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GaiaMente
Centro Per Il Potenziamento Cognitivo
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Metodo Feuerstein /Approfondimenti IL P.A.S.-BASIC Lavorare sui prerequisiti e prevenire le difficoltà cognitive
Indice della presentazione: Gli obiettivi del P.A.S.-basic; I destinatari del P.A.S.-basic; Gli strumenti del P.A.S.-basic;
In questi ultimi anni, grazie all'incessante lavoro di ricerca che vede coinvolto il prof. Feuerstein, suo figlio Rafi e tutta l'équipe dell'ICELP, il Programma di Arricchimento Strumentale si è arricchito di nuovi Strumenti destinati a bambini in età prescolare o a soggetti in cui le funzioni cognitive di base siano inadeguate, immature o fortemente compromesse. Si tratta di strumenti per lo più non-verbali, che si occupano dei primi stadi dello sviluppo cognitivo. Essi conducono a una graduale acquisizione della capacità di comprendere le emozioni (proprie e altrui) e l'ambiente, sia fisico che sociale, e di regolare di conseguenza il proprio comportamento. A differenza degli strumenti del P.A.S. standard sono pensati anche per trasmettere conoscenze generali, attraverso un'attenta selezione di vocaboli e concetti.
GLI
OBIETTIVI DEL P.A.S.-BASIC
Gli obiettivi principali di questo set di strumenti si possono così riassumere:
Fra le funzioni cognitive e le operazioni mentali che vengono attivate dal P.A.S.-basic, le più importanti sono:
I
DESTINATARI DEL P.A.S.-BASIC
Studiato inizialmente come programma di lavoro per l'arricchimento strumentale di bambini di età prescolare (dai quattro anni), normodotati, il P.A.S.- basic può risultare utile anche per bambini con difficoltà cognitive. In caso esse siano severe deve però essere presentato in modo adeguato alla situazione. D'altra parte, questa versione del P.A.S. si presta a essere usata anche con bambini molto più grandi dei quattro anni: alcuni strumenti hanno un grado di versatilità molto elevato, sono cioè utilizzabili a diversi livelli, secondo il grado di competenza lessicale e di conoscenze che il bambino possiede. Perciò possono risultare utili anche nell'ambito di interventi con ragazzi, come integrazione degli strumenti standard. Infine, il P.A.S. basic è anche usato, per ora solo sperimentalmente, nella prevenzione e nella riabilitazione del decadimento cognitivo degli anziani.
GLI
STRUMENTI DEL P.A.S.-BASIC. Il P.A.S.-basic non ha ancora una forma definitiva: per il momento prevede 7 strumenti, ma altri sono in via di sperimentazione. I 7 strumenti già in uso e oggi disponibili anche nella versione italiana sono:
Come si capisce dai nomi degli strumenti, alcuni di essi (Organizzazione di punti e Orientamento spaziale) sono una versione modificata e semplificata del P.A.S.-standard, altri sono invece specifici della versione basic. Fra tutti questi strumenti, i più versatili (e in più divertenti, in quanto i bambini li vivono spesso come un gioco) sono: Riconoscere le emozioni, Dall'empatia all'azione e Scopri l'assurdo. Essi sono particolarmente adatti a essere integrati con gli strumenti del P.A.S. standard. Quanto agli strumenti del basic in via di sperimentazione, essi sono per il momento 3. Di livello più avanzato, sono rispettivamente dedicati a:
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Leggi anche la presentazione del P.A.S.-standard
Nuove ricerche stanno inducendo i pediatri e gli psicologi infantili a cambiare le loro convinzioni di lunga data sulle capacità emotive e intellettive di bambini anche molto piccoli (…). I neonati padroneggiano emozioni anche molto complesse, come gelosia, simpatia e frustrazione, che un tempo si riteneva imparassero verso i 2 o 3 anni (…). Una delle prime emozioni che provano i bambini anche piccolissimi è l'empatia. Anzi, forse nel cervello dei neonati già esiste la capacità di preoccuparsi per gli altri. Se si sistema un neonato accanto ad un altro che sta piangendo, con ogni probabilità finirà per piangere (…) I bambini sopra ai sei mesi, invece, non piangono più sentendo altri piccoli piangere, ma fanno smorfie per evidenziare la tristezza che provano per gli altri. Dai 13 ai 15 mesi i piccoli tendono a prendere la faccenda di petto e cercano di consolare il compagno di giochi in lacrime.
Parte dell'empatia potrebbe essere il prodotto di un'altra precoce abilità dei neonati: la capacità di discernere le emozioni dalle espressioni del viso delle persone che li circondano.
