Discensore a OTTO montato nel modo
classico
Discensore a OTTO montato per una
discesa rapida e in modo da non rischiarne la perdita quando
si toglie
Nodo autobloccante MARCHAND
Nodo autobloccante MARCHAND con
moschettone per facilitarne lo scorrimento
Nodo autobloccante PRUSIK
Nodo BARCAIOLO.
Nodo di bloccaggio di corde.
Comincia a scorrere a 440 KG. (sempre su corda con c.r. 2400
KG)
Nodo MEZZO BARCAIOLO. Nodo
multiuso: permette uno scorrimento controllato della
corda.
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Tecnica della "corda
doppia"
- Il primo che scende ha il
compito di verificare che ambedue i capi della corda
arrivino in basso, che la corda non si appoggi a spuntoni
taglienti o che vada sotto cascata; inoltre potrà
fare sicura dal basso ai compagni che scendono dopo di
lui. L'ultimo verificherà che tutto il materiale
d'armo sia stato tolto e soprattutto che la corda non sia
intrecciata o accavallata. A tal proposito abbiamo
verificato che porre il moschettone della seconda longe
su uno dei capi della corda fa si che questi rimangano
separati, facilitando così il recupero della
stessa. Nel caso in cui le corde per la discesa siano
annodate (preferibilmente
utilizzando un nodo con basse possibilità di
incastro tipo il "nodo galleggiante") il moschettone della longe può
essere inserito nella corda che poi dovrà essere
tirata per il recupero facilitando così lo stesso.
- Per la discesa si utilizza un
discensore. Attualmente quello più diffuso, anche
se non privo di difetti, è il discensore a "otto".
I principali difetti di questo tipo di discensore
sono:
- torsione delle corde con
creazione di asole di torsione che possono bloccare la
discesa;
- poca praticità e
difficoltà per realizzare la chiave di
bloccaggio
- alta velocità di
discesa su corde singole o di piccolo diametro
- possibilità della
formazione di un nodo bocca di lupo che blocca la
discesa e che, a meno di manovre particolari e
delicate, non può essere sciolto
- possibilità di
perderlo, dato che per inserire e disinserire la corda
deve essere sganciato dall'imbrago.
A tutti questi difetti, tranne
che al primo e al secondo, può essere trovata una
soluzione adottando modi diversi di utilizzo e di
montaggio sull'imbrago. Esistono altri tipi di discensore
utilizzabili in forra come il Robot con altri pregi e
difetti (maggiore velocità di scorrimento e
possibilità di bloccarsi in presenza di asole di
torsione sulla corda che portano all'accavallamento della
stessa nel discensore).
La discesa dovrà essere
fatta in maniera regolare senza salti e strappi per
sollecitare il meno possibile gli attacchi e la corda e
per evitare possibili scivoloni e cadute sempre
spiacevoli quando si é attaccati ad una corda con
le mani impegante a comandare il discensore.
Spesso si vedono persone che
durante la discesa tengono una mano sotto ed una sopra al
discensore. In questo caso la mano sopra non serve a
nulla, anzi in caso di scivolata si tenderà ad
attacarsi alla corda con questa (disposta più in
alto) ed a lasciare quella più bassa
(fondamentale) per mantenere l'equilibrio trovandosi,
così, in una situazione particolarmente
spiacevole.
Per scendere è molto
meglio e più sicuro, quindi, tenere tutte e due le
mani sulla corda sotto il discensore, eventualmente
allontanandolo dall'imbrago con una longe di adeguata
lunghezza.
Un altro metodo, utilizzato
normalmente in speleologia con il dinscensore Petzl
classico, è quello di tenere una mano sulla corda
sotto il discensore e con l'altra, meglio se munita di
guanti, stringere la corda che entra dal basso nel
discensore contro il moschettone di attacco all'imbrago.
In questo modo si può regolare meglio la
velocità di discesa, si ha la possibilità
di mantenersi in equilibrio contro la parete o nel vuoto
e solo con questa mano, in caso di necessità, si
può bloccare la discesa. Attenzione ai guanti che
possono entrare nel discensore bloccando la discesa.
In ogni caso per ovviare a
numerosi imprevisti che potrebbero accadere durante la
discesa e per trarsi d'impaccio da eventuali situazioni
di pericolo scendere con l'autobloccante ventrale (croll)
montato sull'imbrago e con la maniglia e pedale a portata
di mano male non fa.
- Autoassicurazione in discesa:
è un argomento spinoso e che da adito a notevoli
discussioni. In generale:
- mai usare
l'autoassicurazione scendendo un pozzo sotto cascata
e/o con l'arrivo in una marmitta profonda con acqua
vorticosa e turbolenta;
- mai usare per
l'autoassicurazione un nodo autobloccante tipo prusik
o marchand, ma uno shunt montato sotto il discensore
attaccato direttamente al maillon di chiusura
dell'imbrago. Il discensore dovrà essere
attaccato all'imbrago tramite una longe per allungare
la distanza tra questo ed il discensore stesso.
