LA NUOVA
"DIRETTIVA SERVIZI"
L'Europarlamento ha approvato in prima lettura, il 16 febbraio 2006, una versione rivista e corretta della Direttiva Servizi, o "ex-Bolkestein". Una normativa controversa, su cui si sono addensate le preoccupazioni del mondo sindacale, in particolare della Vecchia Europa. In questo speciale Sergio Nava, che ha seguito a Strasburgo la discussione, fa il punto sulla nuova "Direttiva Servizi".

++++++++++LA NUOVA "DIRETTIVA SERVIZI"+++++++++

C'è chi la chiama già "ex-Bolkestein": certamente la nuova direttiva servizi, così come uscita dall'Europarlamento, rappresenta un profondo stravolgimento del progetto originario presentato dalla Commissione Europea. La normativa ribadisce
il principio fondamentale secondo cui i prestatori di servizi hanno il diritto di operare liberamente in tutti gli Stati membri europei.
Ma
cancella definitivamente il contestato principio del Paese di origine, che avrebbe permesso a un fornitore di servizi di lavorare in un altro Stato obbedendo solo alle leggi di quello di provenienza, in particolare la normativa sul lavoto, quella fiscale e salariale. Per compensare, gli eurodeputati hanno inserito clausole tese a probire possibili discriminazioni nell'accesso al mercato. Strasburgo ha inoltre fortemente limitato il campo di applicazione, escludendo i servizi di interesse economico generale, quelli sanitari, i servizi finanziari e fiscali, quelli giuridici, i servizi di sicurezza, i trasporti e le agenzie di lavoro interinale. Unica concessione a chi temeva un eccessivo annacquamento della normativa originaria, è stata
l'eliminazione in extremis del riferimento alla politica  sociale e alla protezione dei consumatori, quali giustificazioni per possibili restrizioni  alla libera prestazione dei servizi. Confermata invece l'istituzione dello sportello unico, che costituirà in futuro il punto di contatto per adempiere a tutti gli obblighi formali quando si opera all'estero. La direttiva esclude dal proprio raggio d'azione il diritto del lavoro.

Evelyne Gebhardt, relatrice della normativa all'Europarlamento e tra i principali artefici della sua riscrittura, spiega così a Sergio Nava il senso del nuovo testo:

"Garantiremo una reale apertura dei mercati per i fornitori dei servizi, e assicureremo al contempo anche il rispetto del diritto del lavoro, di quello sociale e di quello ambientale. Eliminando il principio del Paese di origine abbiamo fatto in modo di garantire il rispetto della legge del Paese dove il servizio viene effettivamente fornito. Abbiamo inoltre fatto in modo di eliminare tutte le possibili barriere protezionistiche innalzate dai singoli Paesi membri.

L'Unice, l'associazione che rappresenta le imprese europee, ha duramente contestato nei giorni scorsi il compromesso raggiunto all'Europarlamento, in particolare la cancellazione del principio del apese di origine. La Gebhardt risponde così:

"Non esiste un rischio di 25 mercati frammentati. Le critiche dell'Unice sono quelle delle maggiori imprese europee. Le piccole e medie imprese invece ci hanno detto di avere grossi problemi con il principio del Paese di origine. Io ritengo sia meglio aiutare le piccole e medie imprese. Questa normativa pemetterà loro di crescere e creare occupazione".

Sul fronte politico, il compromesso soddisfa Popolari, Socialisti e parte dei liberali. La direttiva così riscritta è stata invece duramente contestata da Rifondazione Comunista, Lega Nord e Alleanza Nazionale. La Commissione Europea, che dovrà presentare una nuova proposta entro aprile, parla di passo avanti: il prossimo appuntamento è rappresentato dal voto del Consiglio dei Ministri Europei, probabilmente a maggio. In quella sede si chiarirà la posizione dei Paesi membri, che potrebbero appoggiare il nuovo testo o andare allo scontro con Strasburgo. Se tutto andasse per il meglio, l'approvazione definitiva potrebbe arrivare entro un anno, rendendo operativa la direttiva dopo il 2009.
La "Direttiva Servizi" viene anche chiamata "Direttiva Bolkestein", dal nome dell'ex-Commissario Europeo Frits Bolkestein, che l'ha presentata
LA PROPOSTA
ORIGINARIA DELLA
COMMISSIONE
14 FEBBRAIO:
DIARIO
DA STRASBURGO
SPECIALE:
IL
PRIMO
VOTO
ALL'
EURO
PARLAMENTO
INTER-
VISTA
ALLA
RELATRI-
CE
EVELYNE
GEBH-
ARDT
(PE)
Aprile 2005