[Nell'Italia dell'Ottocento]
in cui gli analfabeti ufficialmente censiti sono il 78 per cento della
popolazione e non piccola parte del restante 22 per cento sa stendere soltanto
la propria firma, il romanzo o la poesia restano fatalmente chiusi in un
cerchio ristretto.
L'unico mezzo artistico e immediato
di diffusione delle idee è il teatro. Esso rappresenta il contatto
diretto col pubblico più vasto e riverbera la propria influenza
sulla società [...].
Da noi [in Italia], come rileva Gramsci,
il vero romanzo popolare è il melodramma [...]
Ai nostri giorni, quando il teatro
musicale è ridiventato oggetto d'élite, è difficile
comprendere sino a che punto esso sia stato, tra le esplosioni rivoluzionarie
e le battaglie per l'unità, parte della vita quotidiana.