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il Quaderno del 1° agosto

Noi/Pericolo di mele avvelenate

Per Prodi restare a Palazzo Chigi per tutta la legislatura sarà un'impresa titanica, ai limiti dell'impossibile. Lo riconosce il vecchio navigatore della politica Emanuele Macaluso stamani sul Riformista, rinfacciando al premier di aver rimosso dalla mente la vittoria per mezza incollatura e avvisandolo che sulla Finanziaria non si potrà procedere a colpi di fiducia, pena una crisi quasi inevitabile.

L'esistenza di un grave problema politico per l'Unione è stata pubblicamente riconosciuta nei giorni scorsi anche dal presidente del Senato Marini durante la cerimonia del Ventaglio. Per Marini la via d'uscita non può essere rappresentata né da elezioni immediate né da vagheggiamenti su larghe intese: entrambi questi percorsi sono prematuri. Si tratta invece di far sì che maggioranza e opposizione sotterrino l'ascia di guerra e convergano su "sei-sette punti" strategici per la ripresa economica e per la modernizzazione del Paese.

Le grandi coalizioni possono essere solo conseguenza - non premessa - del nuovo corso cui i due schieramenti sono chiamati. Nel frattempo Palazzo Chigi si guarda bene dallo smentire le voci secondo cui Prodi "non si opporrebbe" - una volta superato lo scoglio della Finanziaria con i voti "autosufficienti dell'Unione" - ad allargare la maggioranza. O, per meglio dire, a "restringere l'opposizione" pescando nel bacino parlamentare del centrodestra.

E' evidente che a sinistra stanno emergendo due linee: una più "dialogante", che vede in prima linea Marini, Rutelli e, in parte, i Ds, e l'altra - incarnata dall'entourage prodiano e dai bertinottiani - che avanza invece l'ipotesi di lanciare un'"Opa" ostile sulla Cdl per assicurarsi, dopo la Finanziaria, ma probabilmente anche "durante", un percorso parlamentare meno turbolento. Ma entrambe queste opzioni politiche sono mele avvelenate per il centrodestra. Lo spauracchio dell'allargamento della maggioranza serve, per il momento, a Bertinotti per tenere a bada il gruppetto dei dissidenti interni a Rifondazione, mentre l'offerta di instaurare un clima più sereno per affrontare insieme i problemi più urgenti del Paese e porre così le basi future di una Grande Coalizione è un espediente tattico che serve solo all'Unione. Si tratta dunque di proposte irricevibili.

Ed è assolutamente inutile che Franceschini caldeggi "un largo coinvolgimento del Parlamento anche nella fase di preparazione della Finanziaria se si vuole che il percorso parlamentare funzioni". Prodi, messo già pesantemente sotto accusa da Montezemolo, non potrà varare quella manovra "sociale" attesa da Rifondazione per rientrare in sintonia col proprio popolo dopo lo "strappo" del voto sull'Afghanistan. E l'opposizione dovrà approfittarne senza alcuna esitazione. Nel convincimento che se Prodi supererà lo scoglio della Finanziaria si toglierà di dosso lo scomodo appellativo di "anatra zoppa". Guai, dunque, a cadere nella trappola della volpe Marini. Conviene, semmai, scrutare attentamente cosa si muove all'interno della Quercia, dove l'insofferenza per Prodi sta crescendo ogni giorno di più.

Noi/Avviso ai naviganti azzurri

Che la maggioranza, soprattutto al Senato, abbia bisogno di rafforzare i suoi numeri, è cosa risaputa. Che la sinistra - identificato un obiettivo - non lasci nulla di intentato pur di raggiungerlo, è cosa risaputa. Che i parlamentari di centrodestra, quando sono all'opposizione, subiscano il fascino del governo perché come dice un autorevole parlamentare di Forza Italia "abbiamo il dna governativo", è confermato dall'esperienza politica dal '95 in poi.

Oggi i quotidiani ben informati annunciano che una manciata di senatori di Forza Italia, o comunque del centrodestra, è pronta alla transumanza politica di questa stagione e d'altronde si può immaginare che, in previsione della finanziaria e di altri fondamentali appuntamenti parlamentari, l'Unione, non più disposta a "sopravvivere" o a perire con il traballante supporto dei senatori a vita, cerchi di ammaliare i "naviganti" azzurri con un canto da Sirena.

E non c'è da meravigliarsi che qualcuno rinunci ad essere Ulisse e a tapparsi le orecchie per non perdere la strada di casa. Non c'è da meravigliarsi ma è da evitare perché sarebbe più riprovevole che in precedenza e la responsabilità cadrebbe anche sul partito.

Rispetto al passato, infatti, i nuovi eletti sono stati scelti dal partito più che dall'elettorato: sono uomini e donne che, già al momento della candidatura, godevano di una sorta di "assunzione" al parlamento. Ed è ipotizzabile che la scelta sui nuovi "assunti" sia stata dettata da rapporti di conoscenza, di fiducia e di stima. Se oggi, solo una di queste persone seguisse il "delizioso canto", tradirebbe il "contratto" tacitamente sottoscritto.

Forza Italia è Berlusconi: è verissimo ma perché non provare a dire che Forza Italia è per Berlusconi?

Noi/Ritorno al centro del ring

Per i politici l'estate sarà breve quest'anno. Gli appuntamenti politici, infatti, riprenderanno presto. Anche per il Presidente Berlusconi che è atteso il 25 agosto al meeting di Comunione e Liberazione, poi alla festa della Margherita a Caorle e infine al tradizionale appuntamento di Forza Italia a Gubbio.

