GaiaMente
Centro Per Il Potenziamento Cognitivo |
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Mappa del Centro di Attivazione Sinapsi Introduzione: il valore delle strategie esplorative. Impulso n°1: "Perché la matematica - Matematica perché" ...................... .......................... .................................
IL
VALORE DELLE STRATEGIE ESPLORATIVE
Coerentemente con le finalità di questa sottosezione del sito - che abbiamo già definito come "una sorta di officina, di laboratorio artigianale per attività non meccaniche (nel senso di ripetitive), dove gli ingegni si potenziano provando a porsi in relazione con ciò di cui solitamente non si occupano, esplorando territori alla ricerca di punti di contatto funzionali, capaci di mobilitare energie" - lasciamo l'apertura ad altri. Più precisamente, a considerazioni che non riguardano direttamente il campo di cui ci occupiamo e che pure risultano per tanti versi affini al discorso condotto attraverso questo sito, in quanto dedicate al "valore aggiunto della diversità" e alle "sinapsi esplorative".
Sono tratte dalla recensione di Marcello Cini del libro di Marcello Buiatti, Il benevolo disordine della vita, edizioni Utet, (recensione pubblicata su "il manifesto", 30 Giugno 2004).
Il libro compendia l'elemento centrale comune a tutti i fenomeni evolutivi nella formula Essere diversi è una condizione imprescindibile per essere vivi. (...) E' un punto di vista che va controcorrente. La vita è ordine, si dice sempre. L'idea che essa si nutra di disordine - anche se benevolo come suggerisce il sottotitolo - può sembrare una contraddizione, ma non lo è. "Le strategie esplorative - ci spiega infatti il nostro autore - sono alla base della vita che ha inventato una serie di meccanismi per generare variabilità, dal Dna ai processi semicasuali di generazione delle sinapsi nei cervelli animali e soprattutto in quelli umani. Di variabilità c'è bisogno a livello del Dna, delle altre molecole, delle cellule, degli organismi, delle popolazioni, delle specie e anche degli ecosistemi" (...) "Anche la straordinaria diversificazione di forme, strategie di vita, comportamenti biologici dei cosiddetti organismi superiori non sembra tanto dovuta all'invenzione di nuovi strumenti, quanto alla diversità dei meccanismi di regolazione degli stessi strumenti di base". Il percorso sulla diversità umana è particolarmente ricco e affascinante. "Senza dubbio - leggiamo - mentre lo sviluppo del cervello come struttura complessiva, che avviene nel primissimo periodo della vita essenzialmente intrauterina, è regolato da geni come succede negli altri animali, ciò che ci differenzia di più da questi sono i processi che avvengono dopo la migrazione dei neuroni e continuano in modo frenetico per il primo anno di vita". La strategia esplorativa fondata sulla enorme varietà dei possibili modi di organizzare le esperienze vissute, che continuamente riplasmano la rete delle connessioni cerebrali, è dunque rapidissima e continua, rispetto a quella basata sulla mutazione del corredo genetico e sulla selezione, lenta e fissatrice. Entrambe, tuttavia, risultano tanto più efficaci ai fini della sopravvivenza degli individui e delle popolazioni, quanto maggiore è la diversità da cui traggono alimento. Da quanto precede deriva l'inconsistenza dei pregiudizi - continuamente alimentati da una martellante ricerca di sensazionali scoop da parte dei mezzi di comunicazione di massa e incoraggiati da una non disinteressata ricerca da parte di molti scienziati di una redditizia notorietà - sulla dipendenza dei diversi comportamenti umani dal gene che corrisponderebbe a ognuno di essi. Va invece detto e ripetuto che non esistono né il gene dell'omosessualità né quello dell'intelligenza, e tanto meno quello della aggressività o quello del furto con destrezza...
Ecco allora che - ai fini della sopravvivenza, o meglio della vita, o meglio ancora della vivacità di tutte le gaiementi desiderose d'esplorare sempre nuovi territori - proponiamo un menu di... alimenti altamente energetici, atti a riplasmare la rete delle connessioni cerebrali e ad accrescerne l'attività. Chi avesse qualche "affinità elettiva" da proporre, chi, in altre parole, volesse partecipare alla stesura di questo menu proponendo ulteriori portate (proposte o riflessioni, ricerche o articoli), inerenti temi che a suo parere potrebbero essere messi utilmente in relazione con gli argomenti trattati da GaiaMente, può inviare il tutto all'indirizzo: gaiamente@tiscali.it (scrivendo nella casella "oggetto": Sinapsi). * Come sempre, si può contribuire in forma anonima oppure inviando alcune righe di presentazione di sé. Per ulteriori informazioni si veda la pagina "gentili collaboratori" *
PERCHÉ
LA MATEMATICA - MATEMATICA PERCHÉ
Questo articolo di Carlo Angaroni, dedicato al valore della matematica e alle motivazioni che possono indurre non solo a studiarla ma "addirittura" ad amarla, ci è sembrato esemplare per illustrare il senso che attribuiamo a questo spazio, a questa "officina". Esso presenta infatti una molteplicità di connessioni con tematiche e problematiche affrontate da questo sito, pur essendo nato in modo del tutto indipendente da esso; svolge una riflessione per certi versi analoga, ma allo stesso tempo differentemente centrata. Propone dunque una prospettiva ulteriore e apre ad altre possibilità di riflessione. Invitiamo quindi a leggerlo ponendo attenzione sia al suo specifico e interessante contenuto - che ripercorre tra l'altro il percorso di una scoperta intellettuale - sia alle sinapsi che può attivare, a cominciare da quella con il pensiero divergente. ...Perché è certo necessaria una buona dose di pensiero divergente per affermare che "una delle ragioni fondamentali per conoscere la matematica sta nella sua bellezza" o che lo studio della matematica può anche essere visto come "un antidoto contro l'ansia e l'angoscia" - almeno se si pensa al modo in cui è normalmente vissuta dagli studenti (ma anche dagli insegnanti, almeno quelli che non la insegnano)! E infatti abbiamo inserito un richiamo a quest'articolo anche nella sezione dedicata al pensiero divergente. Nell'articolo si potranno poi cogliere tanti altri echi di discorsi qui condotti: l'importanza del mediatore per suscitare interesse e motivazione intrinseca nell'allievo, per predisporlo all'accettazione delle sfide cognitive; l'utilità degli enigmi e dei tentativi di stabilire un "contatto mentale, sia pure fugace ed indiretto, con l'infinito"; i legami esistenti tra le varie attività spirituali che costituiscono la rete del sapere.
