IL SERPENTE ARROTOLATO

C'era una volta una famiglia molto povera. Il capo famiglia, un uomo gravemente malato, era preoccupato per il futuro dei suoi due figli sentendo la morte che si avvicinava ogni giorno di più.
Sua moglie era morta nel dare alla luce il secondogenito, Saro, che ora aveva appena tre anni e la figlia più grande, Alba, che aveva solo 15 anni, certamente non avrebbe saputo badare da sola anche al fratellino.
L'uomo si era rivolto a tutti i notabili del paese per trovare ai suoi figli una sistemazione, ma tutti erano stati disponibili ad aiutarlo solo a parole. Così il pover'uomo non sapeva più a che santo votarsi.

Un giorno una vecchia che lui non aveva mai visto, bussò alla sua porta e gli disse che avrebbe pensato lei ai due bambini, a patto che Alba, la più grande, le avesse procurato il serpente arrotolato.
L'uomo le chiese cosa fosse il serpente arrotolato e dove Alba avrebbe potuto trovarlo, ma la donna gli rispose che la ragazza avrebbe dovuto cavarsela da sola: doveva partire immediatamente e tornare con il serpente entro 5 giorni.
Così l’uomo chiamò la figlia, le riferì ciò che gli aveva detto la vecchia, e la pregò di partire alla ricerca del serpente arrotolato.
Alba, che non era mai uscita di casa da sola, spaventatissima, pregò il padre di non costringerla ad andare, gli disse che avrebbero trovato un’altra soluzione. Ma l’uomo le disse: "Figlia mia, io sto morendo e non posso farci nulla, ma voglio morire tranquillo, voglio sapere che tu e tuo fratello siete al sicuro, che qualcuno si occuperà di voi. Ti prego, vai, trova il serpente e portalo alla vecchia, ma sii prudente, non fidarti di nessuno perché al mondo c’è tanta gente cattiva! Parti subito, piccola mia, non ho più tanto tempo!"
La ragazza capì che non sarebbe riuscita a far cambiare idea al padre e non voleva dargli un dispiacere, così fece un piccolo fagotto con un po’ di pane ed una borraccia d’acqua e partì.

