La principessa Belinda

C’era una volta un regno molto grande e molto ricco, nel quale regnava un re che aveva un’unica figlia. I re dei regni vicini, facevano di tutto per entrare nelle grazie del padre per convincerlo a concedere la mano di sua figlia ai loro figli. Ma il vecchio re amava moltissimo sua figlia e voleva che lei fosse felice, così un giorno la mandò a chiamare e le disse: “Mia adorata figlia, ormai hai l’età per maritarti ed i tuoi pretendenti sono moltissimi, ma io non voglio scegliere per te uno sposo basandomi solo sull’amicizia o la stima che posso provare per suo padre. Voglio che tu sia felice, quindi voglio che sia tu a scegliere l’uomo che vuoi ti accompagni per tutta la tua vita.”
“Oh, padre!” rispose la principessa Belinda “io non voglio lasciarvi! non voglio sposare nessuno!”
“Figliola, sei molto giovane ed hai avuto poche occasioni di frequentare uomini, ma devi fidarti di me: se saprai scegliere bene, sarai felice.”
La principessa, che non era abituata a contraddire suo padre, abbassò la testa e rimase in silenzio per un attimo, poi disse: “Se è questo che volete, padre caro, mi sposerò, ma non saprei proprio come fare una scelta, non volete aiutarmi voi?”
“Se vuoi ti darò dei consigli, ma la scelta dovrai farla tu. Inviterò a palazzo i tuoi pretendenti, così potrai conoscerli, poi vedremo.” disse il re congedando la figlia.

Il re mantenne la sua promessa e dopo dieci giorni dal colloquio con la principessa, si presentarono a palazzo trenta principi che aspiravano alla mano della principessa Belinda.
I principi furono fatti accomodare nella grande sala dei ricevimenti ed il re chiamò sua figlia. “Cara Belinda” le disse “i principi che aspirano alla tua mano sono arrivati, tra poco li conoscerai. Guardali attentamente e parla con loro, ma non avere fretta: hai tutto il tempo che ti servirà per scegliere, resteranno a palazzo fino a che tu non sarai sicura. Hai capito?”
“Si, padre, ho capito. Tu li hai visti? sono belli? quanti sono?” chiese Belinda curiosa.
“Non li ho ancora visti, figliola, ma il ciambellano di corte mi ha detto che sono trenta, la tua scelta non sarà facile!” rispose il re sorridendo “E ricorda una cosa: un uomo può essere bellissimo, ma non suscitare l’amore di una donna.... non basarti solo sul loro viso!”
“Oh, ma io non voglio sposare un uomo brutto!” esclamò Belinda.
Il re scoppiò a ridere e disse: “Va bene, ma ricorda ciò che ti ho detto.”
“Va bene, padre” rispose Belinda “ma quando me li presenteranno io ti dirò quali sono quelli che proprio non mi piacciono, sei d’accordo?”
“E sia!” esclamò il re “Così almeno faremo una prima cernita. Andiamo ora.”
Il re e la principessa entrarono nella sala e tutti i principi rivolsero lo sguardo verso di loro.
La principessa era davvero molto bella e ognuno dei principi sperò che la scelta di lei cadesse su di se.
Il ciambellano si avvicinò e presentò al re ed a sua figlia il primo principe: “Questo è il principe di Sarca.” disse.
“Sono felice di conoscervi.” disse la principessa gentilmente “Spero che il viaggio di ritorno nel vostro regno sia piacevole.”
“Fuori uno!” pensò il re, congedando il principe.
Il ciambellano presentò il secondo principe e la principessa disse: “Sono felice di conoscervi, principe, spero che il viaggio di ritorno nel vostro regno sia piacevole.”
E così rispose anche per il terzo principe, poi per il quarto, e per il quinto e il sesto.
“Cos’ha questo che non va?” le chiese il re al settimo rifiuto.
“E’ troppo alto!” gli sussurrò in un orecchio la principessa.
