DIARIO DELLA MIA PRIGIONIA

(appunti per un diario)

Giovanni Notte



Anno 1943 - 20 settembre

Finalmente si parte.
Corrono, sulla destinazione, le voci piu' disparate. I piu' ottimisti dicono che si va a casa, salvo poi ad essere richiamati nell'esercito repubblicano (sic), altri a Salisburgo altri a Lubiana. Ognuno inventa una destinazione per avvalorare la sua ipotesi.

La mattina sono venuti quattro fascisti che volevano farci iscrivere nei battaglioni volontari. Risultato: nulla.
Il pomeriggio dunque siamo partiti. Le stanze avevano l'apparenza di chi parte improvvisamente non per andare incontro a chi sa quale destino, ma per una gita di piacere che dovra' durare non molto tempo. Forse andando a casa da aspirante non sarebbe successa una cosa simile e simile disordine forse non ci sarebbe stato. Povera camera! La nostra partenza e' avvenuta piuttosto in ordine. Il tedesco incuteva non paura ma terrore. Del resto succede nella vita civile la stessa cosa: quando si e' spronati nell'amor proprio tutto si fa in ordine, specie quando si e' guardati da un estraneo.
Il mare e' mosso e l'acqua viene a trovarci a bordo con relativo bagno [Brioni, sede dell'Accademia Navale per Ufficiali di Complemento, e' un'isola] .
A Pola, zaino in spalla e via alla Caserma "Nazario Sauro". Si dorme per terra con una sola coperta. Penso alle notti passate in prigione [della caserma] con tanta allegria. Anche ora c'e' allegria, ma e' solo posticcia. Al lume del giorno che se ne va, mangio con Jovine [un compaesano] una scatola di carne e galletta. Come e' dolce tutto, quando c'e' la fame!! Poi ci si sdraia cercando di dormire. Il pavimento e' duro e il vento canta dalle finestre.... senza finestre.
Cosi' finisce il 20 settembre.

21 settembre.

Triste e' la sorte del prigioniero! dice "Cellone" (Jovine).E questa frase ironica, purtroppo, risponde a realta'. La visita alla caserma e' semplicemente desolante. Si ha proprio l'impressione di un esercito in sconfitta e per di piu' in fuga, impressione del vinto. Tutto e' sparso alla rinfusa: caricatori per fucili, bombe a mano, borracce, oggetti di vestiario bottiglie, carte, conti, tutto cio' che e' necessario a una grande caserma quale e' la "Sauro".

Si mangia del latte con gli amici: Jovine, Di Tullio, Mario Fedele e Sandro Storti. Jovine lo conosci abbastanza e quindi e' inutile descriverlo. Di Tullio e' ancora troppo ragazzo e quindi non lo si puo' giudicare. Mario Fedele e' un ragioniere napoletano. Ora finalmente mi sono accorto che i ragionieri sono tutti... cretini. Per di piu' e' avaro e questo forse e' il guaio peggiore. Storti e' un ottimo amico e avro' di lui sempre un gradito ricordo.
E' inutile, aveva ragione D'Annunzio:Abruzzo forte e gentile.
Il tempo passa lentamente. Fa pero' un certo effetto essere dietro una rete metallica, vedere gente libera che circola liberamente e soldati con il fucile in spalla. E pensare che questi soldati erano fino a poco fa nostri alleati e che nostri fratelli hanno combattuto e sono morti per loro.
Tiriamo avanti e non lasciamoci trasportare da considerazioni per ora inutili. A mezzogiorno due scatole di carne e le gallette in quattro persone. Dopo ci mettiamo d'accordo con una donna, la quale ci promette di portarci pane e pasta. L'attesa e' lunga ma alla fine viene coronata. A che cosa si e' ridotti!
Avere studiato tanto per poi chiedere l'elemosina! Triste e' la sorte del prigioniero!
La sera la passiamo allegramente e si chiacchiera distesi per terra. Di che cosa si discorre? Puo' immaginarlo chi pensa che in camera ci sono cinque giovanotti di venti anni costretti ad una lunga astinenza. Poi il pensiero vola a casa, ma di questo e' meglio non parlare.

22 settembre.

Giornata noiosa e senza grandi avvenimenti, almeno nella prima parte. Il tempo e' malinconico; contrariamente a ogni previsione il nostro morale e' molto alto. Si fa pulizia, si mangia un po' di latte condensato, si gioca a carte. Riesco finalmente a prendere il rancio, ma sa di fumo. La fame e' grande e tutto si mangia. Una donna di Pola ci aveva promesso del pane; abbiamo atteso invano dalle dodici alle diciotto. Debbo ricredermi sulla bonta' delle donne di Pola. Non credo pero' che basti un solo esempio a ledere la generosita' di un' intera citta'.

Spettacolo indecente era quello di gente che entrava in caserma per prendere tutto cio' che capitava. Vere iene, sciacalli che approfittano delle rovine di una nazione, di un esercito in rotta per sfogare la loro voglia di preda. Avrei voluto dar loro tanti calci, ma il ribrezzo era piu' forte dell'odio.
La sera, ordine di partire; per casa? No, al Maridepo di buona memoria. Qui tutto e' occupato, tutto e' sporco. Si va in giro e finalmente riusciamo a trovare una camera vuota. Riuniano tre tavoli ( a strisce?) e dormiamo. Sempre sulle tavole!! Quando riusciamo a trovare un posto morbido e sollevato abbastanza da terra? Quanti materassi di lana sono vuoti a casa?

23 settembre.

Come Dio vuole si arriva alla mattina. Il fianco destro e' tutto dolorante e la schiena non ne puo' piu'. Allora cerco di fare un giaciglio migliore, in un certo senso soffice e per di piu' sollevato da terra. Infatti piego la coperta e con corde e cordicelle fo' un'amaca primordiale. La contemplo soddisfatto, la collaudo e dormo.

Vado a prendere il rancio e a causa dell'indisciplina degli allievi riesco a prendere solo due chicchi di pasta e un cucchiaio di brodo. Poca roba per tutta una giornata! Fortunatamente ho con gli altri un po' di pane e cosi' si mangia.
I nostri ufficiali, come al solito, se ne fregano. Sono fuori del recinto in borghese. Escono ed entrano, vanno in citta' a mangiare e noi di Marina s stringere la cinghia. Quelli dell'esercito, invece, bene ordinati hanno avuto tutto. E poi si diceva che l'Esercito....Il pomeriggio si dorme.
Dopo, verso le cinque, una notizia direi sensazionale: l'arrivo di due navi: una petroliera e la Vulcania. Si parte. La gioia e' su tutti i volti. Oramai tutti sono nevrastenici, la terra brucia sotto I piedi. Tutti vogliono muoversi, girare. Tutto in verita' dipende da un fatto: sapere il proprio destino e togliersi da questa indecisione snervante.
Saliamo sulla petroliera. Il solito "casino"! Sempre piu' provo ribrezzo per il mio popolo. Penso al Settembrini ed a tanti altri, che si sono sacrificati per l'Italia e penso che siano stati degli illusi, che non hanno capito il carattere del popolo. Ma forse, anzi senza forse, popolo e nazione sono due cose ben diverse.
Siamo stivati, l'aria e' irrespirabile. Penso alla Capanna dello Zio Tom, ed immagino cio' che dovevano soffrire I negri durante la famosa tratta.
Dormo verso le tre del mattino, su due zaini; la testa su una valigia.
Ho dimenticato un particolare molto importante. Mentre salivamo ci contavano come si possono contare le pecore. Subito mi sono ricordato dei pastori che in Australia contano le pecore e dei pastori che la sera sulla montagna contano. Avere studiato tanto tempo per essere poi trattato come un animale mi sembra un po' troppo. La tessera universitaria, tanto amata, ora non vale un fico secco. Ad ogni modo non si studia solo per la tessera universitaria, ma per la vita. Evviva la vita!!
Il morale e' sempre alto e quando il morale e' alto tutto va bene.

24 e25 settembre.

Due giorni si direbbero campali: due giorni di viaggio. Dopo avere passato una notte terribile nella stiva siamo riusciti ad arrivare in coperta con tutti i bagagli. Mi sono sistemato a poppa, e li' ho goduto lo spettacolo. Non credevo di dover fare il primo viaggio nell'Adriatico in una petroliera scortato da soldati tedeschi. Sembravamo tanti deportati o tanti emigranti che nel 1800 andavano in America su caravelle e 1'equipaggio li ammucchiavano o nella stiva o in coperta e via. Mancavano le donne, i fazzoletti variopinti, ma alla varieta' contribuivano le divise dei militari.

