Il re mantenne la sua promessa
e dopo dieci giorni dal colloquio con la principessa, si presentarono a
palazzo trenta principi che aspiravano alla mano della principessa Belinda.
I principi furono fatti accomodare
nella grande sala dei ricevimenti ed il re chiamò sua figlia. “Cara
Belinda” le disse “i principi che aspirano alla tua mano sono arrivati,
tra poco li conoscerai. Guardali attentamente e parla con loro, ma non
avere fretta: hai tutto il tempo che ti servirà per scegliere, resteranno
a palazzo fino a che tu non sarai sicura. Hai capito?”
“Si, padre, ho capito. Tu li
hai visti? sono belli? quanti sono?” chiese Belinda curiosa.
“Non li ho ancora visti, figliola,
ma il ciambellano di corte mi ha detto che sono trenta, la tua scelta non
sarà facile!” rispose il re sorridendo “E ricorda una cosa: un uomo
può essere bellissimo, ma non suscitare l’amore di una donna....
non basarti solo sul loro viso!”
“Oh, ma io non voglio sposare
un uomo brutto!” esclamò Belinda.
Il re scoppiò a ridere
e disse: “Va bene, ma ricorda ciò che ti ho detto.”
“Va bene, padre” rispose Belinda
“ma quando me li presenteranno io ti dirò quali sono quelli che
proprio non mi piacciono, sei d’accordo?”
“E sia!” esclamò il re
“Così almeno faremo una prima cernita. Andiamo ora.”
Il re e la principessa entrarono
nella sala e tutti i principi rivolsero lo sguardo verso di loro.
La principessa era davvero molto
bella e ognuno dei principi sperò che la scelta di lei cadesse su
di se.
Il ciambellano si avvicinò
e presentò al re ed a sua figlia il primo principe: “Questo è
il principe di Sarca.” disse.
“Sono felice di conoscervi.”
disse la principessa gentilmente “Spero che il viaggio di ritorno nel vostro
regno sia piacevole.”
“Fuori uno!” pensò il
re, congedando il principe.
Il ciambellano presentò
il secondo principe e la principessa disse: “Sono felice di conoscervi,
principe, spero che il viaggio di ritorno nel vostro regno sia piacevole.”
E così rispose anche per
il terzo principe, poi per il quarto, e per il quinto e il sesto.
“Cos’ha questo che non va?” le
chiese il re al settimo rifiuto.
“E’ troppo alto!” gli sussurrò
in un orecchio la principessa.
Il re scosse la testa e fece
cenno al ciambellano di continuare. “Questo è il principe di Curro.”
disse il ciambellano presentando l’ottavo pretendente.
Il re toccò il braccio
di sua figlia prima che potesse rispondere e le disse: “Questo non ha proprio
niente che non va, vero figlia mia?”
“Ma... non so .... è troppo
basso!”
“Ma se è più alto
di te di almeno due spanne! non avrai mica intenzione di rifiutarli tutti,
vero?!”
“Non mi piacciono!” esclamò
la principessa battendo il piede.
“Belinda” disse pazientemente
il re “devi sceglierti un marito, non fare i capricci!”
“Oh, padre, non potremmo aspettare
ancora qualche anno?”
“No” rispose deciso il re “sceglierai
tra questi principi, perché se continuerai a rifiutare tutti, l’ultimo
che ti sarà presentato sarà tuo sposo, bello o brutto che
sia!”
“Ma se davvero non me ne piacesse
nessuno? davvero mi costringeresti a sposarne uno?”
“Belinda” disse il re cercando
di non perdere la pazienza “non puoi dire che non ti piacciono senza nemmeno
parlare con loro, senza conoscerli affatto!”
“Va bene, padre,” disse la principessa
rassegnata “farò come mi hai ordinato, ne sceglierò alcuni
che non siano proprio brutti e poi vedremo.”
