Scena 6 (6'31") Interno giorno. Casa di Gioia.
Inquadratura dell'orologio a cucù che suona. Nardi entra dalla porta d'ingresso e poggia cappello
e borsa su una poltroncina. Si addentra nella casa.
Nardi: Buongiornoooo! (si aggiusta i capelli).
Risponde la voce fuori campo di Italia, la mamma di Gioia.
Italia: Buongiorno commendatore.
Nardi: Mmmm, che odorinoooo, buongiorno mamma Italiaaaa!
Entra nella cucina dove ci sono Italia che sta cucinando e Lolita, sorella preadolescente di
Gioia, che sta stappando una bottiglia di vino.
Italia: Buongiorno.
Lolita: Buongiorno commendatore.
Nardi Ciao Lolita, (prende un grissino dalla tavola) cosa ci prepara di buono mamma
Italia, spaghetti?
Italia: No, tortellini.
Nardi: Buoni! (rivolgendosi a Lolita in difficoltà con la bottiglia) Che stappi tu, cos'è
‘sto vino, Barolo?
Lolita: Sì, l'ha portato lei ieri sera (gli consegna la bottiglia).
Nardi (ridendo): Lo so, lo so (mentre prova a stappare la bottiglia guarda con attenzione
il fondoschiena di Lolita che prova ad eseguire dei passi di danza). Salta eh? (guardando Italia)
Salta chi può! (Italia annuisce sorridendo).
Entra Iride, la sorella maggiore di Gioia, Nardi stappa la bottiglia.
Iride: Buongiorno commendatore.
Nardi: Ciao Iride, com'è andato il provino alla televisione?
Iride (mentre si allaccia la cintura): Ah benissimo, è stata una cosa stupidissima. Pensi
(Nardi si versa un bicchiere di vino), signore e signori siamo spiacenti di sospendere la
trasmissione per un guasto al sonoro. Ma non è stupidissimo (si nota che Iride è un po'
blesa).
Nardi (riprendendo il difetto con tono canzonatorio): Ftupidiffimo (ride e si rivolge ad
Italia). Contenta di Iride mamma Italia?
Italia: Oh mica tanto, ma sa cos'hanno detto? Che la mia Iride si mangia la esse.
Nardi (rassicurante): Eeh, la televisione trova sempre dei pretesti, avranno qualche
raccomandata.
Italia (con tono di preghiera amichevole) Commendatore…non potrebbe fare lei una
telefonatina?
Nardi: Alberto Rabagliati?
Italia: Meglio di niente (Nardi emette un suono di assenso mentre beve un bicchiere di
vino). Commendatore vada in sala a vedere le tendine nuove.
Nardi: Le hanno già messe?
Italia: Sììì, Gioia con le sue mani! (Nardi va in sala).
Nardi: Beene! Vediamo queste tende (arriva in sala) Ahh, belline, stanno proprio bene,
Lolita? (porgendole la bottiglia di vino stappata) Tieni cara, porta a tavola (Si rivolge ad
Iride seduta sul divano) Iride? (tira fuori dalla tasca la scatolina che aveva già mostrato alla
moglie) Vieni qua (Iride si alza incuriosita e lui apre la scatolina e si sente il carillon).
Iride: Oh, che sogno (nel frattempo si avvicina di nuovo Lolita saltellante e sorridente)
è per Gioia?
Nardi (sorridente): Sì.
Lolita: E' il valzer delle candele!
Nardi: Vi piace?
Lolita: Gioia, Gioia vieni!
Nardi: Sssshhhh, buona, buona (chiude la scatolina e la nasconde nella mano).
Entra Gioia con le braccia tese mostrando le unghie con lo smalto appena messo.
Gioia: Guarda ti piace?
Nardi: E' lo smalto che ti ho regalato io cara?
Gioia: Si è quello che mi hai mandato da Parigi.
Nardi (porgendo la guancia): Bacino…(Gioia lo bacia).
Italia (dalla cucina alzando la voce): Lolita!
Lolita: Vengo (va in cucina).
Nardi: Là! (apre la scatolina e riparte il carillon).
Gioia: Uuh che bello! (ridono tutti e due).
Nardi: Conosci questo motivo?
Gioia: Si, è il valzer delle candele.
