Sommario

LA RISVEGLIA

quadrimestrale di varia umanità

n°3/4 Gennaio - Aprile 2000, Maggio - Agosto 2000

Dove si raccontano le storie del “Mozzo”, di “Saliera”, di “Occe”, di “Trueba”, di “Dino”, del “Romagnolo”, di “Speranza”...

Luigia Civinini Luigia Civinini

Nasce a Grosseto il sette aprile 1899; il padre si chiama Giuseppe e la madre Anita Cerpi, insieme gestiscono l'Albergo “Stella d'Italia”. Luigia è una bella ragazza, come si vede in un'istantanea scattata in Spagna, durante la guerra civile, ha un baschetto in testa e un foulard al collo, è ritratta con Randolfo Pacciardi .
Alta un metro e settanta, Luigia ha tratti minuti, viso ovale, capelli castani e occhi cerulei,
si fa notare per l'abbigliamento elegante e il “portamento signorile”.

La vita della Civinini si intreccia con quella di Pacciardi già sul finire della “belle époque”, alle Scuole normali di Grosseto, che entrambi frequentano. Dopo il diploma magistrale, Luigia consegue il titolo di insegnante di pianoforte e sposa Randolfo, che è reduce dal fronte, poi - nel giugno del '21 - assiste all'invasione di Grosseto da parte degli squadristi fiorentini, senesi e pisani, capeggiati da Dino Castellani e da Giorgio Chiurco, che assassinano Giuseppe Savelli, Arcadio Diani, Angelo Francini e Giovanni Neri, feriscono Vittorio Ginanneschi, Francesco Fumi, Cafiero Fedi, Monilda Vivarelli, Amos Meacci, Erminio Biagi, Armida Di Betto, Gerolamo Brighi, Angiolo Venturini, Giuseppe Meacci, Mario Formichi, Iole Bucci Guidi, Angiola Trilicelli, Angelo Mecherini, Scipione Fabbrini, Gennaro Gennarini e Guido Guidi, devastano il Circolo dei ferrovieri, la Camera del lavoro, la tipografia, che stampava il “Risveglio” socialista, la Cooperativa terrazzieri, i caffè Feri e Greco, la calzoleria Cutini, la casa di Nello Menci, il negozio di Curzio Cipriani e gli studi degli avvocati Grilli e Saracinelli.

Nel '22 la Civinini si trasferisce con il marito a Roma, dove - se si crede alla Prefettura di Grosseto - “non dà luogo a rilievi in linea politica” e rimane fino all'espatrio clandestino di Randolfo, nei giorni successivi all'approvazione delle leggi eccezionali il 5 novembre 1926. Rientrata a Grosseto, cerca di ricongiungersi legalmente al marito, che si trova in Svizzera, ma, rimasti senza risposta le sue richieste di emigrare oltr'Alpe, senza infrangere le leggi vigenti, si prepara con cura a fuggire dall'Italia. La sorveglianza, alla quale è sottoposta, non le impedisce di allontanarsi il primo agosto 1927 dal capoluogo maremmano e di raggiungere Milano, dove tutto è pronto perché possa proseguire, senza inconvenienti, fino a Lugano. Informato, soltanto il tre agosto, della scomparsa della Civinini da Grosseto, il capo della polizia fascista, Bocchini, telegrafa alle Prefetture che: “Due giorni fa signora Pacciardi Civinini Luigia moglie repubblicano Pacciardi Randolfo assegnato confine polizia fuoruscito Svizzera si est allontanata da Grosseto ove era domiciliata assicurando si sarebbe recata Livorno ove per altro non est giunta stop Supposizione che medesima tenti espatrio clandestino pregasi disporre urgenza attenta vigilanza per rintraccio et ove sia sorpresa tentativo espatrio fermata perquisita informando urgenza questo Ministero stop Si fa riserva comunicare complete generalità connotati stop Pel ministro Capo polizia Bocchini” (1).

Nelle stesse ore il prefetto di Grosseto, Giacomo Salvetti, invia al Ministero dell'Interno una foto della Civinini e il questore chiede la sua iscrizione nel Bollettino delle ricerche, poi, il cinque agosto, la foto di Luigia viene trasmessa alla Scuola superiore di polizia, perché ne vengano riprodotte, “con la massima urgenza, 140 copie trattandosi della moglie di un fuoruscito che si è sottratta alla vigilanza per tentare di espatriare clandestinamente”.
Ma i tentativi di bloccare la Civinini sono infruttuosi e l'antifascista grossetana riesce a valicare le Alpi (“con l'aiuto di conoscenti dimoranti a Milano”, come riferirà il ventitré settembre il nuovo prefetto di Grosseto, Domenico Soprano) e a riunirsi al marito in Svizzera, come annuncia il diciotto agosto alle sorelle (“Mesdames Civinini”), che abitano a Grosseto: “Carissime, eccovi i miei primi saluti dalla Svizzera. Siamo a Zurigo in viaggio per la nostra residenza.
Potete immaginare quello che non vi dico. Tutto bene e siamo felicissimi. Abbiate tutti i miei bacioni, Luigia”.

In Svizzera Luigia coadiuva il marito nell'intensa attività giornalistica e politica, che egli dispiega contro il regime di Mussolini, e lo fa in modo tale da richiamare sulla sua persona l'attenzione (e gli strali) del Ministero dell'Interno fascista, che il ventinove novembre 1929 si occupa di lei, per ricordare ai prefetti che, qualora rientrasse nel Regno, dovrà essere fermata, perché colpevole di espatrio clandestino.
L'impegno di Pacciardi - collaboratore del quotidiano socialista di Lugano, “Libera stampa”, che ha aperto le sue pagine a repubblicani, giellisti e anarchici - infastidisce e irrita le autorità elvetiche, che nel '32 lo espellono dalla Svizzera, prendendo a pretesto la sua denuncia di alcuni spioni fascisti, che si erano infiltrati fra gli esuli.