I tedeschi si sono piazzati alle mitragliatrici e si sono dimostrati molto educati. Forse perche' sono pochi e noi siamo oltre tremila. Ad ogni modi si va avanti. Sempre cielo e mare, mare e cielo. Hanno distribuito pane a formaggio. Un tenente colonnello delll'esercito si interessava personalmente della distribuzione. Tutto avviene regolarmente e relativamente presto. Penso ai giorni dell'Accademia quando ci voleva tempo, spintoni e prigione per poter allineare seicento persone e distribuire loro un miserabile panino con pochissima marmellata. Credevo che l'Esercito fosse indisciplinato ecc. ecc. invece puo' dare dei punti.
Ed i nostri ufficiali guardano, guardano e non pensano che sono dei gran coglioni. Fin quando c'e' stata la possibilita' di rubare si sono dati da fare. Poi chi s'e' visto s'e' visto!
Arrivo a Venezia. Vedo il Ponte dei Sospiri, piazza San Marco, i vari canali, le calli. Che bella, Venezia, specialmente quando si sa che chi sa per quanto tempo non la si vedra' piu'. Tutto e' questione di fortuna. Ma esiste poi questa donna dagli occhi bendati? Forse che si', forse che no, direbbe D'Annunzio. Cosi' dico anch' io. Tutta la popolazione e' sul molo e saluta. Le famose gondole veneziane vengono sotto la nave e tutti domandano, chiedono dei propri cari. Incomincia la prima manifestazione di italianita' e di fratellanza. Tutti si offrono per mandare a case. indirizzi e messagi. Scrivo a casa e a Giosue'[un amico di Roma] due messaggi laconici in cui dico che sto bene e che parto.
Appena attraccati ci fanno scendere in gran fretta e via su carri bestiame gia' pronti.
"40 uomini e 8 cavalli". Partono alcuni vagoni. 56 uomini con relativo bagaglio in un carro bestiame. Uno stridere, un cigolio e la porta si chiude. Una stretta al cuore.
Penso ai miei genitori, al momento del distacco da mia madre. Li rivedo tutti e due piangenti: lei su una sedia ed io per terra che l'abbracciavo. Ricordero' sempre la sua frase: figlio mio ti ucciderei [frase sentita mille volte al paese dalle mamme quando minacciano i figli ribelli]. Si', mamma, avresti fatto bene ad uccidermi. Non ti avrei dati tanti dispiaceri, non sarei rimasto tanto tempo lontano da te, non t'avrei fatto stare tanto in angustia. Le lacrime mi salgono, vengono anche fuori, ma un segreto presentimento mi aiuta a non piangere. Forse perche' la vita di prigioniero non sara' molto lunga.
Parto contento e fiducioso nel mio avvenire, nel mio futuro. Un padre viene a salutare suo figlio. Questo si affaccia e a stento, fra le urla delle sentinelle, riesce a parlare con suo padre. Che scena straziante e dolorosa! Il nostro cuore di italiani si intenerisce e le lacrime scendono giu' per le gote.
Si parte, I ferrovieri sono semplicemente ammirevoli; Raccontero' poi in seguito.[ Giovanni mi disse che avevano salvato parecchi dalla prigionia facendoli passare per ferrovieri, a rischio della propria vita.] Gia' ne avevo una buona impressione. Ora e' diventata sconfinata l'ammirazione che ho per loro.
Il popolo poi...Ma perche' parlare? Sfida le sentinelle, si toglie il pane dalla bocca, e butta pane, carne, mele, sigarette a tanti poveri giovani, che vanno a languire in terra straniera.
Piangono e siamo noi a consolare questa povera gente. Abbiamo venti anni e lo spirito di avventura mi attrae. Non si riflette. Carpe diem! E pigliamocelo questo giorno che fugge con la nostra giovinezza. Quanta e' bella giovinezza che si fugge tuttavia....dice il Poliziano.
Che destino, quello del popolo italiano. Questo popolo di Santi, di eroi, di navigatori, di commercianti, faro di civilta' ha un destino crudele, crudelissimo. Lavora, soffre, combatte e poi e' preso per traditore! Allora rappresaglie, campi di concentramento, dolori e sofferenze. Tutto si riduce quindi a sofferenze, niente altro che sofferenze.
Sopraggiunge la notte. Cerchiamo di sdraiarci alla meglio ma e' impossibile. Dappertutto sono piedi e teste, ma principalmente piedi. Sembra che nani maligni si siano divertiti ad allungare I piedi e le gambe. Se allunghi un piede, trovi subite dieci, venti piedi e un buon numero di persone che urlano. Non riesco a prendere sonno fino a quando fregandomene di tutti mi sdraio e riesco a dormire per un po' di tempo. E' strano: anche se perdo sonno, il giorno non mi sento stanco e svogliato. Mi sto abituando alle sofferenze.
Tutto era proceduto fin era troppo bene, troppo calmo, troppo sereno. Per questo sono sicuro: sono partito fanciullo e ritornero' uomo. La vita militare fa diventare uomini. E la prigionia?
Forse uno straccio. In verita'' partendo non era questo il mio desiderio.
Le stazioni si succedono alle stazioni. Arriviamo la mattina a Tarvisio. Ci permettono finalmente di fare i nostri bisogni corporali. Poi si ripiglia il viaggio. Siamo in territorio straniero.
Ci fermiano ad Aruoldstien. Quale differenza di paesaggio, di popolazione. Qui tutti sono tetri, silenziosi, ghiacciati. Ci guardano piu' con ferocia e curiosita' che con commiserazione. Non un gesto di saluto, ma solo di quando in quando delle risate.
Forse dicono eccoli li' i nostri... alleati. Ridono delle bestie strane che passano. Si', bestie strane queste persone che dal 35 sino all'8 settembre. 1943, ore 19, erano alleati ed ora prigionieri.
Da questa stazione si arriva a Villach. Qui si puo' respirare un po' e si mangia brodaglia con patate. Il pane e' piuttosto abbondante. La razione e' pero' per una intera giornata.
Si arriva a Sbittal e poi a Mark-Pongau. Qui ci fermiano. Dopo un po' ci fanno scendere e dopo circa un chilometro a piedi si arriva nelle baracche. Addio Italia! Tu vivi solo nel nostro ricordo e nelle descrizioni dei carri ferroviari che passano sulla ferrovia che e' vicino al campo.

26 e 27 settembre.

Incomincia cosi' il primo giorno di prigionia.

Siamo, come ho detto, a Mark-Pongau. Di questo paese conosco solo 1a stazione, perche' siamo arrivati di notte. Il campo e' formato da tante baracche in muratura circondate da filo di ferro spinato. E' inutile, non si puo' concepire un campo di concentramento senza un buon reticolato, la sentinella che passeggia dietro il filo, il cane poliziotto e i riflettori. Noi non ancora abbiamo il viso smunto e la barba lunga, ma non c'e' da preoccuparsi: sono i primi giorni.
Siamo in una valletta circondata completamente da montagne che si sono gia' ricoperte di neve. Il paesaggio e' tipicamente austriaco: abeti, cavalli e vacche che pascolano. Qua e la' per le montagne si vedono delle linde casette bianche dalla forma caratteristica. E' tutto un susseguirsi di verde ed io ammiro estatico il paesaggio. E' completamente diverso da quelle di Frosolone, pero' e' inutile fare paragoni. Ogni paesaggio ha un suo aspetto caratteristico.
Passano dei generali. Verrebbe voglia di compiangerli ma non ne vale la pena, perche' la colpa di tutto cio' che e' successo e' loro. Se si fossero comportati da uomini, avessero fatto il loro dovere, se non si fossero lasciati comprare, non starebbero su un paglierieccio, in una baracca, senza poter uscire, sotto il potere di un semplice graduato se non addirittura soldato.
Viene intanto a piovere: una pioggerella fine fine che penetra nelle ossa, specialmente nelle mie che non sono ricoperte da un impermeabile. Riesco a trovare un paio di guanti, un telo da tenda. Come sempre insistente la voce che alla rivista ti tolgono tutto. 0gnuno cerca di poter salvare il possibile, dandolo ai soldati che hanno gia' passato la rivista. Quando l'abbiamo passata, invece, non hanno tolto quasi niente, tranne compassi, squadrette, ed a me anche un magnifico paio di occhiali da sole marca Persol. Il soldato l'ha guardato, poi riguardato ed infine se l'e' preso.
Bisogna sopportare tutto in prigionia. Fortunatamente i soldati sono austriaci e la vita quindi e' possibile.
Ci hanno dato il piastrino. Io sono il 34535. Sono nato nella vita militare un numero e continuo ad essere un numero. Dopo ci hanno preso le impronte digitali come a volgari delinquenti. La pioggia continua a venire giu' implacabile.
La sera, siccome ci sono dei capi italiani che regolano tutto, succede un casino enorme. Riesco infine ad avere un cucchiaio di marmellata. Questa e' la cena. E' un po' poco in verita', ma..."triste e' la sorte del prigioniero".

28 e 29 settembre.

