LA MALEDIZIONE
C'era una volta un
re molto vecchio e molto saggio che aveva un figlio bellissimo e molto
intelligente.
Il principe era anche molto colto e gentile, ma nessuna donna del regno
voleva sposarlo perché su di lui gravava una maledizione.
Tanti anni prima, una vecchia strega, offesa con il re, lo aveva maledetto
predicendogli che tutti i suoi figli avrebbero avuto figli nati morti.
Il povero re, disperato, aveva consultato tutti i saggi e tutti i maghi
del regno, ma nessuno aveva potuto aiutarlo. Solo una donna, che si era
presentata al castello sporca e lacera, gli aveva dato un filo di speranza;
gli aveva detto che forse c'era una possibilità di annullare la
maledizione: suo figlio, perché ne avrebbe avuto uno solo, gli predisse,
al compimento del ventesimo anno doveva partire, da solo, e cercare una
fanciulla che avrebbe potuto aiutarlo.
La donna non rispose alle domande del re su come il figlio avrebbe fatto
a riconoscerla, su come questa fanciulla avrebbe potuto aiutarlo. Si limitò
a sorridere e se ne andò.

Ora era venuto il tempo,
per il principe di partire: salutò il padre e la madre e si mise
in viaggio. Cavalcò per giorni e giorni, per tutto il suo regno,
scrutando il viso delle donne che incontrava, sperando di vedere un segno.
Ma le donne che incontrava gli sembravano tutte uguali, normali.
Alla fine, stanco, si fermò in una locanda al confine del suo regno.
Mangiò qualcosa e non appena poggiò la testa sul cuscino
si addormentò di un sonno agitato e popolato di incubi.
La mattina dopo, il principe, scoraggiato, decise di tornare al castello
e di rinunciare alla ricerca. Pagò l'oste e montò sul suo
cavallo.
Mentre cavalcava, all'improvviso udì delle grida di donna e vide
una ragazza che correva inseguita da una folla inferocita. Non si fermò
a pensare: spronò il suo cavallo dirigendosi verso la ragazza, la
afferrò per la vita e senza fermarsi la tirò in groppa al
suo cavallo.
Quando furono abbastanza lontani dal paese, il principe si fermò,
fece scendere la ragazza dal cavallo e le chiese: "Perché quella
gente ti inseguiva? cosa hai fatto per farli arrabbiare così tanto?"
"Non ho fatto niente!" disse la ragazza tra le lacrime "dicono che sono
una strega!"
"Beh, ci sarà un motivo se dicono una cosa del genere, non ti pare?!"
"C'era un bambino con la febbre molto alta e nessuno riusciva a fare niente
per lui, così sono andata dalla vecchia che vive nel bosco a chiederle
aiuto, perché lei conosce le erbe medicamentose. Poi ho portato
al bambino la pozione che la vecchia mi ha dato ed il bambino è
guarito, ma tutti hanno cominciato a guardarmi in modo strano, ad evitarmi,
così sono tornata dalla vecchia e lei mi ha detto che potevo restare
con lei ed imparare l'uso delle erbe. Ma ora..."
"Non mi hai ancora detto perché ti inseguivano" la interruppe il
principe.
"Ieri quegli uomini sono venuti alla capanna portando una donna molto malata
e chiedendo alla vecchia di guarirla. Lei ha guardato la donna e poi ha
detto loro che era troppo tardi, che non avrebbe potuto guarirla, e loro
si sono arrabbiati, ci hanno accusato di essere due streghe e ... hanno
colpito la vecchia con un bastone ed io sono fuggita!"
"La vecchia è morta?" chiese il principe.
"Non lo so! stavo tornando alla capanna, ma quegli uomini mi hanno vista
ed hanno cominciato ad inseguirmi!"
"Bene, allora ora andremo a vedere cosa le è successo."
"Ho paura! uccideranno anche te se ci prendono!"
"Hai ragione, è meglio che non mi vedano con te. Tu resterai qui,
nascosta tra quegli alberi, ed io andrò a vedere. Spiegami come
arrivare alla capanna."
