IL REGNO FELICE

C'era una volta un piccolo regno tra le montagne nel quale il popolo viveva felice ed in armonia con gli animali.
Il re Eldo era un uomo giusto e pietoso ed aveva cercato di insegnare al suo unico figlio Aio ad essere un buon re, ma era preoccupato perché Aio ogni tanto dimostrava di essere prepotente e crudele; se ne pentiva subito e chiedeva perdono al padre, ma....
Un giorno il re sentì che stava per finire il suo tempo, così chiamò suo figlio e gli disse: "Aio, tra poco tempo tu diventerai re, voglio che tu regni senza dimenticare tutto ciò che ti ho insegnato: devi sempre avere una parola buona per ogni tuo suddito, devi giudicarli, se sbagliano, con giustizia e pietà, devi fare in modo che ognuno di loro abbia sempre almeno il necessario per vivere. E gli animali devono sempre avere un posto dove rifugiarsi, dove trovare da mangiare, sia per quanto riguarda gli animali con i quali dividiamo la nostra vita, sia per quelli della foresta o delle montagne; non dimenticare mai, figlio mio, che gli animali sono importanti per la vita degli uomini: ci fanno compagnia, ci aiutano nel lavoro, non indisporli mai o potresti pentirtene! Ora, figlio adorato, lasciami solo, sono un po' stanco."
Aio uscì dalla stanza pensando che il padre era proprio diventato vecchio e che ogni tanto parlava a vanvera: poteva anche ammettere che gli animali che vivevano con gli uomini potessero avere una qualche utilità, ma gli altri....
Il re morì e Aio divenne re. Cercò di essere un buon re, proprio come gli aveva insegnato il padre, ma cedette senza rimorsi alle pressioni del suo popolo che amava cacciare più di ogni altra cosa; così cancellò la legge che impediva la caccia, la legge che suo padre aveva emanato all'inizio del suo lungo regno.
In breve tempo gli animali selvatici, non rimasti preda dei cacciatori, si allontanarono dalla città ed il popolo cominciò a spingersi sempre più lontano per cacciare.
Arrivarono al re i primi avvertimenti dai regnanti confinanti perché tenesse a bada i suoi cacciatori, ma Aio rispose loro con prepotenza sostenendo che se loro avessero continuato a lamentarsi ci sarebbe stata una guerra.
E la guerra ci fu.
Aio vinse, ma dopo un po' dovette dichiarare guerra ad un altro re, e poi ad un altro ancora.
Intanto gli animali della foresta, stanchi di dover sempre scappare davanti ai cacciatori del regno di Aio, si riunirono alle pendici del monte Anteo per decidere come far fronte alla situazione.
La volpe più vecchia prese la parola: "Amici miei, la situazione è davvero tragica, non abbiamo più un posto dove andare, il regno del buon re Eldo era l'unico rifugio per noi, un luogo dove vivere in pace e tranquillità, ma ora suo figlio ci ha dichiarato guerra e noi dobbiamo trovare un modo per difenderci. Mi è venuta una certa idea che ora vi voglio esporre: gli uomini possono anche fare a meno delle volpi, dei lupi, dei castori, degli scoiattoli, ma hanno bisogno di alcuni animali per vivere, ad esempio senza cavalli non possono andare in guerra o arare i campi; i cani sono loro utili per fare la guardia o per dar fastidio a noi povere volpi; le galline danno loro le uova, e così via. Beh, la mia idea è questa: se noi riuscissimo a convincere gli animali che vivono con gli uomini a mettersi dalla nostra parte il gioco è fatto!"
Ci fu un mormorio di approvazione tra gli animali dell'assemblea, poi un timido scoiattolo prese la parola: "L'idea non sarebbe malvagia, ma proprio non vedo come potremmo fare per convincere i cavalli a rifiutarsi di lavorare per l'uomo, o le galline o i cani o tutti gli altri!"
"Non è molto complicato" ribatté la volpe "teniamo presente che gli animali che lavorano per gli uomini non sono poi così intelligenti, sennò non si sarebbero fatti convincere a lavorare per loro per un misero pezzo di pane rinunciando alla loro libertà! se noi riuscissimo a convincerli che gli uomini del regno di Aio, dopo aver sterminato tutti gli animali della foresta, presi dalla smania per la caccia, cominceranno a dar la caccia anche a loro? secondo me, potrebbero crederci e comunque è un tentativo da fare, non mi sembra che ci siano altre strade! che ne dite della mia idea?"