Il re scosse la testa e fece cenno al ciambellano di continuare. “Questo è il principe di Curro.” disse il ciambellano presentando l’ottavo pretendente.
Il re toccò il braccio di sua figlia prima che potesse rispondere e le disse: “Questo non ha proprio niente che non va, vero figlia mia?”
“Ma... non so .... è troppo basso!”
“Ma se è più alto di te di almeno due spanne! non avrai mica intenzione di rifiutarli tutti, vero?!”
“Non mi piacciono!” esclamò la principessa battendo il piede.
“Belinda” disse pazientemente il re “devi sceglierti un marito, non fare i capricci!”
“Oh, padre, non potremmo aspettare ancora qualche anno?”
“No” rispose deciso il re “sceglierai tra questi principi, perché se continuerai a rifiutare tutti, l’ultimo che ti sarà presentato sarà tuo sposo, bello o brutto che sia!”
“Ma se davvero non me ne piacesse nessuno? davvero mi costringeresti a sposarne uno?”
“Belinda” disse il re cercando di non perdere la pazienza “non puoi dire che non ti piacciono senza nemmeno parlare con loro, senza conoscerli affatto!”
“Va bene, padre,” disse la principessa rassegnata “farò come mi hai ordinato, ne sceglierò alcuni che non siano proprio brutti e poi vedremo.”
Il re fece un cenno al ciambellano che presentò il nono pretendente: “Questo è il principe di Galba”
“Sono lieta di conoscervi.” disse la principessa “Spero...”
Il re le lanciò uno sguardo infuocato e Belinda continuò: “Spero che vorrete rimanere nostro ospite per qualche giorno.”
Il re emise un sospiro di sollievo ed il ciambellano presentò il decimo pretendente.
Alla fine delle presentazioni, l’enorme salone sembrò improvvisamente vuoto: oltre al re, alla principessa Belinda ed al ciambellano, erano rimasti solo cinque pretendenti che si guardavano in cagnesco.
Il re attirò la loro attenzione dicendo: “Ora potete ritirarvi nelle stanze che sono state preparate per voi, ci rivedremo per il pranzo.”
I principi si inchinarono davanti alla principessa e lasciarono il salone.
“Allora?” chiese il re “Qual’è quello che preferisci?”
“Non lo so.” rispose la principessa con le sopracciglia aggrottate.
“Beh, lo scoprirai presto.” disse il re ignorando il malumore della figlia.

Belinda si ritirò nella sua stanza e chiamò la sua fantesca, la donna che si era occupata di lei da quando sua madre era morta tanti anni prima.
“Mami” disse la principessa “questa storia del matrimonio non mi piace per niente, cosa posso fare per convincere mio padre che non è ancora tempo che mi sposi?”
“Figliola cara” rispose la fantesca cominciando a spogliare la principessa “non riuscirai a convincere tuo padre, devi rassegnarti. Alla tua età tua madre sposò tuo padre e la loro vita insieme è stata molto felice ... anche la tua lo sarà se saprai scegliere con giudizio.”
“Oh, mami, ti ci metti pure te?!”
Bussarono alla porta, la fantesca aprì ed un servitore le porse un mazzo di fiori per la principessa.
“Chi li manda? chiese curiosa la principessa.
“Il principe di Cana.” rispose la fantesca.
“Oh, è stato molto gentile! forse sposerò lui.” disse la principessa affondando il viso nel mazzo di fiori.
“Non avere fretta, bambina, mandare dei fiori ad una principessa bella e ricca come te per ottenere la sua mano non mi sembra proprio un grande sforzo!”
Belinda, che non aveva mai ricevuto dei fiori in dono, guardò la fantesca stupita.
“E allora come faccio a scegliere?” chiese Belinda.
“Fai loro delle domande per capire come sono veramente ... cercheranno in ogni modo di piacerti, Belinda, sarai tu che dovrai capire qual’è l’uomo giusto per te!”
“Oh, mami, proprio non capisco! che vuol dire l’uomo giusto per me?”
