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L'abbazia di Altacomba
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La tomba
di famiglia delle grandi casate è spesso in un monastero, magari di
clausura, così vicino agli antenati c'è qualcuno che prega per loro.
Che temessero di aver molto da farsi perdonare?
I Savoia ebbero tre principali luoghi di sepoltura: Altacomba per
signori, conti e duchi, Superga per i re di Sardegna e il Pantheon a
Roma per i re d'Italia.
Altacomba ci fornisce materiali per riflettere su come, quando e
per quali fini i Savoia e, più in generale le grandi famiglie del
passato decisero di far ricostruire la storia della loro Casata.
L'abbazia
è nella regione di Chambery,
affacciata sul lago di Bourget, il più grande lago naturale di
Francia.
Prende il nome dalla zona in cui si trova.
Fondata nel 1125 da Amedeo III, lo
sfortunato conte crociato, Fu restaurata e riorganizzata da Umberto III
"Il Beato", che, alla morte della terza moglie si ritirò
nell'abbazia, e ne decise l'organizzazione.
(Poi cambiò idea e sposò la
quarta moglie... E dicono che preferisse la vita religiosa
a quella di conte!).
Umberto fu il primo a farsi seppellire ad Altacomba;
nei successivi due secoli vi furono inumati circa 40 conti e duchi di Savoia
con le relative consorti.
Nel periodo di massimo splendore, fino al XIV secolo, due suoi monaci
divennero papi: Celestino VI e Nicola III.
Il declino di Altacomba iniziò con Amedeo III
che, divenuto papa Felice V, affidò il monastero ad una gestione che
teneva conto più della vita materiale che di quella spirituale.
Con la rivoluzione divenne bene nazionale e fu venduta a convertita in
fabbrica, fino al 1907; dopodiché rimase all'abbandono per 17 anni.
Com'è noto il Medio Evo tornò di moda ai tempi del Romanticismo e
dell'abbazia abbandonata e cadente s'innamorarono anche alcuni poeti:
Les restes des vieux jours, des débris, des ruines. Sur un sol noir battu par les flots, désolé Le vieux cloître gisait, sombre et démantelé. Le vent du soir soufflait dans la gothique ogive, La ronce s’amassait aux sentiers de la vie, Les hiboux y criaient d’une lugubre voix, Dernier hymne de deuil à la cendre des rois...”.
Alcune parti furono trasformate in stile gotico
fiammeggiante molto ardito, che contrasta con le parti rimaste nello
stile originale dei Cistercensi.
Sontuose cerimonie di commemorazione sottolinearono la rinascita del
sito.
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