Nardi: Non ti ricorda niente?
Gioia: No.
Nardi: Non lo abbiamo ballato la prima volta che ci siamo conosciuti?
Gioia: No caro, era "Ohi che mambo!".
Nardi: Era "Ohi che mambo!"?
Gioia: Eh sì.
Nardi (assumendo un atteggiamento di stanchezza e toccandosi la faccia): Ohiohioi, che
confusione nella mia testa…
Gioia (preoccupata): Oddio, non ti senti bene?
Nardi (improvvisamente rinfrancato): Un momento di assenza cara (va a stendersi sul
divano) e dalle sette che galoppo sai. Mi butto un po' qui cara, tre minuti.
Gioia: Senti, perché non mangi prima qualcosa?
Nardi: Tre minuti cara, tre minuti di relax.
Gioia: Ti faccio un massaggio al trigemino?
Nardi: Grazie cara (Gioia inizia a massaggiargli le tempie). Mmm, non me lo dovevano
riaprire.
Gioia: Che cosa caro?
Nardi: Il canale di Suez (Gioia sorride). Ma come, prima me lo chiudete e poi me lo
riaprite? Proprio nel momento in cui sto speculando sulla benzina. Allora ce l'avete con me, eh?
Sai cara, partirei oggi stesso, volontario se si trattasse di combattere ancora contro di loro.
Gioia: Ce l'hai ancora con i portoghesi?
Nardi: Inglesi cara, il canale di Suez è degli inglesi.
Gioia: Mo non ti agitare, adesso pensa a fare il tuo relax (Nardi sorride ad occhi
chiusi).
Italia (fuori campo): Gioia!
Gioia: Si mamma, vengo. Scusami (se ne va).
Nardi: Va' da mamma va'.
Italia: Gioia gli hai ricordato l'ultima rata della pelliccia?
Gioia: Mamma ti prego un minuto glielo vorrei lasciare, è lì che galoppa dalle sette!
Italia: Guarda che io oggi gli parlo francamente sai (inquadratura su Nardi steso sul
divano che ascolta il dialogo tra mamma e figlia).
Gioia (implorante): Mamma ti prego.
Italia: No, gli parlo, gli devo dire tutto quello che sento (se ne va con lo sguardo
minaccioso).
Nardi (alzandosi agilmente dal divano): Oppela! (Risatina) La reveille!
Gioia: Stai bene?
Nardi: Benissimo cara, è come se avessi dormito quattro ore! (Risatina).
Italia (a voce alta fuori campo): Mettetevi a tavola che porto i tortellini!
Nardi: Subito mamma Italia (si recano al tavolo da pranzo) Andé a magnè i turtelein!
Lolita: E' vero che Napoleone dormiva solo tre ore?
Nardi: Ah non solo dormiva tre ore (accarezza i capelli a Lolita e le mette le mani sulle
spalle), ma quando si svegliava dettava sette lettere contemporaneamente! Vedi cara, per me sono
stati tre (si siede insieme a gioia mentre Italia ed Iride servono a tavola) i grandi uomini
della storia. Dante Alighieri, Napoleone Bonaparte e poi ci sarebbe stato il terzo che…malgrado i
suoi collaboratori (da una pacca sul sedere a Lolita) resta sempre un genio.
Lolita: Chi è?
Nardi: Lolita una volta lo si diceva, adesso purtroppo non si può più dire ah! (Italia
passa di nascosto la cambiale della pelliccia a Gioia) Beh, oggi mi sento bene e mangio con
appetito perché ho praticamente concluso un affare da centoventi milioni (Gioia gli passa la
cambiale) Cos'è?
Gioia: E' la cambiale della pelliccia che scadeva oggi (Nardi la legge) Ma…ne ho già
parlato con il ragioniere (minimizzando).
Nardi: Trecentomila? (Risatina).
Suona il campanello.
Italia (dalla cucina alzando la voce): Lolita vai ad aprire (Lolita va ad aprire
saltellando).
Nardi: Ci penso io cara anzi scusa se non l'ho pagata subito ma ho un trasferimento in
corso.
Iride: Cos'è un trasferimento?