La presenza di Berlusconi al Meeting è un'occasione importante per tastare il polso al mondo giovanile e cattolico rappresentato da CL, da sempre sensibile alle grandi battaglie sui valori.

Particolarmente significativo, inoltre, è l'invito che la Margherita di Rutelli ha rivolto a Berlusconi. E' la prima volta che ciò avviene. Si tratta di un segnale politico importante che contiene due messaggi: il primo che la Margherita intende superare le contrapposizioni del passato e una particolare animosità nei confronti di Berlusconi anche da parte di esponenti del partito di Rutelli; il secondo che, anche dopo le elezioni di aprile, Berlusconi viene considerato un interlocutore privilegiato e insostituibile.

Infine, l'appuntamento di Gubbio consentirà a Berlusconi di rivelare le sue intenzioni riguardo a Forza Italia e alle ipotesi di riorganizzazione che circolano su tutti i maggiori quotidiani.

Insomma, Berlusconi ha la possibilità, alla vigilia dell'apertura dei lavori parlamentari, di mettere a punto le sue proposte su Forza Italia, il rapporto con gli alleati e con le forze politiche moderate della maggioranza di governo, nel momento in cui dallo stesso governo si parla insistentemente di un necessario allargamento della maggioranza.

Il fatto che durante tutta l'estate terrà banco sugli organi di informazione il problema dell'allargamento della maggioranza, cioè la questione della debolezza del governo e della sua impossibilità di governare, contribuirà a indebolire ulteriormente una alleanza politica sempre più divisa e sfilacciata si limiti della conflagrazione.

Sorpresa/Il Sole eclissa Luca…

Fra i tanti incarichi di Luca di Montezemolo c'è anche quello di editore, in quanto presidente di Confindustria e della Fiat. Confindustria e Fiat controllano direttamente il Sole 24 Ore e la Stampa. Sull'edizione di ieri del Wall Street Journal Europe è comparsa un'intervista di Montezemolo in cui giudica "magro" il risultato economico del governo Prodi. Una notizia che ha trovato spazio su tutti i giornali. Tranne su uno: il Sole 24 Ore; mentre la Stampa non dà conto (se non nascosto fra le righe) del giudizio critico di Montezemolo sull'operato del governo.

Vista l'attenzione che Montezemolo ha per i mass media (e per la sua immagine) è assai singolare che i due quotidiani controllati direttamente da Luca-Luca sminuiscano la portata delle accuse al governo.

Un evento che può essere rivelatore di due fenomeni.

Il primo. E' la conferma che la "luna di miele" del governo nei confronti dell'opinione pubblica è sostenuta esclusivamente dai "giornali amici". E, quindi, tutto quel che "disturba il conducente", foss'anche una critica a Prodi fatta dall'editore, viene sminuita, sottaciuta, abbandonata alle pagine interne.

Il secondo. E' iniziato il secondo biennio di Montezemolo alla presidenza della Confindustria. Insomma, è iniziata la sua parabola discendente. Quindi, è probabile che i quotidiani filo confindustriali stiano gradualmente "dimenticando" le azioni del presidente.

E' ipotizzabile, però, anche un terzo fenomeno. Vale a dire che sia stato lo stesso Montezemolo, dopo l'incontro di ieri sera con Prodi a Palazzo Chigi, a voler ridimensionare la portata delle sue critiche al governo. E quindi a "togliere dalle pagine" di Sole e Stampa le sue accuse al governo.

Il risultato, comunque, è stato grottesco.

Sorpresa/Il Csm folgora Rognoni…

E all'improvviso Virginio Rognoni trovò il coraggio che non ha mai avuto in quattro anni di vicepresidenza del Csm. E' davvero strana la sindrome che prende quanti arrivano a sedere sulla poltrona di numero 2 dell'organo di autogoverno dei giudici. Bravi, coraggiosi, equilibrati prima di arrivare a palazzo dei Marescialli, poi, di colpo, asserviti ai magistrati, schierati acriticamente al loro fianco, con l'obiettivo di ottenere la vicepresidenza prima, e di poter sopravvivere serenamente nel corso dei quattro anni di Csm, poi.

Fa davvero impressione come Rognoni abbia sempre ed esclusivamente difeso i magistrati, quasi non avesse dubbi sul loro comportamento e su quello dell'organo di autogoverno, per ritrovare un certo spirito critico - e che spirito critico… - proprio l'ultimo giorno del suo mandato.

E così, Rognoni-cuor di leone, prima di fare armi e bagagli, dice no alla deriva correntizia e denuncia esplicitamente le «difficoltà ed ostacoli all'espletamento spedito dei compiti» del Csm derivanti da «remore e incrostazioni, molte volte riconducibili al gioco correntizio tra le varie posizioni culturali che si manifestano nell'area dell'associazionismo dei magistrati». E il quasi ex vicepresidente del Csm entra anche nel particolare, sottolineando come il problema riguardi da vicino le nomine dei magistrati ad incarichi direttivi.

Insomma, molti uffici di spicco (compresa la Procura di Palermo, fino a poco tempo fa) sono rimasti senza una guida per il cinico gioco correntizio in voga a palazzo dei Marescialli. Un gioco che a Rognoni è stato bene fino all'altro ieri, al punto che ha ritrovato la voce per denunciarlo solo quando aveva le valigie sull'uscio della porta.

   

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