La ragazza glielo spiegò ed il principe partì al galoppo.
Arrivato alla capanna, vide un uomo, nascosto tra i cespugli, gli si avvicinò
e gli disse: "Buon uomo, sono il figlio del tuo re, ho viaggiato a lungo
e sono stanco, credi che in quella capanna potranno darmi un giaciglio
sul quale riposare?"
L'uomo si inchinò fino a terra e salutò il principe, poi
gli disse: "In quella casa vivevano due streghe, una l'abbiamo uccisa e
stiamo cercando di catturare l'altra, è per questo che sono nascosto
qui, prima o poi verrà a vedere cosa è successo alla sua
amica!" v"Bene, allora cercherò un riparo da un'altra parte" rispose
il principe e si allontanò.
Tornò dalla ragazza e le disse che la sua amica era morta. Lei pianse
a lungo sconsolata, poi si addormentò.
Il principe rimase sveglio a guardare il volto dolce ed indifeso della
fanciulla e si chiese se non potesse essere lei colei che lo avrebbe salvato.
Ma si! doveva essere lei! era una strega, forse, e quindi avrebbe potuto
scacciare la maledizione!
La svegliò e le disse: "Ascolta la mia storia e dimmi se credi di
potermi aiutare."
Le raccontò della maledizione e della profezia della vecchia mendicante,
poi le chiese: "Allora, puoi fare qualcosa per me?"
"E cosa potrei fare?! mi dispiace tanto per te, ma non credo di essere
la ragazza che cerchi! mi dispiace!"
Il principe rimase in silenzio, dolendosi della sua sorte, poi, senza parlare
salì sul suo cavallo e tese la mano alla fanciulla: "Vieni con me,
ti porterò al mio castello, lì sarai al sicuro."
Cavalcarono a lungo ed infine arrivarono al castello.
Il re padre, quando sentì lo zoccolio del cavallo del figlio nel
cortile, si precipitò fuori: "E' lei la donna che ti salverà?"
"No, padre" rispose il figlio scendendo da cavallo "non è lei, è
solo una ragazza che ha bisogno del nostro aiuto. Non ha nessuno e non
sa dove andare, così ho pensato di portarla qui."
"Non puoi smettere di cercare!" esclamò il re "devi ripartire immediatamente!"
"No," rispose il principe mentre aiutava la fanciulla a scendere dal cavallo
"non ripartirò, è inutile, ho deciso di rinunciare alla ricerca,
accetterò il mio destino."
Il re chinò il capo disperato: il suo regno, dopo il figlio, non
avrebbe avuto eredi, la sua dinastia si sarebbe estinta. Ma non poteva
non accettare la decisione del figlio, sapeva che questa non era stata
presa a cuor leggero. "Sia come vuoi, figlio adorato" disse.
Il principe abbracciò il vecchio padre in silenzio, poi si rivolse
alla fanciulla: "Ancora non so il tuo nome, vuoi dirmelo?"
"Il mio nome è Stella, principe."
"Bene, Stella, rimarrai al castello ed avrai un pezzo del nostro giardino
per coltivare le piante medicamentose, così potrai curare quelli
che vivono qui."
"Grazie, principe, siete molto buono, vi auguro con tutto il cuore di trovare
la donna che può aiutarvi!"

Passarono vari giorni
durante i quali Stella si dette molto da fare a cercare nei boschi circostanti
le erbe da piantare nel giardino del re.
Il principe ogni tanto l'accompagnava, ma non parlava mai, aveva sempre
lo sguardo perduto nel vuoto, triste e disperato.
Un giorno, erano seduti sotto un grosso albero a riposarsi, Stella timidamente
disse al principe: "Capisco che sia triste per voi sapere di non poter
avere figli, ma la vostra vita non è finita! può sempre succedere
qualcosa e anche se non dovesse accadere, potrete sempre avere l'amore
di una donna, godere di tutte le altre gioie della vita!"
"L'amore di una donna? nessuna donna potrebbe accettare di amare un uomo
che non possa darle la gioia di un figlio!"
