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SIAMO
Un cigno nero
nel laghetto
dei sogni,
un ibis viola
nella palude
dei rimpianti,
il cocchio di Rha
in fiamme
nelle foreste
del pensiero.
Siamo nadir e zenit
sull'ellisse della vita.
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LA
VITA È UN FRANTOIO
Se hai visto
galleggiare la luna
sulle acque morenti
del lago,
ascolta il bramito
del vento
nell'alba che macina
sogni e illusioni..
La vita
è
un immenso frantoio
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SIBILA
IL VENTO
Sibila
il vento
azzannando
le cose
come
il dolore.
Nell’aria
che scheggia
come
vetro crittato
risento
una voce:
giurava
d’amarmi…
e
per sempre….
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NON
C’È RITORNO...
Riflessi
nei
tuoi occhi
oceani
di luce,
e
nel tocco lieve
delle
tue parole
languori
d’ampi
estuari
e
lagune salmastre.
Paura di tuffarmi
e
di sostare.
Non
c’è ritorno
per
chi s’addentra
tra
le mangrovie.
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SEI
DOLCE…
Sei
dolce
come
il mare di settembre
che
vidi districarsi una mattina
dal
poncho grigio delle prime nebbie,
paziente
e murmure araldo dell'aurora.
Sei
dolce
come
il raggio ultimo del sole
che
si scioglie nel buio dei fondali
alla
ricerca dell'ultima sirena.
Ma
sei pure
tenace
ed aspro
come
l'urlo del gabbiano
vociante
sopra il mare rugginoso,
quando
comprendi che la lotta è vana
e
con me sfiori l'orlo dell'abisso...
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PARLAMI DI TE...
Parlami
di te,
dei
tuoi giochi di bimbo,
delle
bizze e i capricci,
del
primo giorno di scuola...
Narrami
i pudori e i rossori
del
tuo primo amore,
i
baci sotto le stelle
la
foga delle mani impazzite
sulla
riva del mare…
Raccontami
la tua gioventù
le
goliardate, le gioie, le pene,
gli
amori felici e incompresi,
le
amicizie tradite e negate,
i
giorni di pioggia e di vento,
le
notti senza sogni e senza luna...
Parlami
di te, della tua maturità,
di
quando ignoravi il mio nome,
di
quando non ti appartenevo,
di
questo simulacro del passato,
di
questo lunghissimo arco di vita
che
vissuta lontano da te
oggi
m'appare sprecata e incompleta..
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COME
VERGHE D'INCENSO
Come
verghe d'incenso
bruciano
i sogni
profumando
gli
stazzi delle nuvole.
Dorme
l'agnello
immacolato
del
tuo amore
nelle
malghe
dell'anima.
Dolce
è la mia solitudine
che
acquerella l'attesa
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AL MIO UOMO
Nell'afro madore
di
un'alba d'estate
ondeggi
e ti snodi,
sei
fiamma e riflesso
d'antico lampione
che
geme sul lago,
sei
cigno che plana
in
un cerchio di luce...
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CORSARO
DEI SOGNI
Sei
venuto dal mare
corsaro
dei sogni,
per
insegnarmi
che
amore è vertigine
nel
pulviscolo biondo
dei
baci.
Sotto
un cielo ciprigno
–delfino
d'amore–
sei
ritornato al mare,
(mare
nero, d'eterno)
ed
io, agave azzurra e discreta,
nata
dai tuoi occhi
di
vento,
fiorita
sulle tue labbra
di
sale,
dalla
coppa delle tue mani
bevo
smarrita
salsedine
di scogli.
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E
TACERÀ ANCHE IL VENTO
E
tacerà anche il vento,
una
sera, all'imbrunire,
e
sciami di stelle
danzeranno
verso il mare,
pagode
di lucciole
lampeggeranno
sugli scogli.