Il re fece un cenno al ciambellano
che presentò il nono pretendente: “Questo è il principe di
Galba”
“Sono lieta di conoscervi.” disse
la principessa “Spero...”
Il re le lanciò uno sguardo
infuocato e Belinda continuò: “Spero che vorrete rimanere nostro
ospite per qualche giorno.”
Il re emise un sospiro di sollievo
ed il ciambellano presentò il decimo pretendente.
Alla fine delle presentazioni,
l’enorme salone sembrò improvvisamente vuoto: oltre al re, alla
principessa Belinda ed al ciambellano, erano rimasti solo cinque pretendenti
che si guardavano in cagnesco.
Il re attirò la loro attenzione
dicendo: “Ora potete ritirarvi nelle stanze che sono state preparate per
voi, ci rivedremo per il pranzo.”
I principi si inchinarono davanti
alla principessa e lasciarono il salone.
“Allora?” chiese il re “Qual’è
quello che preferisci?”
“Non lo so.” rispose la principessa
con le sopracciglia aggrottate.
“Beh, lo scoprirai presto.” disse
il re ignorando il malumore della figlia.
Belinda si ritirò nella
sua stanza e chiamò la sua fantesca, la donna che si era occupata
di lei da quando sua madre era morta tanti anni prima.
“Mami” disse la principessa “questa
storia del matrimonio non mi piace per niente, cosa posso fare per convincere
mio padre che non è ancora tempo che mi sposi?”
“Figliola cara” rispose la fantesca
cominciando a spogliare la principessa “non riuscirai a convincere tuo
padre, devi rassegnarti. Alla tua età tua madre sposò tuo
padre e la loro vita insieme è stata molto felice ... anche la tua
lo sarà se saprai scegliere con giudizio.”
“Oh, mami, ti ci metti pure te?!”
Bussarono alla porta, la fantesca
aprì ed un servitore le porse un mazzo di fiori per la principessa.
“Chi li manda? chiese curiosa
la principessa.
“Il principe di Cana.” rispose
la fantesca.
“Oh, è stato molto gentile!
forse sposerò lui.” disse la principessa affondando il viso nel
mazzo di fiori.
“Non avere fretta, bambina, mandare
dei fiori ad una principessa bella e ricca come te per ottenere la sua
mano non mi sembra proprio un grande sforzo!”
Belinda, che non aveva mai ricevuto
dei fiori in dono, guardò la fantesca stupita.
“E allora come faccio a scegliere?”
chiese Belinda.
“Fai loro delle domande per capire
come sono veramente ... cercheranno in ogni modo di piacerti, Belinda,
sarai tu che dovrai capire qual’è l’uomo giusto per te!”
“Oh, mami, proprio non capisco!
che vuol dire l’uomo giusto per me?”
“Dovrà essere un uomo
buono, Belinda, dolce e che ti rispetti, ti ami, ti sia di sostegno quando
ne avrai bisogno ... e deve essere un uomo per il quale il tuo cuore batta
più in fretta.”
La principessa si lasciò
lavare e vestire per il pranzo senza più dire una parola, immersa
nei suoi pensieri.
“Ecco” disse alla fine la fantesca
“sei pronta per affrontare il tuo compito. Non avere fretta, tuo padre
ti concederà tutto il tempo di cui hai bisogno.”
La principessa Belinda tirò
su le spalle, chiuse per un attimo i suoi bellissimi occhi ed uscì
dalla stanza.
Quando la principessa entrò
nella sala da pranzo, tutti i principi si alzarono in piedi e si inchinarono
davanti a lei. Il re le sorrise e le porse il braccio per accompagnarla
al suo posto.
Belinda si sedette e disse: “Voglio
ringraziare il principe di Cana per i bellissimi fiori di cui mi ha fatto
omaggio.”
“Era un semplice omaggio alla
vostra bellezza, principessa, non è necessario che mi ringraziate!”
disse il principe di Cana guardando trionfante gli altri pretendenti.