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"Del resto mi è odioso tutto ciò che mi ostruisce soltanto, senza accrescere o vivificare immediatamente la mia attività". Con queste parole di Goethe può cominciare la nostra considerazione sul valore e la mancanza di valore della storia. In essa si esporrà infatti perché un'istruzione senza vivificazione, perché un sapere in cui l'attività si infiacchisce, perché la storia in quanto preziosa superfluità di conoscenza e in quanto lusso, ci debbano essere sul serio, secondo il detto di Goethe, odiosi (...). Certo noi abbiamo bisogno di storia, ma ne abbiamo bisogno in modo diverso da come ne ha bisogno l'ozioso raffinato, nel giardino del sapere, sebbene costui guardi sdegnosamente alle nostre dure e sgraziate necessità. Ossia ne abbiamo bisogno per la vita e per l'azione (...) Friedrich Nietzsche, Considerazioni inattuali
L’attenzione che avete tanto cortesemente dedicato alle mie fantasie dimostra, per lo meno me lo auguro, che la scienza e l’arte talvolta possono incontrarsi, come due pezzi di quel puzzle che è la vita umana, e che può stabilirsi un contatto attraverso la frontiera che separa i nostri rispettivi campi d’indagine. Maurits Cornelis Escher (artista e matematico olandese), intervento a un convegno scientifico
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Un Momento...c'è di più | ||||
A margine inseriamo qualche informazione interessante sul modo di funzionare e rimanere attivo del cervello, tratte dal sito di Fradinoi, Lega del filo d'oro. Le cellule nervose (o neuroni) sono le unità elementari del cervello. Sono costituite da un corpo cellulare, provvisto di numerosissime sporgenze ramificate (i dendriti), capaci di raccogliere informazioni provenienti da tantissime altre cellule sorelle e da uno stelo (l'assone), talvolta molto lungo, che convoglia a distanza l'impulso nervoso. Il nostro cervello è dunque costituito da una rete fittissima di connessioni nervose (le sinapsi), a livello delle quali le informazioni tra una cellula e l'altra vengono scambiate attraverso la liberazione di sostanze particolari, chiamate neurotrasmettitori. Si tratta di una mirabile costruzione biologica, paragonabile ad un calcolatore di infinita potenza e dalle infinite capacità adattative.
Per definizione, le cellule nervose sono perenni: in altre parole, a differenza delle cellule di quasi tutti gli altri organi e sistemi del corpo umano, non sono in grado di rigenerarsi, se vengono perdute. (…) Con l'avanzare dell'età l'uomo va incontro anche a una serie di alterazioni cerebrali, spesso erroneamente associate a un aumentato rischio di demenza. I cambiamenti neuronali legati all'età, al contrario, sono segno innanzitutto di un'evoluzione, che (…) non portano certo ad una riduzione delle capacità psichiche, bensì a un progressivo miglioramento delle proprie abilità mentali.
(…) Naturalmente, per assicurarsi una mente sana e lucida, è necessario continuare ad allenare il cervello con studi, letture e con tutto ciò che imponga un ragionamento, proprio come si impegna un atleta a mantenere forti e attivi i muscoli del proprio corpo. (…) Per contrastare l'inevitabile perdita di neuroni, il cervello dispone di un'elevata quantità di neuroni, di molto superiore alla quantità necessaria all'uomo per svolgere le normali funzioni di sopravvivenza. Tale caratteristica del cervello umano prende il nome di "ridondanza"; man mano che le cellule muoiono, altre si attivano e prendono il loro posto, salvaguardando le facoltà mentali. Oltre a questa qualità, il cervello gode anche di plasticità; pur essendoci aree cerebrali destinate a particolari funzioni (come la memoria, la comprensione, l'articolazione della parola, ecc. .), è possibile che alcuni neuroni, inizialmente non specializzati, si qualifichino per svolgere particolare funzioni che in quel momento necessitano di un sostegno. Si pensi, per esempio, ai soggetti colpiti da ictus: non è raro che, dopo un po' di tempo e mirati programmi di riabilitazione, alcuni pazienti riescano a recuperare gradualmente l'utilizzo di un arto paralizzato o l'uso della parola. (…) Il dover imparare sempre cose nuove favorisce lo sviluppo e il mantenimento delle sinapsi, che permettono ai neuroni di comunicare fra di loro.
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