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TERREMOTO A SAN GIULIANO

 

di Giovanni D.

molto e poi molto si è parlato ultimamente del terremoto nel Molise e dei bambini sepolti sotto le macerie nel paese di San Giuliano. Ne fu discusso anche fra di noi quando ci fu il ritiro del gruppo in San'Ambrogio; e in questo spazio vorrei provare a esprimere per intero un mio pensiero appena accennato durante il ritiro.

Nei giorni successivi al terremoto non sentivi e leggevi altro, sia dai svariati telegiornali o quotidiani, che parlavano di catastrofe, disgrazia, tragedia ,per tutto cio che era accaduto.

In parte non si può dire che non sia vero, ma se analiziamo le cose con calma e le osserviamo da un punto di vista cristiano il tutto ci può apparire in un'altra forma, non nscondendo mai la dimensione di cio che è accaduto.

Come cristiani non è forse vero che siamo destinati alla Gloria del Paradiso e che questo non è altro che un passaggio transitorio per cio che saremo ?

Se analiziamo i fatti, la prima cosa evidente dalla quale  tante persone sono rimaste colpite (vedendo la televisione) era stata la Dignità e la Fede delle famiglie che avevano perso un proprio caro. Basti vedere ad esempio il Sindaco stesso, che pur essendo stato  coinvolto in prima persona, non ha mai smesso un secondo a fare il proprio dovere. Durante il nostro ritiro mentre discutevamo di ciò il mio pensiero era rivollto alla lettura del Vangelo della stessa Domenica e cioè sulla Parabola dei Talenti della quale la cosa  che più colpisce  è la risposta che il Padrone da al servo malvagio e infingardo ( così viene descritto il servo) che dice: Servo malvagio e infingardo sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso.  Analizzando questo brano alla luce di ciò che era accaduto in quei giorni, viene da pensare non tanto a ciò che è successo ma a come Nostro Signore ha raccolto e trasformato tanto dolore e disperazione. Provando a spigarmi meglio vorrei partire raccontado e analizzando un fatto.

Un Sacerdote raggiungendoci in un posto ci disse: Vi ho ragginti qui con molto sacrificio e proprio stamattina mi è stata data la notizia della Morte di mio zio unico parente rimastomi. Lo avevo lasciato giorni fa per  venire da voi pur sapendo che stava per morire. Con lui non avevamo mai parlato di disperazione e tristezza per via di tutte le sue sofferenze e vicinanza alla morte, ma che ci saremmo lasciati per un periodo sicuri che ci saremmo rivisti un giorno Lassù in Paradiso dove non esiste ne pianto ne dolore, ma gioia e felicità, e ci siamo lasciati dandoci un forte abbraccio con il sorriso in volto di come due che sanno di rivedersi molto presto. Leggendo ciò non lo potremmo ricollegare ai vari discorsi fatti dalle Mamme e dai padri pensando ai loro bambini come a degli Angeli che badavano ora loro dai propri cari rimasti quaggiù, e che un giorno si riuniranno definitivamente in Paradiso. Non è forse il motivo di speranza che ogni essere umano porta con sè nel più profondo del proprio cuore, La Speranza di vivere un giorno tutti insieme nello splendore della vita Eterna


Un altro punto su cui vorrei soffermarmi (ricollegandomi alla parabola dei Talenti) è su ciò che ha spinto tantissime persone a dare del suo meglio in favore dei terremotati.

Via via che passavano i giorni sentivi sempre parlare del gran numero di persone che si recavano giù per aiutare, anche se poco, magari solo per portare il proprio calore e affetto e per stare vicino alla gente del posto nelle tendopoli, vivendo e codividendo con loro quei nomenti, o a tutte le altre forme di solidarietà tipo la raccolta di fondi, vestiti ,ecc. da inviare in favore delle persone in difficoltà. Anche qui non verrebbe da pensare alla risposta del Padrone (mieto dove non Ho seminato e raccolgo dove non Ho sparso ), non è forse vero! Tutto quel dramma e dolore non è stato forse trasformato in voglia di condivisione in più o meno, magari da persone che fino a quel momento non avevano mai per una ragione o altro, che pensato a loro stessi o ai propri cari, ma spinti da un qualcosa di intrinsico nascosto nel più profondo del cuore che alla fine con una sola scintilla è esploso in qualcosa che credevano più grande di loro.

Mentre scrivo mi viene da pensare all' inno della GMG di quest'anno, la quale ad un certo punto dice:

La gente dove andare più non sà

ln noi cercando và l'amore che non ha

il senso della vita troverà

facendo insieme a noi la comunità.

Così potrà conoscere Gesù

spezzando il Pane che

Vita eterna Donerà.

Non è forse vero che vedendo tanto sbandare come dice la canzone tantissime persone si sono messe in gioco per poter condividere, anche solo con un gesto, senza neppure conoscersi ,ma spinte solo per ridare con la propria condivisione un senso a tutto ciò che era successo.

Vorrei pensare a quante belle storie vi siano nate e state intorno a così tanto dolore. Basti pensare ad una storia letta tempo fà, accaduta in un paese dell'est. Dopo il crollo della scuola e sparsasi subito la notizia nei mass-media , un consolato Italiano si è trovato sommerso di fiori e di bigliettini di solidarietà lungo la recinzione senza che neppure il Console sapesse chi ringraziare di tanto affetto dimostrato. Dopo un mese di annunci e ricerche è venuto a sapere che erano stati i bambini di tutte le scuole a fare quel gesto di solidarietà e condivisione a ciò che era successo. Chissà quante storie come questa ci saranno state da raccontare, ma che nessuno saprà mai, perchè nessuno ha mai avuto l'accortezza di raccogliere e di raccontare ,se non altro che di quello che era successo. Per finire vorrei concludere con il ritornello dell'inno della GMG

Lumière du monde!

SeI de la Terre!

Soyons pour le monde

visage de l' Amour !

Lumière du monde

CHIRST est Lumière !

Soyons pour la terre

Le reflet de sa lumierè

Au jour le jour !

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