Belinda e gli altri commensali
cominciarono a mangiare.
La principessa rimase in silenzio
tutto il tempo ascoltando attentamente la conversazione che si svolgeva
tra suo padre ed i pretendenti.
“Principe di Galba” disse ad
un certo punto il re “mi sembra che voi non siate un tipo molto ciarliero!
non avete ancora detto una parola!”
Belinda si voltò a guardare
il principe di Galba: “E’ bello” pensò “con quegli occhi neri come
il buio!”
“Dovete scusarmi, maestà”
disse il principe di Galba “ma è mia abitudine parlare poco.”
“Forse ritenete che la conversazione
non sia abbastanza interessante?” chiese la principessa.
“Non oserei mai pensare una cosa
simile, principessa!” rispose lui, ma Belinda pensò che stava mentendo.
Il principe di Cana sorrise e
disse: “Il principe di Galba vive in un regno isolato ed evidentemente
non sa come ci si comporta in società!”
Belinda guardò il principe
di Galba e lo vide stringere la mano a pugno.
“Forse, molto più semplicemente,
il principe pensa che si debba parlare solo se si ha veramente qualcosa
da dire.” disse la principessa ed il principe di Galba la guardò
in modo strano.
Il re si alzò e tutti
gli altri lo imitarono: “Possiamo accomodarci nel salone, ora.” disse.
“Padre” disse Belinda “se a voi
non dispiace, vorrei far vedere il giardino delle rose al principe di Galba,
sempre che a lui interessi!”
Il re guardò il principe
che annuì e rispose: “Va bene, Belinda.”
Belinda ed il principe di Galba
si allontanarono sotto gli occhi furiosi degli altri pretendenti.
“Allora, principe” disse Belinda
quando furono nel giardino “che ve ne pare?”
“E’ molto bello.” rispose lui
“Avete dei giardinieri davvero in gamba.”
“Allora sono brava anche io!”
disse la principessa ridendo “visto che uno dei giardinieri sono io!”
“Davvero ve ne occupate personalmente?!”
chiese stupito il principe.
“Si. Io adoro le rose e curarle
mi consente di non annoiarmi. Non riesco proprio a stare senza far niente!”
Il principe la guardò
sempre più stupito.
“Ho una sensazione, principe”
continuò Belinda “questa giostra della scelta del pretendente non
piace neanche a voi.”
“Neanche? volete dire...”
“Certo. Io non voglio sposarmi,
ma mio padre crede che sia necessario.”
“Anche mio padre pensa la stessa
cosa! Mi ha costretto a venire qui, perché cercassi di conquistare
la vostra mano.”
“Bene” disse Belinda sorridendo
“allora possiamo fare un patto: vi darò il permesso di non fare
alcuno sforzo per piacermi, ed in cambio voi cercherete di tenere lontano
da me gli altri principi, così loro se ne andranno scornati pensando
che io voglia scegliere voi ed io, dopo un tempo ragionevole, dirò
a mio padre che non ho trovato l’uomo giusto e lui dovrà rassegnarsi.
Che ne pensate della mia idea?”
“L’idea mi piace, non fosse altro
che per vedere scornato il principe di Cana!” rispose il principe ridendo.
“Allora siamo d’accordo ... sarete
la mia ombra ... volete dirmi il vostro nome, principe?”
“Sono Carol di Galba, figlio
del re Bidol e della regina Margherita.” rispose il principe con aria compunta
inchinandosi davanti a Belinda.
La principessa scoppiò
a ridere e disse: “Io sono Belinda, figlia di Saro e di Mia.”
“E’ davvero un onore, principessa!”
ribatté Carol.
Quando riuscirono a smettere
di ridere, Belinda e Carol si avviarono verso il salone.
“Vi è piaciuto il giardino?”
chiese il re a Carol quando rientrarono.
“Si, maestà, è
davvero molto bello.”