Camminò a lungo, dirigendosi verso la montagna, e quando cominciò a fare buio si chiese dove avrebbe dormito; quell’impresa era proprio una follia, si disse, come avrebbe fatto a riconoscere proprio il serpente che voleva la vecchia? tutti i serpenti dormono arrotolati, forse la vecchia ne voleva uno qualsiasi concluse Alba.
Alle pendici della montagna trovò una grotta e decise di fermarsi lì. Si fece un giaciglio con delle foglie e si accinse a dormire, anche se era terrorizzata dal buio e dal silenzio.
Si era quasi addormentata, quando sentì le voci di due uomini, proprio fuori della caverna.
"Tu l’hai visto questo maledetto serpente?" disse la prima voce.
"No, per fortuna no, dicono che uno del mio paese sia rimasto cieco solo per avergli dato una sbirciatina, è un serpente fatato! può uccidere qualcuno anche senza muoversi!" rispose la seconda voce.
"Eppure deve esserci un modo per catturarlo!"
"Non lo so, è pericoloso, un sacco di gente ci ha rimesso le penne nel tentare, forse è meglio lasciar perdere!"
"Io non lascio perdere, voglio diventare ricco, sono stufo di lavorare come un somaro per un pezzetto di pane, ho cinque figli ed una moglie da sfamare, io! Raccontami di nuovo la storia del serpente arrotolato, forse mi verrà in mente qualcosa."
"Dicono che tanto tempo fa questo serpente fosse un uomo, un principe per l’esattezza, che si rifiutò di sposare la figlia di un mago che era innamorata di lui. Questa, furibonda perché era stata rifiutata, convinse il padre a fare una magia: il principe fu tramutato in serpente, condannato ad essere braccato per sempre, perché chi riuscirà a catturarlo ed a metterlo in una gabbia d’oro diventerà ricco all’improvviso, dopo di che il serpente arrotolato morirà tra atroci dolori. E’ per questo che deve uccidere chiunque gli si avvicini!"
Le voci pian piano si allontanarono ed Alba, disperata, si disse che mai avrebbe potuto condannare il serpente ad una morte così atroce. Pianse a lungo, per se stessa e per il serpente, perché era sicura che prima o poi qualcuno sarebbe riuscito a catturarlo. "Papà caro" disse a voce alta tra le lacrime "non posso accontentarti, non posso provocare la morte di quel povero serpente, una volta era un uomo! Neanche la prospettiva di un futuro sereno con tanti soldi può giustificare un azione così cattiva, perdonami papà ... tornerò da te tra cinque giorni e ti dirò che non l’ho trovato ... Oh, povera me cosa faremo io ed il mio fratellino quando tu non ci sarai più papà caro ..."
"Smetti di piangere, ragazzina, mi dai fastidio!" disse una voce che veniva dal fondo della caverna.
Alba, terrorizzata, urlò: "Chi ha parlato? chi c’è laggiù?!"
"Sono il serpente arrotolato" rispose la voce "e così non vuoi catturarmi ... eppure se tu ci riuscissi diventeresti immensamente ricca!"
"Non mi importa" ribatté Alba "io e mio fratello ce la caveremo, in qualche modo ... solo che mio padre ... sta morendo .... ed io non posso tornare da lui senza di te! Gli darei l’ultimo dispiacere della sua vita!"
"Non capisco bene, tuo padre ti ha mandato qui per catturarmi, perché tu e tuo fratello diventiate ricchi?"
"Non è proprio così ... una vecchia ha bussato alla nostra porta e ha detto a mio padre che si sarebbe occupata lei di noi se io le avessi portato il serpente arrotolato."
"Quella vecchia non mi piace per niente, vi ha mentito, non vi ha raccontato tutta la storia, quindi con ogni probabilità, una volta che tu mi avessi portato da lei, vi avrebbe abbandonato al vostro destino!"
"Credo proprio che tu abbia ragione!" rispose Alba con voce triste "non mi ucciderai, vero serpente? io non voglio farti del male!"
"No, non ti ucciderò, anzi voglio aiutarti: ti permetterò di prendermi e di portarmi da tuo padre, così lui morirà tranquillo, poi tu mi lascerai libero."
"Perché ti fidi di me, potrei tradirti e metterti in una gabbia d’oro, non ci hai pensato?"
"Ci ho pensato, ma ho deciso di correre il rischio. Vieni a prendermi, ragazzina, prima che ci ripensi!"
Alba si inoltrò nella grotta ed all’improvviso le apparve un enorme serpente arrotolato: era completamente bianco, con degli enormi occhi verdi luminosi come gemme. "Sei bellissimo!" esclamò la ragazza "chi potrebbe desiderare di ucciderti? anche se tu non fossi stato un uomo ...."
"Ragazza, smettila di cianciare! vuota il tuo fagotto e mettimici dentro e stai attenta che nessuno mi veda, o io morirò e tu perderai la tua occasione di far felice tuo padre."
Alba fece quello che il serpente le aveva ordinato, ma quando cercò di sollevare il fagotto con il serpente dentro non ce la fece. "Accidenti, quanto pesi! come farò a portarti fino a casa mia? non riesco nemmeno a sollevarti!"
"Devi farcela, ragazzina, ed in fretta anche, tuo padre potrebbe morire ed io mi sono già stufato di stare qui dentro!"
Alba con gran fatica riuscì a sollevare il serpente ed a trascinarlo fino all’uscita della grotta, ma poi dovette fermarsi perché i polmoni sembrava volessero scoppiarle e le braccia le dolevano da morire. "Non ce la farò mai!" disse tra le lacrime.
"Riposati un attimo e poi portami per un altro tratto, ci metterai più tempo di quanto ce ne hai messo per arrivare qui, ma ce la farai se non sprechi energie frignando!" esclamò il serpente.
Alba stizzita per la poca comprensione del serpente, gli disse: "Sei proprio antipatico, sai, ora capisco perché quella donna ti ha fatto tramutare in serpente!"
Il serpente non si degnò nemmeno di risponderle e dopo un po’ Alba si rimise in cammino.

