Un giorno una vecchia che lui non aveva
mai visto, bussò alla sua porta e gli disse che avrebbe pensato
lei ai due bambini, a patto che Alba, la più grande, le avesse procurato
il serpente arrotolato.
L'uomo le chiese cosa fosse il serpente
arrotolato e dove Alba avrebbe potuto trovarlo, ma la donna gli rispose
che la ragazza avrebbe dovuto cavarsela da sola: doveva partire immediatamente
e tornare con il serpente entro 5 giorni.
Così l’uomo chiamò la figlia,
le riferì ciò che gli aveva detto la vecchia, e la pregò
di partire alla ricerca del serpente arrotolato.
Alba, che non era mai uscita di casa
da sola, spaventatissima, pregò il padre di non costringerla ad
andare, gli disse che avrebbero trovato un’altra soluzione. Ma l’uomo le
disse: "Figlia mia, io sto morendo e non posso farci nulla, ma voglio morire
tranquillo, voglio sapere che tu e tuo fratello siete al sicuro, che qualcuno
si occuperà di voi. Ti prego, vai, trova il serpente e portalo alla
vecchia, ma sii prudente, non fidarti di nessuno perché al mondo
c’è tanta gente cattiva! Parti subito, piccola mia, non ho più
tanto tempo!"
La ragazza capì che non sarebbe
riuscita a far cambiare idea al padre e non voleva dargli un dispiacere,
così fece un piccolo fagotto con un po’ di pane ed una borraccia
d’acqua e partì.
Camminò a lungo, dirigendosi verso
la montagna, e quando cominciò a fare buio si chiese dove avrebbe
dormito; quell’impresa era proprio una follia, si disse, come avrebbe fatto
a riconoscere proprio il serpente che voleva la vecchia? tutti i serpenti
dormono arrotolati, forse la vecchia ne voleva uno qualsiasi concluse Alba.
Alle pendici della montagna trovò
una grotta e decise di fermarsi lì. Si fece un giaciglio con delle
foglie e si accinse a dormire, anche se era terrorizzata dal buio e dal
silenzio.
Si era quasi addormentata, quando sentì
le voci di due uomini, proprio fuori della caverna.
"Tu l’hai visto questo maledetto serpente?"
disse la prima voce.
"No, per fortuna no, dicono che uno del
mio paese sia rimasto cieco solo per avergli dato una sbirciatina, è
un serpente fatato! può uccidere qualcuno anche senza muoversi!"
rispose la seconda voce.
"Eppure deve esserci un modo per catturarlo!"
"Non lo so, è pericoloso, un sacco
di gente ci ha rimesso le penne nel tentare, forse è meglio lasciar
perdere!"
"Io non lascio perdere, voglio diventare
ricco, sono stufo di lavorare come un somaro per un pezzetto di pane, ho
cinque figli ed una moglie da sfamare, io! Raccontami di nuovo la storia
del serpente arrotolato, forse mi verrà in mente qualcosa."
"Dicono che tanto tempo fa questo serpente
fosse un uomo, un principe per l’esattezza, che si rifiutò di sposare
la figlia di un mago che era innamorata di lui. Questa, furibonda perché
era stata rifiutata, convinse il padre a fare una magia: il principe fu
tramutato in serpente, condannato ad essere braccato per sempre, perché
chi riuscirà a catturarlo ed a metterlo in una gabbia d’oro diventerà
ricco all’improvviso, dopo di che il serpente arrotolato morirà
tra atroci dolori. E’ per questo che deve uccidere chiunque gli si avvicini!"
Le voci pian piano si allontanarono ed
Alba, disperata, si disse che mai avrebbe potuto condannare il serpente
ad una morte così atroce. Pianse a lungo, per se stessa e per il
serpente, perché era sicura che prima o poi qualcuno sarebbe riuscito
a catturarlo. "Papà caro" disse a voce alta tra le lacrime "non
posso accontentarti, non posso provocare la morte di quel povero serpente,
una volta era un uomo! Neanche la prospettiva di un futuro sereno con tanti
soldi può giustificare un azione così cattiva, perdonami
papà ... tornerò da te tra cinque giorni e ti dirò
che non l’ho trovato ... Oh, povera me cosa faremo io ed il mio fratellino
quando tu non ci sarai più papà caro ..."
"Smetti di piangere, ragazzina, mi dai
fastidio!" disse una voce che veniva dal fondo della caverna.
Alba, terrorizzata, urlò: "Chi
ha parlato? chi c’è laggiù?!"