Il principe di Cana si avvicinò
alla principessa e le disse: “Non volete farlo vedere anche a me?”
“Sono un po’ stanca” rispose
la principessa “ma sono sicura che il principe di Galba sarebbe contento
di accontentarvi!”
“Oh, certamente!” intervenne
Carol “se volete vi accompagnerò io.”
Il principe di Cana gli lanciò
uno sguardo pieno d’odio, borbottò qualcosa e si allontanò.
Belinda e Carol si lanciarono
uno sguardo divertito.
“Siete bellissima.” disse il principe
di Cana.
“Siete molto gentile.” rispose
Belinda sorridendo.
Il principe di Cana le prese
una mano e se la portò alla bocca, fissandola negli occhi.
“Principe” disse Belinda appena
poté ritirare la mano senza sembrare scortese “credete che saremo
felici se sceglierò voi come mio sposo?”
“Oh, ne sono sicuro!” esclamò
il principe di Cana “Unendo il mio regno al vostro diventeremo i regnanti
più potenti al mondo!”
“E questo vi renderebbe felice?”
chiese Belinda con aria ingenua.
“Ma certo!” rispose lui, mentre
Belinda si guardava intorno per vedere che fine avesse fatto il principe
Carol.
“Non capisco. In che modo essere
potenti e temuti potrebbe renderci felici?”
“Principessa, potremo conquistare
tutti gli altri regni senza nessuna fatica! non capite? saremmo immensamente
ricchi!”
“Si capisco.” rispose Belinda
con voce fredda “Se volete scusarmi.... è mio dovere intrattenere
anche gli altri ospiti.”
Belinda si allontanò da
lui e si avvicinò al principe di Duna: “Non ci siamo ancora parlati,
principe, vi state annoiando?”
“Oh, no!” rispose lui “come potrei?
il solo guardarvi mi riempie di gioia!”
Belinda sorrise e continuò:
“Vogliamo sederci e chiacchierare un poco?”
Il principe la guidò fino
ad una poltrona e si sedette davanti a lei: “Avete già fatto la
vostra scelta, principessa Belinda?”
“No, ancora no... non è
affatto facile!”
“Vi capisco.” rispose il principe
di Duna “Cosa cercate in un marito, principessa? la ricchezza? io sono
molto ricco, un uomo che vi ami? io vi amo... d’altronde come sarebbe possibile
non amarvi? siete talmente bella!”
Belinda arrossì, chiedendosi
ancora una volta dove fosse finito il principe di Galba.
“Sarò un buon marito per
voi, principessa.” insistette il principe di Duna “Saprò rendervi
felice e darvi molti figli.”
“Non c’è che dire!” esclamò
il principe Carol avvicinandosi a loro “la lotta per la vostra mano si
fa sempre più serrata! Pensate, principessa, che il principe di
Osmo mi ha offerto cento capi di bestiame perché lasci immediatamente
il castello!”
“Cento capi di bestiame?!” esclamò
Belinda balzando in piedi “Osa barattare la mia mano con cento mucche?!”
Il principe Carol scoppiò
a ridere, mentre il principe di Duna si alzava in piedi dicendo: “Lo sfiderò
a duello per cancellare l’offesa che vi ha fatto!”
“Non ce n’è alcun bisogno!”
ribatté Belinda guardando in cagnesco Carol che continuava a ridere
“A lui ci penso io!”
Belinda andò dal re suo
padre e gli disse furiosa: “Caro padre, questa storia mi sta davvero facendo
perdere la pazienza! voglio che congediate il principe di Osmo perché
mi ha offesa ed il principe di Cana perché vuole solo impadronirsi
del nostro regno ... e voglio che cacciate via anche gli altri due!” concluse
lasciando il salone.
“Belinda” disse il re più
tardi entrando nel salotto della principessa “ho congedato il principe
di Osmo ed il principe di Duna, come mi avete chiesto.”
