LA STREGA
C'era una volta una strega molto
dispettosa. Non che fosse cattiva, ma aveva uno strano senso dell'umorismo;
si divertiva da morire a tramutare gli abitanti del paese in cui viveva
in animali, a tramutare oggetti in altre cose, cosicché poteva capitare
che una povera donna che aveva sulle spalle il secchio con l'acqua che
aveva preso alla fonte, si ritrovasse all'improvviso a trasportare un gatto
furibondo, oppure un uomo che vangava il suo orto si ritrovava in mano
al posto della vanga un serpente che lo guardava con aria di disapprovazione.
Un bel giorno gli abitanti del
paese ne ebbero abbastanza degli scherzi della strega, così si riunirono
nella piazza principale per decidere cosa fare.
"Potremmo cacciarla dal paese!"
disse uno dei partecipanti.
"Potremmo metterla in prigione
per un po'." intervenne un altro.
"Forse basterebbe chiederle di
smetterla!" disse un altro.
Il sindaco del paese chiese la
parola e tutti tacquero: "Forse la soluzione migliore sarebbe quella di
prenderla con le buone, perché altrimenti non sappiamo che reazione
potrebbe avere!"
"Che cosa hai in mente?" chiese
un contadino che abitava proprio vicino alla casa della strega.
"Beh, potremmo fare come uno
di voi ha suggerito, cioè chiederle per favore di smetterla...."
Il sindaco tacque all'improvviso perché la strega era entrata nella
piazza.
"Che sta succedendo qui?" chiese
la strega.
"Siamo stufi dei tuoi scherzi!"
urlò un uomo.
"Siete proprio stupidi!" esclamò
la strega "e non avete il minimo senso dell'umorismo!"
Il sindaco le si avvicinò
e le disse: "Non è vero che non abbiamo il senso dell'umorismo,
alcuni tuoi scherzi li troviamo davvero molto divertenti, ma alcune volte,
devi convenirne, esageri un po'!"
La strega allungò un dito
verso il sindaco e questo si ritrovò in bocca un enorme pesce che
si dimenava. Lei scoppiò a ridere e disse: "Non è forse divertente?"
Nessuno rispose ed alcune persone
cominciarono ad allontanarsi dalla piazza scoraggiate.
"Restate qui!" urlò il
sindaco quando riuscì a togliersi dalla bocca il pesce "non possiamo
permetterle di continuare a comportarsi come le pare!"
"Ah no?!" interloquì la
strega "e come pensate di impedirmelo?"
"Sii ragionevole!" le disse il
sindaco "con i tuoi scherzi ci impedisci di lavorare e di fare una vita
normale e tranquilla... devi proprio smetterla!"
"Mi annoierei da morire se non
potessi fare degli scherzi... e quando mi annoio divento cattiva!" esclamò
la strega "e voi non volete che diventi cattiva, vero?!"
"Certo che no!" esclamò
il sindaco "ma forse noi potremmo evitare di farti annoiare!"
"Ah si? e come?"
"Beh, potremmo trovarti un lavoro,
per esempio!"
"Un lavoro? e perché mai
dovrei lavorare? non ne ho bisogno, posso procurarmi tutto quello che voglio
con la mia magia!"
"Allora potresti usare la tua
magia per aiutare i tuoi compaesani, invece che per fare scherzi!"
"E perché dovrei? e poi
ora me ne vado, tutte queste chiacchiere mi hanno stancato!" disse la strega
facendosi largo tra la folla.
"Non possiamo fare proprio niente
contro di lei!" esclamò una donna quando la strega non fu più
a portata d'orecchio.
"Forse, invece, qualcosa da fare
c'è!" esclamò una ragazza.
"Cosa?" urlarono tutti insieme
speranzosi gli uomini e le donne presenti.
"Beh, perché credete che
lei ci faccia sempre tutti quegli scherzi? secondo me lo fa solo per attirare
la nostra attenzione! voglio dire che probabilmente si sente molto sola
visto che tutti noi ne abbiamo un po' paura e che quindi cerchiamo sempre
di evitarla! io credo che lei non sia cattiva perché i suoi scherzi
sono sempre innocui, voglio dire che non ha mai fatto del male a nessuno!
forse se noi cominciassimo ad invitarla nelle nostre case, se noi ci fermassimo
a chiacchierare con lei quando la incontriamo, invece che darcela a gambe,
se cominciassimo a trattarla come una di noi .... forse lei non avrebbe
più bisogno di farci degli scherzi!"
"Potresti avere ragione!" esclamò
il sindaco "in ogni caso è un tentativo che dobbiamo fare!"
La mattina dopo, la strega sentì
bussare alla sua porta.
"Chi è?" chiese preoccupata,
visto che nessuno mai si era avvicinato tanto alla sua casa.
"Sono Carlo, il figlio di Saro."
rispose una vocina.
"E cosa vuoi?" chiese la strega.
"Avrei bisogno della tua magia."
La strega aprì la porta:
"Hai bisogno della mia magia? e per fare che?"
"Vedi?" disse Carlo indicando
il trenino di legno che aveva in mano "il mio trenino si è rotto
e mio padre non ha tempo di aggiustarmelo... forse tu... beh, tu ci metteresti
un attimo ad aggiustarmelo!"
"E tu sei venuto qui per questo?
non hai paura di me?!"
"No, perché dovrei avere
paura?"
"Non lo sai che io mangio i bambini?"
Carlo esitò un attimo
chiedendosi se non fosse vero, poi replicò: "Non ci credo! allora
vuoi aggiustare il mio trenino, per favore?"
La strega allungò un dito
ed il trenino si rincollò come per miracolo.
"Oh, grazie, strega! sei davvero
molto gentile!" disse Carlo felice e scappò via.
La strega rimase lì sulla
porta, chiedendosi cosa stesse succedendo.
Era ancora lì, quando
vide venire su per la strada il sindaco.
"Cosa vuoi?" gli chiese quando
lui fu abbastanza vicino.
"Volevo ringraziarti per aver
aggiustato il trenino di Carlo ed invitarti alla festa che si terrà
stasera sulla piazza del paese."
"Non mi hai mai invitato a nessuna
festa!" esclamò la strega.
"E' stata solo una dimenticanza!"
ribatté il sindaco "allora vuoi venire?"
"Ho capito!" urlò la strega
"ho capito cosa cercate di fare! cercate solo di tenermi buona!"
"Ti sbagli, strega, una ragazza
ci ha semplicemente fatto notare che era ingiusto non permetterti di far
parte della vita di noi tutti, perché non c'è motivo di aver
paura di te!"
"Ah no?!" esclamò la strega
tramutando il sindaco in un rospo.
"Allora verrai alla festa?" chiese
il rospo senza battere ciglio.
"Vuoi ancora che venga alla festa?"
chiese incredula la strega.
"Non lo voglio solo io, lo vuole
tutto il paese!"
Da quel giorno la strega andò
a tutte le feste del paese, aggiustò i giocattoli dei bambini, chiacchierò
con tutti quelli che incontrava e continuò a fare scherzi ai suoi
compaesani... ma solo ogni tanto.