(appunti per un diario)
Finalmente si parte.
Corrono, sulla destinazione, le voci piu' disparate. I piu' ottimisti dicono che si va a casa,
salvo poi ad essere richiamati nell'esercito repubblicano (sic), altri a Salisburgo altri a Lubiana.
Ognuno inventa una destinazione per avvalorare la sua ipotesi.
21 settembre.
Triste e' la sorte del prigioniero! dice "Cellone" (Jovine).E questa frase ironica, purtroppo,
risponde a realta'. La visita alla caserma e' semplicemente desolante. Si ha proprio l'impressione
di un esercito in sconfitta e per di piu' in fuga, impressione del vinto. Tutto e' sparso alla rinfusa:
caricatori per fucili, bombe a mano, borracce, oggetti di vestiario bottiglie, carte, conti, tutto cio'
che e' necessario a una grande caserma quale e' la "Sauro".
22 settembre.
Giornata noiosa e senza grandi avvenimenti, almeno nella prima parte. Il tempo e'
malinconico; contrariamente a ogni previsione il nostro morale e' molto alto. Si fa pulizia, si
mangia un po' di latte condensato, si gioca a carte. Riesco finalmente a prendere il rancio, ma sa
di fumo. La fame e' grande e tutto si mangia. Una donna di Pola ci aveva promesso del pane;
abbiamo atteso invano dalle dodici alle diciotto. Debbo ricredermi sulla bonta' delle donne di
Pola. Non credo pero' che basti un solo esempio a ledere la generosita' di un' intera
citta'.
23 settembre.
Come Dio vuole si arriva alla mattina. Il fianco destro e' tutto dolorante e la schiena non ne
puo' piu'. Allora cerco di fare un giaciglio migliore, in un certo senso soffice e per di piu' sollevato
da terra. Infatti piego la coperta e con corde e cordicelle fo' un'amaca primordiale. La contemplo
soddisfatto, la collaudo e dormo.
24 e25 settembre.
Due giorni si direbbero campali: due giorni di viaggio. Dopo avere passato una notte terribile
nella stiva siamo riusciti ad arrivare in coperta con tutti i bagagli. Mi sono sistemato a poppa, e li'
ho goduto lo spettacolo. Non credevo di dover fare il primo viaggio nell'Adriatico in una petroliera
scortato da soldati tedeschi. Sembravamo tanti deportati o tanti emigranti che nel 1800
andavano in America su caravelle e 1'equipaggio li ammucchiavano o nella stiva o in coperta e
via. Mancavano le donne, i fazzoletti variopinti, ma alla varieta' contribuivano le divise dei militari.
26 e 27 settembre.
Incomincia cosi' il primo giorno di prigionia.
28 e 29 settembre.
Il tempo non e' piu' piovoso, ma il cielo e' sempre coperto. Il sole d'Italia [testo
illeggibile] magnifiche
giornate di settembre e di ottobre che e' ormai vicino. La temperatura e' piu' sopportabile, ma le
scarpe si impregnano, perche' le strade sono piene di fango. Solo adesso mi rendo conto delle
grandi difficolta' che si incontrano al fronte russo, dove il fango e' alto circa mezzo metro. Il fango
si attacca alle scarpe e dopo un po' bisogna fare sforzi erculei per stare sui piedi. Ma l'italiano,
abituato ai sacrifici e alle sofferenze, sopporta tutto in silenzio.
30 settembre.
Le solite adunate e quindi la solita vita. La sveglia e' stata piu' presto del solito. Tutti giu' a
tirare moccoli. Non e' piacevole alzarsi alle cinque di questi tempi.
E' passato un morto
russo,
coperto da un sacco. Due altri compagni lo portavano su una barella. Poco dopo [testo
illeggibile] in un posto
un po' piu' lontano del campo sta a indicare che un numero e' morto in un campo di prigionia. I
presenti si inchineranno o si scopriranno e chi e' stato prigioniero forse versera' delle lacrime.
Dicono che sia morto di male di fegato. Chi lo sa, io non ci credo. L'ho visto dunque passare e
non mi sono commosso. Sono rimasto impassibile, ho riso alla facezia di un compagno ed ho
ammirato il paesaggio. Ormai sono diventato egoista: cio' che mi interessa e' la mia
vita.
1 ottobre.