Nardi: Eh, un trasferimento è una cosa un po' complessa cara, è lunga da spiegare come
tutta l'economia in genere del resto evvero (Gioia annuisce con il capo).
Entra trafelato Stucchi mentre Nardi sta per mangiare il primo tortellino.
Stucchi: Buongiorno!
Nardi: Cosa c'è Stucchi, cosa fa?
Stucchi: Chiedo scusa donna Italia.
Nardi: Ma come scusi, stiamo mangiando!
Italia (fuori campo): Stiamo mangiando!
Stucchi sussurra qualcosa nell'orecchio di Nardi.
Nardi (infastidito): Ma che fa marchese soffia? Cosa vuol dire fallimento?
Stucchi: Riferisco testualmente, ambasciator non porta pena.
Nardi (seccato): Ooooh, come corrono! Scusa cara ma come vedi non mi lasciano in pace
neanche qui (alzandosi).
Gioia. Ma come, te ne vai?
Nardi: Sono affari di milioni mamma Italia. No, no cara conosco la strada non ti
disturbare (fermando Gioia che si stava alzando).
Italia: L'accompagno commendatore.
Nardi: Ciao Iride, ciao Lolita.
Stucchi (sorridendo): Signorina Gioia i miei rispetti (si avvicina a Lolita che sta
mangiando).
Nardi ed Italia si allontanano verso la porta.
Italia: L'accompagno.
Nardi: Lasci fare vado solo.
Italia: Ma la voglio accompagnare.
Nardi: Ma non insista mamma Italia!
Stucchi (rivolto a Lolita): Tortellini?
Lolita: Sì.
Stucchi: Boni eh?
Lolita: Eeh! (annuendo).
Stucchi va verso la porta. Nardi prende dall'armadio la pelliccia regalata a Gioia.
Italia: Che fa commendatore?
Nardi: Ah, mamma Italia sshhh, una sorpresina per Gioia...
Italia: Che sorpresina?
Stucchi prende borsa e cappello di Nardi.
Nardi (fa una risatina): Ho visto una pelliccia in un negozio…(gesto con la mano per
descriverne la bellezza) Sa che faccio? Dò indietro questa e prendo una pelliccia di visone
selvaggio (fa per andarsene).
Italia (afferra la pelliccia): Ma questo è già visone selvaggio!
Nardi (tirando a sua volta la pelliccia): Ah no, lei non se ne intende Mamma Italia.
Italia (urlando continuando a tirare): Eh no commendatore, sono due anni che lei fa il
tira e molla, prima ci regala la Seicento e poi con la scusa di portarci una Giulietta se la
riprende (Nardi guarda Stucchi) e adesso si vuole fregare anche la pelliccia? (Nardi la guarda
indignato) Ma io non gliela dò, a costo di tagliarla a pezzettini con le forbici e di buttarla
nel water!
Gioia si avvicina mettendo una mano sulla spalla di Nardi.
Nardi: Ah mamma Italia, non l'avrei mai creduto che lei scendesse (tira con violenza la
pelliccia) così in basso!
Gioia (urlando): Mamma non essere volgare!
Italia (sempre urlando): Ma che volgare, tu vai di là! Molla la pelliccia romano!
Nardi (urlando e colpendo forte con il braccio quello di Italia): Ma mollala tu la
pelliccia bolognese! (apre rapidamente la porta di casa).
Nardi (sempre urlando): Ciao Gioia ci vediamo fuori! (esce).
Gioia (fuori campo urlando): Sì Alberto!
Italia (sempre urlando verso l'esterno): No! Lei la mia Gioia non la vede più né dentro né
fuori romanaccio cafone!
Italia sbatte la porta ed incrocia le braccia. Parte un motivetto musicale. Stucchi che ha
assistito silenzioso alla scenata ed è rimasto nell'ingresso accenna un rispettoso
sorriso.
Stucchi: Donna Italia…posso uscire?
Italia sembra essere incerta ma poi si allontana verso le figlie e Stucchi esce.
Italia: Sono contenta che sia andata così! eh sì perché quando un uomo riesce a vendere la
pelliccia della sua donna vuol dire che è finito!
Gioia: Finito? Ha, mi fai ridere.
Italia: Ah no, ti ha proprio stregato!