Diane Montague, assistente professoressa di psicologia all'università LaSalle di Filadelfia, ha condotto degli esperimenti ricorrendo al gioco del cucù e ha reclutato decine di bambini di quattro mesi per sottoporli al test. Ha iniziato il gioco con un gran sorriso. I neonati ne sono stati deliziati e l'hanno fissata con grande attenzione. La quarta volta, però, la dottoressa si è presentata con un'espressione di profonda tristezza sul volto. Questa volta "non soltanto i bambini hanno distolto lo sguardo, ma non sono più tornati a guardarla anche quando ha ripreso a sorridere". Il rifiuto a instaurare un contatto visivo è un classico segno di angoscia nei bambini. In seguito un volto con un'espressione adirata ha attirato nuovamente il loro sguardo, ma i loro volti non hanno evidenziato piacere. "Sono parsi in allerta", dice Montagne. "Questo dimostra che i bambini sotto ai sei mesi sono in grado di capire le espressioni del volto". P.Wingert e M.Branteuven, Viaggio nella mente dei neonati, in Newsweek/La Repubblica -Scienza e tecnologia, 8/8/2005
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Avviso ai naviganti: in questa pagina si sono usate parole che ricorrono molto frequentemente in ambito cognitivo, e in particolar modo nell'applicazione del metodo Feuerstein; parole come: Per chi desiderasse scandagliarne il significato, consigliamo una visita (nella sezione "Un momento, c'è di più") .
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Per un approfondimento su pensiero convergente e divergente consigliamo una visita alla sezione "Divergiamo Insieme?" di questo sito.
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Anche il P.A.S.-basic richiede tempi lunghi - sempre necessari quando si intenda raggiungere miglioramenti strutturali dei processi cognitivi. In questo caso, però, durata e frequenza di applicazione del Programma sono maggiormente dipendenti dai soggetti con cui si attua l'intervento. Qui di seguito inseriamo alcune note sul tipo di lavoro che si svolge servendosi dei 7 strumenti già sperimentati. Riconoscere le emozioni Questo strumento si presta a essere utilizzato anche con soggetti che non sono in grado di verbalizzare. È costituito da 21 schede nelle quali sono affrontate sette emozioni di base: paura, felicità, sorpresa, disgusto, tristezza, rabbia, dolore - a diversi gradi di intensità. I bambini, partendo dall'espressione di un volto fotografato, vengono guidati in un percorso che li porta:
Le situazioni presentate dalle schede rientrano generalmente nel vissuto di bambini normodotati di quattro anni. Tuttavia, se un bambino non riesce a comprendere il contesto in cui può nascere una data emozione (anche solo perché non ne comprende la rappresentazione figurativa), questa difficoltà può trasformarsi in un'importante occasione per mettere a fuoco - con l'aiuto del mediatore - la situazione, e per apprendere che, di solito, in certe situazioni si provano determinate emozioni. Mediante tutto questo lavoro, i bambini affinano - se già la possiedono - la capacità di verbalizzare. Mentre, se non la possiedono, cominciano almeno ad avvertire, o incrementare, il bisogno di verbalizzare. Vengono fornite infatti molteplici e coinvolgenti occasioni per farlo: partendo da situazioni di vita quotidiana, si dà modo ai bambini di parlare della realtà interiore, dei sentimenti propri e altrui, e al tempo stesso si propone loro il lessico necessario per pensare ed esprimere le emozioni in modo adeguato. Ciascuna scheda di questo strumento richiede inoltre di riconoscere i diversi gradi d'intensità dell'emozione che vi viene rappresentata, di individuare il contesto in cui tale emozione è assente, e di usare un codice per indicare tutto questo. Ciò attiva una molteplicità di funzioni cognitive. Da sottolineare che la scala dell'intensità può essere costruita in modi diversi, che vanno ritenuti accettabili se sostenuti da adeguate motivazioni razionali. Proprio questa possibilità rappresenta un'interessante opportunità per utilizzare lo strumento anche con bambini più grandi, ragazzi e persino adulti. Stimola infatti discussioni che possono essere condotte a diversi livelli di profondità e rigore logico. Apre anche a discorsi sul pensiero convergente (in questo caso legato alle interpretazioni che più comunemente vengono date delle situazioni rappresentate) e divergente.
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Dall'empatia all'azione Questo strumento permette l'approfondimento del discorso sulle emozioni avviato dal precedente, ed è strutturato in modo analogo a quello. Presenta infatti varie situazioni che possono suscitare reazioni e comportamenti diversi in chi vi assiste: dall'indifferenza, alla comprensione passiva, al desiderio di collaborare e di recare aiuto. Il livello di astrazione di questo strumento è più elevato del precedente: non ci sono foto ma solo vignette e le situazioni sono più complesse perché su di esse bisogna essere in grado di esprimere giudizi di valore (qual è il problema, qual è l'atteggiamento più corretto, più giusto, più efficace per la risoluzione di un dato problema).
