storia dell'inquisizione     Storia :Indice Generale 
Vengono di seguito riportate alcune recensioni del volume "Il manuale dell'inquisitore" di Nicolau Eymerich e Francisco Peña a cura del Prof.  Louis Sala-Molins,  con introduzione di Valerio Evangelisti, editore Fanucci. Viene riproposto per diffondere conoscenza e verità, e come omaggio personale a Valerio Evangelisti ed al Prof. Sala-Molins. 

Ringrazio Anselmo Cioffi  e Francesca Valentini per la collaborazione fornita nella realizzazione di questa pagina

 
 

Recensione di Claudio Asciuti pubblicata su PULP Libri n. 26 luglio - agosto 2000
Recensione  di Franco Pezzini pubblicata su L'INDICE dei libri del mese - n.7-8 Luglio Agosto 2000
 
 




Recensione de Il Manuale dell'Inquisitore di Claudio Asciuti 

NICOLAU EYMERICH 
FRANCISCO PEÑA 

Il manuale dell'inquisitore (a cura di Louis Sala -Molins) Fanucci, pp. 266, lire 20.000 

In pieno clima di revisionismo, e' saggio che qualcuno ci venga a ricordare che per un papa che chiede perdono dei misfatti che la sua chiesa ha compiuto, milioni di vittime di quegli stessi misfatti invocano giustizia. 
Nicolau Eymerich, inquisitore - a lui si e' ispirato Evangelisti per la sua fortunata serie romanzesca - scrisse nel 1376 una sorta di compilazione, ad uso dei suoi colleghi, che raccoglieva tutta la letteratura sui problemi relativi al loro poco nobile lavoro; Francisco Peña, un altro ecclesiastico, lo chioso' e lo commento' nell'edizione a stampa del 1578; Louis Sala-Molins, infine storico catalano e studioso dell'inquisizione, negli anni Settanta recupero' il testo originario e quello di Peña, confronto' i manoscritti e le edizioni a stampa e ridusse e taglio' fino a fornirci, con assoluto scrupolo filologico, questa versione. Il testo ha un valore documentario eccezionale, dal momento che descrive la logica del "pensiero" inquisitorio, strutturata sulla scolastica medievale e sull'individuazione dell'eretico, e della differenza fra di esso e il semplice "mago"; sulle  forme processuali, sulle domande da porre all'inquisito e sulle possibili risposte - anche demistificatorie - che l'inquisito, in quanto "eretico", puo' fornire. E proprio l'uso della scolastica quale base teoretica costituisce una base, per cosi' dire "realista" degli eventi. Non sono ancora i tempi di Girolamo Visconti e del suo "Lamiarum sive striarum opusculum", ne' del "Malleus Maleficarum" di Sprenger e Institor, in cui l'immaginario maschile inventa la donna come strega; l'accusa, insomma,  nella sua mancanza di senso globale ne possiede ancora uno, e l'abilita' di Eymerich e' proprio nel costruirlo in ossequio alla legge: basti pensare alle pagine in cui si crea una vera e prorpia "sintomatologia" dell'eretico, un prontuario per riconoscerlo a prima vista;  o in cui si dividono eretici, adoratori del diavolo, ebrei, islamici, per capire qual'e' il punto di partenza che portera' poi l'intolleraznza cattolica allo sterminio di massa. 
Un testo da leggere e da meditare, anche in base a un aneddoto di cui non vogliamo privare i lettori. Tempo addietro incocciai in libreria, ad opera di Rino Cammilleri, la prima edizione italiana dei testi di Eymerich. 
Conoscendo le opere cammilleriane - fervente padrepiista, biografo di improbabili vite di santi e revisionista dell'Inquisizione - sfogliai il manuale, lessi l'introduzione in cui non si parlava di filologia ma sia tentava una bieca difesa delle malefatte del cattolicesimo, feci le corna (la prudenza e' sempre d'obbligo) e non lo acquistai. Leggo ora Evangelisti e Sala-Molins che ci avvertono di come il pio Cammilleri, oltre che revisionista, sia anche un abile plagiatore della riduzione del manuale; di come abbia utilizzato i tagli e le giunzioni operate da Sala-Molins, senza parlarne affatto in sede critica. Complimenti vivissimi  a questo nuovo difensore della fede. 