La giornata e' buona, e' uscito il sole, e ci siamo illusi di stare in Italia. Quasi tutti ne hanno
approfittato per lavarsi e lavare la biancheria. Ho assistito ad uno spettacolo stupendo. Le
montagne sempre coperte da nuvole o da nebbia si sono finalmente scoperte. Se n'e' visto prima
una parte e di questa solo la cima indorata dai raggi del solo. Poi si e' visto tutto il resto. E'
ritornata l'allegria. Io ho cambiato persino le scarpe. Non e' in realta' per il sole che ho messo le
scarpe sportive, ma per non consumare quelle altre. Non si sa mai quanto tempo dovremo stare
qui e percio' bisogna essere prudenti.
2 ottobre.
Compleanno di mio fratello. Il mio pensiero vola a lui e con lui alla famiglia. Cosa faranno?
Cosa penseranno? [Il fronte aveva oltrepassato Frosolone senza troppi danni.Ora il paese
era occupato dai Canadesi]. Questo e'
l'unico pensiero che mi sconforta e mi addolora. Mai come ora sento la lontananza dei miei cari,
il bisogno di rivederli e riabbacciarli.
3 ottobre.
Le giornate continuano ad essere sempre monotone. Al campo la solita vita, le solite file, il
solito mangiare. Anzi oggi avrebbero dovuto darci un pane in quattro ed invece ne hanno dato
uno in cinque. La mia porzione e' poi per due giorni, perche' ieri l'ho data ad un marinaio per
avere un maglione di lana. Per ora sopporto ancora bene la fame.
4 - 5 ottobre.
Giornate del tutto insignificanti. Forse i giorni venturi saranno eguali, a meno che non
intervenga il fatto nuovo cui alludeva quel propagandista per le SS, cioe' la fine della Germania e
quindi della guerra. Le ore trascorrono lente e monotone, specialmente quelle del
pomeriggio.
6 - 7 ottobre.
Le notizie piu' disparate vengono messe in giro. Radio campo funziona ma molte volte
funziona male. Molte previsioni sono date come notizie vere ed hanno come fondamento o il
maresciallo tedesco che e' in cucina o una povera ed ignara sentinella o, ultimamente, un
tenente colonnello italiano di Stato maggiore. Un burlone ha detto: qualcuno non dorme la notte
ed allora inventa....Puo' essere vero ma molte notizie debbono avere un certo fondamento.
8 ottobre.
Il tempo e' coperto ed allora la giornata la si passa nell'interno della baracca. Viene il S.
tenente tedesco addetto alla disciplina, e ci dice che non bisogna passeggiare per il viale, ma
tenere le finestre aperte e pulire le baracche onde evitare epidemie. Ci ha detto anche che le
cartoline non sono partite, perche' non tutti si sono attenuti alle norme, cioe' di scrivere non piu'
di
tre righe. Chi ne ha scritto tre o meno e' stato fortunato, perche' la sua e' partita. Io ne ho scritto
due, sara' partita la mia? Vorrei che i miei non fossero piu' in ansia. Pero' a poco a poco il ricordo
della famiglia diventa sepre piu' lontano e mi sembra quasi di non aver avuto una famiglia.
9 ottobre.
Giornata incolore e scialba. A tarda sera e' arrivata la notizia che Pinsk in Polonia e' stata
occupata e in Italia Chieti; Roma evacuata. Cio' rialza il morale, perche' pare che Pinsk sia stata
realmente occupata e perche' Varsavia e' vicina, il confine e' vicino, la fine della guerra dovrebbe
anche essere vicina e cosi' anche il nostro ritorno a casa. Chieti pare che sia una delle solite
balle. A proposito di Roma, un giornale francese diceva che il governo di Mussolini ha lasciato
Roma trasferendosi in una citta' dell'Italia settentrionale.
10 ottobre.
Finalmente ho potuto ascoltare la S.Messa. Un piccolo altare formato da un tavolino in
mezzo ad un ripiano; un crocifisso e' su questo tavolino coperto da una coperta da campo e da
una tovaglia bianca che assomiglia stranamente ad un lenzuolo. Tutti siamo intorno. Il
cappellano indossa i paludamenti sacri e comincia la cermonia. Non credo che ci sia stata un rito
piu' austero e piu' semplice. All'elevazione un ufficiale da' l'attenti. Oh le belle funzioni del mio
paese, accompagnate dal suono dell'organo, direi vivificate da quel suono. Il pensiero vola a
casa, Il morale e' molto basso e le lacrime vogliono per forza uscire. Il morale, le persone di
casa, il suono lontano delle campane mi attanagliano il cuore. Vorrei piangere ma debbo
trattenermi, perche' se io piangessi piangerebbe anche Jovine e cosi' Di Tullio. Cosa faranno a
casa?
