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Tarocchi e poesia - Autori
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Scalzaferri - Poltronieri |
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Poemetto e Discorso
sopra l'origine dei Tarocchi
alla luce della filosofia dei Numeri di Alessandro
Scalzaferri - Ledos
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L' Arcano Numero 11
La Forza della Donzella
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Dalle mani candide
e delicate della Donzella
trabocca la Forza
che trattiene la Fiera
e la dispone mansueta
ai suoi piedi.
Bella e di gentile aspetto
col suo tocco soprannaturale
riesce a dare nuova linfa
ai fiori appassiti del bosco;
con la sua grazia e naturalezza di gesti
incanta anche l'uomo più rozzo
e ne ingentilisce l'animo
trasfigurandolo.
Rammenta con la sua postura
un regina che, per essere omaggiata,
non ha bisogno di monili preziosi e
di vesti sfarzose e non necessita
di scorta e di seguito
per essere rispettata.
Quando la incontri
ti inginocchi
come di fronte ad una dea
e, se la sua bellezza te la fa desiderare,
scopri subito che quell'amore
è privo di malizia
e senza peccato.
Il solo sguardo suo
ti emoziona e ti fa vibrare
all'unisono con le sue fibre.
Il suo viso non conosce
il solco delle rughe
e la sua pelle vellutata
non traspira sudore
e dai suoi occhi non stillano lacrime
ed è ancora agli albori dei tempi
nel Paradiso originario
prima che Satana
turbasse l'equilibrio
La Donzella concentra nelle sue mani
i poteri del Mago
e sa fare a meno del suo armamentario
per compiere qualsiasi incantamento.
Il Saggio, evocando il Numero 11,
sa come attingere alla Forza della Donzella
e come placare la fiera aggressiva
che agita lo spirito degli egoisti. |
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L’ Arcano Numero 21
Il Nuovo Mondo
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“ Un lembo dell’arcobaleno
mi lambisce e mi penetra
entro la pupilla
e dal baleno di apocalittica tenebra
mi solleva via ”.
... recita così la preghiera del Cataro inginocchiato
di fronte alle soglie della nuova vita…
“ Come un pellegrino del sole,
disteso come neve
su prato verde,
aspettando il crepuscolo dell’alba,
mi sono intriso di luce
e mi sono rinfrancato
al tepore della voce dell’iride
che mi sospinge
agli albori del tempo,
ove, risorto, ho riposato
come un bambino in una culla.
Ed ho visto le effigi degli antichi saggi
prendere corpo in statue bianche
di marmo di Paro
e la materia inerte tornare a vibrare di nuova energia
e mi sono confuso e rimescolato
al mare e al vento soffiante
su vele dirette verso lidi lontani.
E dentro a me
ho ospitato un volto di Dea
che mi ha educato al libero volo
degli alati. |
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L’ Arcano Numero 3
La Dea del Cielo
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“ O Creatura celeste, venuta
per dare alla luce il Figlio delle Stelle.
O Dea smagliante di antico splendore.
O Genitrice pregna ed ansimante,
protesa a risalire le dune,
uscita dalle acque del mare.
O generosa Donna, abbracciata
dal grande padre Oceano,
fecondata dall'Albume cosmico.
O Regina del Cielo,
noi spettatori
del tuo concepimento miracoloso
ad opera del filamento della Vita,
- quell'energia sottile che discende dalle Stelle
e viene filtrata ed assorbita dal mare
che la dispensa abbondante -
ti cantiamo e ti celebriamo.
O Vergine Madre,
noi, tuoi devoti discepoli,
per le vie del Mondo
andiamo ad annunciare
l'Avvento di Colei che mostrerà
il volto nascosto del demone malefico
che si nasconde.
Insieme al Figlio delle Stelle,
Noi Catari ripristineremo l'originario equilibrio,
spalancheremo le Porte del Paradiso,
e mostreremo la soave nudità del tuo corpo
che non conosce l'avvilimento della vecchiaia.
Noi, figli devoti degli Dei,
siamo come le foglie
mosse dal vento,
e siamo il vento, che riposa
sotto i chiostri del Tempo,
siamo i poeti del Mondo Nuovo,
i pietosi figli dei Catari,
sparsi per il Mondo,
alla ricerca di un paese innocente”. |
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L’ Arcano Numero 4
L'Imperatore del Mondo
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Il suo Domino incontrastato è la terra quadrata,
ancora prima che il soffio del vento
le desse l'impulso del movimento
e la grazia arrotondata della donzella.
La sua Dimora è la montagna
di fuoco e di lava
che pare inghiottire anche il mare
e fa tremare le fondamenta del Mondo.
