Capitolo 8 - Fino agli anni '80, quasi un addio alla musica, poi... - 3/4

Nel 1889, in occasione del cinquantesimo anniversario della composizione di Oberto, conte di San Bonifacio – l’opera che aveva inaugurato positivamente la carriera artistica di Verdi – tutta Italia festeggiò il "grande vecchio" e gli rese omaggio: venne organizzata per tale occasione una vera e propria cerimonia di Giubileo. Da molte parti giunse al musicista la richiesta di realizzare presto una nuova opera. Verdi, che a settantasei anni possedeva ancora una grande vitalità a pareva attraversare un periodo di "rinnovata giovinezza", accettò con entusiasmo il libretto approntatogli ancora da Arrigo Boito e che, con il titolo di Falstaff metteva in scena alcuni personaggi tratti da lavori shakespeariani. (41) In una lettera a Boito, Verdi scrisse:

Facciamo adunque Falstaff! Non pensiamo pel momento agli ostacoli, all’età, alle malattie! Desidero anch’io di conservare il più profondo segreto: parola che sottosegno anch’io tre volte per dirvi che nissuno deve saperne nulla!
Verdi dedicò quattro anni alla composizione delle musiche per Falstaff. Anche se il musicista cercò di minimizzare il proprio impegno (42) la sua fu quasi una sfida: il musicista si apprestava infatti a prendersi la rivincita nei confronti dell’opera buffa.

Come si ricorderà, la prima – e unica – opera buffa scritta da Verdi, fino a quel momento, era Il finto Stanislao, o Un giorno di regno, andata in scena con esito disastroso il 5 settembre 1840 alla Scala di Milano. (43)

In Falstaff l’ottantenne Verdi parve riassumere tutto ciò che costituiva il suo patrimonio di conoscenze, acquisite in una lunghissima carriera di artista. L’opera rappresentò l’anello di congiunzione tra il compositore, ormai alle soglie del nuovo secolo, e tutti i musicisti che avevano rappresentato la più alta tradizione impostasi nei secoli trascorsi, quella tradizione che aveva reso insuperabile l’opera buffa di scuola italiana.

Negli anni durante i quali Verdi si dedicò alla composizione di Otello, scrisse anche un Te Deum e uno Stabat Mater: In seguito compose ancora le Laudi alla Vergine, su testo riferito al XXXIII Canto del Paradiso di Dante, e un’Ave Maria. Con il titolo di Quattro pezzi sacri vennero eseguiti a Parigi nel 1898, poco dopo la rappresentazione di Otello nella capitale francese. Si tratta, per questi pezzi di musica sacra, di brani arcaicizzanti, per i quali Verdi intese ispirarsi ad antichi modelli della polifonia italiana. (44)

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(41)    Verdi e Boito si ispirarono a Enrico IV e alle Allegre comari di Windsor di William Shakespeare.
(42)  “Io mi sono messo a scrivere Falstaff semplicemente per passare il tempo, senza idee preconcette, senza progetti, ripeto, per passare il tempo!””, scrisse Verdi nel 1891 a Ricordi.
(43)  Il 9 febbraio 1893 l'opera venne riallestita al Teatro alla Scala, rinnovando il grandissimo successo di Otello.
(44)  Soprattutto si richiamò a Pierluigi da Palestrina, che considerava “in primis et ante omnia”, come in altra occasione Verdi aveva detto al Ministro dell'istruzione Cesare Correnti. 
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