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![]() Negli ultimi anni dell’Ottocento scomparvero diversi amici di Verdi: il senatore Giuseppe Piroli, conterraneo del musicista che aveva sostituito Verdi nel seggio parlamentare; il collaboratore Emanuele Muzio, che aveva trascorso accanto a Verdi circa cinquant’anni della propria vita; Franco Faccio, che tanta parte aveva avuto nel condurre al successo molte delle opere verdiane; Andrea Maffei, e a breve distanza di tempo, l’amatissima Clara Maffei. Nel 1897 Verdi fu colpito da un lieve ictus cerebrale, dal quale si riprese comunque rapidamente e in maniera positiva. In quegli ultimi anni, parve perfino intenzionato a metter mano a un nuovo lavoro teatrale, forse ripensò alla vicenda di Re Lear, alla quale aveva progettato di accostarsi in parecchie occasioni nel corso della sua intera vita. Si impegnò invece in attività filantropiche: fece costruire un ospedale a Villanova sull’Arda, presso la sua tenuta; provvide a far bonificare radicalmente i terreni inclusi nelle sue proprietà affinché fosse definitivamente debellata la malaria.
Nel mese di ottobre 1897 il musicista scrisse a Boito invitandolo nella propria tenuta: [...] se venite troverete Sant’Agata ancora più noiosa del solito. Peppina fu ammalata, condannata a letto per qualche settimana. Ora la tosse è quasi sparita, ma non si nutre ed è di una debolezza estrema: non è lieta, parla pochissimo [...] Io ho mille malanni addosso. Le gambe mi portano a stento e non cammino quasi più: la vista indebolita e non posso leggere a lungo: di più sono anche un po’ sordo. ![]() L’ultima lettera, con la quale Verdi si rivolge ancora a Boito, è del 20 ottobre del 1900: Sarò breve perché lo scrivere mi affatica; è già detto una volta per sempre, qualora vi piaccia ed i vostri impegni lo permettano, di venire a Sant’Agata, sarà sempre un regalo per me e per tutti. Io sto come Dio vuole! Non sono veramente ammalato, ma le gambe non mi portano quasi più, e le forze diminuiscono di giorno in giorno! Il medico viene pel massage due volte al giorno, ma non sento nessun giovamento. ![]() Il suo testamento conteneva, tra l’altro, questa breve nota: Ordino che i miei funerali sieno modestissimi e sieno fatti o allo spuntar del giorno e all’Ave Maria di sera senza canti e suoni. Non voglio nessuna partecipazione della mia morte colle solite formule. ![]() Verdi fu invece solennemente commemorato alla Scala, il 1º febbraio 1901, con un concerto, diretto da Arturo Toscanini, dedicato alle sue musiche e al quale parteciparono, tra gli altri cantanti, Francesco Tamagno ed Enrico Caruso. A un mese dalla sua morte, tutta Milano gli rese infine un grandioso omaggio, accompagnando le sue spoglie e quelle di Giuseppina dal Cimitero Monumentale alla Casa di riposo Giuseppe Verdi, nella quale da allora egli riposa in una cripta insieme alla sua compagna.
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