TECNICA E SICUREZZA IN FORRA

 

  1. RACCOMANDAZIONI PER AFFRONTARE LA DISCESA DEI CANYON
  2. TECNICA DI PROGRESSIONE
    1. GENERALI
    2. ARMO DEI SALTI E DELLE CASCATE
    3. TECNICA DELLA "CORDA DOPPIA"
    4. I "SALTI"
  3. SICUREZZA E CENNI SULLE TECNICHE DI SOCCORSO


RACCOMANDAZIONI PER AFFRONTARE LA DISCESA DEI CANYONS

 

Prima di partire


NODO DELLE GUIDE CON FRIZIONE o Savoia o nodo a otto. Nodo classico usato per gli armi.

Carico di rottura ca. 1200 KG. su corda con c.r. 2400 KG.

TECNICA DI PROGRESSIONE

Generali

La progressione in forra richiede un misto di molte tecniche a seconda degli ostacoli da superare:

  • MARCIA: Le rocce scivolose provocano più distorsioni di caviglie e gambe rotte che un salto da 50 m.. Per bene che vada un livido è il minimo che ci si possa procurare in una caduta. Ciò accade anche perché saltellando sulle rocce il livello di attenzione è ridotto al minimo. In generale più l'area è esposta alla luce più sono abbondanti alghe e muschi che provocano lo scivolamento.
  • TOBOGA: se sono secchi e relativamente alti si possono scendere in aderenza, ma se c'é acqua e sopratutto se è poca è meglio attrezzarli. Ma se l'acqua è tanta (non troppa!) e in basso c'é una pozza bella profonda e non ci sono sporgenze pericolose allora via.... lasciarsi scivolare. (Bollene: toboga quasi verticale di 13 m.). Se l'acqua non è ferma attenzione a lanciare il sacco che potrebbe essere portato via dalla corrente.
  • SALTI: intesi come discese fuori dall'acqua. I più bassi possono essere disarrampicati, gli altri da armare e scendere con la corda
  • CASCATE: grandi o piccole è essenziale non andare nel punto dove l'acqua cade nella pozza, perché crea vortici e ritorni pericolosi. Ciò può essere evitato in più modi:
    • spostandosi di lato al momento di entrare in acqua
    • togliendo il discensore (cercando di appoggiarsi su qualche sporgenza o terrazzino) prima di entrare in acqua e saltando fuori dai gorghi;
    • farsi aiutare dal compagno in basso (se c'é) a tirare la corda per spostarsi
    • saltando dal bordo superiore (se possibile)
  • LAGHI: qualche volta stretti tra pareti scoscese in cui l'acqua scorre. Se il livello dell'acqua è alto occorre nuotare; il sacco, mai infilato, può essere messo davanti, per usarlo come appoggio, o dietro la testa, per ammirare dal basso il panorama e per riposarsi. In questo caso attenzione a quello che c'é davanti. Non occorre essere grandi nuotatori, perché la muta permette una buona galleggiabilità.
  • CAOS DI BLOCCHI: si tratta di una progressione piuttosto faticosa fra massi più o meno grandi. Se c'é acqua attenzione alla possibile presenza di sifoni. I massi vanno aggirati o di lato o dall'alto guardando davanti per individuare la strada. Tronchi d'albero e materiale vario trasportato dalle piene sono potenzialmente pericolosi perché instabili.

 

Nodo INGLESE DOPPIO

usato per giunzione di corde

Carico di rottura ca. 1320 KG. su corda con c.d.r. 2400 KG.

Nodo GALLEGGIANTE

usato per la giunzione delle corde di discesa nella tecnica "corda doppia".

    Armo dei salti e delle cascate
  • Arrivati nelle vicinanze di un salto o una cascata la prima operazione da fare è quella di verificare il bordo del salto, pulirlo da eventuali sassi in bilico (senza avvicinarsi troppo al bordo), valutare la portata dell'acqua che potrebbe trascinarci oltre il bordo e, quindi, prendere le dovute precauzioni (mancorrente od eventuale sicura fatta da un compagno).
  • Quindi si può valutare se è necessario scendere con la corda oppure è possibile saltare direttamente nella marmitta sottostante.
  • Se si deve scendere con la corda bisogna individuare l'armo esistente (se c'è) e verificarne la tipologia (armo naturale, chiodi a fessura, spit, fix, ecc.), lo stato di usura e la disposizione sulla sommità del salto in rapporto alla morfologia dello stesso. Non fidarsi mai troppo degli armi trovati in posto, perché piene ed usura nel tempo potrebbero averli definitivamente rovinati, soprattutto i cordini e le fettucce che sono invecchiati anche solamente dai raggi ultravioletti della luce solare. In caso di dubbio non esitare a sostituire i cordini e le fettucce esistenti con materiale che deve essere nuovo (o poco usato) e certificato (da evitare assolutamente materiale di tipo industriale o altri sistemi artigianali più o meno fantasiosi che fanno risparmiare quattro lire ma non danno nessuna garanzia di sicurezza). Del resto si utilizzano corde con carichi di rottura (c.d.r.) di 2.000÷2.400 kg. e poi si vanno a mettere sugli armi materiali di recupero (vecchi spezzoni di corda che hanno già reso l'anima in numerose discese), industriali (privi di qualsiasi certificazione sulla resistenza a rottura e, soprattutto, sulla resistenza di ogni singolo pezzo), artigianali (che per definizione non danno nessuna garanzia, perché, generalmente, mai sottoposti a collaudi preventivi seri). In caso di un minimo dubbio sulla qualità degli attacchi presenti (chiodi a fessura, spit, ecc.) o della disposizione sul salto (difficoltà di recupero della corda, possibilità di scendere sotto cascata, ecc.) non esitare a rifare l'attacco.
  • Prima di scendere è necessario valutare come impostare la calata a seconda delle caratteristiche del salto (altezza, morfologia, portata d'acqua) e delle capacità e dello stato degli elementi della squadra (esperti, principianti, più o meno stanchi o infreddoliti). Generalmente su verticali di media altezza, con portate d'acqua limitate ed armi sufficientemente sicuri ed una squadra composta da elementi con discreta esperienza sarà sufficiente passare un capo della corda dentro l'anello dell'armo (mai direttamente a contatto con la fettuccia o il cordino), recuperarla fino al segno della metà (preventivamente segnato a casa in modo evidente con un pennarello indelebile all'acqua) e gettarla di sotto facendo in modo che non si impigli su alberi o sporgenze o formi falsi nodi; quindi eseguire la stessa operazione con l'altro capo. Non gettare mai una corda molto più lunga dell'altezza del salto perché potrebbe impigliarsi sul fondo della marmitta alla base, aggrovigliarsi attorno ai piedi ed alle gambe del torrentista che arriva nella vasca, soprattutto se turbolenta, con pericolo di annegamento. Sempre meglio avere la corda filata nel sacco, tirarne fuori solamente la quantità necessaria per la discesa, scendere sui due capi con uno dei due che esce dal sacco allongiato in cintura.Tutte queste manovre dovranno essere eseguite imperativamente stando allongiati all'attacco che, se esposto, avremo raggiunto utilizzando un mancorrente (Tarzan nelle forre è già morto da parecchio tempo)

 

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