Gioia. No mamma, è che voi lo conoscete solo a pranzo, io invece lo conosco profondamente
e so che arriverà molto, ma molto in alto.
Italia: Ma dove vuoi che arrivi…se non avesse la moglie che lo mantiene a quest'ora
sarebbe in galera per debiti!
Gioia: Ma mamma non è colpa sua se hanno chiuso il canale di Suez!
Italia: Il canale di Suez? Ma cos'è ‘sto canale di Suez?
Gioia: Eh, è stato proprio il canale che gli ha dato la crisi se lo vuoi sapere, e poi lo
hanno escluso dal mercato comune europeo e poi hanno svalutato la peseta portoghese. E così tutto
gli è crollato addosso.
Italia: Ma tu come fai a sapere tutte queste cose?
Gioia: Eh, le so le so perché lui me ne parla per ore, ore e ore.
Italia: E tu ti lasci suggestionare da quell'imbecille?
Gioia: Ooohh è inutile, non potete capire.
Iride: E già perché noi siamo delle deficienti, solo tu sei la donna eletta!
Gioia: Lui me lo dice sempre. Gioia non parlare mai in casa di queste cose perché tanto
non ti possono capire.
Italia (con tono ironico): Ah si? ti dice così il commendatore.
Gioia (sconsolata): Mah, è doloroso dirlo, ma in questa casa a volte mi sento…proprio una
straniera (esce da una porta).
Scena 7 (2'23") Interno giorno. Ufficio del ragionier Lambertoni.
Dissolvenza incrociata. Stucchi e Nardi entrano nell'ufficio di Lambertoni mentre quest'ultimo,
inquadrato di spalle seduto alla scrivania, parla al telefono.
Lambertoni (ad alta voce): Ma sì, ma sì avvocato mandi avanti il protesto, ho detto
protesto! (Nardi guarda Stucchi con preoccupazione) Faccia gli atti, protesto! (abbassa la
cornetta) Accomodatevi.
Nardi (sedendosi): Una…sigaretta caro Lambertoni? (Lambertoni fa con la mano un cenno di
rifiuto, Stucchi rimane in piedi con la pelliccia sul braccio) Senta caro Lambertoni, io
riconosco di essere in difetto per questa mattina ma…(accenno di risata mentre si accende la
sigaretta e poi la mette in bocca) in questi ultimi tempi, sarà il caldo, ma…io sono molto
distratto (controcampo su Lambertoni).
Lambertoni: No, lei non è mica distratto, lei è una biscia! Ma cosa crede di risolvere
scappando? (gli mostra le cambiali) Qui ci sono quattro cambiali, scadute ieri, di undici
milioni. Quindi o lei paga o io la faccio fallire sa!
Nardi (con faccia dolente): Pillole marchese! (Stucchi gli da le pillole) Due (le ingoia).
Sto molto meglio, grazie non si preoccupi Lambertoni (lieve cenno di assenso di Lambertoni con il
capo) Senta Lambertoni io qui ho una pelliccia (si alzano entrambi) del valore di quattro
milioni, faccia vedere marchese.
Lambertoni: Che bestia l'è questa qui?
Nardi: Visone selvaggio rosè canadese naturale pelo folto.
Lambertoni: Ah (fa una telefonata).
Nardi (dopo aver guardato Stucchi): Lambertoni, l'ho pagata io quattro milioni ma a lei
gliela do per tre.
Lambertoni: Pronto? Sono il ragionier Lambertoni (fa segno a Nardi di spegnere la
sigaretta nel posacenere) Senta c'ho qui un nostro cliente, beh è inutile che le dica il
nome…(Nardi fa indossare a Stucchi la pelliccia) Vorrebbe una dilazione. Sì. Offre una pelliccia,
dice che era un visone selvaggio…
Nardi (avvicinandogli il braccio impellicciato di Stucchi): Rosè canadese naturale senta
che pelo (Lambertoni lo allontana con decisione).
Lambertoni (al telefono): Pressappoco la sua taglia.
Nardi (a Stucchi): Levetela…'nnamo.
Lambertoni (al telefono): Sì, la valutiamo un milione?
Nardi (sorpreso): Che? Un milione? (Lambertoni fa il segno uno con l'indice e Nardi si
gira verso Stucchi ripetendo il gesto) Un milio…
Lambertoni: Va bene, allora un milione ed otto giorni di proroga, arrivederla (abbassa la
cornetta). Va bene.