“Dovrà essere un uomo buono, Belinda, dolce e che ti rispetti, ti ami, ti sia di sostegno quando ne avrai bisogno ... e deve essere un uomo per il quale il tuo cuore batta più in fretta.”
La principessa si lasciò lavare e vestire per il pranzo senza più dire una parola, immersa nei suoi pensieri.
“Ecco” disse alla fine la fantesca “sei pronta per affrontare il tuo compito. Non avere fretta, tuo padre ti concederà tutto il tempo di cui hai bisogno.”
La principessa Belinda tirò su le spalle, chiuse per un attimo i suoi bellissimi occhi ed uscì dalla stanza.

Quando la principessa entrò nella sala da pranzo, tutti i principi si alzarono in piedi e si inchinarono davanti a lei. Il re le sorrise e le porse il braccio per accompagnarla al suo posto.
Belinda si sedette e disse: “Voglio ringraziare il principe di Cana per i bellissimi fiori di cui mi ha fatto omaggio.”
“Era un semplice omaggio alla vostra bellezza, principessa, non è necessario che mi ringraziate!” disse il principe di Cana guardando trionfante gli altri pretendenti.
Belinda e gli altri commensali cominciarono a mangiare.
La principessa rimase in silenzio tutto il tempo ascoltando attentamente la conversazione che si svolgeva tra suo padre ed i pretendenti.
“Principe di Galba” disse ad un certo punto il re “mi sembra che voi non siate un tipo molto ciarliero! non avete ancora detto una parola!”
Belinda si voltò a guardare il principe di Galba: “E’ bello” pensò “con quegli occhi neri come il buio!”
“Dovete scusarmi, maestà” disse il principe di Galba “ma è mia abitudine parlare poco.”
“Forse ritenete che la conversazione non sia abbastanza interessante?” chiese la principessa.
“Non oserei mai pensare una cosa simile, principessa!” rispose lui, ma Belinda pensò che stava mentendo.
Il principe di Cana sorrise e disse: “Il principe di Galba vive in un regno isolato ed evidentemente non sa come ci si comporta in società!”
Belinda guardò il principe di Galba e lo vide stringere la mano a pugno.
“Forse, molto più semplicemente, il principe pensa che si debba parlare solo se si ha veramente qualcosa da dire.” disse la principessa ed il principe di Galba la guardò in modo strano.
Il re si alzò e tutti gli altri lo imitarono: “Possiamo accomodarci nel salone, ora.” disse.
“Padre” disse Belinda “se a voi non dispiace, vorrei far vedere il giardino delle rose al principe di Galba, sempre che a lui interessi!”
Il re guardò il principe che annuì e rispose: “Va bene, Belinda.”
Belinda ed il principe di Galba si allontanarono sotto gli occhi furiosi degli altri pretendenti.
“Allora, principe” disse Belinda quando furono nel giardino “che ve ne pare?”
“E’ molto bello.” rispose lui “Avete dei giardinieri davvero in gamba.”
“Allora sono brava anche io!” disse la principessa ridendo “visto che uno dei giardinieri sono io!”
“Davvero ve ne occupate personalmente?!” chiese stupito il principe.
“Si. Io adoro le rose e curarle mi consente di non annoiarmi. Non riesco proprio a stare senza far niente!”
Il principe la guardò sempre più stupito.
“Ho una sensazione, principe” continuò Belinda “questa giostra della scelta del pretendente non piace neanche a voi.”
“Neanche? volete dire...”
“Certo. Io non voglio sposarmi, ma mio padre crede che sia necessario.”
“Anche mio padre pensa la stessa cosa! Mi ha costretto a venire qui, perché cercassi di conquistare la vostra mano.”
“Bene” disse Belinda sorridendo “allora possiamo fare un patto: vi darò il permesso di non fare alcuno sforzo per piacermi, ed in cambio voi cercherete di tenere lontano da me gli altri principi, così loro se ne andranno scornati pensando che io voglia scegliere voi ed io, dopo un tempo ragionevole, dirò a mio padre che non ho trovato l’uomo giusto e lui dovrà rassegnarsi. Che ne pensate della mia idea?”
