ALCUNE OSSERVAZIONI SUI FONT "TRUE TYPE" PERSONALIZZATI

Le prime macchine elaboratrici utilizzavano un codice di comandi a 7 cifre (= 7 bit), l'ottava essendo utilizzata come cifra di controllo. E' a quest'epoca che venne definito il codice ASCII (American Standard Code for Information Interchange), che stabiliva l'equivalente numerico dei comandi e dei caratteri, ma limitatamente a 128 numeri, compresi tra 0 e 127. Solo successivamente venne promulgato il cosiddetto "ASCII esteso" (o ASCII 8-bit), comprendente i caratteri dal numero 128 al 255. Questi caratteri comprendevaso sì alcune lettere alfabetiche, come le accentate (è é à ò ì ù ecc.), ma anche simboli tipografici e commerciali (come £ o ¥) e simboli grafici (più che altro destinati al disegno di riquadri, come linee, doppie linee, angoli, congiunzioni). Questo set presentava molti limiti, con le lettere ed i simboli distribuiti in maniera alquanto bizzarra, ed essendo comunque privo di moltissime lettere di uso piuttosto frequente (come le accentate maiuscole). Di conseguenza, alcuni sistemi operativi o programmi (specie programmi di elaborazione testi e di DTP = Desktop Publishing) cominciarono ad utilizzare set alternativi. D'altra parte, questi programmi erano in grado di generare gli elementi grafici (linee, bordi, ecc.) indipendentemente, senza dover digitare una serie di _ o di altri "caratteri" analoghi presenti nell'ASCII esteso, i cui su citati simboli grafici divennero così inutili. Così, Ventura Publisher (DTP) utilizzò per molti anni un set esteso speciale, che in parte coincideva con l'ASCII esteso (in pratica erano stati eliminati i simboli grafici), mentre Adobe Page Maker (DTP) e Adobe Illustrator (progr. di grafica) utilizzarono un set del tutto nuovo, che venne poi adottato da Windows, e successivamente anche da Ventura Publisher (dalla versione 5 in poi).

La situazione è quindi molto confusa: i vari sistemi operativi (Windows, Macintosh, MS-DOS, UNIX ecc.) utilizzano set diversi, e, come abbiamo visto, perfino molti programmi adottano set di tipo particolare (oltre al già ricordato Ventura Publisher, si può citare Word Perfect per DOS), rendendo spesso complicata (o impossibile) la conversione dei file.

Facciamo l'esempio più tipico: il sistema operativo MS-DOS usa il set ASCII esteso, così come molti programmi DOS. Leggendo un testo realizzato sotto Windows con un programma DOS, tutti i caratteri del set esteso di Windows che non corrispondono nell'ASCII esteso e risulteranno variati - in pratica quasi tutti. Così, per rendere leggibile da Word per DOS un documento di Word per Windows, lo si deve salvare selezionando "salva come Word per DOS", oppure "salva come Testo DOS". In questo caso, Windows si incarica di convertire il suo codice esteso nell'ASCII 8-bit, convertendo, per esempio, il numero 232 (= è del codice di Windows) col numero 138 (= è dell'ASCII esteso). Il carattere È, invece, non avendo equivalente ASCII, verrebbe ignorato (in tutto, ci sono una ventina di caratteri del set esteso di Windows che non corrispondono all'ASCII esteso, e viceversa). I programmi per Windows (come WinWord) di solito prevedono due opzioni per salvare in modalità testo, ovvero "salva come solo Testo" e come "salva come testo DOS". Nel primo caso il file conserva i caratteri in accordo al set di Windows, mentre solo nel secondo caso si opera una coversione verso l'ASCII 8-bit.

Il ricorso ai set estesi presenta quindi diversi svantaggi, il principale dei quali è che, di solito, durante le conversioni, le lettere non contemplate da entrambe i set non vengono convertite. Alcuni standard o linguaggi non prevedono neppure l'utilizzo di un set esteso: per es. il formato HTML (Hyper-Text Metafile Language) usato diffusamente su Internet comprende solo i primi 128 caratteri (cioè l'ASCII 7-bit).

In conclusione, è consigliabile fare ricorso all'ASCII 7-bit, ovvero ai caratteri compresi tra i nn. 32 e 127, che sono comuni a qualsiasi computer o sistema operativo e che quindi non corrono il rischio di andare perduti nel corso di una conversione più o meno approssimativa.

È per questo motivo che, nel set ML, ho deciso di concentrare i caratteri speciali più frequentemente utilizzati in ambito assiriologico tra i primi 128 caratteri: &, \, %, ^, $, _, @, #, |, {, } e ~ (= shin, zade, heth e teth min./maiusc. ed a, e, i, u lunghe minuscole) equivalgono tutti a codici compresi tra 32 e 126. L'unica (parziale) eccezione è rappresentata dal carattere £ = e lunga in alternativa a ~ (quindi, £ = ~ = e lunga), per dare accesso a questa lettera dalla tastiera italiana, che non ha ~ ma ha £. Il carattere £ è comunque presente anche nell'ASCII esteso e non va perso in caso di conversione dei file.

NOTE SUI CARATTERI TRUE TYPE (con istruzioni per l'installazione in Windows 3.1 e Windows 95/98)

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(C) 2000 Marco De Odorico

Questa pagina e` stata pubblicata per la prima volta su Geocities il 31 Genn. 2001
Ultima revisione: 21 Feb. 2001