditta_by_key_more_d?516


figura 4

http://www.Market on line.xxx/cgi-bin/Market on line/i/ditta_by_key_more_p?516+CALZATURIFICIO_PLAVIS_SNC


Come si può vedere da queste pagine si mostra cosa non bisogna effettuare su Internet per vendere i propri prodotti o servizi.

Il service provider Market on line, anche se implementa una base di dati atta ad individuare le imprese presenti nel catalogo delle società, di fatto non è assolutamente attraente.

Questa attività di servizio deve essere tesa, come ho già sottolineato, a migliorare l'esposizione virtuale delle imprese (che può essere certamente raggiunta attraverso un motore di ricerca) ma che non può e non deve estrinsecarsi nell'offrire la "paginetta" Web del tipo "tutto compreso".

In queste condizioni, la pagina Web realizzata da informatici può risolversi semplicemente nella trascrizione letterale della brochure dell'azienda (semmai come spesso avviene con una logica sequenziale che equivale alla modalità di consultazione del mezzo cartaceo, ma anche trascrivendo testi di 1.000-1.500 caratteri a schermata che servono a far rimanere troppo tempo collegati i modem su quel sito e ad intasare inutilmente il traffico). Fino ad oggi in Italia chi si è occupato di dare una veste ai siti sono stati gli ingegneri e gli informatici, molto bravi a dare vita ad un sito ma poco a fornirgli una veste. E' anche vero che fino ad oggi pochi sono stati coloro che hanno intuito la possibilità di avviare un discorso di comunicazione e cura dell'immagine su Internet avventurandosi in previsioni negative sulla sorte della rete.

Passiamo adesso ad analizzare ciò che può effettuare la singola impresa. 


Per meglio comprendere i metodi possibili di impiego commerciale e pubblicitario di Internet, si possono ipotizzare tre grandi raggruppamenti che si basano sul tipo di comunicazione impiegata dall'azienda:


L'attività di sponsoring consiste nell'apposizione di un marchio o di qualsiasi altro elemento relativo all'immagine e alle caratteristiche del prodotto in funzione dei servizi offerti che, nella logica della sponsorizzazione, è resa possibile proprio grazie al contributo economico e allo sforzo organizzativo profuso dall'azienda.

L'utente quindi, per beneficiare di un servizio o utilizzare un passatempo on-line, sarà esposto alla visione di un marchio e a eventuali specifiche del prodotto.

In tal modo l'impresa, offrendo servizi affini o legati a elementi della strategia di prodotto, del contesto di mercato, di consumo ed impiego, permette di creare un indotto positivo sul marchio o sul prodotto dell'azienda.

Di questa tecnica si potrebbe avvalere anche il service provider infatti, oltre a favorire un'espansione naturale dei servizi e arricchire l'offerta di un sito, i cui costi di approntamento e aggiornamento altrimenti non sarebbero alla portata dello stesso, permette di creare un indotto positivo sul marchio del provider e delle imprese presenti su di esso.

Questo è forse il modo più semplice, meno dispendioso, ma probabilmente anche meno efficace di comunicare su Internet .

Questa è la forma infatti più indicata per quei prodotti o marchi che hanno da sempre perseguito nella loro strategia la creazione di un "mondo", che hanno sviluppato più codici immaginifici ed emozionali o che hanno poco da dire sul proprio contenuto tecnico o di servizio. Quindi nel caso della Plavis questa tecnica non è da prendere in considerazione.


Altra attività comunicativa è quella dell'info-tising ed è quella che meglio concretizza le potenzialità espressive di Internet, facendo suoi lo spirito della rete e rispondendo alle esigenze degli utenti.

La componente di servizio si espleta fornendo informazioni pubblicitarie. Infatti il prodotto o il contesto nel quale lo stesso viene utilizzato o consumato, diviene un'opportunità d'informazione e di conoscenza, ponendo lo stesso come garanzia per la risoluzione di una qualsiasi problematica pratica dell'utente oppure come promotore di giuste cause sociali o di tematiche nelle quali il prodotto possa essere percepito con aspetti valoriali unici, distintivi e positivi.

Parlare quindi di aspetti ecologici, dietetici, di sicurezza e via dicendo è un buon modo per dare servizio e trasferire tali valori sul vissuto del prodotto o del marchio.

Nel caso della Plavis (impresa che produce tra l'altro scarpe da trekking per il gruppo Benetton) si può concretizzare tale aspetto, ad esempio, realizzando un gruppo di discussione che parli di escursioni e di vita in montagna, di itinerari turistici montani adatti al trekking, con la raccolta diretta di immagini, di paesaggi montani e quella di collegamenti o link ad altri siti Internet relativi ad argomenti simili.

Questa formula si può spingere naturalmente anche su aspetti tecnici del prodotto attraverso l'elaborazione, ad esempio, di una FAQ (Frequently Asked Questions) che dia dei consigli su come valutare una buona scarpa da trekking, fino a sviluppare un'attività informativa che sfoci in un catalogo dei prodotti dell'azienda.


Infine abbiamo il selling ossia il commercio, la vendita che rappresenta la massima espressione delle potenzialità di interattività del mezzo.

Questo è il contributo più rivoluzionario di Internet nelle abitudini di acquisto della gente e di business delle aziende, che consiste nel poter scavalcare notevoli problematiche organizzative e logistiche per quest'ultime.

Il catalogo elettronico non è come quello cartaceo, esso rappresenta un'utile strumento di informazione, di valutazione della qualità, del grado di innovazione e del corretto rapporto tra costi e benefici del prodotto. A questo proposito è utile citare una ricerca, condotta dalla Business School dell'Università del Michigan su 3.500 utenti di Internet, dalla quale si rileva che per la maggioranza degli intervistati la cosa più importante in un sito commerciale per gli utenti del Web è la qualità dell'informazione, seguita dall'affidabilità, dalla sicurezza e infine dal costo. Il prezzo è la cosa meno importante nella scelta di un prodotto o di un servizio da parte di chi utilizza il Web.

L'aspetto della vendita non deve realizzare un cammino forzato o una "costrizione a imbuto" nella navigazione, che procurerebbe più danni che vantaggi a tutte le parti, ma deve conservare l'aspetto ludico del vagare e del curiosare tra gli scaffali virtuali.

Di qui l'importanza, a cui si faceva riferimento in precedenza, di creare un contesto virtuale piacevole, razionale e pratico da consultare, dal quale i prodotti delle aziende possano trarre i vantaggi di una corretta e visibile esposizione.

Concretamente, la possibilità di acquistare si realizza attraverso la compilazione di un formulario virtuale (form letter), realizzato in HTML , che viene inviato al fornitore. Naturalmente è di fondamentale importanza la presenza di un account di posta elettronica. Nel caso Plavis non vi è la presenza di nessuno dei due, ma la mancanza del secondo è ancor più grave in quanto si rinunzia a un qualsiasi aspetto di interazione con la rete.



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