"Sono il serpente arrotolato" rispose
la voce "e così non vuoi catturarmi ... eppure se tu ci riuscissi
diventeresti immensamente ricca!"
"Non mi importa" ribatté Alba
"io e mio fratello ce la caveremo, in qualche modo ... solo che mio padre
... sta morendo .... ed io non posso tornare da lui senza di te! Gli darei
l’ultimo dispiacere della sua vita!"
"Non capisco bene, tuo padre ti ha mandato
qui per catturarmi, perché tu e tuo fratello diventiate ricchi?"
"Non è proprio così ...
una vecchia ha bussato alla nostra porta e ha detto a mio padre che si
sarebbe occupata lei di noi se io le avessi portato il serpente arrotolato."
"Quella vecchia non mi piace per niente,
vi ha mentito, non vi ha raccontato tutta la storia, quindi con ogni probabilità,
una volta che tu mi avessi portato da lei, vi avrebbe abbandonato al vostro
destino!"
"Credo proprio che tu abbia ragione!"
rispose Alba con voce triste "non mi ucciderai, vero serpente? io non voglio
farti del male!"
"No, non ti ucciderò, anzi voglio
aiutarti: ti permetterò di prendermi e di portarmi da tuo padre,
così lui morirà tranquillo, poi tu mi lascerai libero."
"Perché ti fidi di me, potrei
tradirti e metterti in una gabbia d’oro, non ci hai pensato?"
"Ci ho pensato, ma ho deciso di correre
il rischio. Vieni a prendermi, ragazzina, prima che ci ripensi!"
Alba si inoltrò nella grotta ed
all’improvviso le apparve un enorme serpente arrotolato: era completamente
bianco, con degli enormi occhi verdi luminosi come gemme. "Sei bellissimo!"
esclamò la ragazza "chi potrebbe desiderare di ucciderti? anche
se tu non fossi stato un uomo ...."
"Ragazza, smettila di cianciare! vuota
il tuo fagotto e mettimici dentro e stai attenta che nessuno mi veda, o
io morirò e tu perderai la tua occasione di far felice tuo padre."
Alba fece quello che il serpente le aveva
ordinato, ma quando cercò di sollevare il fagotto con il serpente
dentro non ce la fece. "Accidenti, quanto pesi! come farò a portarti
fino a casa mia? non riesco nemmeno a sollevarti!"
"Devi farcela, ragazzina, ed in fretta
anche, tuo padre potrebbe morire ed io mi sono già stufato di stare
qui dentro!"
Alba con gran fatica riuscì a
sollevare il serpente ed a trascinarlo fino all’uscita della grotta, ma
poi dovette fermarsi perché i polmoni sembrava volessero scoppiarle
e le braccia le dolevano da morire. "Non ce la farò mai!" disse
tra le lacrime.
"Riposati un attimo e poi portami per
un altro tratto, ci metterai più tempo di quanto ce ne hai messo
per arrivare qui, ma ce la farai se non sprechi energie frignando!" esclamò
il serpente.
Alba stizzita per la poca comprensione
del serpente, gli disse: "Sei proprio antipatico, sai, ora capisco perché
quella donna ti ha fatto tramutare in serpente!"
Il serpente non si degnò nemmeno
di risponderle e dopo un po’ Alba si rimise in cammino.
Camminò e camminò, riposandosi
ogni tanto, tutto il resto della notte e tutto il giorno dopo.
Il serpente non aveva più detto
una parola da quando avevano lasciato la grotta ed Alba, un po’ preoccupata,
fermatasi in una radura circondata da cespugli, aprì il sacco.
"Stai bene, serpente? domandò.
"Sto bene" rispose laconicamente il serpente
"siamo arrivati?"
"No, ancora no. Hai fame? cosa mangiano
i serpenti?"
"Carne umana" disse il serpente.
"Cosa?!" mormorò Alba spaventata.
"Scherzavo! sei proprio stupida ragazzina!
non ho fame, voglio solo che questa storia finisca per poter tornare nella
mia grotta."
"Oh, mi hai davvero spaventata! e per
favore smettila di chiamarmi ragazzina, ho 15 anni, sai?"
"Ah, beh ... allora! Su sbrigati, rimettiti
in cammino o arriverai che tuo padre è già stato sepolto!"
Alba gli diede uno scappellotto, richiuse
il sacco e riprese il cammino pensando che dopo tutto quell’antipatico
di serpente in una gabbia d’oro ci sarebbe stato benissimo.
