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Carlo Emanuele II

"Adriano del Piemonte" 1648–1663–1675

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carlo emanuele IINato il 20 giugno 1635, Figlio di Cristina di Francia e di Vittorio Amedeo II e fratello minore di Francesco Giacinto, morto in tenera età.
Era di natura fragile e si pensava che sarebbe morto giovane come suo fratello.
Cristina conservò la reggenza ma gli intrighi degli altri pretendenti la costrinsero a rifugiarsi col figlio in Savoia, successivamente riuscì a imporsi ai suoi parenti e continuò a reggere il ducato.

Anche quando Carlo Emanuele fu maggiorenne (1648) la madre, che era stata reggente durante il breve regno del fratello minore e durante la minore età di Carlo Emanuele, continuò a reggere il governo rendendo sempre più forte l'alleanza con la Francia, che le sembrò meno pericolosa dopo la morte di Richelieu. 

Cristina, che aveva tentato inutilmente di dare in sposa a suo nipote Luigi XIV la propria figlia, dovette emancipare il figlio nel 1648, ma, di fatto, continuò a regnare.

Carlo Emanuele era molto sensibile al fascino delle dame di alto rango (di qui la sua fama di "principe galante" che lo accompagnò per tutta la vita).

Cominciò a governare con tutti i poteri solo dopo la morte della madre, nel 1663, in quell’anno sposò una nipote di Luigi XIII, Francesca d’Orleans, da lui soprannominata “Colombina d'amore”, conosciuta a Torino nel 1659 la quale morì circa un anno dopo le nozze.

Si risposò l 10 maggio 1665 con Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, ultima della dinastia del Genevese, Faucigny e Beaufortin.

 

Ebbe quattro figli
Cristina, che andò in sposa al principe di Masserano, Luisa Adélaide, monaca ad Aosta, il suo successore, Vittorio Amedeo II, 15° duca di Savoia, re di Sicilia e poi primo re di Sardegna e Giuseppe di Trecesson (illegittimo), abate di Sesto e Lucedio.
carlo emanuele IPacifico e sottomesso incondizionatamente al cugino Luigi XIV, aiutò lo zio Luigi XIII nella guerra di devoluzione (1667-1668) e dell’Olanda (1672-1678).

Nel 1672 Carlo Emanuele tentò la conquista di Genova prima attuando un complotto poi esercitando pressioni ai confini della repubblica. Fallì.

La guerra non era la sua occupazione prediletta, preferiva occuparsi del suo stato con impegno tenace: esigeva di essere informato di tutto, dava dirette istruzioni ai segretari, ascoltava le rimostranze, le suppliche e le lamentele dei sudditi.

Riorganizzò il ducato, che le guerre avevano ridotto alla miseria, promuovendo un'oculata amministrazione.

Riordinò l'esercito e stabilì che doveva essere a carico dello Stato e, nel 1671, diede alle truppe un uniforme, uno stipendio fisso e i gradi.

Nel 1661 istituì una sorta di scuola pubblica: i Comuni dovettero assumere maestri per l'educazione della gioventù

Nel 1664 vietò l'accattonaggio, disponendo che i poveri fossero ricoverati nell'Ospedale della carità.


Non conosco bene lo stato degli “ospedali di carità” del ducato sabaudo ma so che spesso divennero istituzioni terribili, delle specie di carceri-manifatture in cui i poveri ricoverati venivano sfruttati impunemente da gestori privi di scrupoli.


Fu il primo Duca ad emanare un decreto per la revisione generale delle pensioni e degli stipendi denominato "Rifforma generale fatta da S.A.R li 27 maggio 1662".

Incoraggiò le arti, il commercio e l'agricoltura e fece restaurare la strada del Moncenisio.

Inaugurò una politica mercantilistica (interventi economici, infrastrutture, coinvolgimento della nobiltà nei traffici, sviluppo del settore manifatturiero, riforme, innovazioni, valorizzazione del territorio, miniere, porto di Nizza, seta) …

In quegli anni, nonostante le pessime condizioni economiche, ci furono grandiose realizzazioni artistiche, come piazza San Carlo a Torino.

Favorì lo sviluppo economico della capitale che fu risistemata e ampliata in direzione est e chiamò il Guarini per rimpiazzare l'architetto Castellamonte, favorito della madre, e lo incaricò di abbellire la città con grandiosi edifici, biblioteche e musei. Sorsero le chiese di S. Lorenzo, la Visitazione, la cappella della Sindone e quella di S. Isidoro.


Anche al storia e l'origine della famiglia furono “ritoccate”, con la collaborazione di Samuel Guichenon, che scrisse l’“Histoire généalogique de la Maison de Savoie”, da cui anche questo sito ha prelevato molte informazioni...

L’autore conferma l’origine sassone della casata ma fa risalire le origini della famiglia Savoia a Vitichindo, difensore dei Sassoni contro Carlo Magno e antenato molto più plausibile di quel Beroldo proposto dal Cabaret ai tempi di Amedeo VIII che aveva ucciso la moglie dell’imperatore sorpresa in fragrante adulterio…


Nel territorio fu ampliata la “corona di delizie”, meravigliose residenze ducali extraurbane, che, oltre ad essere luoghi di divertimento e riposo sottolineavano e ridefinivano la continuità territoriale del ducato. Per celebrare le splendide ville e piazze degli Stati Sabaudi, fu stampato in Olanda lo splendido “Theatrum “Sabaudiae”, un catalogo zeppo di meravigliose stampe artistiche.


Un esempio:

l’edificazione della Per saperne di più... Venaria Reale (architetto Castellamonte), ultima e più sontuosa delle regge, che contava nel 1670 di 210 addetti stipendiati, concepita in base ad un’ideologia ed un progetto che anticipano Versailles al punto di sembrarne i precursori.

Come la più famosa reggia di Francia era una residenza di piacere, un simbolo del potere, luogo di cacce e banchetti ma anche di commerci e manifatture.  

Lo stesso borgo di Venaria, che era luogo di lavoro fu rimodernato per adattarlo alle nuove esigenze tenendo moltissimo conto anche dell’immagine. Il visitatore, già prima dell’arrivo, doveva in qualche modo immaginare gli splendidi scenari in cui si sarebbe calato una volta entrato nella reggia.

La reggia (i Savoia avevano ereditato il titolo di re di Cipro), doveva dar loro un maggiore prestigio in Europa.


In realtà questa politica prestigiosa e promettente non diede grandi frutti: mai lo stato fu così povero e con così pochi soldi non era possibile promuovere né il fasto né il progresso e la tendenza dei ministri a badare più al proprio tornaconto che al bene pubblico non migliorò di certo la situazione.

Prima della sua morte volle creare il "Consiglio di Reggenza" composto da uomini potenti , capaci ed esperti, come ad esempio l'arcivescovo di Torino Michele Beggiamo da affiancare, al momento della sua morte, alla moglie, che sarebbe diventata Madama Reale, in modo da garantire la legittimità all'operato della duchessa.

Morì a Torino il 12 giugno 1675 (si dice sia morto dopo una malattia seguita ad un grande spavento per la caduta da cavallo dell'unico figlio Vittorio Amedeo II).

Fu sepolto nella Cappella della Sindone.

Per approfondire:
Theatrum Statum Regiae Celsitudinis Sabaudiae Ducis, Blau, Amsterdam 1682 (AST, Biblioteca Antica).
Link:
http://www.lavenaria.it/ita/personaggi/ca_em2.htm
http://www.gruppostoricovenaria.com
http://www.lavenaria.it

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