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Il palazzo reale rappresenta l'evoluzione dello
stato nel corso di quattro secoli.
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Da casa privata, di cui il signore fa quello che
gli pare (pensate che Madama
Cristina ne fece sigillare ed allagare il pianterreno per
organizzare uno spettacolo) il palazzo diviene sempre più il
luogo dove sovrano lavora.
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Man mano che la residenza del signore diventa più
ampia e spaziosa sorgono intorno a lei zone di preghiera, da uffici,
locali di rappresentanza... Man mano che si fa più sfarzosa e
splendida diventa sempre meno una residenza privata e sempre più un
luogo di autopromozione (oggi si direbbe marketing) e di lavoro.
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Nel
1563, Emanuele Filiberto
trasferisce
la capitale a Torino, fortifica la città e realizza la propria
residenza, nel Palazzo del Vescovo, presso il Duomo.
- Nel 1584,
Carlo Emanuele I chiama Ascanio Vittozzi e gli affida la
costruzione di un nuovo palazzo, rivolto verso l'attuale Palazzo
Madama. La facciata è in bugnato a
diamante come in molti palazzi romani.
- Durante la reggenza di Cristina di Francia, il
cantiere è diretto da Carlo di Castellamonte e quindi da Carlo Morello,
che modifica al facciata, avvia la
costruzione del Padiglione per l'ostensione della Sindone e definisce la
"piazzetta Reale", poi chiusa verso il 1830 dalla cancellata del Palagi.
- La decorazione degli interni e l'arredamento,
realizzati da artigiani ed artisti provenienti da varie parti seguono
un preciso programma, dettato dal retore di corte Emanuele Tesauro,
per esaltare le virtù del sovrano.
- Verso la fine del Seicento il Palazzo
viene raffigurato nel Theatrum Statuum Regiae Celsitudinis Sabaudiae
Ducis sul limite del settore nord est della città, omogeneamente
costruita seguendo gli allineamenti del castrum romano.
- Negli anni 1667-1668
Vittorio Amedeo II incarica il Guarini
di portare a termine la cappella della Sindone, che, con preciso
intento simbolico è strettamente collegata con la manica ovest
del Palazzo. Per lo stesso motivo il pittore Daniel Seiter, celebra il
sovrano con affresco della volta della Galleria "del Daniel" e collabora
con i "minusieri" (falegnami) e gli stuccatori che
rinnovano profondamente l'apparato decorativo.
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In
questi anni viene anche dato inizio alla sistemazione del giardino
affacciato sul Bastion Verde, che sarà più volte trasformato nei secoli
successivi.
- Nel 1713, i Savoia diventano re e il Palazzo, che deve ospitare rinnovate
funzioni amministrative, viene ampliato con Segreterie, Uffici, Teatro Regio,
Archivi di Stato. Se ne occupa Filippo
Juvarra, che potrò la luce ed i colori della sua Sicilia in molti
palazzi realizzati in Piemonte.
- Tra le più curiose realizzazioni mi va di
citare la Scala delle Forbici, a rampe sdoppiate, e
il Gabinetto Cinese, che rappresenta il nuovo gusto per l'esotismo.
- Sulla scala delle forbici ho un simpatico
aneddoto:
- Juvarra era giunto da poco a Torino e quando
gli altri architetti di corte videro i disegni della scala a rampe
sdoppiate ne previdero il crollo quando fossero state tolte le
impalcature... La scala non crollò e molti torinesi sostengono che le
forbici su essa rappresentate tagliarono la linguaccia dei detrattori
del grande architetto.
- Iuvarra seppe coordinare
artisti e artigiani e, grazie ai suoi contatti potè far giungere a
Torino opere d'arte veramente pregevoli.
- Carlo Emanuele III, incaricò il Beaumont,
pittore, di decorare i soffitti del Gabinetto Cinese, della Galleria della Battaglie e quella dell'Armeria;
con soggetti mitologici e allegorici.
- Benedetto
Alfieri si occupa degli apparati decorativi degli ambienti del
secondo piano e rinnova profondamente anche alcune sale di
rappresentanza e le camere degli Archivi. La Galleria del Daniel,
diviene di sala da ballo, con
le specchiere di fronte alle finestre.
- Le uniche modifiche dovute alla dominazione napoleonica
consistono nel trasferimento a Parigi di molti arredi.
- A Carlo Alberto
dobbiamo la definitiva sistemazione della Sala da Ballo e modifiche
radicali ad alcuni ambienti del piano nobile. L'incarico fu affidato
ad Ernest Melano e al bolognese Pelagio Palagi, che
utilizza spunti tratti dall'antichità classica e dal mondo egizio o
particolari decorativi che hanno origine da una reinterpretazione del
gotico.
- Tra il 1835 e il
1838 la nuova cancellata in ferro fuso del Palagi sostituisce il
Padiglione bruciato nel 1811: solo nel 1846 saranno collocate le statue
equestri dei Dioscuri; nella galleria del Beaumont viene allestita
l'Armeria Reale.
- Nel 1862, Vittorio
Emanuele II incarica Domenico Ferri di coordinare la
realizzazione di un nuovo Scalone d'onore che celebri la dinastia con
statue possenti.
- Una curiosità: per anni ci si chiese
come facciano a restare su gli imponenti dioscuri che sostengono il
soffitto dello scalone; a detta di molti architetti il loro peso
potrebbe far crollare il palazzo. Essendo posti molto in alto, per
rispondere a questa domanda si dovette attendere un recente restauro,
in cui si scoprì che stanno perché sono leggerissimi, essendo stati
realizzati con la cartapesta...
- Con
il trasferimento della capitale da Torino a Firenze e poi a Roma, il
Palazzo diviene Museo e Palazzo da uffici; all'inizio del 900 viene
realizzata la "manica nuova", affacciata sull'area archeologica
con le Torri Palati e il Teatro romano, riportato in luce in quel
periodo
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