Il tempo non e' piu' piovoso, ma il cielo e' sempre coperto. Il sole d'Italia [testo illeggibile] magnifiche giornate di settembre e di ottobre che e' ormai vicino. La temperatura e' piu' sopportabile, ma le scarpe si impregnano, perche' le strade sono piene di fango. Solo adesso mi rendo conto delle grandi difficolta' che si incontrano al fronte russo, dove il fango e' alto circa mezzo metro. Il fango si attacca alle scarpe e dopo un po' bisogna fare sforzi erculei per stare sui piedi. Ma l'italiano, abituato ai sacrifici e alle sofferenze, sopporta tutto in silenzio.

La mattina siamo andati a prendere i piatti al paesino. I tedeschi, avendo bisogno di alluminio hanno fregato ai nostri soldati le gavette e hanno dato loro dei piatti di terracotta, che al minimo urto si rompono. Come era bello vedere gli ex accademisti portare i piatti! In Accademia al minimo lavoro si protestava. Qui tutto si fa, imprecando, ma si fa. C'e' la sentinella col moschetto e questo incute paura.
Dopo e' venuto il Comandante del campo, il quale ci ha fatto vari avvertimenti, riguardanti la pulizia, l'ordine nelle baracche e la disciplina per mangiare. Sono gli avvertimenti di uso, ma bisogna esserne al corrente, perche' non si sa mai cosa puo' capitare.
Il giorno passa senza far niente. Non riesco ancora a spiegarmi come mai si sia sempre occupati non facendo niente.
Il 29 il mio pensiero vola a mio fratello ed io penso che il suo onomastico e' oggi. Chi lo sa dove sara' in questo momento! [Io ero riuscito a rientrare a casa, fortunato!]. A casa, in un campo di concentramento? Chi lo sa!!
Ci fanno fare poi le prove, perche' nel pomeriggio dovra' venire una commissione per farci arruolare nei battaglioni M. Dopo, quelli armati di coltelli o temperini vanno in cucina a pelare le patate. Il lavoro e' snervante ma si sta al caldo. Poi si spera di avere un po' piu' di roba. Invece la solita fregatura: la stessa razione e per di piu' dopo.
Al pomeriggio viene un propagandista, che non riesce nel suo intento. Per di piu' e' ignorante o almeno una ignoranza voluta. Infatti ha detto che Graziani ha salvato 1'Italia a Caporetto. Povero Badoglio!! Solo una trentina di persone si sono iscritti alle SS..

30 settembre.

Le solite adunate e quindi la solita vita. La sveglia e' stata piu' presto del solito. Tutti giu' a tirare moccoli. Non e' piacevole alzarsi alle cinque di questi tempi.
E' passato un morto russo, coperto da un sacco. Due altri compagni lo portavano su una barella. Poco dopo [testo illeggibile] in un posto un po' piu' lontano del campo sta a indicare che un numero e' morto in un campo di prigionia. I presenti si inchineranno o si scopriranno e chi e' stato prigioniero forse versera' delle lacrime. Dicono che sia morto di male di fegato. Chi lo sa, io non ci credo. L'ho visto dunque passare e non mi sono commosso. Sono rimasto impassibile, ho riso alla facezia di un compagno ed ho ammirato il paesaggio. Ormai sono diventato egoista: cio' che mi interessa e' la mia vita.

Nel pomeriggio un maresciallo tedesco ha sparato contro un alpino che si stava cuocendo delle patate vicino ad una baracca. Di chi la colpa? I tedeschi ci avevano avvisati di non prendere le patate e di non accendere i fuochi specialmente vicino alle baracche. L'alpino pero' aveva fame. Allora! L'alpino doveva resistere ed il tedesco poteva fare a meno di sparare. Dopo il colpo di avvertimento poteva andare li' e rovesciare tutto.
Ma il fatto non finisce qui. Verso sera e' venuto il Comandante del campo, ci ha dato una magnifica notizia: le baracche cinque e sei non mangiano. Un buco in piu' alla cinghia avvalora queste parole. Un soldato di Civitanova [del Sannio] pero' mi da' un po' di pane e di burro. Un altro un po' di te' e cosi' si passa la serata.
Verso le venti viene un tizio a dirsi che un giornale f'rancese portava queste notizie: gli inglesi hanno occupato Roma sin dal 27 c.m.,ed i Russi hanno sfondato il fronte in cinque punti. Gioia generale. Si formano capannelli e si fanno futuri sviluppi delle situazioni. Gli ottimisti danno ancora due mesi di vita alla Germania. Staremo a vedere!

1 ottobre.

La giornata e' buona, e' uscito il sole, e ci siamo illusi di stare in Italia. Quasi tutti ne hanno approfittato per lavarsi e lavare la biancheria. Ho assistito ad uno spettacolo stupendo. Le montagne sempre coperte da nuvole o da nebbia si sono finalmente scoperte. Se n'e' visto prima una parte e di questa solo la cima indorata dai raggi del solo. Poi si e' visto tutto il resto. E' ritornata l'allegria. Io ho cambiato persino le scarpe. Non e' in realta' per il sole che ho messo le scarpe sportive, ma per non consumare quelle altre. Non si sa mai quanto tempo dovremo stare qui e percio' bisogna essere prudenti.

Sono riuscito poi dopo tanto tempo a leggere un giornale [locale]. Gia' si sapeva qualche cosa e cioe' Roma occupata ed il fronte oltrepassato dai Russi in cinque punti. La prima notizia e' risultata falsa, ma non cosi' la seconda. Il nostro giornale lo ammette. Queste notizie rimontano a lunedi' 27 settembre; cosa sara' successo in quattro giorni?

2 ottobre.

Compleanno di mio fratello. Il mio pensiero vola a lui e con lui alla famiglia. Cosa faranno? Cosa penseranno? [Il fronte aveva oltrepassato Frosolone senza troppi danni.Ora il paese era occupato dai Canadesi]. Questo e' l'unico pensiero che mi sconforta e mi addolora. Mai come ora sento la lontananza dei miei cari, il bisogno di rivederli e riabbacciarli.

Mentre sto alla finestra vedo una lunga fila di borghesi. Domando e mi rispondono che sono gente di Gorizia, mandati via dai tedeschi per misura precauzionale. Molti hanno delle facce patibolari. Il viso sfatto per il lungo viaggio contribuisce ad aumentare e a convalidare questa mia impressione. Molti sono vecchi, molti sono giovani. Ve ne sono alcuni che hanno appena quindici anni. Sono laceri, sporchi, alcuni scalzi, senza coperte, senza viveri. Come faranno a vivere in una regione cosi' fredda? Sono stati piu' che presi, strappati dalle lore case, famiglie, occupazioni e portati via. E' insomma una deportazione in tono minore. Cio' avviene nel secolo ventesimo.
Ho visto anche il Capo, Florean. Dopo aver tentato la sorte della fuga, e' ritornato qua con le pive nel sacco. Naturalmente si domandano notizie sugli avvenimenti. Circolano le notizie piu' disparate: i Russi sono gia' in Polonia, ottanta piroscafi inglesi navigano verso l'Italia settentrionale, Ancona e' stata occupata (dietro?) sbarco; a La Spezia sbarcheranno; paracadutisti a Firenze. Cosa c'e' di vero in tutto cio'? Un giorno, se ne avro' la possibilita' e la voglia verifichero' tutte queste notizie e vedro' quanto c'e' di falso e di vero.
Ad ogni modo, queste notizie, anche se false, rialzano il morale e mi portano alla conclusione: che per Natale non saremo forse a casa ma la guerra sara' finita. In fondo questa mia certezza su che cosa si basa? Su voci e su un oscuro presentimento che mi si e' fissato nel cuore.
Pero' c'e' anche una notizia sconfortante: i tedeschi si ritirano distruggendo tutto e questo sempre secondo le notizie. Attila trova in essi degni pronipoti. Dove loro passano, passa la morte. Cosa ne sara' della mia casa e dei miei? Si saranno salvati dalla distruzione?[Si, per fortuna].
Sono riuscito a comprare delle scarpe ed un maglione. Quest'inverno, se anche staremo qui, potro' resistere per bene. Ho scritto una cartolina-telegramma a casa, chiedendo lore notizie e dando delle mie. Il morale e' sempre alto.

3 ottobre.

Le giornate continuano ad essere sempre monotone. Al campo la solita vita, le solite file, il solito mangiare. Anzi oggi avrebbero dovuto darci un pane in quattro ed invece ne hanno dato uno in cinque. La mia porzione e' poi per due giorni, perche' ieri l'ho data ad un marinaio per avere un maglione di lana. Per ora sopporto ancora bene la fame.