“E gli altri due?” chiese Belinda
con aria scontrosa.
“Tra gli altri due dovrai scegliere
il tuo sposo.” rispose il re perentorio “Sono vecchio e stanco e voglio
cedere il mio regno all’uomo che tu sposerai.... e, insomma, non è
possibile che tra trenta principi non ce ne sia neanche uno che reputi
degno di aspirare alla tua mano!”
“Sono ... sono ...”
“Certo il principe di Galba mi
sembra un po’ rozzo, ma il principe di Duna mi sembra realmente interessato
a te.” disse il vecchio re con aria stanca.
“Un po’ rozzo?! il principe di
Galba è un maleducato e non mantiene le promesse!” esclamò
Belinda esasperata “e non fa altro che prendermi in giro e ridere di me!”
“Allora hai deciso che sposerai
il principe di Duna?” chiese il re speranzoso.
“No ... non ho deciso proprio
niente!” strillò Belinda pestando i piedi come faceva da bambina
quando voleva ottenere qualcosa che le veniva negato.
Il re sospirò e lasciò
la stanza dicendo: “Allora decidi in fretta, Belinda, o deciderò
io per te.”
Belinda restò sola nel
salotto e si mise a piangere.
La fantesca la trovò rannicchiata
su una poltrona che singhiozzava. Le si avvicinò e la prese tra
le braccia dicendo: “Che ti succede, bambina mia?”
“Non voglio sposarmi!” esclamò
la principessa “Voglio restare con mio padre e con te per sempre!”
“Questo non è possibile,
piccola mia, e tu lo sai benissimo! tuo padre è vecchio e stanco
e qualcuno deve prendere il suo posto ... se lui morisse e tu non fossi
ancora sposata, che ne sarebbe del tuo regno? senza un re, diventerebbe
preda di chiunque si mettesse in testa di conquistarlo! e con tutti i principi
che hai rifiutato, ci sarebbe la fila!”
Belinda continuò a piangere
a lungo tra le braccia della fantesca e alla fine stremata si addormentò.
La fantesca si sciolse delicatamente
dall’abbraccio e coprì la principessa con una coperta, poi uscì
dal salotto.
“Come sta la principessa?” le
chiese il principe di Galba che lei si trovò davanti nel corridoio.
“Dorme.” rispose la fantesca
“Forse è davvero troppo giovane per sposarsi!”
La principessa Belinda passeggiava
pensierosa nel giardino delle rose, quando fu raggiunta dal principe di
Galba che le disse: “Buongiorno, principessa Belinda, oggi vi sentite meglio?”
“Sto benissimo grazie” rispose
la principessa.
“Il principe di Duna sta chiacchierando
amenamente con vostro padre nel salone. Dovrete trovare una scusa valida
per rifiutarlo: a vostro padre piace molto e dopotutto non si può
proprio dire che non sia un gentiluomo! Non credete?”
“Avete ragione, a mio padre piace
molto.” rispose Belinda tristemente.
“E a voi?” chiese il principe
Carol.
“Oh, è simpatico...”
“Ma non volete sposarlo.”
“Comincio a pensare che mio padre
non mi permetterà di cavarmela!”
“Forse, dopotutto, il matrimonio
non è poi la gran tragedia che pensavamo!” mormorò come tra
se il principe.
“Forse ... “ rispose la principessa
Belinda guardandolo stupita “Volete che dica a mio padre che voi non mi
piacete?”
“E’ così?” chiese Carol.
“E’ così cosa?”
“Non vi piaccio?”
“Non ho detto questo!” rispose
Belinda sempre più stupita “Ma voi non volete sposarvi, no? quindi
devo essere io a rifiutare voi, visto che voi non potete rifiutare me!”
“Forse non sarebbe un gran male
sposarvi ... “
“Oh, davvero?!” esclamò
la principessa arrabbiata “Fareste questo sacrificio per compiacere vostro
padre?”
