Quarta parte La fine Le posizioni |
L'inizio della fine 30 settembre Corso Marconi dunque invia le lettere ai lavoratori, e i destinatari fanno parte di una vera e propria lista di proscrizione: ci sono donne, inidonei e soprattutto delegati e lavoratori combattivi. 1° ottobre "Noi ci batteremo fino all'ultimo, ma tornare indietro mai, mai, a costo di rimanere qui notte e giorno, a costo di far fame": ci si schiera contro l'articolazione, che sarebbe piaciuta al PCI e ai sindacati, perché gli operai sanno che in quel modo la Fiat potrebbe dividerli. Loro conoscono bene la fabbrica e i suoi ritmi. Con l'articolazione "non reggeremo due giorni". 2 ottobre "Questo spazio era destinato alla pubblicità di una vettura che in questi giorni non viene prodotta a causa degli scioperi". Così comincia la battaglia mediatica della FIAT, con questo spazio comparato sui giornali. Tranne L'Unità, Il Manifesto, L'Avanti e Il Popolo che la rifiuteranno, per gli altri sarà normale merce. Ma, l'impatto è forte, al punto che i tipografi del Corriere della Sera minacciano di non far uscire il giornale e bloccare le rotative come protesta verso il messaggio Fiat. Oltre all'episodio dei tipografi del Corriere, davanti ai cancelli ogni giorno è un via vai di uomini e donne che portano in qualche modo solidarietà. Ogni giorno "radio lotta" legge decine di telegrammi di solidarietà. Ai picchetti dei lavoratori si aggregano le lavoratrici delle mense aziendali che la Fiat ha sospeso dal lavoro. Le donne si costituiscono in coordinamento di lotta. Un giorno arriva anche Clelia Guevara, la sorella del Che La sottoscrizione dei sindacati raccoglie 700 milioni in pochi giorni. Il 12 ottobre avrà raggiunto quota due miliardi Verso lo sciopero Il 6 ottobre comincia la cassintegrazione: si riaprono i cancelli, tutti entrano ma quasi nessuno va al lavoro, perché ci sono le assemblee indette dalla FLM. All'intimazione della Fiat che i cassintegrati non devono entrare, perché "reato", la risposta è una nuova fermata collettiva: "Agnelli voleva dividerci e invece ci ha unito" dice lo striscione sul piazzale della porta 5. Il 7 ottobre il Comitato centrale del Coordinamento Quadri e Capi intermedi emette un comunicato in cui "denuncia una situazione di violenza ..." che serve "soltanto a nascondere la reale volontà della maggioranza dei lavoratori Fiat i quali intendono lavorare..." e conclude dicendo che "gli unici a salvarsi saranno i dipendenti in cassa integrazione". Le truppe mercenarie entrano in campo. Il giorno dopo, prima dell'alba, un gruppo di capi tenta di sfondare i picchetti della porta zero a Mirafiori ferendo alcuni operai: stessa cosa alla porta 11, e a Rivalta dove un centinaio di capi riesce a penetrare nella fabbrica. Poi un corteo operaio li raggiunge, li circonda e li butta fuori dove trovano a proteggerli e scortarli i poliziotti. Il piazzale davanti a Mirafiori è completamente intasato: 50.000 persone sono radunate davanti al ritratto di Marx e allo striscione del CdF. Lo sciopero generale nazionale ferma tutte le fabbriche in solidarietà con gli operai Fiat. In tutte le città d'Italia le piazze si riempiono. Una boutade? La retorica del vecchio sindacalista? No, l'inganno: quando dice quelle cose Benvenuto ha già in tasca l'accordo da firmare il 13 al ministero del lavoro. I sindacati confederali e i dirigenti Fiat hanno già delineato una bozza d'intesa, a metà tra gli obiettivi Fiat e la proposta del ministro Foschi, definita "invalicabile" dall'FLM: 10.000 operai fuori dalla fabbrica fino all'estate '81 a frequentare corsi di formazione - finanziati dallo Stato; 13.000 in CI a rotazione. La Fiat vuole chiudere la partita e accetterà la proposta; l'Flm dovrebbe piegarsi ad un compromesso onorevole... 11 ottobre Trentamila studenti in una manifestazione nazionale manifestano a Torino. "Compagni della Fiat tenete duro, l'attacco padronale non ha futuro". E' il primo sciopero studentesco da più di un mese. Suona come un epitaffio, Dopo il comizio Garavini va alla federazione torinese del PCI dove lo aspettano alcuni dirigenti del PCI e della CGIL, tra cui Piero Fassino - neo segretario DS - Fausto Bertinotti e Sabattini. |