"Possiamo provare" disse un immenso orso nero "ma come facciamo ad avvicinare gli animali degli uomini? e chi sarà che si prenderà la briga di convincerli?"
"Beh," disse la volpe con modestia "tutti sanno che noi volpi siamo molto astute, ci proverò io se siete tutti d'accordo!"
L'assemblea degli animali votò all'unanimità la proposta della volpe e si aggiornò al giorno della terza luna perché la volpe riferisse loro sul suo tentativo.
La notte dopo, se qualche uomo fosse stato sveglio ed avesse assistito alla scena che si svolse nel pollaio di Mastro Mendo ne sarebbe rimasto davvero sbalordito! Una volpe si avvicinò silenziosamente al pollaio ed invece di assalire le galline si mise a parlare fitto fitto con loro, poi si allontanò, senza aver fatto nemmeno uno spuntino, dirigendosi verso il bosco.
La mattina dopo, una gallina attirò, con qualche mossettina leziosa, un grande cane vicino al pollaio e parlò con lui per lungo tempo; il grande cane avvicinò poi con fare indifferente un cavallo nero già pronto per andare nel campo del suo padrone a lavorare; il cavallo nero parlò con una mucca a chiazze bianche e questa ebbe l'ingrato compito di parlare con il capo dei gatti del paese.
In breve tempo tutti gli animali del regno erano al corrente della situazione ed avevano convenuto che dovevano proprio aiutare i loro amici/nemici della foresta, anche perché avevano avuto assicurazione da loro che se il piano fosse riuscito, le volpi ed i lupi avrebbero notevolmente ridotto le loro incursioni nei pollai del regno.
Così i cani cominciarono a fare sonni tranquilli tutte le notti, i cavalli si sdraiarono a terra tutte le volte che qualcuno cercava di montarli o di attaccar loro un aratro, le galline smisero di far uova ed i gatti si rifiutarono di far moine ai loro padroni e diventarono ancora più scorbutici del solito.
Il re Aio, venuto a conoscenza della situazione, si preoccupò molto per il futuro del suo regno, così chiamò a palazzo un mago molto saggio e lo pregò di scoprire cosa stesse succedendo.
Il mago pensò che il modo migliore per scoprire cosa avessero gli animali fosse quello di chiedere direttamente, così chiamò il suo gatto, che da un po' di tempo gli era diventato molto antipatico, e gli disse: "Gatto, il re mi ha incaricato di scoprire cosa sta succedendo a tutti gli animali del regno, puoi aiutarmi?" poi per essere più convincente aggiunse: "se non vuoi essere tramutato in uno schifoso topo!"
Il gatto, con aria offesissima, gli disse che se il re voleva sapere cosa stava succedendo doveva ricevere una delegazione degli animali della foresta che gli avrebbero spiegato tutto. Doveva perciò mandare un manipolo dei suoi soldati alle pendici del monte Anteo per scortare la delegazione fino a palazzo, perché non succedesse loro nulla: altrimenti per gli uomini sarebbero stati dolori!
Il mago tornò dal re Aio e gli riferì ciò che aveva saputo.
Il re, perplesso, mandò i suoi soldati alle pendici del monte come il gatto aveva suggerito.
Quando la delegazione degli animali della foresta fu al cospetto di Aio, la volpe prese la parola: "Caro re Aio, gli animali della foresta ed anche i vostri animali, chiedono solo un po' di pace e di rispetto; basta con questo continuo massacro messo in atto dai cacciatori! se non farai qualcosa a questo riguardo i rapporti tra gli uomini e gli animali saranno rovinati per sempre! tuo padre era un uomo buono e saggio, lui sapeva che non conveniva a nessuno una guerra come questa che è in atto da che tu sei salito al trono!"
Il re Aio ricordò le raccomandazioni di suo padre ed abbassò la testa.

Aio fece una legge contro la caccia ed andò anche oltre! stabilì che nessun uomo aveva il diritto di maltrattare un animale sia che fosse domestico sia che fosse selvatico e dette a questi ultimi la facoltà di appellarsi al suo giudizio ogni volta che ne avessero avuto bisogno.

Così la pace tornò tra gli uomini del regno di Aio e gli animali, e la vita riprese come prima... quasi come prima: perché il rapporto tra il mago ed il suo gatto era ormai incrinato per sempre!