                                                        Claudio Asciuti 
Recensione tratta da PULP Libri n. 26 luglio - agosto 2000.        ^



Recensione de Il Manuale dell'Inquisitore di Franco Pezzini 


NICOLAU EYMERICH, FRANCISCO PEÑA, Il manuale dell'inquisitore, ed. orig. 
1973, a cura di L. Sala-Molins, introd. di V. Evangelisti, pp.266, Lit. 20.000, Fanucci, Roma 2000 

Un'operazione coraggiosa offre oggi in traduzione italiana la rigorosa edizione di Louis Sala-Molins - notissima in Francia ed in Spagna agli storici dell'Inquisizione - del Directorium Inquisitorum di Nicolau Eymerich (1320-1399), il domenicano spagnolo sulla cui figura Evangelisti intesse il suo ciclo fantastico: un'edizione che, attraverso una scelta del materiale 
dell'imponente compilazione del 1376, continuamente riproposta e ristampata (il canonista F. Peña la riediterà con chiose nel XVI secolo), e un'esaustiva introduzione del curatore, offre al lettore italiano un quadro di atroce chiarezza sulla procedura inquisitoriale (delazione, processo, 
tortura, confessione, supplizio). Dove il rigore di storico di Sala-Molins, professore alla Sorbona e quindi a Tolosa, rende conto delle scelte testuali compiute - l'essenziale della parte procedurale del testo latino, circa duecento pagine in quarto contro le mille in folio della fitta scrittura dell'originale - e rimanda gli interessati al testo latino per ogni approfondimento o controllo; e al contempo ben inquadra la drammaticità della testimonianza documentaria contro ogni rigurgito revisionistico sulla "leggenda nera" dell'Inquisizione, meglio o peggio argomentato, (è inevitabile rammentare le commoventi preoccupazioni di non offendere chi agiva in buona fede, con cui s'è motivata certa pelosa resistenza al recente Atto di dolore della Chiesa cattolica per i delitti commessi nei secoli, e quelle, parallele, di sottolineare a sufficienza il dolore degli inquisitori 
nello svolgimento dei loro compiti). Come nota Evangelisti nell'introduzione, "Il Directorium di Eymerich, nell'edizione di L. Sala-Molins, aiuterà il lettore (...) a comprendere che l'espressione 
"leggenda nera" è in effetti impropria. Il colore era quello, ma non si trattò affatto di una leggenda". Un'operazione editoriale, quella della Fanucci, in cui si sottolinea la coraggiosa dignità a fronte della recente pubblicazione e ampia diffusione per i tipi di Piemme (1998) di un Manuale 
dell'Inquisitore a cura di Rino Cammilleri: l'autore, sfruttando la selezione ragionata di Sala-Molins, che cita di sfuggita quale "compendio" ("L'opera non è affatto tenera con l'Inquisizione... ma è una delle più recenti sull'argomento" - si noti il "ma") riesce poi a liquidarla con un accenno sospettoso, rammentamndo che John Tedeschi (Il giudice e l'eretico, Vita e pensiero 1997) "consiglia "cautela" nell'uso del compendio di cui sopra". Cammilleri presenta il testo di Eymerich e Peña glossato da frasi del tenore: "Insomma, l'Inquisizione? (Forse) molto rumore per nulla". - dove la sagacia dei commenti dovrebbe costituire, si ritiene, il valore aggiunto, originale, della proposta. Si rimanda alla lucida risposta di Evangelisti e alla vigorosa nota dello stesso Sala-Molins all'edizione Fanucci. 
(Franco Pezzini) 

Recensione  tratta da  L'INDICE dei libri del mese - n.7-8 Luglio Agosto 2000     ^
 


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