Paolo Montevecchi
Flusso di Energia
IL TESTO
 
Mario Scaccia
 
RockAulularia 
Presentazione
Il Testo
Le Musiche
La Tournée 
Il Cast
Le Fotografie
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Nel desolato spazio archeologico del Teatro, fra rovine degli antichi fasti e le moderne attrezzature dei lavori in corso per un auspicato giubileo di salvazione, irrompe il dionisismo del Rock come segno esistenziale e aggregante dell'oggi. Se è giusta la teoria del filosofo*, per cui questo suono "è prima di tutto il battere delle cose sui nostri nervi, l'esempio più vivido dell'affermarsi del fugace e del nostro desiderio di perderci in esso", nulla meglio del Rock come estremo tentativo per prendere di petto il pubblico e coinvolgerlo ad una proficua partecipazione, alla quale ormai la sola parola sembra non bastare più.  

 

  E quale autore, se non Plauto, poteva aiutarci all'esperimento? Il grande commediografo latino, infatti, dovette ricorrere ai "cantica" e inventarsi un linguaggio dove azione e sentimento, verità e ridicolo si sommassero per rendere quanto più plastica, mossa ed efficace l'opera sua presso platee distratte e disincantate quali dovevano essere anche quelle del suo tempo. Truccò i prototipi greci e romani e diede loro gli usi e i costumi dei propri connazionali. Ecco allora qui il "Lare domestico" di "Aulularia" (in un tempo dove solo la musica sembra ricordarci il divino) farsi Rockstar per promuovere l'azione cantando e muovendo i personaggi della favola. E questi non indosseranno un costume d'epoca, bensì - a mo' di maschere - un fantasioso segno della loro estrazione etica e sociale quale può intendersi nel comune immaginario dei nostri giorni dopo venti secoli e passa di storia da quando essi videro la luce. 
  Mario Scaccia 
  *Manlio Sgalambro, "Teoria della canzone". Passaggi Bompiani.
  INTERVENTI PER L'ADATTAMENTO  
  1. La commedia è arrivata a noi mutila del finale, ma, con la perdita della pentola, finite le ansie di Euclione, la favola può dirsi conclusa. Comunque si è provveduto ad immaginare un possibile epilogo rielaborando i pochi frammenti pervenutici e i versi dell'umanista Codro Urceo da Rubiera che nel sec. XV cercò di colmare la lacuna. 
  2. Il congedo d'obbligo è stato affidato al Lare, Rockstar del gruppo assunto a conduttore della vicenda e in forma del tutto inedita. 
  3. Sono stati composti i brani musicali; alcuni commenti del Lare; il coro dei cuochi e delle flautiste al loro arrivo; il testo di "Troppi padroni al mondo" cantato da Strobilo e in cui non poteva non riflettersi una considerazione aggiornata sull'avarizia come possesso, causa di tutti i guai del mondo. 
  4. L'invenzione di un Tizio per evitare quanto più possibile personaggi monologanti soli in scena. Qui il monologo resta privilegio esclusivo di Euclione quale espressione dei suoi rovelli interiori e della vecchia Stafila, rimbambita dall'età, dal vino e dalla paura. 
  5. Le due flautiste, che non parlano, ma danzano soltanto, sono le due sole presenze muliebri della Compagnia, che ricalca quella plautina, dove gli "actores" erano in numero di sei e ricoprivano anche ruoli femminili.