Siamo ciò che mangiamo. 


Nell'Ayurveda (il sistema di medicina indiano) è posta la domanda: « Chi rimane libero dalla malattia?» Una volta il grande medico Chanak, il fondatore della medicina Ayurvedica, decise di esaminare i suoi studenti. Prese la forma di un uccello e volò sopra di loro, ripetendo:
« Kora ruk? Kora ruk? Kora ruk? » « Chi è libero dalla malattia? Chi è libero dalla malattia?
Fra gli studenti c'erano molti bravi medici, e uno disse: « Chi mangia una particolare varietà di pesce, cucinandolo e speziandolo a dovere, godrà di ottima salute».
Un altro disse: « Se mangi montone, sarai sempre sano ».
Un terzo disse: « Se mangi cioccolata francese, avrai tanta energia in più ». Chanak rimase disgustato da queste risposte e volò via. Il giorno dopo si appollaiò su un albero sotto il quale sedeva un altro gruppo di studenti, e gridò la stessa domanda: « Kora ruk? » Il suo miglior discepolo si alzò in piedi e disse: « Ràa buk, mila buk, hita buk ». « E' libero da malattia solo colui che mangia cibi di stagione, digeribili e in quantità moderata ».

E' assolutamente vero. Sia per uno yogi, che per una persona che vive nel mondo, la dieta è della massima importanza. I saggi dicono che è il cibo che ci nutre e ci fa crescere e che è sempre il cibo che ci uccide. Il cibo è vita e il cibo è morte; il cibo è salute e il cibo è malattia. Per questo motivo, le scritture ci dicono che dovremmo essere sempre consapevoli di ciò che mangiamo e capirlo molto bene. La moderazione è estremamente importante. Più siamo smodati nel mangiare, più allentiamo l'autocontrollo, più malattie avremo. Il numero degli ospedali aumenta nel mondo perché la gente non si controlla nel mangiare. I saggi dicono che, quando mangiamo, dovremmo riempire lo stomaco per metà di cibo, per un quarto di acqua e lasciarne un quarto vuoto per la libera circolazione del prana.
Se ci comportiamo in questo modo, non avremo più bisogno di ricorrere al dottore. Dovremmo avere una buona comprensione del cibo, perché il cibo è la vita dell'anima individuale.

Questo corpo è fatto di cibo. Il seme deriva dall'essenza sottile del cibo; e dal seme è creato questo corpo. Così, l'individuo nasce grazie all'essenza sottile del cibo, il seme,  poi, per tutta la vita, vive di cibo. Di fatto, le Upanishad dicono: « Considera il cibo la forma di Dio ». Ciascun tipo di cibo ha la propria caratteristica. Perciò, quando mangiate un qualsiasi tipo di cibo, dovreste prima chiedervi perché lo state facendo.
Uno yogi necessita di cibo molto puro, che contenga vita, che abbia energia. Cereali, legumi, frutta, vegetali e latte sono tutti ottimi per una persona che medita. Questi cibi, non solo sono nutrienti, ma sono anche facilmente digeribili, e questo è molto importante.

Il cibo viene digerito con l'aiuto della stessa Shakti, per il cui potere voi siete in grado di meditare.
Se fate un pranzo pesante, che richiede sei ore per essere digerito, quanta Shakti vi rimane poi per meditare? Non solo il vostro corpo è creato dal cibo, ma anche lo stato della vostra mente ne viene influenzato. Qualsiasi qualità abbia un determinato tipo di cibo, essa permea il vostro intero organismo.

Per questo motivo i saggi mettono molta enfasi sul fatto che il cibo che ingerite sia pieno di buone impressioni, dal momento in cui cresce al momento in cui viene cucinato, fino a quando viene mangiato. Ogni persona ha la sua particolare vibrazione, che pervade tutto ciò che tocca e tutto ciò che la circonda: pervade i suoi abiti, il letto in cui dorme, i suoi libri e il suo cibo. Le vibrazioni del luogo in cui il cibo viene preparato, così come quelle della persona che lo prepara, vanno a finire in quel cibo. Queste vibrazioni vengono assorbite dall'organismo della persona che poi lo mangia. Siamo stati tutti creati dal cibo; per questo dovremmo mangiare cibo buono e puro, cibo leggero che possiamo digerire molto velocemente, e che sia adatto alla stagione. Soprattutto dovremmo mangiare con sentimenti elevati e sublimi. Dovremmo accendere il fuoco dell'Amore, della Devozione e della Fede in Dio, cosicché questi sentimenti si mischino con il nostro cibo. Poi, con questa disposizione d'animo, dovremmo mangiarlo.

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