Paolo Montevecchi
Flusso di Energia
MARIO SCACCIA
Mario Scaccia
Presentazione
Il Testo
Le Musiche
La Tournée
Il Cast
Le Fotografie
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	 MARIO SCACCIA, romano, classe 1919. Da oltre cinquant'anni
	 passa attraverso tutte le esperienze di spettacolo: prosa,
	 rivista, commedia musicale, cinema e televisione; teatro
	 impegnato o digestivo, formazioni d'avanguardia o a carattere
	 tradizionale, sia come attore, sia come regista ed anche
	 capocomico. Attore verstile ed estroso, dall'attività disordinata
	 e feconda, spazia dai grandi classici alla produzione moderna,
	 lasciando memorabili ricordi in opere di Plauto, Shakespeare,
	 Molière, Jonson, Macchiavelli, Goldoni, Kleist, Feydeau, Strinberg,
	 Shaw, Durrenmatt, Saul Bellow, Beckett, Jonesco, Orton,
	 Pasolini, Neal Simon…… Fa epoca il suo "Chiccignola"
	 di Ettore Petrolini, interpretato per la prima volta nel '69
	 con la regia di Scaparro e replicato poi per oltre quindici
	 anni con regia propria, così come pure il "Nerone" scrittogli
	 "addosso" da Carlo Terron, "commedia a 4 personaggi per un
	 attore solo", che va replicando con successo da numerose stagioni.
	 Magistrale l'interpretazione di "Ubu re" di Alfred Jarry
	 al Teatro di Roma per la regia di Armando Pugliese nella stagione
	 '94-95 e la fantasiosa invenzione di "Rock Aulularia",
	 spettacolo da lui stesso concepito e trascritto da Plauto
	 con musiche originali di Paolo Montevecchi
	 e Angela Solìto, portato in tournèe nell'estate del 1997.
	 All'attività teatrale, Scaccia ha affinacato anche una
	 discreta attività cinematografica in film di Blasetti,
	 Lattuada, Petri, Campanile, Magni, Bolognini, Bevilacqua,
	 Comencini, Steno ed altri registi esordienti. In Televisione,
	 dopo vari romanzi sceneggiati e molte commedie della televisione degli inizi,
	 ha registrato il ciclo petroliniano di "Chicchignola",
	 "Gastone" e "Mustafà"; "Mario Scaccia, personaggio di Roma";
	 altre fiction fra cui lo sceneggiato di Ugo Gregoretti
	 "Il conto di Montecristo". Ha ricevuto numerosi premi attestanti
	 il valore delle sue interpretazioni e la sua dedizione
	 al teatro, fra i quali:
	 il "San Genesio" (1968) per "Rosencranz e Guildestern sono morti"
	 di Tom Stoppard; il "Reggia d'oro di Caserta" (1974-1975)
	 per interpretazione e regia di "Il mercante di Venezia"
	 di W. Shakespeare; per due volte "La maschera d'argento"
	 per il teatro (1972/73 - 1979/80);
	 il "Sagittario d'oro" (premio internazionale d'arte) per il teatro (1980);
	 il "Ruggero Ruggeri" (1988) per il migliore attore dell'anno;
	 il "Curcio" (1991) "Una vita per il teatro".
	 La giovane regista Michela Zaccaria si è laureata nel 1991
	 all'università Cattolica di Milano
	 discutendo la tesi "Mario Scaccia, attore teatrale".

	 Ha pubblicato:

	 "Il diario dell'anima" e "Un disperato amore"
	 (raccolte di liriche)     Edizioni Cappelli.
	 "Io e il teatro"          Edizioni Trevi.
	 "Quattro mesi in platea"  Edizioni Trevi
	 "Zio Cardinale"           Edizioni Trevi
	 "L'antologia rifatta"     Edizioni Trevi
	 "Il mio Molière" (traduzioni delle commedie
	 negli adattamenti portati in scena con la sua regia)
	 "Il galantuomo per transazione di Giovanni Giraud"
	 (adattamento dell'opera con studi e ricerche) Edizioni Bulzoni
	 "La verità inventata"
	 (scritti sul teatro) Edizioni Don Chisciotte

	 "I personaggi della mia finzione
	 sono tutti i me stesso che ho in me.
	 Senza una maschera in viso
	 Il mio vero volto non c'è."