11 ottobre.
Il sole si fa vedere fortunatamente sempre. Esce verso le dieci, ma esce. Per noi Italiani il
sole significa la vita. Per• credo che cio' non sia solo per noi, ma anche per gli altri, perchŠ col
sole non si ha freddo quindi non si ha bisogno di coprirsi molto e si puo' attendere tran-
quillamente in fila il proprio turno per il rancio. La strada non e' piu' fangosa e quindi anche le
scarpette vanno bene.
12 ottobre.
Scoperta de1l'America, gloria del genio italiano. Colombo arrivava alla sua meta sfidando
tutti i pericoli. Mi viene quasi voglia di emettere un urrah per l'America ed inneggiare al suo
Presidente. Come cambiano le cose umane! Fino a poco tempo fa se avessi incontrato un
americano lo avrei fatto a pezzi; se lo incontrassi ora, lo abbraccerei per la semplice ragione che
sarebbe mio liberatore e mio salvatore.
13 ottobre.
Forse sembrera' strano che io non nomini o nomini raramente i miei; se ci penso piango e il
morale e' basso. L'unico mio desiderio sarebbe dare e ricevere notizie e rassicurarmi ed esserne
rassicurato. E di mio fratello cosa ne sara' stato? Speriamo bene.
14 ottobre.
Adunata per i lavoratori. Il freddo e' piuttosto intenso, malgrado il sole. Sto ad aspettare il
mio nome o meglio il mio numero per partire ad invece aspetto invano fino alle dieci. Ho fretta di
partire per allontanarmi da questo maledetto campo e sistemarmi. Ho tanta voglia di mangiare
seduto su una sedia davanti ad un tavolo; spogliarmi per bene la sera ed indossare il pigiama,
vedere un po' di luce e leggere, mangiare un po' di piu'. Spero di essere chiamato domani e di
partire in giornata.
15 ottobre
S. Teresa.
Quante cose mi ricorda questo nome! Rivedo la statua nella chiesa di S. Pietro e di
conseguenza rivedo nella mente Frosolone, i miei, la mia casa. Ricordo il mio...dramma
amoroso, la sbornia, le passeggiate, le dicerie, Vittorino. Povero Vittorino! [Morto in caserma
in
un bombardamento a Foggia la sera del ritorno dai combattimenti in Libia!]. Nel giorno di S.
Teresa voglio rivolgere a te un pensiero fraterno. Voglio onorare la tua memoria, veglio rendere
un tributo di affetto alla nostra sincera amicizia. La morte non ha voluto farti soffrire facendoti
vedere le misere condizioni in cui e' caduta l'Italia, le scempio che ne fanno i tedeschi.... Forse
anche tu avresti dovuto sopportare le pene, le sofferenze di un campo di concentramento,
numero tra numeri.
16 ottobre.
I giorni si succedono ai giorni. Sembra di essere qui da chi lo sa quanto tempo ed invece
non sono che venti giorni, appena venti!! La noia e' molto grande, tanto piu' che non trovo un
libro
da leggere.
17 - 18 ottobre.
Giornate direi quasi inutili. Se di quando in quando non venisse qualche notizia a sollevare il
morale, le giornate sarebbero tutte inutili.
19 ottobre.
Un mese fa eravamo a Brioni ed imprecavamo alla nostra cattiva sorte, augurandoci di
partire al piu' presto possibile per qualsiasi destinazione pur di toglierci da quella orribile
indecisione. Don Nicolino celebro' la Messa ed in fine ci fu il solito viva il Re da parte del
sacerdote. La nostra risposta fu sonorissima. Mai come allora si senti' il nostro attaccamento alla
dinastia Savoia.
20 - 21 ottobre.
Finalmente mi hanno chiamato. Sono contentissimo di allontanarmi da questo maledetto
campo, in cui cosi' facilmente si salta il pasto e in cui per la fame non si puo' fare nemmeno
pacificamente un tressette. Infatti, Di Tullio a un certo punto e' stato costretto a smettere di
giocare e andare sul letto a sdraiarsi. Effetti della fame.
22 - 23 -24 ottobre.
Sono i primi giorni di lavoro. Le mie mani non sono abituate al lavoro del picco e della pala e
quindi mi fanno male. Pero' a poco a poco il dolore diminuisce e tutto procede per i1
meglio.