Guardo anche i treni che passano. Ho provato uno stringimento al cuore nel veder passare un treno carico di bombe per aeroplani. Su quali citta' saranno destinate? Quante persone saranno uccise? Quante persone resteranno senza tetto? Speriamo che una bomba inglese sia intelligente e faccia saltare tutto in aria. Dopo il passaggio di questo treno, guardo con maggiore attenzione gli altri. Infatti il passaggio di altre bombe significa un avanzare della falce della morte sull'Italia.
Povera Italia. E' ancora grande nell'abisso in cui rinnegati e traditori 1'hanno buttata. Quanto tempo ci vorra' perche' ritorni all'antico splendore? Quanti soldi, quanto lavoro? Non riesco ad avere una idea esatta dello stato in cui si e' ridotta l'Italia o meglio e' stata ridotta.
La maggior parte della giornata l'impiego in discussione di politica. Io sono certo che per Michele 1a guerra sara' finita [invece venni richiamato nella Divisione Folgore e dovetti farmi altri 26 mesi di naia]. Cerco di infondere questa certezza anche agli altri. Alcuni li ho convinti, altri non ancora. Spero che gli eventi mi diano ragione.
Ritorna insistente la voce dello sbarco inglese ad Ancona e del passaggio del confine da parte dei Russi.
Ho parlato con un marinaio che e' venuto dal campo di Modena. Che orrore! I tedeschi sono i padroni della nostra bella Patria e della vita dei nostri fratelli. Un ragazzino, povero innocente ha fatto le corna ad un tedesco ed e' stato sparato. Un soldato al campo stava parlando col padre vicino al reticolato e gli hanno sparato. Un altro soldato e' stato colpito mentre andava ad abbracciare la madre. Le caserme sono stata saccheggiate. Quattro coglioni di tedeschi con le rivoltelle in pugno hanno fatto arrendere migliaia di persone.
Anche a Modena si e' potuto ammirare il patriottismo del popolo. Infatti le donne hanno incitato i soldati a scappare da una fogna. Hanno messo lumi ad olio, funi, segni di riconoscimento, perche' i fuggitivi non sbagliassero la strada. Una donna fascista(!!) ha avvisato i tedeschi ed alcuni soldati, presi nella fogna, sono stati bastonati a sangue. Le donne veramente italiane hanno indicato allora un'altra apertura. In pochi giorni oltre tremila persone sono scappate. Tremila prigionieri in meno, tremila persone che non soffrono, tremila madri che sono contente di avere seco i propri figli.
L'amore per i fratelli italiani e' rinato solo con l'armistizio. "Gentil sangue latino". Mi addormento con la convinzione sempre piu' forte che per Natale la guerra sara' finita e per Natale non mancano che 82 giorni.
Che Dio esaudisca la preghiera di tante centinaia di migliaia di infelici.

4 - 5 ottobre.

Giornate del tutto insignificanti. Forse i giorni venturi saranno eguali, a meno che non intervenga il fatto nuovo cui alludeva quel propagandista per le SS, cioe' la fine della Germania e quindi della guerra. Le ore trascorrono lente e monotone, specialmente quelle del pomeriggio.

Meno male che il sole compare sempre, sia pure dopo le dieci e cosi' ci allunghiamo al sole e immagazziniamo calore per l'inverno. Ma ce ne sara' poi bisogno? Io credo di no. Le ore del giorno sono occupate da continui ragionamenti riguardanti la situazione militare.
Tutte 1e previsioni ed i pronostici sono fondati su voci che hanno come fondamento i prigionieri francesi. L'unico fatto ormai sicuro e' che i Russi sono in Polonia ed i tedeschi sono in fuga. Si parla continuamente di sbarco in Francia e cioe' a Boulogne-sur-Mer e a Calais o Tolone.
Alcuni prigionieri inglesi, come faranno poi a saperlo, hanno confermato lo sbarco nelle prime due localita' ed hanno detto che realmente i Russi sono in Polonia.
Per arrivare a Natale ci vogliono ancora 81 o 80 giorni. Vorra' Iddio esaudire tante migliaia di giovani, di genitori, di spose? Bella cosa essere a Natale a Casa. Il pensiero e' sempre rivolto a casa e gia' mi figuro nella mente il ritorno nei suoi piu' minuti particolari. Ho gia' fatto anche il programma: per i primi mesi: riposo e cibo. Potro' soddisfarlo? Tutto dipendera' dalle condizioni in cui trovero' la mia casa ed i miei cari e come i tedeschi hanno lasciato l'Italia.
Il 5 nel pomeriggio siamo passati alla baracca No 1. Non essando riuscito a trovare un posto mi son dovuto sdraiare sul pavimento. Ho avuto freddo durante la notte. Una coperta e' troppo poco per fare da coperta, materasso, lenzuolo e cuscino. Qualche volta sogno di essere su un bel materasso di lana, ma poi un forte dolore ad una costola, ad un fianco mi convince che il materasso non esiste, perche' il pavimento o il giaciglio e' troppo duro. Forso ce ne vorra' del tempo a casa per abituarmi ai materassi comodi.
Ci hanno riuniti per vedere chi di noi volesse andare a lovorare come meccanico. I tedeschi ne hanno urgente bisogno. Fra poco forse non ne avranno piu' bisogno.
Ieri sono riuscito finalmente quasi a sfamarmi. Ogni tanto mi palpo il corpo e noto che le costole cominciano a venir fuori e si possono contare. Eppure sono appena 16 giorni di prigionia, Cosa succedera' se le mie previsioni non si dovessero avverare? Churchill e Roosevelt lo hanno promesso: Pasqua di sangue e Natale di Pace. Ci siamo dovuti convincere noi Italiani, purtroppo a nostre spese, che questi due hanno ragione e mantengono le promesse. Essere a casa il giorno di Natale: che gran bella cosa!!

6 - 7 ottobre.

Le notizie piu' disparate vengono messe in giro. Radio campo funziona ma molte volte funziona male. Molte previsioni sono date come notizie vere ed hanno come fondamento o il maresciallo tedesco che e' in cucina o una povera ed ignara sentinella o, ultimamente, un tenente colonnello italiano di Stato maggiore. Un burlone ha detto: qualcuno non dorme la notte ed allora inventa....Puo' essere vero ma molte notizie debbono avere un certo fondamento.

Gli appelli di Goebels al popolo tedesco rassomigliano troppo ai discorsi di Scorza, preludio della fine italiana. A quando quella della Germania? Chi dice novembre, chi dicembre. Io sono fisso nella mia idea: per Natale la guerra deve, dico deve essere finita. La Gernania non puo' resistere piu' a lungo. La popolazione e' stanca. I bombardamenti Anglo-Americani sono troppo potenti e non credo che sia bello sentirli giorno e notte. Tutti sono ormai convinti che questi preludiano ad uno sbarco in grande stile. Ci sara' tra poco una vera e propria fioritura di sbarchi che accelerera' e di molto, la fine della Germania.
Le notizie diffusesi in questi due giorni sono: un tenente medico ritornato dal paese ha detto che Ungheria e Romania hanno chiesto l'armistizio. Io ho chiesto a un francese e questo mi ha detto che la radio non ha accennato o meglio non ha detto niente. Io avevo accolto la notizia con molta circospezione.
Poi un'altra notizia ancora piu' grande: la Germania, tramite l'Inghilterra, aveva chiesto l'armistizio alla Russia e questa non avrebbe accettato. Un po' di buon senso ha fatto subito cadere questa voce. I Russi sarebbero a duecento chilometri dal confine prussiano e puo' essere vero. Infatti un comunicato tedesco del giorno tre, ma che evidentemente si riferiva ad avvenimenti di due o tre giorni prima diceva che aspri combattimenti si stanno svolgendo nelle paludi del Propet. Gli attacchi russi si succedono senza posa e l'arma aerea germanica bombarda continuamente cio' che lascia l'esercito tedesco. Radio Londra ha detto in data tre che Minsk e' stata occupata ed il confine oltrepassato di cinquanta chilometri. Tutto cio' puo' essere vero dato che anche i tedeschi ammettono la violenza degli attacchi russi, attacchi che in alcuni punti non sono stati contenuti.
La notizia degli sbarchi e' risultata falsa, ma tra poco potra' rispondere a realta'.
Basta ora di politica. Per Natale mancano ancora due mesi e venti giorni. Ho fatto voto al Sacro Cuore di Gesu' e alla Beata Vergine del Rosario che se per Natale la guerra e' finita portero' le candele.
Abbiamo fatto la disinfezione. Ho fatto un bel bagno e mi sono ristorato. Abbiamo poi cambiato baracca e siamo andati alla dieci. Da questa siamo ritornati alla cinque: sembra di fare il ballo di S. Vito. Si va, si torna, ordini, contrordini, un casino tremendo.
La fame e' grande. Ieri ho lavato la biancheria e quel po' di sforzo mi ha indebolito. Sono dal venti appena quindici giorni. Se la guerra dovesse durare a lungo cosa succederebbe? Ritornerei a casa? Un soldato che per due volte ha preso la minestra, ha preso nel sedere un sacco di bastonate e poi sbattuto per terra a suon di calci e pugni.
Hanno cominciato a prendere i nomi per gli apprendisti meccanici. Fra questi sono io.

8 ottobre.