	                                 Mario Scaccia

	 da "La verità inventata",  Edizioni Don Chisciotte

	 Scaccia, "romano de Roma" - di sette generazioni - ,
	 non ha un solo volto, come molti attori , sia pure
	 grandissimi.  La sua cultura, l'educazione classica,
	 la raffinatezza del gusto, lo hanno segnalato come
	 l'interprete ideale di un teatro intellettuale, sia
	 per i "revivals" , che per le novità assolute più
	 rivoluzionarie e più "indipendenti". Ma il suo istinto,
	 il temperamento, la teatralità accesa dalla scintilla
	 della genialità, il lazzo sempre pronto, il gusto per
	 la battuta estemporanea, lo hanno qualificato
	 come il più molieresco dei nostri attori, e il più fantastico
	 fra gli interpreti dello shakespearismo di pura fantasia:
	 tutte cose che lo hanno, lentamente, ma tenacemente
	 condotto sulla scia del libero teatro di Ettore Petrolini,
	 reinventando senza petrolinismi facili e convenzionali.
	 Scaccia è, in definitiva, l'unico attore moderno che abbia
	 saputo riprodurci il mito del grande attore, reinventandolo
	 ex novo, senza troppi compiacimenti classico-scolastici..
	 Ma Scaccia non è soltanto un attore epidermico: non ha soltanto
	 la pelle dell'attore. Ne possiede l'anima, nutrita da tutte
	 le nozioni pertinenti. Egli è - per dirla con Louis Jouvet -
	 "attore e commediante" . Può, cioè, impersonare i personaggi
	 a lui più congeniali, ma anche, da vero commediante,
	 riceverli tutti in sé. Come Garrik. La sua arte è sempre
	 premeditata e sempre improvvisa. Egli è, si, per la
	 "creazione di una vita interiore" tanto auspicata da Costantino
	 Stanislawsky, ma anche ricchissimo di materiale da costruzione
	 - come direbbe Dullin - : i suoi vizi, le sue capricciose manie,
	 la sua cultura stessa, non scompariranno, ma serviranno a plasmare
	 nuovi personaggi.


	 Prefazione di Leonardo Bragaglia
	 da "Io e il teatro"Trevi Editore



	 GLI ESORDI

	 1946
	 Saggi dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma
	 Teatro Eliseo Roma
	 "Woyzek" di Georg Buchner (nel ruolo de "il tamburo maggiore")
	 "Il miracolo di Sant'Antonio" di M. Maeterlink ("Giorgio")
	 "Seppellire i morti" di Irwin Shaw ("Il soldato Charley")

	 1946/47
	 Teatro del Popolo di Roma: "La patente" di Luigi Pirandello
	 (nel ruolo di "Chiarchiaro")
	 "Come lui mente al marito di lei") di G.B. Shaw ("il marito")
	 "Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello ("Lamberto Laudisi")
	 regia Lucio Chavarelli
	 "Lo spirito allegro" di Noel Coward ("Madame Arcati") regia Mario Scaccia

	 1947/48
	 "Angelica" di Leo Ferrero ("pantalone") regia Lucio Chiavarelli
	 "Aspettando Lefty" di Clifford Odes ("Irv")
	 "All'alba" di Franco Di Tondo ("Il milite ignoto")
	 "L'importanza di chiamarsi Ernesto" di Oscar Wilde ("Merriman")
	 "Ex alunno" di G. Mosca ("Rofinè" e "Sig.Rossi")
	 "Il vecchio furfante" di Edward Percy ("Steve")
	 "La Celestina" di Ferdinando de Rojas ("Pleberio")