25 - 26 ottobre.
Le giornate ormai non presentano alcunche' di particolare. Il lavoro manuale non dispiace.
Le mani sono un po' addolorate, ma dopo una buona mezzora di lavoro tutto passa. Si lavora col
picco e con la pala. Penso a certa gente che per non ingrassare o per un mania qualsiasi fa la
ginnastica da camera la mattina. Che provi a fare una mezzora con la pala. Quante mani gentili
dovrebbero mettere in mano questi arnesi pesanti.
27 - 28 - 29ottobre.
Le giornate sempre monotone, nel senso che non c'e' nessun avvenimento degno di rilievo.
Nessuna voce e' piu' in giro e cio' e' un gran bene. Si va 1avorare spensierati e giulivi. L'unico
pensiero e' quello della famiglia. In baracca si e' raggiunto un certo affiatamento e si sta quindi
molto bene. Il lavoro non e' difficile. L'unico guaio e' che ho un solo paio di pantaloni. Hanno
fatto
la richiesta per la montura ma difficilmente l'avro'. La burocrazia esiste sempre e dovunque. Lo
stesso si puo' dire dei ladri.
30 - 31 ottobre.
Sabato e domenica sono senza dubbio le giornate piu' noiose. Dappertutto in verita' la
domenica e' stata la giornata piu' noiosa. A Roma sognavo Frosolone pensando che qui sarei
potuto andare in montagna; a Frosolone pensavo a Roma, al cinema, alle passeggiate al Pincio,
alla musica; qui non penso a niente. E' noioso stare tutto il giorno chiusi come se si fosse in un
manicomio. Il reticolato c'e' sempre e dappertutto. Mancano i cani di Markt-pongau. La domenica
si puo' fare pero' un po' di pulizia e lavare la biancheria.
1 - 2 novembre.
E' iniziato il nuovo mese, ma la vita e' sempre la stessa. Il lavoro e' sempre uguale, cosi' il
tempo, solo che la mattina incomincia a fare piu' freddo. E' un po' doloroso stare su una scala,
all'ombra, con l'acqua che gocciola e che quando una goccia cade sulla mano sembra che cada
un colpo di spillo, ma e' preferibile al picconare.
3 - 4 - 5 - 6 novembre.
Il Piave mormorava.... Quante volte ho cantato in Italia questa canzone. Anche il 4
novembre l'ho cantata ma con quale animo ed in quali condizioni. In Italia non sapevo cosa fosse
la guerra e per di piu' la prigionia. Cantavo cosi' per cantare, seguivo insomma la corrente. Tante
volte oratori improvvisati hanno celebrato l'anniversario della ... vittoria; si sono fatto cerimonie,
messe, corone d'alloro sul monumento, la banda suonava il Piave.
7 - 8 novembre.
Il giorno 7 e' stato memorabile. Sono infatti riuscito a mangiare gli gnocchi. La mattina sono
andato a pelare le patate e ne ho prese ben 30. Le ho messe nelle tasche e nei pantaloni con
una grandissima paura di essere perquisito. L'ho scampata bella, perche' tutto mi e' andato bene.
La sera le ho fatto bollire ed un capo, Caporossi (da Roma), ha fatto gli gnocchi. La farina l'ho
procurata in una settimana. Mi avevano promesso il burro ma non e' stato possibile averlo. Gli
gnocchi erano buoni. Come sugo, ho messo da parte il brodino del giorno e della sera e poi giu' a
mangiare. C'e' ancora un po' di farina e questa servira' per domenica prossima. E' stato quindi un
giorno veramente memorabile.
9 - 10 - 11 novembre.
Sono riuscito finalmente a sentire un po' di musica. Al ritorno dal lavoro, siccome il rancio non era pronto, sono andato nella sala degli operai e qui ho ascoltato un po' di musica. Credevo che dovessi fare chi lo sa che cosa, invece mi sono semplicemente meravigliato di sentirla. Ricordo quello che diceva mio padre quando raccontava qualcosa sulle sue avventure nella grande guerra e cioe' che una volta in licenza, avendo sentito la musica, si mise a piangere. Per lui pero' il caso era diverso. Erano i nervi scossi dal rumore delle fucilate, cannonate ed altre coserelle del genere che gli facevano un effetto simile [tre anni di trincea lasciano strascici!]. Per me e' invece una semplice dimenticanza. Quanlche volta sogno di stare sprofondato su una gomma piuma, con un bel fuoco davanti e sentire la radio.
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