Generale italo-austriaco figlio di Eugenio
Maurizio e di Olimpia Mancini, avrebbe dovuto seguire la carriera
ecclesiastica. Chiese a Luigi XIV di entrare nel suo esercito, non
ebbe risposta.
- Il
fratello Luigi Giulio morì combattendo contro i Turchi ed egli ne
prese il posto entrando al servizio dell'imperatore
Leopoldo I; si distinse nelle operazioni per la difesa di Vienna e a soli 24 anni fu promosso tenente generale.
Nella campagna del 1697 contro i Turchi, con marcia rapidissima
riuscì a sorprenderli al passaggio del Tibisco, presso
Zenta, e ad annientarli; questa battaglia sortì effetti risolutivi
sulla guerra austro-turca del 1683-99, per cui ad Eugenio furono
donati vasti possessi fra la Drava e Danubio e divenne così ricco da
potersi permettere di far demolire un intiero quartiere nel centro di
Vienna e farvi costruire una
fra le più belle residenze principesche d'Europa,
il famoso palazzo del Belvedere,
dove il
Principe raccolse tesori di libri e di arte, oggi ospita raccolte di
arte tedesca.
Una leggenda vuole che nel bottino di guerra
ci fossero sacchi di strani chicchi, sconosciuti all'epoca: il caffè,
(che entrò in
Europa proprio in quel periodo).
-
Allo scoppio della guerra per la successione di spagnola (1701-13),
ebbe il comando supremo delle forze destinate al teatro italiano e
batté il maresciallo Catinat fra Carpi e l'Oglio (1701), e il Villeroi a Chiari.
- Il nuovo comandante
francese, il Vendôme, fu battuto (1702) a Luzzara, ma riuscì a
impedire a Eugenio la conquista del Milanese, vero scopo delle sue
operazioni.
- Nel 1703 divenne presidente del
Consiglio aulico di guerra: dopo aver la vittoria di Höchstädt (1704), fu
battuto dal francese a Cassano d'Adda (1705).
La geniale audacia di Eugenio si rivelò con la battaglia di Torino
(1706), allorché insieme a Vittorio Amedeo II attaccò, fra Stura e
Dora, il grosso degli eserciti francesi che stavano assediando Torino; i
Francesi abbandonarono subito i loro trinceramenti lungo la Dora e
il Po per portarsi in una posizione più favorevole, l'urto decisivo si risolse con la sconfitta
dei Francesi.
Seguirono una meno fortunata diversione in Provenza (1707) e due vittorie
nei due anni successivi (Audenarde e Malplaquet ).
- Nel 1711 l'Inghilterra voleva ritirarsi dalla
lotta perché non voleva che Carlo d'Asburgo divenisse re Spagna e
imperatore. Eugenio fu inviato a Londra per scongiurare questo
ritiro ma gli inglesi non desistettero.
- Dopo la
pace di Utrecht (1713), l'imperatore Carlo VI volle continuare la
guerra con le sole proprie forze. Il principe dovette tenersi
sulla difensiva, perdendo Landau e Friburgo: la pace di Rastatt
(1714), negoziata dallo stesso Eugenio, poneva fine alla lunga
guerra.
I Turchi intanto, imbaldanziti dalla vittoria riportata nel basso
Prut (1711) su Pietro il Grande, ripresero (1715) la Morea ai
Veneziani e assalirono le province ungheresi e transilvane degli
Asburgo. Eugenio li sbaragliò (1716) a Petrovaradin e pose
l'assedio a Belgrado (1717), che due mesi dopo capitolava; si giunse
così alla pace di Passarowitz (1718).
Nel lungo periodo di pace del 1720-33 il principe si occupò della
riorganizzazione dell'esercito ed ebbe un importante ruolo nel
governo dell'impero. Fu consigliere della giovane Maria
Teresa. Fu in rapporto d'amicizia coi maggiori
scienziati, letterati e filosofi del tempo, tra cui Leibniz, ed
acquistò una ricca collezione d'arte.
-
- Scoppiata la
guerra di successione polacca (1733-35), al principe, ormai
settantenne, fu dato il comando di un fronte secondario, il Reno.
Fu uno dei più grandi generali dell'età moderna: Napoleone lo
considerò come uno dei sette comandanti ai quali più deve l'arte
della guerra.
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