- mai far utilizzare
l'autoassicurazione in discesa ad un principiante,
perché se questo rimane bloccato sulla corda e
non viene sbloccato nel giro di pochissimo tempo
(pochi minuti) può lasciarci le penne. In
questo caso è meglio adottare sistemi
alternativi tipo armo in corda singola su discensore o
mezzo barcaiolo, sicura dall'alto con la corda di
soccorso, farlo scendere in "moulinette" o, meglio di
tutti, portarlo più volte in palestra prima di
fargli affrontare verticali bagnate, scivolose o sotto
cascata al freddo della forra.
- in ogni caso scendendo con
l'autoassicurazione è sempre bene avere i
bloccanti montati sull'imbrago in modo da potersi
togliere d'impaccio in qualsiasi situazione.
- A questo punto se tutta la
squadra è scesa senza problemi, se la corda
è stata piazzata sull'armo in maniera corretta, se
l'ultimo che è sceso ha avuto cura di sistemare
bene la corda lungo la calata tenendo ben separati i due
capi, se prima di scendere tutti è stata fatta una
prova per vedere se la corda "veniva bene" si incomincia
a tirare un capo della corda, controllando che non vi
siano presenti nodi e intrecci, e l'altro dovrebbe
incominciare a salire scorrendo nell'anello dell'attacco.
Se ciò non avviene sono cavoli amari.
Nel caso in cui la corda sia
dura a venire bisogna allontanarsi dalla verticale del
salto e farsi aiutare da più compagni, tirando
anche con le maniglie autobloccanti.
Se la corda si incastra e non
c'è verso di recuperarla si pongono alcune
alternative più o meno spiacevoli:
- se tutti e due i capi della
corda sono in basso, il salto non è molto alto
e le pareti sono levigate si può ipotizzare di
risalire con i bloccanti su di un capo della corda,
mentre l'altro viene legato all'imbrago di un compagno
che fa da contrappeso; bisogna salire molto
delicatamente facendo in modo che la corda strusci il
meno possibile sulle asperità delle pareti per
non rovinarsi;
- se un solo capo della corda
è a valle è meglio non arrischiarsi a
salire per ovvi motivi;
- nel caso non si riesca a
recuperare la corda bisogna tagliarla cercando di
recuperarne la maggiore lunghezza possibile e si
prosegue la discesa utilizzando la corda di soccorso
che ci siamo prudentemente portati dietro;
sarà necessario
cercare di evitare assolutamente altri
incastri;
- nel caso in cui non abbiamo
portato una corda di soccorso e la verticale
più alta è ancora davanti a noi non ci
rimane altro da fare che verificare la presenza di una
scappatoia utilizzabile o aspettare pazientemente
l'arrivo dei soccorsi, se prima della partenza abbiamo
lasciato detto a qualcuno fidato dove saremmo andati e
a che ora presumibilmente saremo rientrati.
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Altezza
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Velocità
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5 m.
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35 km/h
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10 m.
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49 km/h
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15 m.
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60 km/h
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20 m.
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70 km/h
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I
"salti"
- I salti nella discesa delle
forre sono considerati soprattutto un divertimento, ma a
condizione di essere affrontati in tutta sicurezza, senza
aggravare i già alti rischi della discesa di un
canyon. In certe condizioni, quando la portata d'acqua
è importante, è meglio saltare una cascata
cadendo lontano dal ritorno che si forma alla base,
piuttosto che scendere con la corda sotto l'acqua e
dentro i vortici della marmitta.
- Saltare non deve essere
obbligatorio, né chi non vuole effettuare qualche
salto, perché non si sente sicuro deve essere
costretto a saltare a forza; in questo caso bisogna
mettere la corda e sarà questo il componente del
gruppo che verificherà le condizioni della vasca
per gli altri;
- Per affrontare i salti è
necessario prendere alcune precauzioni
fondamentali:
- dato che il corso di un
torrente non è immutabile, il bacino di
ricezione potrebbe, da un anno all'altro o anche nella
stessa stagione, riempirsi di detriti o alberi; per
cui uno del gruppo si dovrà "sacrificare" e
scendere per primo con la corda per verificare la
fattibilità del salto;
- in caso di salti di notevole
altezza (> di 8÷10 mt.) la superficie
dell'acqua diventa quasi un muro rigido e la tecnica
di salto deve essere precisa e provata più
volte per evitare incidenti;
- prima di affrontare un salto
togliere il casco (a meno che non sia un casco tipo
canoa con numerosi ed ampi buchi per la fuoriuscita
dell'acqua) ed il sacco dalle spalle;
- un salto può essere
diviso in quattro fasi:
- spinta: deve essere precisa e veloce;
attenzione alle partenze scivolose ed evitate di
prendere lunghe rincorse inutili e
pericolose;
- involo: più il salto è alto,
più è difficile, ma fondamentale,
conservare la posizione corretta fino all'entrata
in acqua;
- entrata in
acqua: il corpo
dovrà essere il più dritto possibile;
gambe strette e tese e, se l'altezza è
elevata, punte dei piedi verso il basso; braccia
piegate contro il busto e avanbracci a pugni chiusi
contro il petto e davanti alla faccia a proteggere
il viso durante l'entrata in acqua;
- sotto
l'acqua: disunirsi
immediatamente, raccogliere le gambe, allargare le
braccia e nuotare verso la superficie cercando di
non scendere troppo in profondità.
- nel caso di piccoli salti
con marmitte poco profonde saltare preparandosi ad
ammortizzare come se si dovesse saltare a
terra.
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