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Carlo Emanuele III

"Il Laborioso" 1730 – 1773

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carlo emanuele IIINato a Torino il 26 aprile 1701. 
Su di lui, come del resto sulla maggior parte dei Savoia, esistono due descrizioni, molto diverse. Voglio sintetizzarle entrambe:
 
Prudente,e devoto: "ereditò da suo padre la prudenza e la diplomazia, fu devoto, rispettò e aiutò sempre la Chiesa". 
 
Bigotto e spilorcio: "fece bruciare meravigliosi dipinti d’autore perché c’erano dei nudi. Sosteneva che i poeti fossero inutili perché, non usando tutto il foglio, sprecavano la carta. "
 
carlo emanuele IIIEra piccolo di statura e sembra avesse qualche problema psicologico. Il rapporto con il padre fu pessimo: non era amato né  rispettato e dovette farlo imprigionare per conservare il regno.
Anche la perdita di ben tra mogli e di sei dei suoi 10 figli gli diede grande dolore.
Fu un sovrano chiuso in se stesso, di gusti semplici e austero. 
Ebbe tre mogli: nel 1722 Anna Cristina di Baviera Sultzbach, nel 1724 Polissena d'Assia-Rhinfels, la più amata, che gli diede la metà dei figli che ebbe e nel 1737 Elisabetta di Lorena sorella dell’Imperatore Francesco Granduca di Toscana.
Ebbe dieci figli: Vittorio Amedeo (1723-1727) duca d’Aosta, Vittorio Amedeo III, suo successore, Eleonora Maria Teresa, (1728-1781), Maria Luisa Gabriella, ( 1729-1767), Maria Felicita, (1730 –1801), Emanuele Filiberto, (1731-1735), duca d’Aosta, Carlo Romualdo, duca del Chiablese, nato e morto nel 1733, Carlo Francesco (1738-1748) duca d’Aosta, Maria Vittoria, (1740-1748), Benedetto Maurizio, (1741-1808) duca del Chiabese.
Continuò la politica paterna ma lasciando i suoi ministri e intendenti liberi di raggiungere nel modo da loro ritenuto più opportuno, gli obiettivi che proponeva loro. Tra i suoi ministri ci furono il marchese d'Ormea e il Bogino.
carlo_emanuele3_monetaLa Valle d'Aosta perse i suoi privilegi, il controllo sul clero si fece più forte dopo il concordato del 1740, i comuni subirono il dagli intendenti, le riforme economiche rimasero sulla carta. 
Nei primi anni attuò una politica bellicosa. Siccome Spagna e Francia gli avevano promesso la Lombardia in cambio della Savoia se si fosse alleato con loro nella guerra di successione polacca (1733 – 1738). L'offerta, tuttavia, non fu mantenuta: "vinta la guerra il re perse la pace". Carlo Emanuele ebbe Novara e Tortona ma non la Lombardia. Appena possibile cambiò fronte: nella guerra di successione austriaca (1740 – 48), si schierò dalla parte dell’Impero. Parte dello stato sabaudo fu invasa, le spese furono ingenti.
Non mancarono atti d'eroismo:  il governatore generale di Cuneo, il barone Federico  Guglielmo di Leutrum, riuscì, con circa 4000 uomini a tenere a bada per circa 40 giorni 20 000 assedianti franco spagnoli che, con 276 cannoni e mortai bombardavano la città, fino a quando Carlo Emanuele, a capo di 25 000 uomini, mise in fuga gli assedianti. . 
La vittoria dell’Assietta (Combattuta a 2000 metri di altezza), salvò la situazione, liberando gran parte del territorio e la pace di Aquisgrana (1748) aprì un lungo periodo di pace.  
In questa fase il sovrano si dedicò alla continuazione delle riforme paterne (che per uno stato in via di affermazione e prima del 1730 erano sicuramente valide ma in tempi di illuminismo potevano considerarsi superate).
Si oppose a qualsiasi fermento di novità (cacciò molti intellettuali, tra cui il D’Azeglio, e chiunque proponesse sia pur blande riforme).
Fece restaurare e rinforzare alcuni forti, tra cui Fenestrelle ed Exilles ed investì molto nel rafforzamento del sistema difensivo. Soldi sprecati: il 
modo di fare la guerra stava cambiando....
A GVenaria Reale Benedetto Alfieri tra il 1751 e il 1757 realizzò la manica a L.
Nel 1751 proibì l’esportazione della seta greggia per favorire le manifatture piemontesi (dopo qualche anno arrivò la prima seta cinese a Londra) i tecnici torinesi della seta erano i migliori: erano richiesti perfino in India.
Morì a Torino il 20 febbraio 1773. Fu sepolto nella basilica di Superga vicino alle sue tre mogli.
Per approfondire:  
D. Carutti Storia del regno di Carlo Emanuele III, Torino, 1959. 

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