Finalmente, la mattina dopo, Alba arrivò
alla strada che portava a casa sua: "Siamo quasi arrivati, serpente, manca
poco. Ma dimmi, se mio padre volesse chiamare subito la vecchia? cosa potrei
fare io?" chiese Alba.
"Tuo padre sta male, no? quindi la vecchia
dovresti chiamarla tu ... basterà che tu dica che non l’hai trovata,
tonta!"
"Serpentaccio della malora, se non la
smetti di insultarmi ti porto dalla vecchia prima ancora di andare a casa!"
"E poi starai anche lì a vedermi
morire?"
"Oh no! Scusami, ma tu sei proprio ...
indisponente!"
"Va bene, smetterò di insultarti,
ma tu cerca di usare la testa ogni tanto, dopo tutto qui è in gioco
la mia vita!"
Alba arrivò a casa e si precipitò
al capezzale del padre: "Papà! ho il serpente."
"Dio ti ringrazio!" mormorò l’uomo
con un filo di voce "credo che tu abbia fatto appena in tempo, figlia mia.
Quando sarò morto porterai il serpente alla vecchia e lei manterrà
la promessa. Ora posso morire tranquillo!"
Il padre di Alba morì poco dopo
e lei pianse tutte le sue lacrime, dimenticandosi completamente del serpente
rinchiuso nella bisaccia.
Quando arrivò la vecchia e le
chiese a bruciapelo se avesse trovato il serpente, Alba fu quasi sul punto
di tradirsi: "Si ... no ... cosa?" disse.
"Ti ho chiesto dove è il serpente
arrotolato!" urlò la vecchia.
"Non lo so dov’è il serpente arrotolato
e non me ne importa niente, mio padre è appena morto!" esclamò
con le lacrime agli occhi.
"Brutta stupida, morirai di fame perché
io di certo non ti aiuterò!" disse la vecchia e se ne andò
sbattendo la porta.
"Perché detto bugia?" chiese Saro
"serpente nel sacco ... io giocato con lui!"
Alba chiuse la porta di casa a chiave
e si precipitò ad aprire il sacco: "Oh scusami" disse "mi ero completamente
dimenticata di te!"
"Me ne sono accorto!" esclamò
il serpente scivolando fuori dalla bisaccia "e quel tuo fratello mi ha
fatto venire la nausea a forza di sballottarmi! devi riportarmi alla grotta,
ora, hai promesso!"
"Certo, manterrò la promessa se
vuoi, ma ... beh ... ecco .... "
"Non starai mica chiedendomi di farmi
ammazzare per farti diventare ricca, spero!" esclamò il serpente.
"E poi sarei io la tonta! ti ho appena
detto che se vuoi ti riporterò nella grotta, quindi non voglio che
tu muoia. Volevo solo dirti che se vuoi puoi rimanere qui. Saresti al sicuro,
nessuno cercherebbe più di ucciderti e beh ... al mio fratellino
piaci."
"Tu sei matta! meglio la morte che diventare
il giocattolo di un ragazzino pestifero!"
"Te l’ho già detto, ma mi va proprio
di dirtelo ancora: sei antipatico da morire! mio fratello non è
una peste, è solo un bambino! Comunque se proprio ci tieni, tra
qualche giorno ti riporterò alla grotta."
"Tra qualche giorno?! voglio andarci
subito!"
"Scordatelo! devo seppellire mio padre
e trovare qualcuno che badi al piccolo Saro, poi ti riporterò indietro,
hai la mia parola."
Alba andò nella camera di suo
padre e rimase lì, vicino al suo letto per ore.
All’improvviso sentì un rumore
nell’altra stanza e pensando che il fratellino fosse caduto dal letto si
precipitò di là.
Un uomo era seduto sul letto di Saro
e faceva strani rumori con la bocca, mentre il piccolo rideva. "Chi sei?"
chiese Alba allarmata.
"Non lo indovini? non riconosci la mia
voce, ragazzina?"
"Non è possibile!" urlò
la ragazza guardando dentro il sacco vuoto "cosa ne hai fatto del serpente
arrotolato?"
"Io sono il serpente arrotolato, tonterella;
c’è stata un’altra magia che ha annullato la prima: la tua generosità
ed il tuo disinteresse. Sono tornato uomo grazie a te."
Il principe ed Alba bisticciarono ancora a lungo, poi si sposarono e vissero felici, continuando a bisticciare.
Questa favola ha ispirato a KD2 un bel fumetto che si può scaricare andando nella sua pagina, oppure, se avete un po' di tempo, vedere qui.