Malgrado il
poco tempo a disposizione, nei ritagli tra un'impegno e l'altro
sto procedendo con la campagna Tedesca di Sudden Strike, sono ormai
alla
missione n° 9 ed avendo letto sul sito www.suddensuisse.fr.st che
esisterebbe un modo "rapido" per terminarla in pochi minuti, sconsiglio
i
giocatori più accaniti dal seguirlo, dato che, procedendo in modo
tradizionale, si possono gustare alcune "chicche" del gioco.
In realtà anche io ero vicino alla soluzione "rapida" visto che
avendo
paracadutato le tre squadre speciali nella zona Nord della mappa,
all'interno delle linee Sovietiche, ed essendo riuscito ad impadronirmi
di
un obice da 122mm incustodito, nei pressi della base, al centro
della zona
russa, sede di una fabbrica di Katiusha, mi accingevo ad utilizzarlo
per
distruggere il deposito di munizioni a Est e terminare così la missione,
senonchè la voglia di godermi il gioco (e di gustare l'ebrezza del
combattimento) mi ha fatto cambiare idea e ho infine optato per
delle
manovre più convenzionali, senza pentirmene.
Ho così ripreso il comando del mio kampfgruppe e assicurata la temporanea
inagibilità del ponte a nord-est, con alcuni colpi dei 155", ho
cominciato,
come consigliato dal briefing, a puntare verso sud, in direzione
del primo
complesso industriale.
Organizzato un gruppo di ricognizione con 2 Lucks (Pz2), 1 Pz1 (un
vecchio
"Poilu" con l'esperienza a mille), un paio di blindati e una squadra
di
esploratori, seguiti da 3 Tiger, altri blindati, dall'artiglieria
e un
plotone di commando delle operazioni speciali, ci siamo mossi in
direzione
del primo obbiettivo, lungo la dorsale boscosa al limite occidentale
dell'area delle operazioni.
Come previsto il nemico non ha tardato a farsi vivo e, dopo circa
una
mezz'ora di marcia di avvicinamento nel folto del bosco, abbiamo
avuto il
primo contatto con una pattuglia russa su di un blindato, un colpo
di
panzerfaust è stato sufficiente a fermare per sempre la sua corsa,
eliminato
l'equipaggio che tentava di mettersi in salvo (codardi!), abbiamo
ispezionato i resti del veicolo, tra le lamiere una radio, ne abbiamo
discusso brevemente, sospettiamo che abbiano avuto il tempo di usarla;
avvertiamo il comando che immediatamente decide di prepararsi ad
una azione
in forze e ordina al gruppo che ci segue di congiungersi rapidamente
con
noi, nel frattempo altri due Tiger e una compagnia di fanti si muovono
dalle
nostre posizioni a nord per raggiungerci.
I Russi arrivano prima, una serie di raffiche parte da un paio di
BA64 che
spuntano all'improvviso tra la vegetazione, Haller e Beck vengono
falciati
subito, il fucile ancora stretto tra le mani, Muller col suo Panzerfaust
fa
immediatamente giustizia di uno dei veicoli russi, ma poco dopo,
appena
ricaricato, cade anche lui, una raffica gli ha tranciato di netto
una gamba,
spara quell'ultimo colpo, manca di poco il bersaglio, ma l'esplosione
immobilizza il secondo blindato, lui muore dissanguato in pochi
istanti,
senza un gemito, gli occhi azzurri, da bambino, guardano il cielo
ritagliato
tra le fronde, un vero figlio del Reich.
In un lampo ci riprendiamo dalla sorpresa, Leehr con una granata
finisce il
blindato, una raffica del suo MP40 la riserva per un membro dell'equipaggio
che tenta una reazione, l'altro, ferito, vuole arrendersi, si trascina
a
terra, lo freddo con la mia Luger, non c'è tempo per i prigionieri
e poi
Muller era un'amico! E subito un rombo assordante ci riporta alla
realtà gli
alberi cadono di fronte a noi come birilli e ci troviamo inanzi
la sagoma
poderosa di un T34, guidato fin lì dalle esplosioni e dagli spari
non ci ha
ancora visti, infatti siamo vivi, ma non per molto, l'unica speranza
e
ripiegare rapidamente tra gli alberi, ci muoviamo alla svelta per
lasciare
la piccola radura, ma la torretta inizia minacciosamente a ruotare
verso di
noi, siamo finiti.