Nardi: Bene che.
Lambertoni: Lasci pure la pelliccia e venga a pagare tra otto giorni.
Nardi: Ma dico siamo impazziti? Prendo una proroga di otto giorni e per otto giorni vi
prendete una pelliccia che costa quattro milioni.
Lambertoni: Non sono mica io che decido, anch'io sono legato mani e piedi al mio
finanziatore.
Nardi (gesticolando ed alzando la voce): Ma che razza di persona è questo suo
finanziatore!
Lambertoni: E' una signora molto per bene che mi affida dei capitali da amministrare al
30% di interesse.
Nardi (ad alta voce): E me la faccia conoscere questa signora, questa vampira che da anni
mi succhia il sangue come Dracula, almeno per avere la soddisfazione di guardarla in
faccia…(Stucchi gli tocca il braccio come per calmarlo)…ma che fa marchese tocca?! (fa un gesto
sul braccio come per spazzolarsi della polvere).
Lambertoni: Caro Nardi, questa signora non sa che io presto i suoi denari a lei (Nardi
afferra il cappello dalle mani di Stucchi con decisione) ed è molto, molto meglio che non lo
venga mai a sapere.
Nardi (scettico): Si…
Lambertoni: Dia retta a me non faccia altre domande.
Nardi: (sempre scettico): Si, si.
Lambertoni (alzando la voce): Signorina! Arrivederci caro Nardi…
Nardi: Arrivederci Lambertoni…(rivolto a Stucchi) Daje ‘a pelliccia (va via).
Lambertoni: A me (Stucchi gli consegna la pelliccia).
Scena 8 (6'50") Esterno notte. Osteria all'aperto.
Dissolvenza incrociata. La Seicento guidata da ir zio di Nardi, con al fianco il nipote, entra
nel parcheggio del ristorante e fa una frenata brusca, sulla sinistra dell'inquadratura si scorge
l'autista di Elvira Almiraghi mentre fuma appoggiato alla Flaminia.
Nardi (seccato): E che fai zio! (ir zio si precipita ad aprirgli la portiera levandosi il
cappello, escono Nardi e Stucchi).
Autista: Buonasera commendatore.
Nardi: Mia moglie dov'è?
Autista (indicando): A quel tavolo (si avviano).
Ir zio: Se vedemo.
Autista (fuori campo): Si, se vedemo…
Nardi e Stucchi si avvicinano ad una tavolata alla quale sono seduti Elvira Almiraghi e un
gruppo di suoi amici.
Nardi: Buonasera a tutti, bella brigata vita beata! (si avvicina ad una donna fa l'inchino
e il baciamano) Come va donna Carla… (si avvicina ad un'altra donna e ripete gli stessi gesti)
Come sta donna Erminia…
Donna Erminia (sorridente): Carissimo!
Nardi gira in senso orario intorno al tavolo per raggiungere la moglie che sta conversando
piacevolmente mano nella mano con un uomo giovane.
Nardi: Conoscono il mio amministratore marchese Stucchi?
Stucchi (salutando alcuni commensali): Buonasera…buonasera…
Nardi (cercando di baciare sul collo la moglie che sorride a denti stretti e si ritrae
sotto lo sguardo del suo amico): Ciao stelìn!
Elvira Almiraghi: Cosa fai, su… (lei lascia la mano dell'uomo, Nardi si frena) Conosci
Oscar? L'anno scorso al Forte?
Nardi: Eccome no, ehilà ragazzo? (Stucchi vede la pelliccia portata a Lambertoni e lo
chiama toccandogli il braccio) Che c'è?
Stucchi (a bassa voce): La nostra pelliccia.
Nardi: La nostr…(Stucchi gliela mostra da entrambi i lati, espressione di sorpresa di
Nardi) Hai capito! (a bassa voce).
Elvira Almiraghi: Su Alberto, siediti!
Nardi: Sì cara. (rivolgendosi al cameriere che sta preparando il buffet alle spalle della
tavolata) Cameriere?
Cameriere: Subito.
Nardi: Di chi è questa pelliccia?