Il tempo e' coperto ed allora la giornata la si passa nell'interno della baracca. Viene il S. tenente tedesco addetto alla disciplina, e ci dice che non bisogna passeggiare per il viale, ma tenere le finestre aperte e pulire le baracche onde evitare epidemie. Ci ha detto anche che le cartoline non sono partite, perche' non tutti si sono attenuti alle norme, cioe' di scrivere non piu' di tre righe. Chi ne ha scritto tre o meno e' stato fortunato, perche' la sua e' partita. Io ne ho scritto due, sara' partita la mia? Vorrei che i miei non fossero piu' in ansia. Pero' a poco a poco il ricordo della famiglia diventa sepre piu' lontano e mi sembra quasi di non aver avuto una famiglia.

Alle volte mi viene sulle labbra il ricordo di un valzer di Svanonovic ed allora rivedo la fisarmonica, la sala da pranzo, lo specchio che mi serve per controllare la posizione della mano sinistra, mio padre che si culla sulla sedia a dondolo, mia madre, mia sorella, mio fratello. Li vedo tutti ed ho voglia di piangere.
Una cosa sola mi sostiene: la fede incrollabile nella prossina fine della Germania. Natale non deve passare! I Russi avanzano troppo celermente. Gli Inglesi, secondo notizie del quattro o cinque sono a Termoli, cioe' nelle vicinanze di casa. I tedeschi saranne arrivati nell'interno? Spero di no.
La radio che era al campo ci e' stata tolta. Buon segno, dice il tenente colonnello. I tedeschi non fanno piu' propaganda e cio' vuol dire qualcosa. Cosa fanno gli Inglesi? Perche' non si muovono? Questa e' la domanda che assilla tutti. Che gli sbarchi vengano tutti assieme come funghi? Volesse il cielo!!
Il pomeriggio per poco non si e' saltata la cena. Infatti molti cui era stato comandato di tagliare l'erba vicino ai reticolati, quando e' stato dato il segnale che il pane veniva distribuito, hanno lasciato il lavoro. Meno male che il maresciallo tedesco e' stato... magnanimo. Infatti abbiamo ultimato il lavoro e abbiamo mangiato.
A tarda sera ho avuto notizia di cio' che i tedeschi hanno fatto a Napoli: fucilazioni in massa. E' possibile che un simile popolo possa ancora esistere sulla terra nel 1943! Tutto il mondo ne invoca la distruzione e speriamo che avvenga.

9 ottobre.

Giornata incolore e scialba. A tarda sera e' arrivata la notizia che Pinsk in Polonia e' stata occupata e in Italia Chieti; Roma evacuata. Cio' rialza il morale, perche' pare che Pinsk sia stata realmente occupata e perche' Varsavia e' vicina, il confine e' vicino, la fine della guerra dovrebbe anche essere vicina e cosi' anche il nostro ritorno a casa. Chieti pare che sia una delle solite balle. A proposito di Roma, un giornale francese diceva che il governo di Mussolini ha lasciato Roma trasferendosi in una citta' dell'Italia settentrionale.

Poi ci e' stata fatta un proposta: cambiare in marchi i soldi che abbiamo in deposito con la scusa che la lira ora ha un certo valore e poi dopo chi lo sa? Mentre il marco...
Al paese hanno sigillato la radio ed e' assolutamente proibito darci i giornali. Non sono questi indizi della fine? Speriamo che a Natale...

10 ottobre.

Finalmente ho potuto ascoltare la S.Messa. Un piccolo altare formato da un tavolino in mezzo ad un ripiano; un crocifisso e' su questo tavolino coperto da una coperta da campo e da una tovaglia bianca che assomiglia stranamente ad un lenzuolo. Tutti siamo intorno. Il cappellano indossa i paludamenti sacri e comincia la cermonia. Non credo che ci sia stata un rito piu' austero e piu' semplice. All'elevazione un ufficiale da' l'attenti. Oh le belle funzioni del mio paese, accompagnate dal suono dell'organo, direi vivificate da quel suono. Il pensiero vola a casa, Il morale e' molto basso e le lacrime vogliono per forza uscire. Il morale, le persone di casa, il suono lontano delle campane mi attanagliano il cuore. Vorrei piangere ma debbo trattenermi, perche' se io piangessi piangerebbe anche Jovine e cosi' Di Tullio. Cosa faranno a casa?

Ieri sera ho ricostruito nella mia mente il ritorno a casa. L'ho costruito in tutti i particolari pro e contro. Chi lo sa che non si avveri? Per Natale ci vogliono settantasei giorni e in tanto tempo quante cose possono succedere.
E' passato un mese dal fatale 10 settembre. Eravamo a Brioni contenti e felici. Il Vulcania e' vicino l'isola, si parte si va a casa. Bisogna pero' caricare tutto. Tutti sono affaccendati, portano i letti, le patate, la farina, le casse di carta igienica, gli attacca puntini, spille, ecc. delle carrozzine per i figli degli ufficiali e dei cagnolini. Ah! tempo passato!!![Mio fratello mi disse che partirono per Bari, ma in Adriatico le mogli degli ufficiali convinsero il Capitano a ritornare a Brioni perche' si era sparsa a bordo la voce della presenza nella zona di sottomarini tedeschi].

11 ottobre.

Il sole si fa vedere fortunatamente sempre. Esce verso le dieci, ma esce. Per noi Italiani il sole significa la vita. Per• credo che cio' non sia solo per noi, ma anche per gli altri, perchŠ col sole non si ha freddo quindi non si ha bisogno di coprirsi molto e si puo' attendere tran- quillamente in fila il proprio turno per il rancio. La strada non e' piu' fangosa e quindi anche le scarpette vanno bene.

Sono passati altri prigionieri. Li abbiamo salutati e poi ognuno e' ritornato alle sue occupazioni, cioe' o a farsi la barba o a stendersi al sole o a fare il bucato o altre cose del genere. Eppure sono altri Italiani che vanno chi 1o sa dove a soffrire in un campo. Poveri giovani! Passano treni carichi di roba rubata in Italia.
Pensieri di vendetta sono nella mente di tutti. La Germania deve pagare caro i suoi misfatti: ruberie, fucilazioni, deportazioni.
Ritorniamo ora alle notizie quotidiane. Pinsk e' ormai un fatto sicuro, lo avrebbe ammesso il bollettino del giorno sei e si direbbe anche combattimenti nei dintorni della citta' di Nicolaiev, cioe' a cento chilometri da Odessa, lo sgombro da parte tedesca della Corsica e dell'arcipelago toscano, piu' l'occupazione da parte tedesca di una nostra isola del Dodecanneso. Queste sono le notizie diciamo cosi' sicure. Poi ci sono quelle false o semi false quali lo sbarco in Francia.
Alcuni che vanno a lavorare al comando hanno detto di aver visto dei Francesi consultare attentamente una carta della costa sulla Manica e segnare qui dei punti. Che valore puo' avere questo particolare?
Sono arrivati altri civili da ll'Italia. Questi hanno detto che Genova e' stata ventiquattro ore sotto allarme per un tentativo di sbarco Inglese. Che gli Inglesi vogliano svegliarsi? Sarebbe ora.

12 ottobre.

Scoperta de1l'America, gloria del genio italiano. Colombo arrivava alla sua meta sfidando tutti i pericoli. Mi viene quasi voglia di emettere un urrah per l'America ed inneggiare al suo Presidente. Come cambiano le cose umane! Fino a poco tempo fa se avessi incontrato un americano lo avrei fatto a pezzi; se lo incontrassi ora, lo abbraccerei per la semplice ragione che sarebbe mio liberatore e mio salvatore.

Si aspettano i Russi o gli Inglesi con grande ansia. Si seguono le vicende attraverso radio-scarpa o radio-fante o radio-campo che dir si voglia. Ed e' appunto per questa ansia che si da credito alle voci piu' strane e false.
Alla fine il vero verra' a galla e lo vedremo nelle testate dei giornali: Armistizio. Chi ci potra' piu' trattenere allora? I campi tanto esecrati apriranno le porte, le sentinelle, specialmente quelle che abbiamo ora, saranno gia' scomparse e noi raggiungeremo la liberta' tanto agognata.
Oggi e' stata la richiesta di lavoratori. Io mi sono fatto iscrivere nella lista di tornitori meccanici. Molti mi prospettano le difficolta' del nuovo mestiere: e se ti mettono a fare una vite... e se ti mettono a fare un lavoro di precisione... e se questo.. E se quell'altro...Perche' abbiamo venti anni ed un titolo di studio. Io sono convinto che in una settimana sapro' disimpegnarmi. Mi ricordo la filosofia empirista di James.
Al campo si e' istituito una specie di mercato nero. Siccome l'inverno e' ormai vicino tutti cercano di equipaggiarsi. Gli inglesi hanno maglie, guanti, mutande, calze di lana e sciarpe e tutti cambiano per sigarette ed orologi. Ecco su per giu' una lista: dieci sigarette un paio di guanti; quindici sigarette una maglia o un passamontagna; venti un paio di mutande; dieci o quindici un piatto di pasta asciutta; trenta sigarette un cappotto; un orologio un paio di scarpe o una maglia o un paio di guanti o un paio di calze o cioccolata. Dai Serbi e dai Francesi si puo' avere pane, burro, sigarette o sciarpe. Una sigaretta e' stata venduta da dieci a venti lire. Un sigaro impero cinquantacinque lire. Puo' il vizio spingere a tanto? Io non riesco a concepirlo.[Mio fratello non fumava!]. C'e' gente che da' perfino la sua razione di pane e questa non e' molta. Le penne stilografiche si vendono per pezzi di cioccolata o sigarette o pane.
Si dice che uno per l'orologio abbia avuto trentadue razioni di pane, due ettogrammi di burro ed una pagnotta ogni settimana. L'intera baracca e' stata punita. Io mi sono salvato perche' sono andato a strappare I'erba. Ho avuto un mestolo scarso di minestra e l'ho dovuto dividere con Jovine. Insomma i tedeschi ci danno solo cio' che e' necessario per non morire di fame.
Domani andro' a lavorare a Salisburgo con un ingegnere. Spero di stare bene.