All'improvviso un colpo secco e un lampo sul fianco del carro russo
ci
avvisano che qualcosa è successo, è uno dei Pz2 del nostro gruppo,
manovrando tra la vegetazione è sopraggiunto in zona e con un colpo
fortunato danneggia, leggermente, il treno di rotolamento del T34
che si
blocca improvvisamente, sbattacchiando l'omino affacciato in torretta
come
un pupazzo, poi manovra con fatica per mettersi in posizione ed
eliminare il
nuovo avversario, ma una nuova esplosione, più forte della prima
sconquassa
lo scafo del Tank, esplodono le munizioni della riservetta e la
torretta
viene scagliata tra gli alberi, ad una decina di metri di distanza,
riconosco gli effetti dell'88 del Tiger quando colpisce in pieno
il suo
bersaglio, e poco dopo lo vedo, maestoso e rassicurante (per noi)
50
tonnellate di potenza vengono in nostro aiuto, tracciando un autostrada
nel
bosco, altri lo seguono. Intanto la battaglia prosegue intorno a
noi tra i
nostri mezzi e quelli russi che nel fratempo sono diventati una
decina tra
tank, medi e leggeri e blindati, mentre la fanteria si affronta
quasi a
bruciapelo, tra gli alberi, bersagliata senza sosta dalle raffiche
dei
veicoli. I nostri commando hanno rapidamente ragione dei fucilieri
con la
stella rossa, un ufficiale sovietico è tra i primi a cadere dilaniato
da
decine di colpi, i carri russi privi del sostegno della fanteria
sono in
diffcoltà nel folto del bosco e faticano a coordinarsi e ad individuare
gli
avversari, in breve i nostri hanno ragione della loro resistenza
e non ne
rimane che una serie di carcasse sfrigolanti.
Il vecchio "poilu" è andato e con lui un Fdkz, due dei Tiger hanno
subito
danni leggeri, più gravi quelli dell'unico Lucks sopravvissuto (lo
riconosco
è quello che ci ha salvato, nella radura), contiamo inoltre una
decina di
caduti, perlopiù fucilieri, pivellini, i commando invece, a parte
qualche
ferito, sono quasi tutti in ottima forma, tre della mia squadra
di vecchi
lupi sono andati, tutti bravi ragazzi, tutti amici.
Ma non c'è tempo da perdere, con gli altri ufficiali facciamo il
punto della
situazione, è chiaro che ormai si debba puntare direttamente sul
campo
sovietico, mentre nuove unità affluiscono, organizziamo una piccola
testa di
ponte, la tenuta del corridoio che abbiamo aperto con la nostra
avanzata è
fondamentale per permettere in seguito l'afflusso di nuovi rinforzi,
e la
zona in cui ci troviamo si presta egregiamente alle azioni difensive,
lasciamo anche due cannoni AT da 75mm assieme ad un paio di blindati
e al
Pz2, con ampie scorte di munizioni e sotto la guida di 2 ufficiali
esperti.
Tra i nuovi venuti, pare, ci sono anche un paio di squadre di commando,
scopriamo poi che sono quello che resta di un plotone di SS su due
semicingolati Greif, distaccati dalla divisione TotenKopf, ci sono
stati
aggregati per "sostenerci", mentre ci sfilano accanto ci guardano
con
curiosità, dobbiamo essere un magro spettacolo noi poveri soldatini
della
Werhmacht, stanchi, anneriti e con le divise sporche per il fumo
della
battaglia e il sangue raggrumato. Proviamo istintivamente antipatia
nei loro
confronti, per il loro fanatismo politico ed'il loro essere così
"superiori", ma allo stesso tempo non possiamo che ammirarli e riconoscere
le loro incredibili capacità belliche, si battono con slancio e
perizia, con
un ardore che li rende ai nostri occhi simili a Dei Guerrieri Immortali
e
senza paura, guardarli ci rassicura, gliene siamo grati. Si parte,
ci
mettiamo in marcia.
Davanti a tutti, come al solito, noi (ci hanno aggregato uno nuovo
col
lanciarazzi al posto di Muller), seguono i blindati e parte della
fanteria,
i commando e le SS, poi i carri accompagnati dal grosso dei nostri,
quindi
l'artiglieria e i mezzi logistici.
A noi il compito di eliminare eventuali nidi di artiglieria appostati
tra la
vegetazione e rendere sicura l'avanzata, in poco tempo siamo in
vista della
base avversaria, non abbiamo incontrato resistenza significativa,
la
sorpresa iniziale ci ha aiutati, ma i russi non tarderanno a far
affluire
truppe in zona a difesa del campo, bisogna muoversi, arriviamo da
sud-ovest
e da nord.
