NODO DELLE GUIDE CON FRIZIONE o
Savoia o nodo a otto. Nodo classico usato per gli
armi.
Carico di rottura ca. 1200 KG. su
corda con c.r. 2400 KG.
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TECNICA DI PROGRESSIONE
Generali
La progressione in forra richiede
un misto di molte tecniche a seconda degli ostacoli da
superare:
- MARCIA: Le rocce scivolose provocano più
distorsioni di caviglie e gambe rotte che un salto da 50
m.. Per bene che vada un livido è il minimo che ci
si possa procurare in una caduta. Ciò accade anche
perché saltellando sulle rocce il livello di
attenzione è ridotto al minimo. In generale
più l'area è esposta alla luce più
sono abbondanti alghe e muschi che provocano lo
scivolamento.
- TOBOGA: se sono secchi e relativamente alti si
possono scendere in aderenza, ma se c'é acqua e
sopratutto se è poca è meglio attrezzarli.
Ma se l'acqua è tanta (non troppa!) e in basso
c'é una pozza bella profonda e non ci sono
sporgenze pericolose allora via.... lasciarsi scivolare.
(Bollene: toboga quasi verticale di 13 m.). Se l'acqua
non è ferma attenzione a lanciare il sacco che
potrebbe essere portato via dalla corrente.
- SALTI: intesi come discese fuori dall'acqua. I
più bassi possono essere disarrampicati, gli altri
da armare e scendere con la corda
- CASCATE: grandi o piccole è essenziale non
andare nel punto dove l'acqua cade nella pozza,
perché crea vortici e ritorni pericolosi.
Ciò può essere evitato in più
modi:
- spostandosi di lato al
momento di entrare in acqua
- togliendo il discensore
(cercando di appoggiarsi su qualche sporgenza o
terrazzino) prima di entrare in acqua e saltando fuori
dai gorghi;
- farsi aiutare dal compagno
in basso (se c'é) a tirare la corda per
spostarsi
- saltando dal bordo superiore
(se possibile)
- LAGHI: qualche volta stretti tra pareti
scoscese in cui l'acqua scorre. Se il livello dell'acqua
è alto occorre nuotare; il sacco, mai infilato,
può essere messo davanti, per usarlo come
appoggio, o dietro la testa, per ammirare dal basso il
panorama e per riposarsi. In questo caso attenzione a
quello che c'é davanti. Non occorre essere grandi
nuotatori, perché la muta permette una buona
galleggiabilità.
- CAOS DI
BLOCCHI: si tratta di
una progressione piuttosto faticosa fra massi più
o meno grandi. Se c'é acqua attenzione alla
possibile presenza di sifoni. I massi vanno aggirati o di
lato o dall'alto guardando davanti per individuare la
strada. Tronchi d'albero e materiale vario trasportato
dalle piene sono potenzialmente pericolosi perché
instabili.
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Nodo INGLESE DOPPIO
usato per giunzione di corde
Carico di rottura ca. 1320 KG. su
corda con c.d.r. 2400 KG.
Nodo GALLEGGIANTE
usato per la giunzione delle corde
di discesa nella tecnica "corda doppia".
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Armo
dei salti e delle cascate
- Arrivati nelle vicinanze di un
salto o una cascata la prima operazione da fare è
quella di verificare il bordo del salto, pulirlo da
eventuali sassi in bilico (senza avvicinarsi troppo al
bordo), valutare la portata dell'acqua che potrebbe
trascinarci oltre il bordo e, quindi, prendere le dovute
precauzioni (mancorrente od eventuale sicura fatta da un
compagno).
- Quindi si può valutare
se è necessario scendere con la corda oppure
è possibile saltare direttamente nella marmitta
sottostante.
- Se si deve scendere con la
corda bisogna individuare l'armo esistente (se
c'è) e verificarne la tipologia (armo naturale,
chiodi a fessura, spit, fix, ecc.), lo stato di usura e
la disposizione sulla sommità del salto in
rapporto alla morfologia dello stesso. Non fidarsi mai
troppo degli armi trovati in posto, perché piene
ed usura nel tempo potrebbero averli definitivamente
rovinati, soprattutto i cordini e le fettucce che sono
invecchiati anche solamente dai raggi ultravioletti della
luce solare. In caso di
dubbio non esitare a sostituire i cordini e le fettucce
esistenti con materiale che deve essere nuovo (o poco
usato) e certificato (da
evitare assolutamente materiale di tipo industriale o
altri sistemi artigianali più o meno fantasiosi
che fanno risparmiare quattro lire ma non danno nessuna
garanzia di sicurezza). Del resto si utilizzano corde con
carichi di rottura (c.d.r.) di 2.000÷2.400 kg. e poi
si vanno a mettere sugli armi materiali di recupero
(vecchi spezzoni di corda che hanno già reso
l'anima in numerose discese), industriali (privi di
qualsiasi certificazione sulla resistenza a rottura e,
soprattutto, sulla resistenza di ogni singolo pezzo),
artigianali (che per definizione non danno nessuna
garanzia, perché, generalmente, mai sottoposti a
collaudi preventivi seri). In caso di un minimo dubbio
sulla qualità degli attacchi presenti (chiodi a
fessura, spit, ecc.) o della disposizione sul salto
(difficoltà di recupero della corda,
possibilità di scendere sotto cascata, ecc.) non
esitare a rifare l'attacco.
- Prima di scendere è
necessario valutare come impostare la calata a seconda
delle caratteristiche del salto (altezza, morfologia,
portata d'acqua) e delle capacità e dello stato
degli elementi della squadra (esperti, principianti,
più o meno stanchi o infreddoliti). Generalmente
su verticali di media altezza, con portate d'acqua
limitate ed armi sufficientemente sicuri ed una squadra
composta da elementi con discreta esperienza sarà
sufficiente passare un capo della corda dentro l'anello
dell'armo (mai direttamente
a contatto con la fettuccia o il cordino), recuperarla fino al segno della
metà (preventivamente
segnato a casa in modo evidente con un pennarello
indelebile all'acqua) e
gettarla di sotto facendo in modo che non si impigli su
alberi o sporgenze o formi falsi nodi; quindi eseguire la
stessa operazione con l'altro capo. Non gettare mai una
corda molto più lunga dell'altezza del salto
perché potrebbe impigliarsi sul fondo della
marmitta alla base, aggrovigliarsi attorno ai piedi ed
alle gambe del torrentista che arriva nella vasca,
soprattutto se turbolenta, con pericolo di annegamento.
Sempre meglio avere la corda filata nel sacco, tirarne
fuori solamente la quantità necessaria per la
discesa, scendere sui due capi con uno dei due che esce
dal sacco allongiato in cintura.Tutte queste manovre dovranno essere
eseguite imperativamente stando allongiati all'attacco
che, se esposto, avremo raggiunto utilizzando un
mancorrente (Tarzan nelle
forre è già morto da parecchio
tempo)
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