Nell'urna
fiammeggiante
di
coralli, con gli occhi pieni
di
silenzi azzurri,
adagiata
sul
cocchio di Nettuno
vedrò
i roridi
fondali
della notte
dove
m'attende
il
vascello dei tuoi occhi.
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E
MI CHIAMAVI NIKE
E
mi chiamavi "Nike,
la
mia vittoria alata"
mentre
mi raccoglievi
nell'ansa
del tuo braccio
e
lo shaker dei tuoi occhi
miscelava
arguzia, tenerezza,
e
tre gocce d'ironia.
Nostalgici
evasori
d'amare
realtà
si
parcheggiava i corpi
in
quella stanza vuota
migrando
come folaghe
verso
il Partenone.
Non
ho più lo shaker
dei
tuoi occhi,
né
l'ansa del tuo braccio,
né
il vento della sera
m'arpeggia
fra le dita,
ora
che respiri
notti
senza luna,
ma
dalle rive di Acheronte
chiamami,
chiamami
ancora,
chiamami
"Nike,
la
mia vittoria aptera!"
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VERRÀ
UNA DOLCE SERA
Verrà
una dolce sera settembrina
o
una gelida notte di gennaio,
un
trasparente crepuscolo d'aprile
e
un rovente tramonto dell'agosto,
verranno
giorni in cui potrò pensarti
vestita
solo di malinconia,
senza
le stoppie affilate dei ricordi
a
tagliuzzarmi i petali del cuore.
Verranno
ore in cui l'angoscia greve
sfumerà
piano nel rimpianto più struggente
e
seduta fra mimose un po' sfiorite
stringerò
le foglie gialle dei pensieri.
Verranno
notti in cui, senza pudore,
esibirò
alla luna il mio deserto
e
truccherò ferite sempre vive
con
candide magnolie profumate.
Verranno
sì, un dì verrà la pace,
ma
ora gemo come ulivo al maestrale
tremo
fra i misteri della notte,
vivo
le ore dell'Apocalisse
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STASERA
Ignote eredità
di
dolore
affondano
centenarie
radici
nelle
crepe
dell'anima !
Istinti
repressi
di
popolane scalze
lacerano
le pergamene
del
mio viver civile.
Stasera
mi
va di cantare
canzonacce
triviali
di
taverna,
e
sedermi in attesa
ai
bordi di un fuoco ;
stasera
non
potrei incontrare
il
tuo sguardo,
pericoloso
scandaglio
del
mio torbido mare,
stasera
no,
stasera
ho scambiato
per
un soldo bucato
tutte
le stelle
della
Croce del Sud.
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STRANGER
IN THE NIGHT
Cascate di note
dolcissime
che
s'adagiano
lente
nel
caldo seno
della
notte,
melodia
accorata
che
fluttua
nell'aria
immota
di mistero.
Si strugge di pena
l'immenso,
con
me
che
mi tormento
d'esser
soltanto
straniera
nella notte,
con
me
che
non accetto
d'essere
sempre
straniera nei tuoi
sogni.
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SOLO
PER TE
Solo per te
Amazzone pentita
lasciai
la stepposa Cappadocia
per le verdi
colline dei tuoi baci.
Abiurai
senz'ombra di rimpianto
cavalli bradi e distese
sconfinate
per le torri saracene
dei tuoi occhi.
Deposi faretra e frecce
per non farti male
nella ristretta
rossa tenda del tuo cuore,
gettai al vento
antiche frustrazioni
e sterili vendette
con agonie di attese
e larve di ricordi.
Ma fu follia il mio credere
di ritornare a vivere;
in quel preciso istante
cominciai già a morire. |
EROS
Quando l'aria
si tinge di prugna
nell'incipiente
adulterio del sole
sento ancora, caldo,
sulla pelle
l'eros struggente
dei tuoi baci antichi.
Dolce è la mia solitudine
che
acquerella l'attesa.
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LA
TUA VOCE.
Le
fronde stormiscono
nel
pascolo
del
cuore;
affabula
– come il vento –
la tua voce.... |