	 1948 (Estate)
	 "La figlia di Jorio" ("Primo mietitore, Cosma, Iona di Midia")

	 1948/49
	 "Lo spirito della morte di Rosso di San Secondo ("Sergio Dommelli")
	 "Anna Christie di E. O'Neill ("Chris Christopherson")
	 "La voce nella tempesta" di E. Bronte ("Giuseppe")
	 "Per sempre" di E O'Neill ("John")
	 "Il lungo pranzo di Natale" di T. Wilder ("Carlo")
	 "Le regine di Francia" di T. Wilder ("M'M Catusac")
	 "Collaboro" di G. Mosca ("Giuseppe")
	 "Il ciambellone fatale" di A. Campanile ("Il poeta maledetto")
	 "La donna questa sconosciuta" di Anna Bonacci ("Riccardo Mason")
	 "Tartufo" di Molière ("Orgone"). Protagonista Memo Benassi.
	 "Il processo" di Kafka (partecipazione)
	 "Un mese in campagna" di Turgheniev (partecipazione)
	 "Galantuomo per transazione" di Giovanni Giraud ("Don Giusto Pencola")

	 1949 (Estate)
	 "La devozione alla messa" di Calderon de la Barca ("Peruil")
	 "La figlia di Jorio" di G. D'Annunzio (ruoli "Secondo mietitore" e "Pastore".
	 Protagonisti Randone/Zareschi/Pilotto).

	 1949/50
	 "Al tempo delle regine" di Ferdinando di Bagno ("Gerolamo Napoleone")
	 Per la Compagnia Macario: "La bisbetica sognata" testi di Enrico Bassano
	 e musiche del maestro Frustaci

	 1950/1951
	 "Il giudizio universale" ("Matthias")
	 "Caldo e freddo" di F. Crommelink ("Bellemasse")
	 "La brocca rotta" di E. Von Kleist ("L'ispettore Walther")
	 "Buio dentro" di Ezio D'Errico ("Il Commissario")
	 "Querela contro ignoto" di G. Neveux ("Kopak"), protagonista Camillo Pilotto
	 "Apocalisse di Capri" di Sergio Sollima ("Michele Cammarano")
	 "Caviale per il generale" di Georges e Leontonich ("Capitano Sokolof")
	 "Conserviamo le nostre cattive abitudini" di Franco Monicelli ("Filippo")
	 Per la compagnia Diana Torrieri - Vittorio Gassman - Elena Zareschi,
	 diretta da Luigi Squarzina, tournèe in Sud America nella primavera 1951,
	 con debutto al teatro Municipal di Rio de Janeiro e giro a San Paulo,
	 poi in Uruguay a Montevideo (Teatro Solìs), in Argentina a
	 Buenos Aires (Teatro Odeon) e al La Plata, Bahia Blanca,
	 poi ancora al Solìs di Montevideo.
	 "La vedova scaltra" di C. Goldoni ("Monsieur Le Blau")
	 "Tre rosso dispari" di D. Amiel ("Marcello")
	 "Un tram che si chiama desiderio" di T. Williams ("Pablo")
	 "Sei personaggi in cerca d'autore" di Luigi Pirandello
	 ("Il primo attore")
	 "Gli ultimi cinque minuti" di Aldo De Benedetti ("Un monaco")

	 1951/52
	 "La Calandria" Di Bernardo Dovizi da Bibbiena ("Ruffo Negromante")
	 "Le donne sapute" di Molière ("Ariste")
	 "Cavaliere senza armatura" di Vittorio Calvino ("Claudio Falena)
	 "Gli innamorati" di C. Goldoni ("Roberto Gentiluomo")
	 "Il diluvio" di Ugo Betti ("Lindoro Polten Bemoll, Milionario")
	 "La corona di carta" di E. D'Errico
	 con Paola Borboni ("Il Barone Freville de Lorme")
	 "S'accorciano le distanze" di Attilio Carpi ("Pietro")
	 "Vigilia nuziale" di Clotilde Masci ("Commissario")