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Scopri l'assurdo Questo strumento richiede di scoprire l'assurdo, il lato comico nascosto nell'accostamento di due situazioni, che si possono contrapporre in base a vari parametri. Le due situazioni presentate in ciascuna scheda hanno infatti caratteristiche comuni ma presentano anche particolarità in qualche modo antitetiche, ed è proprio da questo contrasto che scaturisce la situazione divertente, l'idea di assurdo. Le diverse situazioni presentate necessitano dunque, per essere comprese, della capacità di operare confronti, già attivata dai due strumenti del Basic sopra presentati. Per esempio, in una scheda troviamo da una parte un asino molto piccolo che trascina un carico enorme in salita e sembra non fare alcuna fatica e dall'altra un asino grande che sembra invece fare una fatica improba per trascinare un carretto molto più piccolo, in discesa! Il compito proposto da questo strumento consiste dunque nel riflettere, mettendo in relazione due situazioni, per cercare di capire che cosa provoca il sorriso. Anche questo strumento innesca il desiderio di verbalizzare, e fornisce occasioni e strumenti per farlo.
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Organizzazione di punti - basic Orientamento spaziale - basic Questi due strumenti sono versioni semplificate, o comunque modificate, degli strumenti del P.A.S.- standard. Organizzazione di punti dedica una prima parte all'acquisizione dei prerequisiti necessari per la comprensione degli enti geometrici più semplici, ma anche per il lavoro con carta e matita: bisogna insegnare a tenere la matita in mano, a tracciare linee nel modo più economico e funzionale, a riconoscere le diverse direzioni, a formare con le linee rette angoli e figure chiuse. Un lavoro che può essere considerato preparatorio anche all'avvio alla scrittura. La parte successiva dello strumento lavora sulla proiezione di relazioni virtuali, funzione cognitiva indispensabile per l'acquisizione di conoscenze, per la formazione del pensiero logico ed analogico. Gli esercizi richiedono di seguire un percorso di punti, creando varie figure geometriche, quadrati e triangoli, dopo averle identificate anche se ruotate e sovrapposte - come è possibile fare solo se le si è interiorizzate. Richiedono anche di seguire delle istruzioni. Orientamento spaziale - attraverso vignette che il mediatore descrive con la collaborazione dei bambini, o fa loro descrivere ponendo domande - mira a fornire ad essi concetti spaziali fondamentali, come: davanti, dietro, sopra, sotto, dentro, fuori, tra, nell'angolo.
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Dall'unità al gruppo Questo strumento porta il bambino a crearsi l'idea di quantità, necessaria - così come quella di serie - alla reale comprensione del numero. I vari compiti consistono nel raggruppare oggetti con diversi criteri e in quantità diverse: si raggruppa per due, per tre, ecc. Si raggruppa inoltre inserendo gli oggetti in categorie - tutti gli oggetti di questa forma, quelli di questo colore. Si impara perciò anche a classificare.
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Trimodale - Imparare l'attenzione Questo è uno strumento del tutto particolare: innanzitutto perché, a differenza di tutti gli altri strumenti elaborati da Feuerstein, lavora anche con una modalità tattile, oltre che con quella visiva e grafica. E' stato elaborato per insegnare l'attenzione, la concentrazione, la focalizzazione sulle caratteristiche più importanti, fondamentali. Si tratta di prerequisiti cognitivi di grande importanza ma spesso carenti, anche a causa della grande quantità e dell'estrema varietà e complessità degli stimoli a cui sono sottoposti oggi i bambini, fin da quando sono molto piccoli. La maggior parte di questi stimoli sono visivi o uditivi. Attraverso la modalità tattile il bambino impara a esplorare e a conoscere un oggetto proprio in assenza delle modalità che gli sono più abituali, in particolare quella visiva. Questo richiede una notevole sistematicità e una maggiore attenzione ai particolari e alla loro relazione nel tutto, e predispone all'interiorizzazione delle forme. Lo strumento risulta perciò molto utile anche nel lavoro con bambini iperattivi e con deficit di attenzione. Inoltre, il tipo di lavoro richiesto da questi esercizi porta il bambino a rendersi conto che è possibile selezionare solo alcune informazioni e che se tale selezione viene compiuta in modo adeguato, focalizzandosi sugli aspetti essenziali, permette di conoscere davvero qualcosa.
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