|
|
Recensione de Il
Manuale dell'Inquisitore di Claudio Asciuti
NICOLAU EYMERICH
FRANCISCO PEÑA
Il manuale dell'inquisitore (a
cura di Louis Sala -Molins) Fanucci, pp. 266,
lire 20.000
In pieno clima di revisionismo, e' saggio che
qualcuno ci venga a ricordare che per un papa che chiede perdono dei misfatti
che la sua chiesa ha compiuto, milioni di vittime di quegli stessi misfatti
invocano giustizia.
Nicolau Eymerich, inquisitore - a lui si e' ispirato
Evangelisti per la sua fortunata serie romanzesca - scrisse nel 1376 una
sorta di compilazione, ad uso dei suoi colleghi, che raccoglieva tutta
la letteratura sui problemi relativi al loro poco nobile lavoro; Francisco
Peña, un altro ecclesiastico, lo chioso' e lo commento' nell'edizione a
stampa del 1578; Louis Sala-Molins, infine storico catalano e studioso
dell'inquisizione, negli anni Settanta recupero' il testo originario e
quello di Peña, confronto' i manoscritti e le edizioni a stampa e ridusse
e taglio' fino a fornirci, con assoluto scrupolo filologico, questa versione.
Il testo ha un valore documentario eccezionale, dal momento che descrive
la logica del "pensiero" inquisitorio, strutturata sulla scolastica medievale
e sull'individuazione dell'eretico, e della differenza fra di esso e il
semplice "mago"; sulle forme processuali,
sulle domande da porre all'inquisito e sulle possibili risposte - anche
demistificatorie - che l'inquisito, in quanto "eretico", puo' fornire.
E proprio l'uso della scolastica quale base teoretica costituisce una base,
per cosi' dire "realista" degli eventi. Non sono ancora i tempi di Girolamo
Visconti e del suo "Lamiarum sive striarum opusculum", ne' del "Malleus
Maleficarum" di Sprenger e Institor, in cui l'immaginario maschile inventa
la donna come strega; l'accusa, insomma, nella
sua mancanza di senso globale ne possiede ancora uno, e l'abilita' di Eymerich
e' proprio nel costruirlo in ossequio alla legge: basti pensare alle pagine
in cui si crea una vera e prorpia "sintomatologia" dell'eretico, un prontuario
per riconoscerlo a prima vista; o in cui si dividono eretici, adoratori
del diavolo, ebrei, islamici, per capire qual'e' il punto di partenza che
portera' poi l'intolleraznza cattolica allo sterminio di massa.
Un testo da leggere e da meditare, anche in base
a un aneddoto di cui non vogliamo privare i lettori. Tempo addietro incocciai
in libreria, ad opera di Rino Cammilleri, la prima edizione italiana dei
testi di Eymerich.
Conoscendo le opere cammilleriane - fervente
padrepiista, biografo di improbabili vite di santi e revisionista dell'Inquisizione
- sfogliai il manuale, lessi l'introduzione in cui non si parlava di filologia
ma sia tentava una bieca difesa delle malefatte del cattolicesimo, feci
le corna (la prudenza e' sempre d'obbligo) e non lo acquistai. Leggo ora
Evangelisti e Sala-Molins che ci avvertono di come il pio Cammilleri, oltre
che revisionista, sia anche un abile plagiatore della riduzione del manuale;
di come abbia utilizzato i tagli e le giunzioni operate da Sala-Molins,
senza parlarne affatto in sede critica. Complimenti vivissimi a questo
nuovo difensore della fede.
Claudio Asciuti
Recensione tratta da PULP Libri n. 26 luglio
- agosto 2000. ^
Recensione de Il
Manuale dell'Inquisitore di Franco Pezzini
NICOLAU EYMERICH, FRANCISCO PEÑA, Il manuale dell'inquisitore, ed.
orig.
1973, a cura di L. Sala-Molins, introd. di V. Evangelisti, pp.266,
Lit. 20.000, Fanucci, Roma 2000
Un'operazione coraggiosa offre oggi in traduzione italiana la rigorosa
edizione di Louis Sala-Molins - notissima in Francia ed in Spagna agli
storici dell'Inquisizione - del Directorium Inquisitorum di Nicolau Eymerich
(1320-1399), il domenicano spagnolo sulla cui figura Evangelisti intesse
il suo ciclo fantastico: un'edizione che, attraverso una scelta del materiale
dell'imponente compilazione del 1376, continuamente riproposta e ristampata
(il canonista F. Peña la riediterà con chiose nel XVI secolo), e
un'esaustiva introduzione del curatore, offre al lettore italiano un quadro
di atroce chiarezza sulla procedura inquisitoriale (delazione, processo,
tortura, confessione, supplizio). Dove il rigore di storico di Sala-Molins,
professore alla Sorbona e quindi a Tolosa, rende conto delle scelte testuali
compiute - l'essenziale della parte procedurale del testo latino, circa
duecento pagine in quarto contro le mille in folio della fitta scrittura
dell'originale - e rimanda gli interessati al testo latino per ogni approfondimento
o controllo; e al contempo ben inquadra la drammaticità della testimonianza
documentaria contro ogni rigurgito revisionistico sulla "leggenda nera"
dell'Inquisizione, meglio o peggio argomentato, (è inevitabile rammentare
le commoventi preoccupazioni di non offendere chi agiva in buona fede,
con cui s'è motivata certa pelosa resistenza al recente Atto di
dolore della Chiesa cattolica per i delitti commessi nei secoli, e quelle,
parallele, di sottolineare a sufficienza il dolore degli inquisitori
nello svolgimento dei loro compiti). Come nota Evangelisti nell'introduzione,
"Il Directorium di Eymerich, nell'edizione di L. Sala-Molins, aiuterà
il lettore (...) a comprendere che l'espressione
"leggenda nera" è in effetti impropria. Il colore era quello,
ma non si trattò affatto di una leggenda". Un'operazione editoriale,
quella della Fanucci, in cui si sottolinea la coraggiosa dignità
a fronte della recente pubblicazione e ampia diffusione per i tipi di Piemme
(1998) di un Manuale
dell'Inquisitore a cura di Rino Cammilleri: l'autore, sfruttando la
selezione ragionata di Sala-Molins, che cita di sfuggita quale "compendio"
("L'opera non è affatto tenera con l'Inquisizione... ma è
una delle più recenti sull'argomento" - si noti il "ma") riesce
poi a liquidarla con un accenno sospettoso, rammentamndo che John Tedeschi
(Il giudice e l'eretico, Vita e pensiero 1997) "consiglia "cautela" nell'uso
del compendio di cui sopra". Cammilleri presenta il testo di Eymerich e
Peña glossato da frasi del tenore: "Insomma, l'Inquisizione? (Forse) molto
rumore per nulla". - dove la sagacia dei commenti dovrebbe costituire,
si ritiene, il valore aggiunto, originale, della proposta. Si rimanda alla lucida risposta
di Evangelisti e alla vigorosa nota dello stesso Sala-Molins all'edizione
Fanucci.
(Franco Pezzini)
Recensione tratta da L'INDICE dei libri del mese - n.7-8
Luglio Agosto 2000 ^
|