“L’idea mi piace, non fosse altro che per vedere scornato il principe di Cana!” rispose il principe ridendo.
“Allora siamo d’accordo ... sarete la mia ombra ... volete dirmi il vostro nome, principe?”
“Sono Carol di Galba, figlio del re Bidol e della regina Margherita.” rispose il principe con aria compunta inchinandosi davanti a Belinda.
La principessa scoppiò a ridere e disse: “Io sono Belinda, figlia di Saro e di Mia.”
“E’ davvero un onore, principessa!” ribatté Carol.
Quando riuscirono a smettere di ridere, Belinda e Carol si avviarono verso il salone.
“Vi è piaciuto il giardino?” chiese il re a Carol quando rientrarono.
“Si, maestà, è davvero molto bello.”
Il principe di Cana si avvicinò alla principessa e le disse: “Non volete farlo vedere anche a me?”
“Sono un po’ stanca” rispose la principessa “ma sono sicura che il principe di Galba sarebbe contento di accontentarvi!”
“Oh, certamente!” intervenne Carol “se volete vi accompagnerò io.”
Il principe di Cana gli lanciò uno sguardo pieno d’odio, borbottò qualcosa e si allontanò.
Belinda e Carol si lanciarono uno sguardo divertito.

“Siete bellissima.” disse il principe di Cana.
“Siete molto gentile.” rispose Belinda sorridendo.
Il principe di Cana le prese una mano e se la portò alla bocca, fissandola negli occhi.
“Principe” disse Belinda appena poté ritirare la mano senza sembrare scortese “credete che saremo felici se sceglierò voi come mio sposo?”
“Oh, ne sono sicuro!” esclamò il principe di Cana “Unendo il mio regno al vostro diventeremo i regnanti più potenti al mondo!”
“E questo vi renderebbe felice?” chiese Belinda con aria ingenua.
“Ma certo!” rispose lui, mentre Belinda si guardava intorno per vedere che fine avesse fatto il principe Carol.
“Non capisco. In che modo essere potenti e temuti potrebbe renderci felici?”
“Principessa, potremo conquistare tutti gli altri regni senza nessuna fatica! non capite? saremmo immensamente ricchi!”
“Si capisco.” rispose Belinda con voce fredda “Se volete scusarmi.... è mio dovere intrattenere anche gli altri ospiti.”
Belinda si allontanò da lui e si avvicinò al principe di Duna: “Non ci siamo ancora parlati, principe, vi state annoiando?”
“Oh, no!” rispose lui “come potrei? il solo guardarvi mi riempie di gioia!”
Belinda sorrise e continuò: “Vogliamo sederci e chiacchierare un poco?”
Il principe la guidò fino ad una poltrona e si sedette davanti a lei: “Avete già fatto la vostra scelta, principessa Belinda?”
“No, ancora no... non è affatto facile!”
“Vi capisco.” rispose il principe di Duna “Cosa cercate in un marito, principessa? la ricchezza? io sono molto ricco, un uomo che vi ami? io vi amo... d’altronde come sarebbe possibile non amarvi? siete talmente bella!”
Belinda arrossì, chiedendosi ancora una volta dove fosse finito il principe di Galba.
“Sarò un buon marito per voi, principessa.” insistette il principe di Duna “Saprò rendervi felice e darvi molti figli.”
“Non c’è che dire!” esclamò il principe Carol avvicinandosi a loro “la lotta per la vostra mano si fa sempre più serrata! Pensate, principessa, che il principe di Osmo mi ha offerto cento capi di bestiame perché lasci immediatamente il castello!”
“Cento capi di bestiame?!” esclamò Belinda balzando in piedi “Osa barattare la mia mano con cento mucche?!”
Il principe Carol scoppiò a ridere, mentre il principe di Duna si alzava in piedi dicendo: “Lo sfiderò a duello per cancellare l’offesa che vi ha fatto!”