13 ottobre.

Forse sembrera' strano che io non nomini o nomini raramente i miei; se ci penso piango e il morale e' basso. L'unico mio desiderio sarebbe dare e ricevere notizie e rassicurarmi ed esserne rassicurato. E di mio fratello cosa ne sara' stato? Speriamo bene.

Sono andato a lavorare agli stracci. Ho lavorato per modo di dire ed ho passato una magnifica mattinata.
Nel pomeriggio ci hanno passata la rivista al vestiario. Mi hanno rubato-e' I'unico verbo che si pessa usare-l'abito borghese, le scarpe e il telo da tenda, il pantalone bianco ed il camisaccio. Solo questo, perche' il revisore era buono. Ce n'era uno che faceva addirittura spogliare e quando trovava qualcuno con due o tre maglie gliele faceva togliere con un sorriso di soddisfazione. Non potro' mai dimenticare il suo volto. Davano poi una caccia maledetta alla roba inglese. Cosi' credono, questi dannati, di vincere la guerra..
.Spero di ritornare presto a casa e cogli scritti propugnero' la distruzione di una razza cosi' infame. Quasi per ricompensarci ci hanno data la sera il te', burro (questa volta buono) e marmellata che sapeva di stantio.
Penso poi alla sfacciataggine che ho avuto nel farmi segnare come tornitore. Il tornio? Chi e' questo sconsciuto? Povero proprietario, lo compiango.

14 ottobre.

Adunata per i lavoratori. Il freddo e' piuttosto intenso, malgrado il sole. Sto ad aspettare il mio nome o meglio il mio numero per partire ad invece aspetto invano fino alle dieci. Ho fretta di partire per allontanarmi da questo maledetto campo e sistemarmi. Ho tanta voglia di mangiare seduto su una sedia davanti ad un tavolo; spogliarmi per bene la sera ed indossare il pigiama, vedere un po' di luce e leggere, mangiare un po' di piu'. Spero di essere chiamato domani e di partire in giornata.

La minestra e' molto scarsa e lo stomaco mi duole per la fame o per acidita'? Il pomeriggio il cielo si rannuvola e viene giu' dell'acqua punto piacevole. Sulle montagne cade invece la neve. Siamo ad ottobre, cosa succedera' a dicembre? Spero per allora di essere a casa.
Il pomeriggio viene una notizia strabiliante: Badoglio ha dichiarato guerra alla Germania. C'e' grande ottimismo in giro; tutti credono che l'Italia abbia fatto cio' percbe' la Germania e' agli estremi. Non possono gli Inglesi aver fatto pressione su Badoglio per dare legalita' ad un fatto che si sta compiendo? Speriamo pero' che Badoglio costringa gli Inglesi ad accelerare il passo ed a cacciare al piu' presto l'odiato tedesco.
Si vocifera anche di uno sbarco a cento chilometri da Roma. I comunicati tedeschi sono sempre piu' laconici. Buon segno? (Per noi, naturalmente). Il maresciallo tedesco, cioe' austriaco, ha recato la notizia tutto contento e come commento personale ha aggiunto: Mussolini e Hitler un mese e poi caput. Speriamo che sia una profezia e che si possa trascorrere il Natale a casa. Intanto il freddo si fa piu' intenso ed e' sempre piu' difficile dormire bene e fare la fila.
La speranza di tornare a casa presto ci sorregge e ci conforta. Particolare importante: ci hanno dato doppia razione di margarina: che pacchia!!!!

15 ottobre
S. Teresa.

Quante cose mi ricorda questo nome! Rivedo la statua nella chiesa di S. Pietro e di conseguenza rivedo nella mente Frosolone, i miei, la mia casa. Ricordo il mio...dramma amoroso, la sbornia, le passeggiate, le dicerie, Vittorino. Povero Vittorino! [Morto in caserma in un bombardamento a Foggia la sera del ritorno dai combattimenti in Libia!]. Nel giorno di S. Teresa voglio rivolgere a te un pensiero fraterno. Voglio onorare la tua memoria, veglio rendere un tributo di affetto alla nostra sincera amicizia. La morte non ha voluto farti soffrire facendoti vedere le misere condizioni in cui e' caduta l'Italia, le scempio che ne fanno i tedeschi.... Forse anche tu avresti dovuto sopportare le pene, le sofferenze di un campo di concentramento, numero tra numeri.

La neve e' caduta anche sulle colline vicino a noi. I monti sono tutti bianchi ed il freddo e' divenuto pungente.
Non c'e' giorno in cui non si abbia una qualche notizia sensazionale. La Svezia ha dichiarato guerra alla Germania. Tutti saltano per la gioia e qualcuno con l'atlante alla mano-stratega da campo-fa previsioni. Sara' poi vero? Spero di averne conferma domani da qualche giornale.
Si vocifera anche che i Russi siano ad un centinaio di chilometri da Varsavia e che in Italia Firenze sia stata evacuata insieme con Livorno. La fonte di queste notizie e' il maresciallo tedesco che e' agli stracci. Sara' un burlone o uno che vuole prenderci in giro? Infatti il comunicato in data 14 dice che si combatte ad ovest di Smolensk, Gomel e Beliki-tuki e nel (medio?). In Italia sul Volturno e nella zona di Benevento. Ma se Napoli e' stata occupata verso i primi del mese? Che si tratti, sia in Italia che in Germania di una sacca? Il bollettino e' in terza pagina. In prima c'e' I'accordo tra Giappone e le Filippine.
Si parla anche di un governo fantasma capeggiato da Hess in Russia. Speriamo che sia vero e che la Germania si sfasci al piu' presto possibile. Forza, che' tra settantuno giorni e' Natale.

16 ottobre.

I giorni si succedono ai giorni. Sembra di essere qui da chi lo sa quanto tempo ed invece non sono che venti giorni, appena venti!! La noia e' molto grande, tanto piu' che non trovo un libro da leggere.

Il maresciallo ha detto che i Russi sono nelle vicinanze di Varsavia, ma i tedeschi hanno sferrato l'offensiva o meglio una controffensiva. Pare-non si e' piu' sicuri-che la Svezia abbia dichiarato la guerra alla Germania. In Italia gli anglo-americani coadiuvati da Badoglio hanno sferrato un'offensiva.
Tante e poi tante sono le notizie che circolano per il campo, che non si sa se crederci oppure no. Si dice anche che la Germania ha chiesto l'armistizio alla Russia e questa ha rifiutato. Questa notizia ha due fonti: il maresciallo interprete ed un allievo che e' stato in ospedale al paese e che ha sentito la radio. Regna, in seguito a questa notizia, il piu' grande ottimismo nel campo. Si fissano date di quindici, venti giorni; io resto fisso nella mia idea, per Natale la guerra deve finire. Se poi gli eventi mi faranno fare Natale con i miei saro' l'uomo piu' felice del mondo.
La fame e' sempre grande, perche' la minestra diventa sempre piu' brodosa e senza patate. I lavoratori partomo ma noi "tornitori" restiamo in questo maledetto campo. Spero di poter partire subito e sistemarmi per bene. Si dice che gli operai dormano bene -avranno un pagliericcio almeno? -e mangino meglio. Confidiamo nel buon Dio!
Il capo ci ha detto che le cartoline sono partite. Sono contento perche' i miei non saranno piu' in ansia ed io potro' avere da loro una risposta.[Un paio arrivarono, mesi dopo].

17 - 18 ottobre.

Giornate direi quasi inutili. Se di quando in quando non venisse qualche notizia a sollevare il morale, le giornate sarebbero tutte inutili.

