C’era una volta una piccola formica
che passava il suo tempo ad ascoltare il canto di una cicala che abitava
vicino al suo formicaio. Sua madre le aveva spiegato che la cicala avrebbe
fatto una brutta fine quando fosse sopraggiunto l’inverno, mentre loro,
se previdentemente avessero passato l’estate a raccogliere cibo, sarebbero
sopravvissute senza grandi problemi. La piccola formica non era affatto
convinta da questo ragionamento e lo disse a sua madre: "Mamma, se dobbiamo
passare l’estate a lavorare, non ci godremo affatto questo bel sole, e
non avremo tempo per ascoltare il canto delle cicale e quello degli uccelli!"
"Hai ragione, piccolina" rispose
la madre "ma così non moriremo di fame!"
"Ma questo mondo è così
bello, mamma! e noi non abbiamo il tempo di godercelo!"
"Non ne parliamo più,
figlia mia. Da domani cominceremo la raccolta del cibo" disse la formica
madre rientrando nel formicaio.
La piccola formica si fermò
ancora un po’ ad ascoltare il rumore delle foglie accarezzate dalla brezza
e la voce della poco previdente cicala.
Durante la notte la formichina
uscì pian piano dalla sua casa e si allontanò per sempre.
Camminò a lungo, osservando
gli animali, aspirando il profumo dei fiori, ascoltando la musica del vento,
giocando con i fili d’erba.
Era felice la formichina ed estasiata
per quel mondo così pieno di sorprese, così magico.
Incontrò altre formiche
che trascinavano faticosamente i loro fardelli nei formicai, chiacchierò
a lungo con un piccolo passero che le raccontò come era bello il
mondo visto dal cielo, ascoltò il canto triste di una cinciallegra,
osservò incuriosita le strane manovre di uno scarabeo...
Ed arrivò l’inverno, piano
piano, quasi senza che lei se ne accorgesse.
L’aria si fece fredda, i fiori
morirono, il vento cominciò a cantare più forte, le foglie
caddero dagli alberi e lei cominciò a trovare il cibo sempre con
più difficoltà.
Un giorno cominciò a cadere
la neve e lei capì che non aveva più molto tempo: non avrebbe
più trovato nulla da mangiare, sarebbe morta. Ripensò alle
parole di sua madre e si chiese se lei non avesse avuto ragione; ma fu
solo un attimo, concluse che ciò che aveva visto quell’estate era
stato come vivere mille anni.
La formichina si sedette sulla
riva di un torrente e con gli occhi fissi sull’acqua impetuosa si accinse
ad aspettare.