Breve storia del femminismo

La parola femminismo è usata in mille modi diversi, a volte anche in senso dispregiativo. Ma che cosa è realmente il femminismo? Il femminismo è stato ed è un movimento di donne che si propone di ottenere un'equiparazione della donna all'uomo, sia in campo civile che in campo politico-sociale, in altre parole, si propone di ottenere per le donne gli stessi diritti ed opportunità degli uomini. E' un movimento che si batte per il diritto della donna di estrinsecare liberamente la propria personalità.
All'inizio il movimento femminista si impegnò su questioni quali il diritto al voto, all'istruzione, al lavoro, alla proprietà, ecc., in seguito il movimento, superando la fase della rivendicazione della parità tra i sessi, cominciò ad affermare con forza la specificità dell'identità femminile mettendo in discussione le istituzioni sociali ed i valori dominanti nelle varie società.

Furono effettuati studi che dimostravano l'origine culturale e non biologica delle supposte differenze tra uomo e donna e che sottolineavano come il linguaggio stesso contribuisse allora, e contribuisce oggi, a perpetuare la discriminazione. Semplificando, si può dire che il movimento femminista sia nato durante la rivoluzione francese quando Olympe de Douges presentò al governo rivoluzionario una Dichiarazione dei diritti delle donne. Nel 1792, in Inghilterra, Mary Wollstonecraft scrisse Vindication of the Rights of Woman con analogo contenuto. Nacque così un movimento (suffraggette) molto attivo in Inghilterra che si batteva per il diritto al voto delle donne, che fu ottenuto nel 1918. Anche negli Stati Uniti il movimento delle donne fu attivissimo e mai violento, al contrario delle suffraggette che arrivarono a dar fuoco a negozi ed edifici pubblici. Proprio negli Stati Uniti, però, accadde un fatto che ancora oggi viene commemorato l'8 marzo: l'8 marzo 1908 un gruppo di donne, che avevano occupato uno stabilimento tessile morirono in un incendio. Nel 1910 a Copenhagen il primo Congresso Internazionale Femminile proclamò l'8 marzo Giornata Nazionale della donna. In Italia il movimento per i diritti delle donne nacque in ritardo rispetto ad altri paesi; quando la rivoluzione industriale, alla fine del secolo scorso, cominciò ad occupare come forza lavoro anche le donne, si posero problemi quali l'orario di lavoro, da conciliare con il lavoro casalingo, e la tutela della maternità. Si formarono, così, dei gruppi femminili che all'inizio erano formati per lo più da donne della borghesia. In seguito si unirono a loro anche movimenti di donne socialiste. Pioniere del movimento per i diritti della donna furono, tra le altre, Anna Maria Mozzoni, Sibilla Aleramo con il suo libro autobiografico Una donna ed Anna Kuliscioff. Alcune delle tappe fondamentali del cambiamento di condizione delle donne nella società italiana furono: il diritto di voto ottenuto nel 1945, la legge 1204/71 sulla tutela delle lavoratrici madri, la legge 151/75 recante il nuovo diritto di famiglia, la legge sul divorzio del 1970 poi confermata dal referendum popolare del 1974, la legge 903/77 sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, la legge 194/78 sull'interruzione volontaria della gravidanza, ecc. E' da notare che ancora oggi in alcuni paesi, quali il Kuwait, l'Arabia Saudita e la Giordania, le donne non hanno diritto al voto.

 

"Mamma, ma cosa fanno i maniaci sessuali?"
"Ultimamente le copertine dell'Espresso, dell'Europeo e di Panorama".