Elvira Almiraghi: E' mia no? (Nardi ha l'espressione di chi ha capito…)
Architetto (toccandogli un braccio): Come va lei Nardi?
Nardi (dandogli una pacca dietro la spalla): Benissimo architetto, checché se ne dica.
Cameriere: Comandi signore.
Nardi: Ossobuco.
Stucchi: Ossobuco anche per me (il cameriere fa un cenno di assenso con il capo).
Nardi: Si sieda Stucchi, ci penso io. Ah è tua la pelliccia? (rivolgendosi alla
moglie).
Elvira Almiraghi: Ti piace il mio visone, cretinetti?
Nardi: Moltissimo cara…ma scusa se ti faccio questa domanda in presenza dei tuoi amici (il
cameriere gli porta il sottopiatto). Come l'hai avuta?
Elvira Almiraghi: Mm, un'occasione…
Nardi: Pagata molto?
Elvira Almiraghi: Un milione (facendo il gesto con il dito indice).
Carla: Ma come hai fatto ad averla per così poco? E' proprio visone selvaggio?
Elvira Almiraghi: Tesoro, rosé canadese naturale…
Nardi: ...rosé canadese naturale, pelo folto.
Erminia: Tu Elvira hai proprio il senso degli affari!
Elvira Almiraghi: Vedi, qui a Milano c'è molta gente che fa il passo più lungo della
gamba, poi si trova in difficoltà e svende.
Nardi: Ma c'è subito pronto lo strozzino… (fa il gesto con la mano come a voler
acchiappare qualcosa e fa l'occhiolino a Stucchi) Ma se esiste qualcuno lassù e io credo che
esista… (indica il cielo e gira gli occhi verso l'alto) questo qualcuno un giorno punirà lo
strozzino.
Elvira Almiraghi: Io penso che se c'è qualcuno lassù punirà anche i cretini e i
megalomani! (Nardi beve un bicchiere di vino)
Architetto: Sei straordinaria Elvira, hai sempre la battuta pronta.
Nardi (imitando il tono manierato e l'erre moscia dell'architetto con una risatina amara
ed ironica): Ma non c'è mica tanto da ritere sa architetto? Mi sai dire cara che cos'è un
megalomane?
Elvira Almiraghi: Un megalomane è uno che si crede superiore a tutti invece è un
cretino,…ridicolo…che si circonda di incapaci (guardando Stucchi)!
Nardi: Ha afferrato il senso Stucchi?
Stucchi (evidentemente concentrato sull'ossobuco): No…veramente non ho afferrato l'ultima
parola.
Elvira Almiraghi: Ho detto che il megalomane è uno che si circonda di gente mediocre per
sentirsi superiore.
Stucchi: Effettivamente ho sempre pensato anch'io che esistono degli uomini superiori e
degli altri inferiori.
Elvira Almiraghi: E quali sarebbero questi uomini superiori?
Erminia: Beh, Bartali nel suo ramo era certamente superiore agli altri, pensate che aveva
quarantasette pulsazioni al minuto!
Voce maschile (fuori campo): Erminia, e smettila!
Uomo seduto vicino ad Erminia: Anche nell'industria esistono i superuomini, i Rockefeller,
i Ford, i Morgan...
Nardi: Ma mi faccia il piacere lei! Gente nata in America dove se chiedi un prestito te lo
fanno e ti dicono grazie! (spezza il pane)
Elvira Almiraghi: Ma lascia stare l'America, che se uno vale qualche cosa diventa qualcuno
anche qui.
Nardi: Siii? E fammelo vedere questo qualcuno.
Elvira Almiraghi: Subito, quello là per esempio (si gira per salutare con la mano verso un
altro tavolo) Carlettooo?
Da un tavolo si gira Carlo Fenoglio, un uomo robusto e pelato, con un'espressione di contenta
sorpresa.
Fenoglio (si alza): Oooohhh Elvira!
Stucchi (rivolto a Nardi): Chi è?
Nardi: Fenoglio... settanta miliardi! (si pulisce la bocca con il tovagliolo)
Fenoglio: Simpatia mia, non ti avevo visto (tutti i commensali si alzano e Nardi appare
particolarmente deferente) Comodi, comodi (facendo cenno a tutti di sedersi).