Trasferitasi con il marito nella cittadina francese di Mulhouse, in Alsazia, Luigia continua ad aiutarlo “nel lavoro di organizzatore” e giornalista, poi lo segue, nel novembre del '36, in Spagna, dove Randolfo assume il comando del Battaglione Garibaldi, in virtù di un accordo politico fra i repubblicani, i comunisti e i socialisti. Una foto - pubblicata da José Alcofar Nassaes - mostra la Civinini a fianco del marito, probabilmente nelle vicinanze di Madrid, e un antifascista, molto vicino a Pacciardi, Giorgio Braccialarghe, registra - nel suo diario spagnolo - che la “signora Pacciardi ha consegnato [ai membri della formazione] i fazzoletti rossi da collo che saranno il distintivo del battaglione...”
Il trentuno luglio del '37 il Ministero dell'Interno informa il prefetto di Grosseto “che antifascista Civinini Luigia fu Giuseppe avrebbe raggiunto Spagna marito Pacciardi Randolfo. At modifica iscrizione rubrica frontiera pregasi disporre che predetta qualora tenti rientrare aut siavi rientrata Regno sia arrestata...” e il due agosto il funzionario “maremmano” risponde al Ministero di aver disposto “la rettifica in “arresto” del provvedimento di “perquisire e segnalare” col quale la Civinini è iscritta in Rubrica di frontiera”.

Pochi giorni dopo Luigia lascia definitivamente la Spagna e rientra a Mulhouse. Il cinque settembre la Questura di Grosseto ne chiede l'iscrizione nel Bollettino delle ricerche, per il provvedimento di arresto, e il ventitré ottobre la Prefettura di Grosseto la scheda, segnalando che “da quando risiede all'estero, mostra di condividere le idee del marito, che è il pericoloso repubblicano Pacciardi Randolfo”.
Nel febbraio del '38 la Civinini accompagna negli Stati Uniti il marito, che è stato invitato dalle associazioni repubblicane e democratiche a tenere una serie di conferenze, che lo porteranno in numerose città del paese, dalla costa orientale a quella occidentale. Di nuovo in Francia nel giugno del '38 (per qualche tempo alloggia a Parigi, presso la famiglia Campolonghi, al n.11 di rue Petrograd, poi si trasferisce in rue Laugier, al n.39), Luigia scrive, il ventotto settembre, ai suoceri, che ora risiedono a Livorno, in via Garibaldi, 127: “Miei cari, vi abbiamo scritto, ma si vede che la posta non funziona regolarmente. E in ogni modo non mettetevi in agitazione. Stiamo bene e non corriamo nessun rischio. State tranquillissimi per noi e pensate a voi. Dateci spesso vostre notizie Gigina”.

Nel maggio del '40 la Civinini lascia Parigi, su cui incombe la minaccia nazista, e si trasferisce a Marsiglia, quindi sbarca a Orano con il marito e raggiunge gli Stati Uniti, tornando poi in Italia nella seconda metà del '44.

Note

1)Min. Int. A prefetti regno. Dispaccio telegrafico n.25283, 3 ago. 1937, ACS, Roma, CPC, b.1375, fasc.126924.


L'espatrio clandestino di Luigia Civinini

Prefettura di Grosseto

N:4592 Risposta al N.34526/S. del 19 corrente.

Grosseto, li 24 ottobre 1927 (Anno V)

Oggetto: Pacciardi Randolfo - Espatrio clandestino della moglie Civinini Luigia.

On. Ministero dell'Interno
Direzione generale della P.S.
Casellario politico centrale

Sulla signora Civinini Luigia, moglie del fuoruscito avv. Pacciardi Randolfo domiciliato in Roma, che condusse qui vita ritiratissima, veniva esercitata da quest'Ufficio la maggiore possibile vigilanza compatibilmente alle numerose esigenze di servizio di questo Capoluogo ed al deficientissimo numero di agenti, fatto rilevare a cotesto On. Ministero, cui ripetutamente è stato richiesto un congruo aumento.
Pertanto la scomparsa della Civinini venne rilevata soltanto un giorno dopo del suo allontanamento e quest'Ufficio - accertato telegraficamente che la medesima non erasi recata presso i suoi suoceri residenti a Livorno, ove erasi portata altra volta per fare interessare un'alta personalità per la concessione del passaporto per la Svizzera - diramò il 2 agosto la disposizione di ricerche alle Prefettura del Regno ed agli Uffici di P.S. di confine.

Come ebbi a comunicare con telespresso 20 agosto, la Civinini Luigia riuscì a varcare il confine svizzero il 18 detto mese, e cioè 16 giorni dopo le diramate ricerche.
Con nota di quest'Ufficio 23 settembre n.3231 fu riferito a cotesto On. Ministero che la Civinini riuscì a raggiungere il territorio svizzero mediante l'aiuto di conoscenti del di lei marito - da questi all'uopo interessati - residenti a Milano. E' da escludersi che qui abbia avuto complici.
Nel comunicare quanto sopra in esito al foglio in oggetto indicato, debbo significare che, per la lamentata deficienza numerica di agenti, non sarebbe stata altrimenti possibile una vigilanza ininterrotta, giorno e notte, sulla ripetuta Civinini.

Il prefetto
(Domenico Soprano).

Biografie: Socrate Franchi


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