Informazioni turistiche e curiosità
La mountain bike è un modo come un'altro per viaggiare e conoscere posti nuovi e non solo un mezzo per fare sport, ho pensato quindi di inserire in questa pagina alcune informazioni sui monumenti e i luoghi dove si snodano gli itinerari di questo sito.
Antica badia ( foto) sorta nel VII secolo, appartenne prima ai Benedettini e poi ai Vallombrosani. Pare che inizialmente sia stata retta da un solo monaco: infatti è tipico del periodo longobardo costruire chiese rette da un solo religioso. Fino al XIV secolo fu un potente centro monastico che esercitava la propria giurisdizione, grazie anche alle donazioni di Matilde di Canossa e del Vescovado di Bologna, nella zona fra Lentula e M.Javello fungendo anche da asilo per i viandanti e i pellegrini. Da esso dipendeva anche uno "spedale" minore, nella località dove ora è la Cascina di Spedaletto. Abbandonata dai monaci nel 1306 per le continue molestie delle famiglie pistoiesi degli Ughi e dei Taviani, fu definitivamente soppressa da Pio IV nel XVI secolo. Secondo alcune fonti pare che, a causa della vita irregolare dei monaci, tutti i loro beni (compresa l'abbazia) fossero concessi come commenda militare ad Alessandro de' Pazzi. Sul lato ovest della casetta si vedono ancora l'ingresso, sormontato da uno stemma dei Pazzi, la facciata e alti tratti delle mura perimetrali. Altri antichi tratti murari sono sul lato opposto. Parti delle decorazioni e gran parte delle bozze di pietra dell'antico edificio sono ancora in vista, incorporate nelle mura della casetta esistente e nel muro di sostegno costruito verso monte. Nel prato antistante è stato realizzato un posto di sosta attrezzato.
Paese situato al confine tra la provincia di Prato, Pistoia e Bologna. Proprio per la sua posizione di confine si presta magnificamente come base di partenza per escursioni a piedi o in mountain bike. La sua origine risale a prima dell'anno mille ed anticamente era una castello di proprietà della Contessa Matilde di Canossa, infatti il suo stato attuale, nonostante i ripetuti cambiamenti, conserva ancora i segni dell'antica struttura. Alla sua morte la Contessa lasciò tutti i suoi beni alla Santa Sede ma in pratica Fossato rimase per alcuni decenni sotto il dominio pistoiese e poi sotto quello fiorentino. Per chi fosse interessato a maggiori particolari è possibile acquistare presso i bar del paese il libro "FOSSATO-note su mille anni di storia di una Comunità" di Silvio Benelli, il cui ricavato (L.30.000) viene utilizzato per sostenere le spese di mantenimento delle due chiese del paese. Nonostante le sue piccole dimensioni a Fossato si trovano un bar-ristorante ( bar-trattoria LAMBRINI, solo su prenotazione Tel.0574/933022) e il bar-alimentari TONINI, è inoltre possibile pernottare nella canonica della chiesa che dispone di circa 30 posti letto (055/432056).
GEA (Grande Escursione Appenninica)
Grandioso itinerario che percorre l'Appennino Tosco-Emiliano e le Alpi Apuane. E' stato realizzato a partire dal 1983 sotto l'egida della Regione Toscana e con l'indispensabile apporto del Club Alpino Italiano, unisce il Valico di Bocca Trabaria situato al confine con Umbria e Marche, al Passo dei Due Santi al confine tra Toscana, Emilia-Romagna e Liguria. E' diviso in 25 tappe e misura una lunghezza di 400 chilometri. In genere le segnalazioni sono buone così come i posti tappa sono ben attrezzati.