Voci dei commensali: Buonasera, buonasera…
Fenoglio: Come sta la mamma?
Elvira Almiraghi: Sta bene, su in Svizzera, parto adesso e vado a trovarla.
Fenoglio: Brava, allora me la saluti da parte mia. Le dici: "Fenoglio, ti saluta" (dà un
buffettino sulla guancia di Elvira)
Elvira Almiraghi: Grazie caro. Tu conosci mio marito?
Fenoglio: No.
Nardi (visibilmente emozionato): Tanto piacere…
Fenoglio: Molto lieto.
Elvira Almiraghi: Vedi Alberto questo è un uomo che dal nulla è diventato uno dei più
grandi industriali in Europa.
Fenoglio (gesticolando): Beh non esageriamo. Io dico sempre che nella vita quello che
conta è avere un po' di fortuna. Tutto qui.
Nardi: Mi fa piacere che lei dica così. Proprio lei Fenoglio che per me è un dio.
Fenoglio (gesticolando come a dire di non esagerare): Eeeeee…
Nardi (con convinzione): E no, lo è ma che scherziamo. Perché anche io la penso così,
negli affari è solo fortuna.
Fenoglio (posando la mano sul petto di Nardi come per frenarlo): Eh no! Solo fortuna no
(espressione di delusione di Nardi mentre guarda verso gli altri commensali). Negli affari…ci
vuole anche un po' di testa (si indica la testa). Eh, eh, eh…(si rivolge alla tavolata
gesticolando) Buonasera e buon appetito a tutti!
Voce femminile fuori campo: Grazie! (si intravede di spalle Stucchi mentre si alza).
Elvira Almiraghi: Altrettanto Carlo, ciao (si danno la mano).
Fenoglio: Ciao.
Fenoglio si avvia verso il suo tavolo ed è seguito da Nardi che accenna una corsa.
Nardi: Aah, permette sciur commendatur… (lo raggiunge e fa una risatina)…commendatore,
colgo l'occasione per parlarle…di un certo progettino.
Fenoglio: Sì.
Nardi: Ci sarebbe un brevetto da rilevare, freno per ascensore Fritzmayer. Facciamo così
lei mi fa un assegnino, mi dà venti milioni e la faccio mio socio stase…
Fenoglio: Guardi adesso non ho tempo c'è qui il tedesco che mi aspetta (faccia delusa di
Nardi). Fra qualche mese magari, quando torno dalla crociera, mi telefoni, eh?! Arrivederla
Almiraghi! (porgendogli la mano).
Nardi (stringendogli la mano): Nardi! Alberto Nardi. Almiraghi è mia moglie.
Fenoglio (toccandosi il capo per evidenziare una sbadataggine): Ah si è vero! (gli stringe
con le mani entrambe le braccia) Arrivederla…
Nardi: Si…
Fenoglio:...Nardi! (si allontana)
Nardi (a bassa voce e con chiara ironia): C'ha il tedesco…
Fenoglio torna a sedersi al suo tavolo.
Donna seduta vicino a Fenoglio (dopo aver dato un'occhiata a Nardi): Chi è quello là?
Fenoglio (alzando le braccia): Se dovessi dar retta a tutti…(le fa una carezza sul
mento).
Elvira Almiraghi (fuori campo): Arrivederla, ciao a tutti (Nardi vedendo che la moglie sta
andando via si avvia verso di lei, compare nell'inquadratura Elvira Almiraghi che saluta prima
l'architetto e poi l'uomo che era seduto vicino ad Erminia. Entrambi le fanno il baciamano) Ciao
caro, ciao. Tesoro addio (saluta e bacia Erminia) Ingegnere arrivederla (l'ingegnere le fà il
baciamano), ciao a tutti (salutando con la mano).
Nardi (mentre la raggiunge): Ma come te ne vai, io devo parlarti due minuti!
Elvira Almiraghi: Parla pure ma fa presto perché ho fretta. Amedeo tieni, metti in
macchina (consegna la pelliccia al suo autista che la prende sorridendo dopo essersi levato il
cappello).
Nardi (implorante): Vai in villeggiatura e io sono con l'acqua alla gola, vai pure se vuoi
ma lasciami almeno un po' di ossigeno!
