TAROCCHI 2000 TAROT
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Introduzione alla mostra a cura di

M. F. POPIA

introduzione pubblicata sul catalogo di Tarocchi 2000 Tarocchi
per la mostra tenutasi presso Palazzo Beato Jacopo - Varazze (SV) - 2001
ORIGINE DEI TAROCCHI DIVENIRE DEI TAROCCHI
Cosa muove l’irrefrenabile esplorare, di una rosa i cui petali si dischiudono, profondi ed articolati quanto le stanze di un labirinto? Un labirinto mai finito, come mai finito appunto, è il cercare un senso o una motivazione definitiva all’esistere. Analogamente si dischiude il ventaglio delle possibilità, dei tentativi, delle speranze, e delle soluzioni non dette ma intuite. Dal fondo degli abissi come sulle cime dei monti, dalla razionalità scientifica all’irrazionalità del mistero, della magia, della veggenza, che pure, paradossalmente, al rigore del numero poggiano molte delle loro più salde cognizioni. Analogamente, non deve stupire quindi, la pertinenza della scelta determinante del mezzo informatico quale capiente, esaustivo, ed insostituibile elemento di diffusione di una fortunata serie di esposizioni pittoriche auto fecondanti ed auto rigeneratesi come contatto, come scambio, come conoscenza.
Come impulso vitale.
E certo l’innegabile commensurabilità fra il mezzo digitale ed il pensiero magico è fondata sulla loro comune natura energetica. Un’energia che, nel caso della ricerca di questo gruppo in fieri di artisti , non si deve leggere come sintesi definitiva, ma come ipotesi, come domanda, come tentativo.
Tentativo serrato di risalire alle sorgenti primigenie della domanda sull’essere, svolto attraverso il pretesto dell’immagine archetipica dei tarocchi, sintomatica di una ricerca, nell’uomo mai spenta, perché intrinseca ad esso. In questo modo, gli arcani maggiori ed il loro fantasioso ed inquietante entourage di immagini, diventano motivo di ricerca attraverso il non detto ed il non negato, lacerti antropologici di un antico desiderio di esserci e di esistere.
Conosciamo noi stessi, perché conosciamo una parte del nostro immaginario, quello presente come quello passato.
Un passato innegabilmente ancestrale.
In quest’ottica, credo vada rincorsa la carrellata di immagini relative ai simboli astrali, alle virtù ed ai vizi, all’eros ed alla morte, per citarne solo alcune.
Ma non si ritenga con questo di aver esaurito la motivazione personale dei singoli artisti, la cui voce va captata individualmente di opera in opera, attraverso serene campiture celesti di sfondi stellati su cui di tanto in tanto si stagliano graffianti inquietanti forme di simboli galleggianti nell’aria.
Il tutto occultamente sospeso tra gioco e rigore, tra fede ed ironia.

MARIA POPIA

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Maria F. Popia
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