Ieri e' arrivata una notizia meravigliosa: Varsavia evacuata e cosi' Firenze. Il bollettino tedesco si sarebbe espresso cosi': Varsavia e' stata evacuata senza perdite secondo i piani prestabiliti. Il giornale 1o avrebbe letto l'interprete che e' in cucina. Un carabiniere ha persino giurato.
Se la notizia e' vera si va presto a casa. Gia' mi figuro cio' che mangero' e cosa faro' appena arrivato a casa: un brodino con patate e pizza fresca a mezzogiorno; vermicelli con aglio ed olio la sera e poi timballo di maccheroni e cosi' di seguito. Che bellezza!! C'e' qualcuno che spera di essere a casa anche prima. Io ho fatto questo voto: se saro' a casa per i primi di dicembre, il giorno dell'Immacolata Concezione mi confessero' e comunichero'.
Le notizie sono sempre piu' ottimistiche: il tedesco che e' agli stracci ha detto a Sandro che in Polonia sono accerchiati; la Svezia ha sul serio dichiarata guerra e la Finlandia ha deposto le armi. Spero di essere a casa per Capodanno. Quanto ci sara' di vero in tutto cio'? Io non mi lancio in preda ad un facile ottimismo, perche' sarebbe troppo grande la delusione. Bisogna accogliere tutto con precauzione. E' bello essere per Natale a casa e spero di esserci, ma se non ci saro' pazienza. Faro' per la prima volta Natale fuori. Come sara' triste!
Ed intanto non si parte. Almeno a Salisburgo si ha la speranza di essere trattati meglio e di non soffrire tanto la fame, nonche' di non rivolgere il pensiero a casa e di non sentire piu' fandonie. E il tempo passa...Il presentimento e' sempre lo stesso: a Natale fine della guerra e se le notizie sono vere, a casa. Un capitano russo ne ha aggiunto altre quali la resa della Finlandia, uno sbarco russo a Odessa e successiva penetrazione in Bessarabia.
La fine della guerra devrebbe quindi essere questione di giorni.

19 ottobre.

Un mese fa eravamo a Brioni ed imprecavamo alla nostra cattiva sorte, augurandoci di partire al piu' presto possibile per qualsiasi destinazione pur di toglierci da quella orribile indecisione. Don Nicolino celebro' la Messa ed in fine ci fu il solito viva il Re da parte del sacerdote. La nostra risposta fu sonorissima. Mai come allora si senti' il nostro attaccamento alla dinastia Savoia.

Un mese dopo tutto e' cambiato, o meglio e' cambiato solo in parte, perche' anche ora aspettiamo di partire per Salisburgo. Non credo che ci sia stata mai una vera partenza per il lavoro tanto invocata. Infatti si dice che nelle fabbriche diano una bella zuppa con pane la mattina; doppia razione con pane e carne a mezzogiorno e minestra e pane la sera. Qui invece la razione e' sempre pi— scarsa e meno densa e il pane e' sempre in cinque. Non so perche' ma quando sei per saziarti o il pane o la minestra viene a mancare. Ora pero' mi sembra di non mettere niente nello stomaco.
Stando a casa e dormendo su morbidi materassi di lana, pensavo che per irrobustire le ossa bisognava dormire sul sodo. Ora pero' non sono dello stesso parere. Infatti il duro e' troppo duro e le tavole non godono piu' la mia simpatia. Stanotte ho dormito al caldo ma le ossa della gamba destra mi fanno male, perche' cominciano a sporgere e siccome dormo quasi sempre sul fianco destro...
Dopo il facile ottimismo di ieri tutto e' caduto. I francesi hanno detto che niente e' vero. Il morale e' sempre alto e sono convinto che per Natale la guerra deve finire. Dio ci ascolti!

20 - 21 ottobre.

Finalmente mi hanno chiamato. Sono contentissimo di allontanarmi da questo maledetto campo, in cui cosi' facilmente si salta il pasto e in cui per la fame non si puo' fare nemmeno pacificamente un tressette. Infatti, Di Tullio a un certo punto e' stato costretto a smettere di giocare e andare sul letto a sdraiarsi. Effetti della fame.

Preparo le zaino e si va a passare la rivista. Mi pigliano il camisaccio, ma riesco a salvare tutto il resto. Dopo pranzo andiamo alla disinfezione. Dopo, altra rivista. La sera vado a prendere il pane. I capi al solito profittano e stramangiano pane, burro e marmellata. Ne ho poi la prova guardando la lauta cena di un capo. Poi vado a dormire nella baracca no 1.
La mattina una nuova visita. C'e' un altro sottufficiale tedesco che si deve arricchire. Mi fregano le scarpette, una mia maglia di lana e la maglia della Marina. Un tizio voleva fregarmi anche l'orologio d'oro. Fortunatamente sono riuscito a salvarlo. Me la pagheranno cara questi dannati di tedeschi!
Dopo ci danno un pane in tre con un po' di salame e si parte per Salisburgo. Si viaggia in terza classe. Debbo dichiarare che non si viaggia male sulle ferrovie tedesche. L'arrivo e' piuttosto felice. I letti pero' sono pieni di cimici. Cerco di togliere questi immondi animaletti con un insetticida, ma non ci riesco completamente. La notte ne sentiro' le conseguenze. Siamo in ventuno in una cameretta e abbiamo ogni tre persone un armadio. Gli unici inconvenienti sono che il cesso e l'acqua sono fuori.
Credevo di dover andare a lavorare in una fabbrica ed invece no. Si lavora col picco e con la pala. Lavoro manuale nobilita I'uomo.
La sera ci danno una minestra piena di patate. Incomincia l'abbondanza di patate... fino a quando.

22 - 23 -24 ottobre.

Sono i primi giorni di lavoro. Le mie mani non sono abituate al lavoro del picco e della pala e quindi mi fanno male. Pero' a poco a poco il dolore diminuisce e tutto procede per i1 meglio.

I soldati che vigilano la nostra baracca sono della gran brava gente, tranne uno che e' un po' brontolone. Il primo giorno siamo andati a lavorare accompagnati da un soldato con la solita baionetta. La sera pero', siamo ritornati senza nessuno. E' una gran bella cosa poter passare dentro Salisburgo libero, senza l'ossessione di una sentinella dalla faccia rubiconda, dal naso paonazzo, dal pesante passo tedesco.
A differenza di Mark-pangau qui si mangia molto. Sono patate, ma saziano, e cio' e' senza dubbio una gran bella cosa. Il giorno della partenza ci hanno dato un pane in tre a un bel pezzo di salame. La sera a Salisburgo ci hanno dato due mestoli di patate. Anche il giorno dopo mi sazio e cosi' anche il 24. La domenica ci hanno dato la marmellata e il giorno un po' di pastasciutta con un ottimo sugo, e poi patate lesse.
In camerata pero' non c'e' ancora comunione di spirito ma puo' darsi che in seguito si possa raggiungere. Ormai non credo che la vita qui presentera' grandi sorprese. Sara' una vita monotona ma non noiosa.

25 - 26 ottobre.

Le giornate ormai non presentano alcunche' di particolare. Il lavoro manuale non dispiace. Le mani sono un po' addolorate, ma dopo una buona mezzora di lavoro tutto passa. Si lavora col picco e con la pala. Penso a certa gente che per non ingrassare o per un mania qualsiasi fa la ginnastica da camera la mattina. Che provi a fare una mezzora con la pala. Quante mani gentili dovrebbero mettere in mano questi arnesi pesanti.

L'assistente e' molto buono e quindi non si lavora come dannati. Su nove ore, non si 1avora sul serio piu' di due ore.
Ho detto ad un vecchietto austriaco quello che mi hanno tolto a Mark-Pongau. E' inorridito ed a tutti lo ha raccontato. Dei ragazzini avevano una carta geografica dell'Italia. Quando ho detto loro che sono un professore subito me l'hanno data.[non era tutta una bugia, perche' Giovanni aveva fatto delle supplenze, anche se studente]. Meno male che in Austria c'e' ancora rispetto per i professori.
Mi sono fermato, con gli occhi chiusi, sulla pala ed ho rivisto la casa, i miei, la scena della partenza. Tutto e' passato davanti alla mia mente come un documentario cinematografico. Avrei voluto mettermi a piangere.
Il ventisei ho cambiato mestiere. Infatti il pomeriggio sono andato con Jovine ad aiutare a dipingere una baracca. Il lavoro e' meno duro e quasi piacevole. Il mangiare, dopo i primi giorni di abbondanza, comincia a scarseggiare. Speriamo bene...

27 - 28 - 29ottobre.

Le giornate sempre monotone, nel senso che non c'e' nessun avvenimento degno di rilievo. Nessuna voce e' piu' in giro e cio' e' un gran bene. Si va 1avorare spensierati e giulivi. L'unico pensiero e' quello della famiglia. In baracca si e' raggiunto un certo affiatamento e si sta quindi molto bene. Il lavoro non e' difficile. L'unico guaio e' che ho un solo paio di pantaloni. Hanno fatto la richiesta per la montura ma difficilmente l'avro'. La burocrazia esiste sempre e dovunque. Lo stesso si puo' dire dei ladri.