Camminò e camminò, riposandosi ogni tanto, tutto il resto della notte e tutto il giorno dopo.
Il serpente non aveva più detto una parola da quando avevano lasciato la grotta ed Alba, un po’ preoccupata, fermatasi in una radura circondata da cespugli, aprì il sacco.
"Stai bene, serpente? domandò.
"Sto bene" rispose laconicamente il serpente "siamo arrivati?"
"No, ancora no. Hai fame? cosa mangiano i serpenti?"
"Carne umana" disse il serpente.
"Cosa?!" mormorò Alba spaventata.
"Scherzavo! sei proprio stupida ragazzina! non ho fame, voglio solo che questa storia finisca per poter tornare nella mia grotta."
"Oh, mi hai davvero spaventata! e per favore smettila di chiamarmi ragazzina, ho 15 anni, sai?"
"Ah, beh ... allora! Su sbrigati, rimettiti in cammino o arriverai che tuo padre è già stato sepolto!"
Alba gli diede uno scappellotto, richiuse il sacco e riprese il cammino pensando che dopo tutto quell’antipatico di serpente in una gabbia d’oro ci sarebbe stato benissimo.
Finalmente, la mattina dopo, Alba arrivò alla strada che portava a casa sua: "Siamo quasi arrivati, serpente, manca poco. Ma dimmi, se mio padre volesse chiamare subito la vecchia? cosa potrei fare io?" chiese Alba.
"Tuo padre sta male, no? quindi la vecchia dovresti chiamarla tu ... basterà che tu dica che non l’hai trovata, tonta!"
"Serpentaccio della malora, se non la smetti di insultarmi ti porto dalla vecchia prima ancora di andare a casa!"
"E poi starai anche lì a vedermi morire?"
"Oh no! Scusami, ma tu sei proprio ... indisponente!"
"Va bene, smetterò di insultarti, ma tu cerca di usare la testa ogni tanto, dopo tutto qui è in gioco la mia vita!"
Alba arrivò a casa e si precipitò al capezzale del padre: "Papà! ho il serpente."
"Dio ti ringrazio!" mormorò l’uomo con un filo di voce "credo che tu abbia fatto appena in tempo, figlia mia. Quando sarò morto porterai il serpente alla vecchia e lei manterrà la promessa. Ora posso morire tranquillo!"
Il padre di Alba morì poco dopo e lei pianse tutte le sue lacrime, dimenticandosi completamente del serpente rinchiuso nella bisaccia.
Quando arrivò la vecchia e le chiese a bruciapelo se avesse trovato il serpente, Alba fu quasi sul punto di tradirsi: "Si ... no ... cosa?" disse.
"Ti ho chiesto dove è il serpente arrotolato!" urlò la vecchia.
"Non lo so dov’è il serpente arrotolato e non me ne importa niente, mio padre è appena morto!" esclamò con le lacrime agli occhi.
"Brutta stupida, morirai di fame perché io di certo non ti aiuterò!" disse la vecchia e se ne andò sbattendo la porta.
"Perché detto bugia?" chiese Saro "serpente nel sacco ... io giocato con lui!"
Alba chiuse la porta di casa a chiave e si precipitò ad aprire il sacco: "Oh scusami" disse "mi ero completamente dimenticata di te!"
"Me ne sono accorto!" esclamò il serpente scivolando fuori dalla bisaccia "e quel tuo fratello mi ha fatto venire la nausea a forza di sballottarmi! devi riportarmi alla grotta, ora, hai promesso!"
"Certo, manterrò la promessa se vuoi, ma ... beh ... ecco .... "
"Non starai mica chiedendomi di farmi ammazzare per farti diventare ricca, spero!" esclamò il serpente.
"E poi sarei io la tonta! ti ho appena detto che se vuoi ti riporterò nella grotta, quindi non voglio che tu muoia. Volevo solo dirti che se vuoi puoi rimanere qui. Saresti al sicuro, nessuno cercherebbe più di ucciderti e beh ... al mio fratellino piaci."
"Tu sei matta! meglio la morte che diventare il giocattolo di un ragazzino pestifero!"
"Te l’ho già detto, ma mi va proprio di dirtelo ancora: sei antipatico da morire! mio fratello non è una peste, è solo un bambino! Comunque se proprio ci tieni, tra qualche giorno ti riporterò alla grotta."
"Tra qualche giorno?! voglio andarci subito!"
"Scordatelo! devo seppellire mio padre e trovare qualcuno che badi al piccolo Saro, poi ti riporterò indietro, hai la mia parola."
Alba andò nella camera di suo padre e rimase lì, vicino al suo letto per ore.
All’improvviso sentì un rumore nell’altra stanza e pensando che il fratellino fosse caduto dal letto si precipitò di là.
Un uomo era seduto sul letto di Saro e faceva strani rumori con la bocca, mentre il piccolo rideva. "Chi sei?" chiese Alba allarmata.
"Non lo indovini? non riconosci la mia voce, ragazzina?"
"Non è possibile!" urlò la ragazza guardando dentro il sacco vuoto "cosa ne hai fatto del serpente arrotolato?"
"Io sono il serpente arrotolato, tonterella; c’è stata un’altra magia che ha annullato la prima: la tua generosità ed il tuo disinteresse. Sono tornato uomo grazie a te."

Il principe ed Alba bisticciarono ancora a lungo, poi si sposarono e vissero felici, continuando a bisticciare.

Fine

Questa favola ha ispirato a KD2 un bel fumetto che si può scaricare andando nella sua pagina, oppure, se avete un po' di tempo, vedere qui.
Naturalmente, come per le favole, tutti i diritti sono riservati.