"Oh si che potrebbe, l'amore è qualcosa che non si può combattere,
arriva così, all'improvviso, senza che ci si possa far nulla. E
quando una donna è innamorata è troppo tardi per ragionare,
accetterebbe anche di non avere figli, pur di stare vicino all'uomo che
ama."
"Beh, allora nessuna donna finora si è innamorata di me, perché
nessuna delle principesse dei regni vicini ha accettato di sposarmi!"
"Abbiate pazienza, troverete la donna che saprà amarvi."
Il principe guardò incuriosito Stella che mentre parlava teneva
gli occhi bassi e mostrava qualche segno di nervosismo.
"Tu come fai a sapere come si comporta una donna innamorata? sei così
giovane! Oppure hai già conosciuto l'amore?"
Stella si alzò e disse: "E' tardi, si sta facendo buio! dobbiamo
tornare al castello!"
Il principe si alzò, prese la mano di Stella e le chiese dolcemente:
"Se tu mi amassi, mi sposeresti nonostante la maledizione?"
Stella ritirò la mano da quella del principe e si avviò di
corsa verso il castello.
Il principe la seguì lentamente e quando arrivò al castello,
lei era già nella sua camera.

Non si videro per vari
giorni perché Stella gli fece dire che non si sentiva bene e quindi
non potevano andare nel bosco a raccogliere le erbe.
Il principe si accorse che lei gli mancava, così dopo dieci giorni
andò a bussare alla porta della camera della fanciulla.
"Chi è?" chiese lei.
"Sono il principe, voglio sapere come stai."
"Sto un po' meglio, grazie, mi rimetterò presto."
"Apri la porta, Stella, voglio farti un po' di compagnia."
Lei aprì la porta e disse: "E' meglio non entriate, principe, potrei
essere contagiosa!"
"Non credo che tu sia contagiosa, come non credo che tu sia malata; stai
solo evitandomi!"
"Oh, non è vero?"
"Allora fammi entrare."
Stella si ritirò dalla porta e il principe entrò.
Si sedettero sul letto e per un po' stettero in silenzio, imbarazzati,
poi lui disse: "Ho pensato a quello che mi hai detto nel bosco e forse
hai ragione, non serve a niente che io mi disperi, devo accettare il fatto
compiuto e cercare di essere felice ugualmente. Ti ringrazio molto per
le tue parole, mi hanno aiutato ad uscire dalla mia disperazione."
"Sono felice di esservi stata utile, principe."
"Per ringraziarti ho pensato di farti un regalo" disse il principe, aprendo
la porta e prendendo una scatola "ecco questo è per te Stella."
La ragazza arrossì e prese la scatola: "Non c'era bisogno di farmi
un regalo! avete già fatto tanto per me!"
"Aprila, Stella." disse il principe.
Stella aprì la scatola e ne saltò fuori un gattino tutto
rosso che cominciò a fare le fusa.
"Oh, è meraviglioso!" esclamò lei "grazie, grazie!"
"Ero sicuro che tu amassi i gatti. Non vuoi ringraziarmi con un bacio?"
Lei diventò tutta rossa e gli diede un bacio veloce sulla guancia.
Lui si mise a ridere e le disse: "Che bacio! non mi sono quasi accorto
di averlo avuto!"
"Oh, non prendetemi in giro, per favore! non sta bene che una ragazza baci
un uomo!"
"Che stupidaggini, Stella, non siamo amici? Ma ora ti lascio in pace con
il tuo nuovo amico, ci vediamo domani mattina per andare a fare una passeggiata
nel bosco."
La mattina dopo il
principe e Stella si recarono nel bosco e tra loro si creò una strana
armonia. Parlarono, risero, giocarono, dimenticandosi completamente di
raccogliere le erbe.
Quando furono stanchi di camminare si sedettero sull'erba e il principe
le disse: "Stella, hai notato come stiamo bene insieme? quando sono con
te dimentico i miei problemi e anche tu mi sembri felice, non è
vero?"
"Si, è vero." mormorò lei "sono felice quando stiamo insieme."