L'attacco è rapido, sotto la copertura dei 155 che fanno fuori le
torrette
di vedetta, la fanteria si lancia all'assalto fiancheggiata dai
carri che
bersagliano i bunker dei fanti nemici, in pochi minuti due Zis da
75mm sono
messi fuori combattimento, prima che possano rendersi pericolosi,
dai
commando, i blindati delle SS si lanciano nel bel mezzo del campo
avversario, zigzagando tra gli edifici e mitragliando furiosamente
lo
attraversano da un estremità all'altra, uno viene colpito e immobilizzato
da
un pezzo antiaereo, i passeggeri discendono rapidamente, individuano
l'arma
nemica, nei pressi dell'accesso sud, e ne eliminano i serventi,
il loro
blindato esplode, altri colpi di artiglieria cadono vicini, si infilano
in
un edificio poco distante e da lì scaricano un diluvio di fuoco
contro
qualunque cosa si muova e non indossi la divisa grigioverde, i loro
compagni, discesi a loro volta, espugnano un altro fabbricato poco
distante,
mentre il loro blindato ne copre l'azione con l'MG.
Noi avanziamo nel campo, coprendoci da un edificio all'altro, i
nostri carri
sono ormai all'interno del perimetro e eliminano con facilità i
pochi
difensori superstiti tra le baracche, le strutture servono integre
perciò
gli edifici vanno conquistati dalla fanteria dopo brevi ma sanguinosi
scontri a fuoco, nel giro di venti minuti anche l'ultimo dei cannoni
avversari, vicino all'accesso sud-ovest del campo, piazzato poco
prima della
piccola stazione ferroviaria, viene eliminato, il complesso è nostro!
La vittoria è strategica, dato che si tratta di un'importante centro
produttivo che in breve tempo i tecnici mandati da Berlino renderanno
"utile" allo sforzo bellico della Germania.
Da settimane siamo impegnati nella difesa del campo, i russi non
si
rassegnano a lasciarcelo, per loro è fondamentale riprenderne il
controllo e
lanciano periodici e massicci attacchi di fanteria, soprattutto
da est,
appoggiati da qualche carro, crediamo che riescano a far affluire
tali forze
per la maggior parte tramite delle passerelle realizzate con mezzi
di
fortuna sulle anse del fiume a sud del primo ponte, quello distrutto
da noi,
contemporaneamente continuano gli attacchi di piccole formazioni
corazzate
sovietiche alla nostra testa di ponte a nord nel tentativo di chiuderci
il
collegamento con la nostra base di partenza, ma li abbiamo sempre
respinti.
Nel frattempo "le nostre marmotte sono uscite dal letargo", le squadre
speciali che abbiamo infiltrato in territorio nemico hanno iniziato
a far
danni in giro, distruggendo diverse batterie di artiglieria nemica
e
rendendo la vita difficile soprattutto ai reparti logistici avversari,
molti
mezzi del genio sono stati fatti saltare nei pressi della fabbrica
di
katiushe, il prezzo però è stato altissimo e la squadra sopravvissuta,
ancora in possesso di un obice si ritira, in attesa, a nord-est,
poco
distante dal deposito di munizioni nemico che era il suo obbiettivo
originario.
E' UN GRANDE GIORNO !!! Dopo aver resistito all'ennesimo assalto
russo, e in
condizioni sempre più precarie, assistiamo, quasi increduli, all'uscita
dagli stabilimenti del primo Elefant, seguito da un'altro e da un'altro
ancora e poi dai Tigre, in poco tempo siamo in grado di mettere
insieme una
notevole forza di attacco, oltre ai carri produciamo anche pezzi
di
artiglieria, da campo e anticarro, e un certo numero di mezzi logistici,
ci
sembra un miracolo. Organizziamo subito dei brevi corsi di addestramento
per
i nuovi carristi, ci costano munizioni e usuriamo i mezzi, che dobbiamo
poi
riparare, ma l'esperienza ci guadagna.
Presto ci muoveremo, più a sud pare ci sia un'altro campo simile
al nostro,
e ad oriente oltre il fiume, quella famosa fabbrica di katiusha
... .
Da : "Memorie di un soldato" di Hans Franziscus Contniz.
Testimonianza raccolta da Dorsai.
E' tutto vero, credeteci ! ! !
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