La sua Mano è nera come il carbone
e possente come un macigno;
il suo Occhio vede anche attraverso le nebbie
ed illumina le tenebre con il chiarore del fulmine.
Il suo Trono è una scultura bianca
di marmo di Paro: un cubo perfetto
che fonde i quattro elementi primordiali
impressi a lettere d'oro,
come segni d’alchimista
ordinati a comporre
un geroglifico.
La sua Voce pare essere ovunque
e nessuna barriera riesce a fermarla
perché assume a tratti l'aspetto del Vento,
della Terra, dell'Acqua e del Fuoco.
I suoi Ordini sono Legge
perfino nelle contrade più sperdute
e sulla scorza degli alberi
c'è una visibile impronta
della sua Autorità.
La sua Forza risiede nei numeri della Cabala
costruiti sull'aureo quadrato:
4 < 8 < 16
Il suo orecchio
sa udire la Voce degli Dei
artefici della cosmogonia.
"Tutto è Avvenuto nella Risacca dell'Oceano
Tutto è Alimentato dalla Ruota Occulta
Tutto è Avvolto nei Ricordi Oscuri
Tutto è Annunciato dal Ritmo delle Onde.”
Accompagnano in coro l’eco
di T… A… R…O
i genuflessi figli dei Catari |
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Dai
Tarocchi per Viaggio di Martino Barbieri
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le poesie di Morena Poltronieri |
IL BAGATTO
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Scatole in movimento
il viaggio si fa arduo
Ma la partenza dov’è?
Sogni di un biglietto
Mappe in un cassetto
Gli elementi non possono mentire
Fidarsi di un sasso
come movimento
E di un tetto senza risentimento
Abbandonare ciò che si conosce per raggiungere
Un sogno
Recintare un’idea per arrivare
Alla luna
Mappe già scritte da stracciare
Fogli bianchi su cui levigare antichi pensieri
Segreti sussurrati da pennelli imbizzarriti
Rotative su cui navigano macchie d’inchiostro
Stelle cadenti imbrattano nuove planimetrie
che si animano della non casualità
Ruota potente
È ora di partire
Ribolle il mattino
di immagini nuove all’orizzonte
senza più incanti
né paure nutrite
Incaute sensazioni
All’arrembaggio verso la vita
E mi sento già lontano |
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L'INNAMORATO
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Striscia il serpente nel profondo varco
Istante ove si posano schegge di vetro
Sormontate da fantastiche impalcature
Odo ruote che girano
Con i cigolii di un’intesa
Mai mantenuta
E lotte mai consumate
Il conflitto stagna l’acqua
nel deserto di immagini perse
E smarriti orditi
Fuggiti da trame consuete
Mansuete vie
Vie d’Oriente
Di spezie e cuoio
Via da qui
Ora
O mai più! |
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LA TEMPERANZA
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In ginocchio
Impasto la materia
Riunisco antiche vetrate sacralizzate dal vento
in schegge ramate e legnose
Con la forza del tempo
le riduco in essenza
Oli essenziali sul tuo corpo
dividono molecole di sotterfugi
da atomi di lucentezza
Il vetro diviene polvere
Che simile a fine farina
si fa amalgamare
attraverso sottili crivelli di seta
Che solo l’alchimista calzolaio
Conosce
In un sogno lontano scompare lo specchio
E con esso il rigetto del tempo
che insegue alla sua maniera
Ogni attimo
Preso all’amo
Ridotto alla polvere che amo
Che riconduce ad un unico istante
ciò che prima era diviso
Con rispetto
Con dispetto
Il tempo vola e si trasforma
E si fa trovare immobile
dietro a un mobile di casa
Dimenticato da numi e sibille
Lo osservo fermo e distante
Disattento a ciò che accade
Intimo nel suo sguardo
che leggero attende
Un passero solitario
insieme ad un pesciolino d’oro
Sfuggito dall’amo
Del ricordo. |
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IL MATTO
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Saltella il lamento fino al godimento
Se mi serri la strada
Ti regalo un sorriso
Se brandisci la spada
Ti dono un piccolo sogno
Saltella la gioia fino al patimento
Se mi apri una via
Ti rubo una lacrima
Se distruggi la spada
Ti strappo una gioia.
Che noia la storia
E che storia la noia!
Saltella nel cielo senza spavento
E trova nel volo
Quell’angolo oscuro
Sparire
Sempre più chiaro
Saltella per terra
Alterna gli slanci
Perdona i fratelli
Accusa gli amori
Raccogli i veleni
Distruggi i pensieri
Volando nell’acqua
E nuotando nel cielo. |
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