Il padrone al lavoro ci ha portato due sfilatini e due sigarette. Ancora c'e' gente che ci considera solo numeri e niente altro.

30 - 31 ottobre.

Sabato e domenica sono senza dubbio le giornate piu' noiose. Dappertutto in verita' la domenica e' stata la giornata piu' noiosa. A Roma sognavo Frosolone pensando che qui sarei potuto andare in montagna; a Frosolone pensavo a Roma, al cinema, alle passeggiate al Pincio, alla musica; qui non penso a niente. E' noioso stare tutto il giorno chiusi come se si fosse in un manicomio. Il reticolato c'e' sempre e dappertutto. Mancano i cani di Markt-pongau. La domenica si puo' fare pero' un po' di pulizia e lavare la biancheria.

Il 31 ci avevano detto che ci sarebbe stata una nuova rivista -1a sesta o la settima - non ricordo bene. Invece niente di tutto questo, bensi' la nota di quelli che hanno bisogno di scarpe e cappotti ed in piu' un pezzo di pane con formaggio.
Questa mattina ho fatto una magnifica colazione: il te' con quattro patate, poi mezzo chilo di pane con un po' di marmellata. Insomma, come prigoniero non c'e' male. Un'altra nostra persecuzione sono le patate. Le mangiamo cucinate in tutti i modi. Ricordo sempre quel fatterello che raccontava papa': cioe' che in uno sposalizio avevano fatto un pranzo tutto a base di fave cucinate in tutti i modi. A Markt-pongau speravo che, ritornando a casa, avrei voluto fare una cena di patate; ora pero' sono stufo, anzi arcistufo.
Il nostro padrone ci passa sempre un paio di panini al giorno, perche' alle dieci ci centellino ed e' un bene. Le dieci sono l'ora critica.
Il 30 mi avevano detto che non avrei dovuto piu' fare il pittore. Pero' poi sono stato riassunto. Fino a quando? Spero per molto tempo.
Sto facendo una collezione da mettere sul cappello universitario. Voglio fare qualcosa di originale. Devevo aspettare la prigionia per trovare i ciondolini!
Vicino a noi sono dei lavoratori italiani. Eppure con loro e' impossibile parlare. Che strano destino! Non possiamo nemmeno parlare con i nostro connazionali. E' proprio il colmo! Ancora un po' e tutto sara' possibile. Ritorneremo in Italia e....

1 - 2 novembre.

E' iniziato il nuovo mese, ma la vita e' sempre la stessa. Il lavoro e' sempre uguale, cosi' il tempo, solo che la mattina incomincia a fare piu' freddo. E' un po' doloroso stare su una scala, all'ombra, con l'acqua che gocciola e che quando una goccia cade sulla mano sembra che cada un colpo di spillo, ma e' preferibile al picconare.

Il francese Paul che e' con noi ci da' sempre un pochettino di pane e cosi' io e Jovine integriamo il mangiare a mezzogiorno. Il giorno il trattamento e' buono, perche' siamo solo dodici e quindi in poche persone si sta molto meglio.
Meno male che il tempo si conserva sempre bello. Mia madre voleva farmi portare il pantalone del pigiama pesante ed io non volli. Avrei dovuto portarmi quello e delle calze di lana. Mi chi avrebbe potuto pensare di fare una fine simile! E' un male o e' un bene? Al ritorno in Italia vedro'.
1 e 2 novembre. due giorni di festa in Italia, due giorni di lavoro nel posto maledetto in Germania.Tutti i santi e i morti mi piangono per morto e i miei? Che delle candele ardano davanti ad una lapide su cui ci sia il mio nome? Non credo che i miei vogliano arrivare a tanto.
Ogni festa, oppure ogni giorno memorabile volo col pensiero a Frosolone e rivedo cosa facevo. Il 2 novembre mi vedo col viso computo entrare nel sacro recinto del camposanto e qui recitare le preghiere per i miei morti. Rivedo le pie donne che vanno per la strada recitando il santo rosario, quelle che piangono; il prete che dice le litanie ed anche - perche' no- la gente che va a curiosare.
Ricordo anche I'usanza di fare con una zucca una testa di morto e metterci dentro una candela accesa per spaventare la gente. Mi rivedo fanciullo sul muro di una fontana con altri ragazzi con una testa di morto fatta con una zucca fregata nell'orto di Cosimo "laroscia". Tanti ricordi si affollano nella mia mente, compreso quello del distacco da mia madre. Ma di questo e' meglio non parlare.

3 - 4 - 5 - 6 novembre.

Il Piave mormorava.... Quante volte ho cantato in Italia questa canzone. Anche il 4 novembre l'ho cantata ma con quale animo ed in quali condizioni. In Italia non sapevo cosa fosse la guerra e per di piu' la prigionia. Cantavo cosi' per cantare, seguivo insomma la corrente. Tante volte oratori improvvisati hanno celebrato l'anniversario della ... vittoria; si sono fatto cerimonie, messe, corone d'alloro sul monumento, la banda suonava il Piave.

In Austria invece andavo a lavorare con un gran freddo. Pensavo a casa mia, al bel letto caldo, a mia madre, soprattutto a mia madre. Quante volte penso a lei e quante volte sospiro. Rivedo il suo volte rigato dalle lacrime. Ora piu' che mai piangerei. Forse sara' per me e per mio fratello e per i miei zii. Cosa sara' successo di lei e di tutti i miei? Cosa ritrovero' in Italia al ritorno? Mamma, mamma quante volte ti penso. Io saro' il responsabile della tua salute?
I giorni intanto passano. Un francese che lavora con me mi ha detto che i tedeschi hanno perso in quattro mesi due milioni e mezzo di uomini; i Russi sono a centocinquanta chilometri dalla frontiera rumena e che le citta' tedesche sono molto bombardate. Il mio animo e' pieno di gioia e sono sicuro ancora che per Natale la guerra finira'.
Intanto la neve ha fatto la prima comparsa. Triste e' la sorte del prigioniero! Mai come ora ho trovata la giustezza di questa frase. Stare col freddo intenso su una scala e con la neve che scende, non so se mi spiego. A casa invece avrei aperto le imposte della finestra e stando a letto mi sarei messo a guardare. Avrei preparato gli sci, pronto ad andare a S. Egidio [un rifugio in montagna]. Come cambia la vita!
Ci hanno dato poi gli zoccoli di legno, il sapone e la saponina. Non mi sembra di essere un prigioniero ma di essere in villeggiatura. Tutto dipende dal sapersi contentare.

7 - 8 novembre.

Il giorno 7 e' stato memorabile. Sono infatti riuscito a mangiare gli gnocchi. La mattina sono andato a pelare le patate e ne ho prese ben 30. Le ho messe nelle tasche e nei pantaloni con una grandissima paura di essere perquisito. L'ho scampata bella, perche' tutto mi e' andato bene. La sera le ho fatto bollire ed un capo, Caporossi (da Roma), ha fatto gli gnocchi. La farina l'ho procurata in una settimana. Mi avevano promesso il burro ma non e' stato possibile averlo. Gli gnocchi erano buoni. Come sugo, ho messo da parte il brodino del giorno e della sera e poi giu' a mangiare. C'e' ancora un po' di farina e questa servira' per domenica prossima. E' stato quindi un giorno veramente memorabile.

La sera nella stanza si crepa per il caldo, il giorno dopo, fuori, si crepa per il freddo. Piove, nevica ma si deve lavorare ugualmente. Con i tedeschi non c'e' nulla da fare. Con qualsiasi tempo bisogna lavorare e sodo anche. Io fortunatamente lavoro al coperto, ma non e' piacevole pensare ai compagni che lavorano fuori.
Un civile mi ha detto che hanno bombardato Roma, precisamente la Citta' del Vaticano. La notizia pero' e' risultata falsa.
La vita in baracca e' ormai possibile, perche' si va era d'accordo ed e' un gran bene.

9 - 10 - 11 novembre.

Sono riuscito finalmente a sentire un po' di musica. Al ritorno dal lavoro, siccome il rancio non era pronto, sono andato nella sala degli operai e qui ho ascoltato un po' di musica. Credevo che dovessi fare chi lo sa che cosa, invece mi sono semplicemente meravigliato di sentirla. Ricordo quello che diceva mio padre quando raccontava qualcosa sulle sue avventure nella grande guerra e cioe' che una volta in licenza, avendo sentito la musica, si mise a piangere. Per lui pero' il caso era diverso. Erano i nervi scossi dal rumore delle fucilate, cannonate ed altre coserelle del genere che gli facevano un effetto simile [tre anni di trincea lasciano strascici!]. Per me e' invece una semplice dimenticanza. Quanlche volta sogno di stare sprofondato su una gomma piuma, con un bel fuoco davanti e sentire la radio.


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