Elvira Almiraghi (caustica): Per regalare le pellicce alle tue amanti?
Nardi (prendendole il braccio): E allora tu? Che finanzi sempre gli altri e a me no.
Eppure quando ci siamo sposati, davanti a padre Agostino, abbiamo deciso di dividere tutto. Io ti
ho dato il mio entusiasmo, la mia speranza, la mia intelligenza, ma tu…tu che cosa m'hai
dato?
Elvira Almiraghi (guardandolo con sorpresa dopo aver fissato gli occhi nel vuoto mentre il
marito parlava): Settanta milioni in cinque anni!
Nardi (pregandola con voce suadente): Un assegnino di venti milioni al cretinetti tuo.
Elvira Almiraghi: Vuoi altri soldi? No, neanche un centesimo!
Nardi (alzando la voce): Posso commettere una follia!
Elvira Almiraghi (mentre apre la portiera della Flaminia): Ne hai già commesse tante, una
più una meno…
Nardi (ancora ad alta voce): Guarda che questa volta ne commetto una grossa, io apro il
gas!
Elvira Almiraghi (ironica mentre entra in macchina): Tanto a te cosa costa, la bolletta la
pago io (sbatte la portiera e si rivolge all'autista) Andiamo!
Nardi (mentre la Flaminia si allontana): Elvira bella! (abbassando la voce) Come sei
brutta, a te e tu' madre…
Nardi si appoggia ad una staccionata mentre sopraggiunge Stucchi con in mano il cappello del
principale.
Stucchi: Niente…
Nardi: Niente. Non ti do più un centesimo mi ha detto. Ma è meglio che sia andata così
Stucchi. Questa sera ho appreso una grande verità.
Stucchi: Quale commendatore?
Nardi (prendendo il cappello, indossandolo e prendendo sotto braccio Stucchi): Due passi
marchese?
I due iniziano a passeggiare.
Stucchi: Commendatore mi diceva che questa sera ha appreso una grande verità…quale.
Nardi: Che ci sono delle persone che in vita non producono, che tengono bloccati i
capitali e opprimono gli altri. Ma dopo la loro morte questi capitali vengono svincolati e
diventano produttivi e danno lavoro ad operai, impiegati ed anche a lei, Stucchi.
Stucchi: Commendatore lei m'ha già tenuto questo discorso un'altra volta. Non so se ho
afferrato il concetto, ma mi pare che lei desideri la morte della sua signora…o mi sbaglio?
Nardi: Faccio un esempio, se lei vede una bella donna che si spoglia lei che fa?
Stucchi: Beh, la desidero ma…mi freno (alza il palmo della mano per rinforzare la
frase).
Nardi: E anche io mi freno…(assume un'espressione quasi allucinata)…ma nessuno mi può
impedire di desiderare che mia moglie non ci sia più. (In crescendo) Senza farle del male, senza
dolore ma che non ci sia più (urla mentre Stucchi si guarda intorno)!
Stucchi (prendendogli il braccio): Commendatore non si ecciti che poi le sale la pressione
e…
Nardi: Ha ragione marchese, mi dia una lampadina (Stucchi gli dà una sigaretta).
Stucchi (prendendo un fiammifero): Commendatore…lo sa che…ha detto lampadina.
Arriva la Seicento guidata da ir zio.
Nardi: Eccome non me ne sono accorto (si fa accendere la sigaretta) Credevo di dire
sigaretta, ho detto lampadina, un'altra volta.
Ir zio (aprendo la portiera): Albe', che va' a casa a piedi?
Stucchi (con tono di conforto): Non è niente commendatore…
Nardi (seccato): Che fà marchese mi sostiene?
Ir zio chiude la portiera e Nardi si avvia verso la macchina ed entra.
Stucchi: Commendatore vada a casa, si riposi (si avvicina al finestrino rivolgendosi a ir
zio), a casa Armando, è molto eccitato.
Ir zio: Che ha detto lampadina?!
Stucchi risponde affermativamente muovendo la testa e ir zio ha un espressione come a dire ci
risiamo.
Nardi: ‘Nnamo lascioo perde!
La Seicento si allontana, Stucchi la segue con lo sguardo e poi torna indietro.

Prima parte

Terza parte