... Ed ecco mostrarsi, sovrane, reliquie di sigarette
consumate fino all’orlo di una crisi di nervi, schiere di innocenti
tettarelle per infanti, dove sopravvive solo l’ordine morale esterno, che
sostituisce il vero nutrimento. Solamente le regole date dalla rigidità del
tempo resistono nelle fotografie dello stesso artista, accompagnate da battute
che richiamano un falso pudore, che odora di slogan pubblicitario. Non si può
sputare in pubblico, né commettere piccoli o grandi peccati, mentre, in
privato, lo scenario è sempre aperto e il pubblico attende un nuovo mostro da
sbattere in prima pagina, per allietare la propria serata.
In queste opere troviamo un coraggioso e oltraggioso j’accuse: il mostro è
l’artista.
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