Il corso urbano del Mugnone ha subito diverse modificazioni via via che la città di Firenze si ingrandiva, in quanto le sue acque servivano per alimentare i fossi che circondavano esternamente le mura. La parte canalizzata inizia dalla zona delle Cure. Prima dell'insediamento romano esso arrivava in P.za S. Marco per poi passare molto probabilmente nella zona di P.za S.M. Novella. In seguito alla costruzione delle mura romane (I secolo a.C.) il fiume ne costeggiava il lato occidentale (coincidente con l'attuale via Tornabuoni) e sfociava in Arno all'altezza del ponte a S.Trinita. Il corso del fiume venne nuovamente deviato, anche se di poco, in seguito alla costruzione delle mura Matildine che furono erette nel 1078 per volontà della Contessa Matilde. Una deviazione più consistente fu fatta per la costruzione della seconda cerchia di mura comunali (1173-75) in quanto fu scavato un nuovo alveo che da piazza S.Marco passava grossomodo per l'attuale via San Gallo, via dè Ginori, via Canto dè Nelli, via del Giglio, via dè Fossi e passando per piazza S.M. Novella sfociava in Arno all'altezza di Ognissanti. Con la costruzione nel 1284 dell'ultima cerchia di mura, che quel disgraziato di architetto Poggi ha fatto quasi interamente demolire, il torrente fu nuovamente deviato poiché le sue acque servirono per alimentare il fossato che costeggiava le mura occidentali, mentre quello che partiva da Porta Pinti ed arrivava all'Arno, era alimentato dal fosso di San Gervasio che sboccava così in Arno presso la Zecca Vecchia. Il Mugnone, così, una volta arrivato in piazza della Libertà costeggiava le mura lungo il viale Spartaco Lavagnini passando sotto il Ponte a Faenza davanti alla Porta omonima, oggi inglobato nella Fortezza da Basso. Da qui il torrente proseguiva lungo l'attuale viale Fratelli Rosselli fino a sfociare in Arno all'altezza di piazza Vittorio Veneto. Con la costruzione della Fortezza da Basso il torrente fu portato in un primo tempo a lambire tutti i lati della Fortezza e successivamente incanalato attraverso la zona detta di "Polverosa", portandolo a confluire, poco prima del Ponte a San Donato, con il torrente Terzolle e facendolo sboccare in Arno nei pressi del Piazzale Kennedy. Un'ultima deviazione venne fatta nella sua parte terminale per farlo sfociare in Arno nella zona dove successivamente fu costruito il monumento detto "l'Indiano".
La pieve di Cercina, che si trova nella valle del Terzolle, ha origini molto antiche, infatti il primo documento in cui viene nominata è un atto notarile del 9 luglio 880. A metà dell'XI° secolo, la pieve doveva essere parzialmente in rovina e, comunque, non più sufficiente nelle dimensioni e caratteristiche architettonico - artistiche rispetto all'importanza che andava assumendo a livello territoriale. Vengono, cosi, eseguiti notevoli lavori di trasformazione ed ampliamento della primitiva chiesa, voluti dalla Canonica fiorentina con il contributo dei nobili Sigfidro e Bulgaro di Ridolfo, possessori del vicino castello di Cercina. Quando la nuova pieve venne riconsacrata, è dedicata a Sant'Andrea, "patrono" della famiglia Catellini - Dietisalvi, di origine longobarda a cui, probabilmente, appartenevano Sigfrido e Bulgaro. Con questo nome la chiesa è citata la prima volta in una pergamena del 25 luglio 1051, quando i figli di Ridolfo vendono a Teuzzo di Giovanni "tutte le Chorti, Chastelli, Chiese, Sorti ... Servi e Serve" che possiedono a nord di Firenze, tra cui, appunto, il castellare di Cersino, mantenendo per sè il vicino castello di Castiglione. La pieve, dopo gli interventi, si presenta a tre navate separate da pilastri, conforme alla tipologia propria del romanico lombardo, largamente diffusa nel contado fiorentino. A destra della chiesa viene costruito un nuovo campanile (terminato nei primi decenni del duecento), realizzato prevalentemente in blocchi di alberese, pietra proveniente, forse, dalle cova di Monte Morello o zone contigue. Nei secoli successivi la pieve è stata sottoposta ad una serie continua di modifiche come il portico, realizzato nel quattrocento. Al suo interno vi sono diverse decorazioni di pregio.
Il nome deriva dall'antica attività del "curandaio" (lavandaio) che vi si svolgeva. Nell'Ottocento sul terreno pianeggiante delle Cure sorse uno dei primi quartieri residenziali oltre le mura, che nell'ambito del progetto Poggi venne allacciato ai viali di circonvallazione attraverso la grande piazza.