“Non ce n’è alcun bisogno!” ribatté Belinda guardando in cagnesco Carol che continuava a ridere “A lui ci penso io!”
Belinda andò dal re suo padre e gli disse furiosa: “Caro padre, questa storia mi sta davvero facendo perdere la pazienza! voglio che congediate il principe di Osmo perché mi ha offesa ed il principe di Cana perché vuole solo impadronirsi del nostro regno ... e voglio che cacciate via anche gli altri due!” concluse lasciando il salone.

“Belinda” disse il re più tardi entrando nel salotto della principessa “ho congedato il principe di Osmo ed il principe di Duna, come mi avete chiesto.”
“E gli altri due?” chiese Belinda con aria scontrosa.
“Tra gli altri due dovrai scegliere il tuo sposo.” rispose il re perentorio “Sono vecchio e stanco e voglio cedere il mio regno all’uomo che tu sposerai.... e, insomma, non è possibile che tra trenta principi non ce ne sia neanche uno che reputi degno di aspirare alla tua mano!”
“Sono ... sono ...”
“Certo il principe di Galba mi sembra un po’ rozzo, ma il principe di Duna mi sembra realmente interessato a te.” disse il vecchio re con aria stanca.
“Un po’ rozzo?! il principe di Galba è un maleducato e non mantiene le promesse!” esclamò Belinda esasperata “e non fa altro che prendermi in giro e ridere di me!”
“Allora hai deciso che sposerai il principe di Duna?” chiese il re speranzoso.
“No ... non ho deciso proprio niente!” strillò Belinda pestando i piedi come faceva da bambina quando voleva ottenere qualcosa che le veniva negato.
Il re sospirò e lasciò la stanza dicendo: “Allora decidi in fretta, Belinda, o deciderò io per te.”
Belinda restò sola nel salotto e si mise a piangere.
La fantesca la trovò rannicchiata su una poltrona che singhiozzava. Le si avvicinò e la prese tra le braccia dicendo: “Che ti succede, bambina mia?”
“Non voglio sposarmi!” esclamò la principessa “Voglio restare con mio padre e con te per sempre!”
“Questo non è possibile, piccola mia, e tu lo sai benissimo! tuo padre è vecchio e stanco e qualcuno deve prendere il suo posto ... se lui morisse e tu non fossi ancora sposata, che ne sarebbe del tuo regno? senza un re, diventerebbe preda di chiunque si mettesse in testa di conquistarlo! e con tutti i principi che hai rifiutato, ci sarebbe la fila!”
Belinda continuò a piangere a lungo tra le braccia della fantesca e alla fine stremata si addormentò.
La fantesca si sciolse delicatamente dall’abbraccio e coprì la principessa con una coperta, poi uscì dal salotto.
“Come sta la principessa?” le chiese il principe di Galba che lei si trovò davanti nel corridoio.
“Dorme.” rispose la fantesca “Forse è davvero troppo giovane per sposarsi!”

La principessa Belinda passeggiava pensierosa nel giardino delle rose, quando fu raggiunta dal principe di Galba che le disse: “Buongiorno, principessa Belinda, oggi vi sentite meglio?”
“Sto benissimo grazie” rispose la principessa.
“Il principe di Duna sta chiacchierando amenamente con vostro padre nel salone. Dovrete trovare una scusa valida per rifiutarlo: a vostro padre piace molto e dopotutto non si può proprio dire che non sia un gentiluomo! Non credete?”
“Avete ragione, a mio padre piace molto.” rispose Belinda tristemente.
“E a voi?” chiese il principe Carol.
“Oh, è simpatico...”
“Ma non volete sposarlo.”
“Comincio a pensare che mio padre non mi permetterà di cavarmela!”
“Forse, dopotutto, il matrimonio non è poi la gran tragedia che pensavamo!” mormorò come tra se il principe.
“Forse ... “ rispose la principessa Belinda guardandolo stupita “Volete che dica a mio padre che voi non mi piacete?”
“E’ così?” chiese Carol.