“Non ho detto che sarebbe un
sacrificio!” disse il principe Carol piccato “E’ solo che non sono più
tanto sicuro di voler passare la mia vita senza una sposa.”
“Il principe di Duna mi ha offerto
il suo amore ... voi cosa mi offrite?” chiese ironica la principessa Belinda.
“Siete una ragazzina impossibile!”
esclamò il principe allontanandosi.
Belinda rimase per un po’ nel
giardino, poi si diresse decisa verso il salone.
“Padre” disse entrando “Avrei
bisogno di parlare con voi in privato.”
“Certamente, figliola” rispose
il re, mentre il principe di Duna si allontanava discretamente.
“Padre caro, sono molto confusa
e non so che decisione prendere! come si fa ad essere sicuri che un uomo....”
“Belinda cara” la interruppe
il re “sono rimasti solo due pretendenti, la scelta non dovrebbe essere
poi così difficile!”
“Lo è molto, invece! Il
principe di Duna ha detto che mi ama, è gentile ed a voi piace molto,
vero?”
“Si, mi piace, ma non voglio
che tu lo scelga solo per questo! Cosa pensi del principe di Galba?”
“Oh, non lo so ... a volte ho
voglia di picchiarlo!”
Il re scoppiò a ridere
e disse: “Ma?”
“Ma ... non lo so, padre! a volte
mi si stringe il cuore a pensare che se ne tornerà nel suo regno
...”
“Mmm” disse il re “e così
ti piacciono tutti e due! bisogna, però, che tu decida per uno dei
due ... non puoi certo sposarli tutti e due!” concluse il re ridendo.
“Oh, non mi prendete in giro!
lo fa sempre anche il principe di Galba!” esclamò Belinda battendo
il piedino in terra.
“Prenditi tutto il tempo che
vuoi, Belinda, quella che devi prendere è una decisione importante!”
Belinda annuì sconsolata
ed uscì dal salone scontrandosi con il principe di Galba che stava
entrando.
“Avete rifiutato il principe
di Duna?” chiese il principe Carol.
“Niente affatto!” esclamò
Belinda “Come vi è venuta un’idea del genere?”
“Oh ... l’ho incontrato per le
scale con un’espressione ... da cane bastonato ... ecco!” disse Carol ridendo.
“Oh, ma voi non fate altro che
ridere alle spalle di tutti?!” chiese Belinda.
“No ... posso essere molto serio
... a volte!” esclamò Carol prendendole la mano “Vi piacciono le
persone serie?”
“Voi mi fate sempre arrabbiare!”
esclamò Belinda ritirando bruscamente la mano “Siete un uomo impossibile!”
“Principessa” disse Carol guardandola
negli occhi “perché non avete ancora deciso? cosa vi fa esitare?
se vi sono così antipatico, la scelta dovrebbe essere obbligata!”
“Voi non mi siete antipatico!”
esclamò Belinda correndo via.
Belinda entrò nella sua
stanza e si rifugiò tra le braccia della fantesca: “Oh, mami” esclamò
“come faccio a scegliere?”
La fantesca la guardò
dritto negli occhi e le rispose: “Piccola mia, credo che l’unica strada
sia quella di seguire il tuo cuore!”
“Il mio cuore? ma io non so cosa
dice il mio cuore!” esclamò Belinda.
“Oh, si che lo sai! pensaci bene!”
Belinda rimase in silenzio, mentre
la fantesca lasciava la stanza. Poi si sedette sul letto e pensò:
“Il principe di Duna è carino e dolce e gentile ... il principe
Carol, invece, mi prende sempre in giro e ... “
Bussarono alla porta e Belinda
fece entrare un servitore che le disse: “Principessa Belinda, il principe
di Galba chiede umilmente la vostra compagnia per una passeggiata a cavallo.”
“D’accordo” disse Belinda senza
nemmeno pensarci “ditegli che lo raggiungerò tra un’ora alla scuderia.”
