FEDE

          Ecco: io respiro, lavoro, vivo
          e scrivo versi,
          cosí come posso.
          Jo e la vita ci guardiamo rabbiosi,
          di traverso e contro la vita
          io lotto
          sino all'estremo.

          Sono in conflitto con la vita
          ma tu non pensare che io la disprezzi:
          anche alle soglie della morte
          continuerei ad amare la vita,
          le sue brutali mani d'acciaio.
          Ancora l'amerei.

          E se mi stringessero al collo
          un nodo scorsoio,
          chiedendomi se ancora per un'ora
          volessi restare in vita,
          io griderei senza indugio:
          "Via questa corda,
          o carnefici!"
          Per la vita affronterei ogni prova:
          volerei dentro una macchina senza collaudo,
          entrerei in un razzo esplosivo
          per cercare da solo nello spazio
          lontani pianeti.

          E anche cosí
          sentirei un sottile fremito
          vedendo com'è azzuro il cielo
          lassú,
          proverei l'incantevole brivido
          d'essere ancora in vita,
          d'esistere ancora domani.

          Ma se voi mì prendete,
          quanto?
          un solo grano della mia fede,
          allora getterò un grido,
          urlerò di tormento
          come pantera ferita al cuore.

          Che resterebbe allora di me?
          Un attimo dopo la vostra rapina
          sarei distrutto,
          o piú esattamente, piú
          chiaramente,
          un attimo dopo la vostra rapina
          di me non resterebbe
          altro che il nulla.

          Voi forse volete abbattere
          la mia fede nei giorni felici,
          in un domani dove la vita
          sarà piú saggia e serena?
          Ma come potrete abbatterla, dite?
          Con raffiche di proiettili?
          No, non i conviene tentare,
          sarebbe tempo perduto.

          La mia fede è difesa saldamente
          dentro il mio petto
          e il piombo capace
          di penetrare questa corazza,
          ancora non è stato trovato,
          nessuno l'ha ancora scoperto!
           


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        Nicola Vaptzarov è stato riguardato il 7 dicembre 1909 nella città di Bansko.
        Sparato il 23 luglio 1942 a Sofia.
        È uno dei poets proletari più prominenti.

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      © 1998 Martin Mitov
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