“E’ così cosa?”
“Non vi piaccio?”
“Non ho detto questo!” rispose Belinda sempre più stupita “Ma voi non volete sposarvi, no? quindi devo essere io a rifiutare voi, visto che voi non potete rifiutare me!”
“Forse non sarebbe un gran male sposarvi ... “
“Oh, davvero?!” esclamò la principessa arrabbiata “Fareste questo sacrificio per compiacere vostro padre?”
“Non ho detto che sarebbe un sacrificio!” disse il principe Carol piccato “E’ solo che non sono più tanto sicuro di voler passare la mia vita senza una sposa.”
“Il principe di Duna mi ha offerto il suo amore ... voi cosa mi offrite?” chiese ironica la principessa Belinda.
“Siete una ragazzina impossibile!” esclamò il principe allontanandosi.
Belinda rimase per un po’ nel giardino, poi si diresse decisa verso il salone.
“Padre” disse entrando “Avrei bisogno di parlare con voi in privato.”
“Certamente, figliola” rispose il re, mentre il principe di Duna si allontanava discretamente.
“Padre caro, sono molto confusa e non so che decisione prendere! come si fa ad essere sicuri che un uomo....”
“Belinda cara” la interruppe il re “sono rimasti solo due pretendenti, la scelta non dovrebbe essere poi così difficile!”
“Lo è molto, invece! Il principe di Duna ha detto che mi ama, è gentile ed a voi piace molto, vero?”
“Si, mi piace, ma non voglio che tu lo scelga solo per questo! Cosa pensi del principe di Galba?”
“Oh, non lo so ... a volte ho voglia di picchiarlo!”
Il re scoppiò a ridere e disse: “Ma?”
“Ma ... non lo so, padre! a volte mi si stringe il cuore a pensare che se ne tornerà nel suo regno ...”
“Mmm” disse il re “e così ti piacciono tutti e due! bisogna, però, che tu decida per uno dei due ... non puoi certo sposarli tutti e due!” concluse il re ridendo.
“Oh, non mi prendete in giro! lo fa sempre anche il principe di Galba!” esclamò Belinda battendo il piedino in terra.
“Prenditi tutto il tempo che vuoi, Belinda, quella che devi prendere è una decisione importante!”
Belinda annuì sconsolata ed uscì dal salone scontrandosi con il principe di Galba che stava entrando.
“Avete rifiutato il principe di Duna?” chiese il principe Carol.
“Niente affatto!” esclamò Belinda “Come vi è venuta un’idea del genere?”
“Oh ... l’ho incontrato per le scale con un’espressione ... da cane bastonato ... ecco!” disse Carol ridendo.
“Oh, ma voi non fate altro che ridere alle spalle di tutti?!” chiese Belinda.
“No ... posso essere molto serio ... a volte!” esclamò Carol prendendole la mano “Vi piacciono le persone serie?”
“Voi mi fate sempre arrabbiare!” esclamò Belinda ritirando bruscamente la mano “Siete un uomo impossibile!”
“Principessa” disse Carol guardandola negli occhi “perché non avete ancora deciso? cosa vi fa esitare? se vi sono così antipatico, la scelta dovrebbe essere obbligata!”
“Voi non mi siete antipatico!” esclamò Belinda correndo via.
Belinda entrò nella sua stanza e si rifugiò tra le braccia della fantesca: “Oh, mami” esclamò “come faccio a scegliere?”
La fantesca la guardò dritto negli occhi e le rispose: “Piccola mia, credo che l’unica strada sia quella di seguire il tuo cuore!”
“Il mio cuore? ma io non so cosa dice il mio cuore!” esclamò Belinda.
“Oh, si che lo sai! pensaci bene!”
Belinda rimase in silenzio, mentre la fantesca lasciava la stanza. Poi si sedette sul letto e pensò: “Il principe di Duna è carino e dolce e gentile ... il principe Carol, invece, mi prende sempre in giro e ... “
Bussarono alla porta e Belinda fece entrare un servitore che le disse: “Principessa Belinda, il principe di Galba chiede umilmente la vostra compagnia per una passeggiata a cavallo.”
