Il gruppo

Chiara Casarico    Elisa Consagra    Giovanna Pezzullo    Tiziana Scrocca

Provenienti da formazioni ed esperienze teatrali diverse, le quattro attrici si incontrano nel 1999 grazie al Progetto ETI "Clown in Corsia", all'interno del quale ricevono una formazione comune da Wladymir e Yury Olshanski, basata sul metodo sperimentato dal Big Apple Circus di New York.

Dopo aver lavorato insieme negli ospedali come clown-dottori e sperimentato l'attività di Teatro di Strada, alla fine del 2000 maturano l'esigenza di unire il mondo del teatro a quello della clownerie.

Nasce, così, un progetto di spettacolo di "clown teatrale", dove poter confrontare, verificare e studiare, non solo due codici diversi, ma anche due mondi diversi, sia a livello strutturale sia tematico: la maschera clown e il personaggio teatrale. Tale esigenza collima con l'invito a partecipare al Festival Internazionale di Reims, dove il gruppo debutta nel maggio 2001 con "Mimì Cocò Ciuciù Zazà".

 

Lo spettacolo

"Mimì Cocò Ciuciù Zazà" è uno spettacolo di ricerca, "scritto" e diretto a quattro mani, in cui si incontrano e si fondono due linguaggi diversi: quello della maschera e quello del personaggio.

Due mondi messi a confronto, da cui attingere elementi drammaturgici differenti. Dal clown: la sinteticità del gesto e dello sguardo (sostitutivi della parola), la mimica e l'espressività fisica (elementi sintetici di una psicologia semplice ma profonda). Dal teatro: un'attenzione alla psicologia dei personaggi, alla loro storia, al racconto e alla drammaturgia interna.

Non solo raccontare una storia, ma capire come raccontarla, quali passaggi, quali codici, come dosare la gag clownesca, quando introdurre il paradosso e l'assurdo e come dosare questo paradosso con la quotidianità e la psicologia del "personaggio clown".

La drammaturgia del clown, basata essenzialmente sul "conflitto" tra sé e sé, tra sé e il mondo, tra il desiderio e la realtà, porta con sé la comicità di situazione e la poesia legata al tema della frustrazione. Tutto ciò si libera nello spazio metafisico del Teatro, il quale offre di per sé una drammaturgia che può "riscattare" i suoi personaggi concedendogli un cambiamento.

     Lo spazio scenico dello spettacolo rispetta le linee drammaturgiche di sinteticità, essenzialità e simbolicità. Infatti, gli unici elementi scenografici sono gli oggetti personali dei personaggi: quattro casse che contengono e creano il loro vissuto e i loro sogni.

     A livello narrativo, la fabula segue inizialmente un intreccio piuttosto lineare: dal quotidiano di ciascun personaggio si passa all'incontro sul palco e all'attesa del regista. L'attesa, denominatore comune dell'incontro, funge da "basso continuo", stimolo e trait-d'union dei diversi sketch che nascono all'interno di questo "tempo dilatato" e sfociano nei due "grandi numeri" finali che concludono lo spettacolo.

Da questo tempo senza soluzione, in cui non "succede niente", i personaggi assumono una volontà di gioco, maturata dall'azione nata inizialmente loro malgrado e agita nel finale con coscienza e determinazione.


...qualche foto...

 

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SCHEDA TECNICA

Palco minimo necessario: 6 x 6m

Possibilità di riquadrare con quinte e fondale

Luci : 16 - 20 pc

Centralina: 12 canali

Lettore cd

 

Per informazioni contattare:

E-mail: chiara@mclink.it

 

Prezzo

£ 4.500.000 + 20% IVA