Quando il servitore fu uscito,
Belinda suonò per chiamare la fantesca.
Il principe di Galba guardò
sorridendo Belinda che si avvicinava e fece cenno allo stalliere di portare
i cavalli.
“Vi piace andare a cavallo?”
chiese Belinda quando lo raggiunse.
“Si, moltissimo” rispose Carol
“in un regno piccolo come il mio non c’è tanto altro da fare!”
Belinda e Carol montarono a cavallo
e si avviarono al passo.
“Anche voi amate i cavalli” disse
dopo un po’ Carol “ed i cavalli amano voi ... sembrate formare un unico
corpo voi ed il vostro cavallo!”
Belinda accarezzò il collo
del suo cavallo e rispose sorridendo: “Avete ragione, principe, amo moltissimo
i cavalli, cavalco da quando avevo cinque anni! e questo è il cavallo
che preferisco .... si chiama Fulmine, perché corre come il vento!”
“Facciamo una gara?” chiese il
principe lanciando il suo cavallo al galoppo.
Belinda spronò Fulmine
e lo seguì.
Fulmine correva davvero come
il vento e dopo poco Belinda superava il principe gridandogli: “Non dovevamo
fare una gara?!”
Quando Belinda si fermò
in una radura e scese da Fulmine, il principe la raggiunse e si sedette
sull’erba vicino a lei.
“Avete vinto!” le disse “Ma dovremo
rifare la gara nel mio regno, il mio cavallo è veloce almeno quanto
il vostro!”
“Nel vostro regno?” chiese Belinda.
“Dovrete sposare me per sapere
se il vostro cavallo è davvero tanto veloce!” esclamò Carol
ridendo.
Belinda sorrise e gli disse:
“Non mi avete ancora detto cosa ci guadagnerei a sposare voi!”
“Beh, ci faremmo delle bellissime
cavalcate, e poi vi faccio ridere, no?”
“E poi?” chiese Belinda.
“Non vi basta? allora vediamo
... il mio paese è bellissimo: ha alte montagne proprio a picco
sul mare, ho una sorella molto simpatica ed un padre molto spiritoso, e
poi ...”
“E poi?” chiese ancora Belinda
con aria sorniona.
“Siete proprio incontentabile!
poi vi posso assicurare una cosa: i nostri figli saranno bellissimi ed
intelligentissimi e spiritosi e ...”
“Oh, basta!” esclamò Belinda
alzandosi e montando a cavallo “rischiate di convincermi!”
“Dove state andando? non ho ancora
finito!” esclamò Carol ridendo.
Belinda spronò il cavallo
e Carol si affrettò a seguirla.
“Mia figlia, la principessa Belinda,
ha preso la sua decisione.” disse il re rivolto al principe di Duna e a
quello di Galba seduti davanti al trono “Ora ci dirà chi sarà
il suo sposo.”
Belinda, in piedi accanto al
padre, guardando negli occhi il principe Carol, disse: “La mia scelta è
stata molto difficile perché siete entrambi ....”
“Vi prego, principessa” la interruppe
il principe di Duna “dite subito il nome dell’uomo che sarà felice
per sempre accanto a voi! non lasciateci sospesi!”
“Siete un uomo molto dolce, principe,
e qualunque donna sarebbe felice di dividere la sua vita con voi” disse
la principessa mentre Carol abbassava gli occhi deluso “ma io ho deciso
di sposare il principe di Galba.”
Carol balzò in piedi sbalordito
e Belinda continuò ridendo: “Perché ha un cavallo molto veloce!”
La principessa Belinda, negli anni che seguirono, non rimpianse mai, nemmeno per un attimo la decisione presa. Fu felice ogni attimo della sua vita, con il suo sposo, con i suoi figli e con i suoi cavalli e continuò sempre a seguire la strada del suo cuore come la sua fantesca le aveva consigliato.