“D’accordo” disse Belinda senza nemmeno pensarci “ditegli che lo raggiungerò tra un’ora alla scuderia.”
Quando il servitore fu uscito, Belinda suonò per chiamare la fantesca.

Il principe di Galba guardò sorridendo Belinda che si avvicinava e fece cenno allo stalliere di portare i cavalli.
“Vi piace andare a cavallo?” chiese Belinda quando lo raggiunse.
“Si, moltissimo” rispose Carol “in un regno piccolo come il mio non c’è tanto altro da fare!”
Belinda e Carol montarono a cavallo e si avviarono al passo.
“Anche voi amate i cavalli” disse dopo un po’ Carol “ed i cavalli amano voi ... sembrate formare un unico corpo voi ed il vostro cavallo!”
Belinda accarezzò il collo del suo cavallo e rispose sorridendo: “Avete ragione, principe, amo moltissimo i cavalli, cavalco da quando avevo cinque anni! e questo è il cavallo che preferisco .... si chiama Fulmine, perché corre come il vento!”
“Facciamo una gara?” chiese il principe lanciando il suo cavallo al galoppo.
Belinda spronò Fulmine e lo seguì.
Fulmine correva davvero come il vento e dopo poco Belinda superava il principe gridandogli: “Non dovevamo fare una gara?!”
Quando Belinda si fermò in una radura e scese da Fulmine, il principe la raggiunse e si sedette sull’erba vicino a lei.
“Avete vinto!” le disse “Ma dovremo rifare la gara nel mio regno, il mio cavallo è veloce almeno quanto il vostro!”
“Nel vostro regno?” chiese Belinda.
“Dovrete sposare me per sapere se il vostro cavallo è davvero tanto veloce!” esclamò Carol ridendo.
Belinda sorrise e gli disse: “Non mi avete ancora detto cosa ci guadagnerei a sposare voi!”
“Beh, ci faremmo delle bellissime cavalcate, e poi vi faccio ridere, no?”
“E poi?” chiese Belinda.
“Non vi basta? allora vediamo ... il mio paese è bellissimo: ha alte montagne proprio a picco sul mare, ho una sorella molto simpatica ed un padre molto spiritoso, e poi ...”
“E poi?” chiese ancora Belinda con aria sorniona.
“Siete proprio incontentabile! poi vi posso assicurare una cosa: i nostri figli saranno bellissimi ed intelligentissimi e spiritosi e ...”
“Oh, basta!” esclamò Belinda alzandosi e montando a cavallo “rischiate di convincermi!”
“Dove state andando? non ho ancora finito!” esclamò Carol ridendo.
Belinda spronò il cavallo e Carol si affrettò a seguirla.

“Mia figlia, la principessa Belinda, ha preso la sua decisione.” disse il re rivolto al principe di Duna e a quello di Galba seduti davanti al trono “Ora ci dirà chi sarà il suo sposo.”
Belinda, in piedi accanto al padre, guardando negli occhi il principe Carol, disse: “La mia scelta è stata molto difficile perché siete entrambi ....”
“Vi prego, principessa” la interruppe il principe di Duna “dite subito il nome dell’uomo che sarà felice per sempre accanto a voi! non lasciateci sospesi!”
“Siete un uomo molto dolce, principe, e qualunque donna sarebbe felice di dividere la sua vita con voi” disse la principessa mentre Carol abbassava gli occhi deluso “ma io ho deciso di sposare il principe di Galba.”
Carol balzò in piedi sbalordito e Belinda continuò ridendo: “Perché ha un cavallo molto veloce!”

La principessa Belinda, negli anni che seguirono, non rimpianse mai, nemmeno per un attimo la decisione presa. Fu felice ogni attimo della sua vita, con il suo sposo, con i suoi figli e con i suoi cavalli e continuò sempre a seguire la strada del suo cuore come la sua fantesca le aveva consigliato.