"Stella ... accetteresti di diventare mia moglie?"
"Si, con tutto il cuore!"
Il principe le prese la mano e la baciò: "Cercherò di farti
felice, amore mio, nonostante..."
Lei lo interruppe dicendo: "Sarò felice, ne sono certa, perché
ti amo e niente altro ha importanza!"
Tornarono al castello tenendosi per mano e si recarono subito dal re padre.
"Padre," disse il principe "sposerò Stella."
Il re rimase impietrito, poi disse: "Siete pazzi! sapete bene a cosa andate
incontro! i vostri figli nasceranno morti e Stella potrebbe morire durante
il parto!"
"Non ha importanza" rispose lei precedendo il principe "anche un solo giorno
con l'amore di vostro figlio per me sarà moltissimo! e poi non morirò
ne sono certa. Il nostro amore ci aiuterà a sopportare il dolore,
per niente al mondo rinuncerei a quello che provo per il principe!"
Il principe, che non aveva pensato ai rischi che Stella avrebbe corso,
le prese le mani tra le sue e le disse: "Stella, sei proprio sicura di
volermi sposa- re? Se non te la sentissi io capirei."
"Voglio sposarti, dovesse costarmi la vita!"
Il principe e Stella
si sposarono dopo un mese nella cappella del castello. Furono felici per
un anno, poi un giorno Stella raggiunse il suo sposo nella sala delle udienze,
lo baciò con dolcezza e gli disse: "Sposo mio, quello che temevamo
è accaduto, aspetto un figlio."
Il principe la strinse forte tra le braccia e pianse. Poi chiamò
al castello tutti i dottori più bravi del paese perché assistessero
la sua sposa durante la gravidanza.

I mesi passarono e
un giorno, mancava poco al momento del parto, una vecchia si presentò
al castello chiedendo del principe.
Il principe non voleva staccarsi dal capezzale di Stella, così mandò
il suo consigliere a parlare con lei.
"Devo assolutamente parlare con il principe" disse la vecchia al consigliere
"ho per lui una notizia che lo renderà felice."
Il consigliere tornò dal principe e gli riferì il messaggio
della vecchia.
Stella consigliò al marito di andare a sentire cosa la vecchia avesse
da dirgli, perché non voleva che il suo amato sposo assistesse alla
tragedia che stava per consumarsi.
Il principe di malavoglia acconsentì e si recò nella sala
delle udienze.
"Spero per te che la cosa che devi dirmi sia importante!" apostrofò
la vecchia "perché mia moglie sta per avere un figlio!"
"Lo so" rispose la vecchia "io so tutto di te; sono la donna che disse
a tuo padre che solo una donna poteva salvarti dal tuo amaro destino."
"La donna di cui tu parli non l'ho trovata" la interruppe il principe.
"Sono qui proprio per parlarti di lei" disse la vecchia.
"Mi dispiace, ma ora non è proprio il momento, non posso lasciare
sola la mia sposa!"
"La tua sposa non corre alcun pericolo ed è proprio ora il momento
di parlare della tua maledizione. Ascoltami attentamente"
In quel momento il consigliere del principe si precipitò dentro
la sala, agitatissimo.
Il principe impallidì e gli chiese: "Cosa è successo? La
principessa sta bene? parla, avanti dì qualcosa!"
Il consigliere era talmente agitato che non riusciva a spiccicare parola,
allora la vecchia si rivolse al principe: "Principe, ciò che il
tuo consigliere non riesce a dirti, te lo dirò io, sono venuta proprio
per questo: la donna che tu hai tanto cercato è la principessa Stella,
la donna che ti ha amato e sposato nonostante il tuo destino. La maledizione
è stata annullata dal suo amore disinteressato: tuo figlio è
nato ed è vivo."
Il principe si precipitò nella stanza della sua sposa e la trovò
raggiante con in braccio suo figlio.
L'amore del principe
e della principessa Stella durò per tutta la loro vita e diede loro
tanta felicità.
Il loro bambino crebbe, si sposò ed ebbe figli.